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PRESENTAZIONE RAPPORTO RIFIUTI 2015

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Presentazione sul tema: "PRESENTAZIONE RAPPORTO RIFIUTI 2015"— Transcript della presentazione:

1 PRESENTAZIONE RAPPORTO RIFIUTI 2015
RIFIUTI MARCHE 2015 PRESENTAZIONE RAPPORTO RIFIUTI 2015 4 AGOSTO 2016 REGIONE MARCHE SALA VERDE

2 RAPPORTO RIFIUTI PRESENTAZIONE RAPPORTO RIFIUTI 2015
10.30: Introduzione dell’Assessore all’Ambiente Angelo Sciapichetti 10.40: La normativa di settore, la prevenzione e l’evoluzione della produzione e della raccolta Francesca Damiani 11.10: La banca dati O.R.So versione 3.0, la validazione dei dati e l’evoluzione della raccolta differenziata Massimiliano Boccarossa 11.30: Le frazioni merceologiche raccolte in modo separato Patrizia Giacomin 11.50: L’impiantistica Francesca Damiani 12.00: Dibattito

3 RAPPORTO RIFIUTI Il Rapporto rifiuti Marche 2015 illustra l’evoluzione della gestione dei rifiuti urbani nella Regione Marche con i principali indicatori sulla produzione, sulla raccolta e sulla impiantistica secondo la seguente struttura: IL QUADRO NORMATIVO LA PREVENZIONE LA PRODUZIONE DI RIFIUTI URBANI LA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI PER FRAZIONI MERCEOLOGICHE IL SISTEMA IMPIANTISTICO IL SISTEMA DI VIGILANZA E CONTROLLO DEGLI IMPIANTI

4 ECONOMIA CIRCOLARE 1

5 ECONOMIA CIRCOLARE 2 L’economia circolare è dunque un sistema in cui tutte le attività, a partire dall’estrazione delle materie prime e dalla produzione, sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun’altro. In una logica di economia circolare, i prodotti sono progettati in modo da prevederne fin dall'inizio la destinazione una volta che diventano rifiuti e l'innovazione costituisce il centro di tutta la catena di valore, stimolando lo sviluppo di competenze e l’applicazione di soluzioni intelligenti che creano nuova occupazione.

6 Tre gli elementi cruciali:
ECONOMIA CIRCOLARE 3 Tre gli elementi cruciali: 1- economia che rispetta la gerarchia: «Ridurre, Riutilizzare, Riciclare»; 2- economia basata sul «ciclo di vita dei prodotti» che mira a limitare il consumo e gli sprechi; 3- economia in grado di generare nuovi modelli di produzione-consumo ed occupazione locale Privilegiando cicli economici brevi e coniugando sviluppo economico e sostenibilità ambientale

7 ECONOMIA CIRCOLARE 4 Fonte: Fondazione Ellen MacArthur

8 GERARCHIA DEI RIFIUTI La gerarchia dei rifiuti (art. 179 del testo unico ambientale) impone per legge le priorità nella gestione dei rifiuti in linea con i concetti dell’economia circolare. L’ordine indicato nella gerarchia stabilisce ciò che costituisce la migliore opzione ambientale

9 IL PARADOSSO DELLA PREVENZIONE
Il punto essenziale è che: la prevenzione dei rifiuti è una (grande) componente delle politiche di gestione dei rifiuti, ma non è un pezzo del sistema di gestione dei rifiuti. Attori e strumenti della strategia di minimizzazione ricadono in gran parte fuori dal dominio del sistema di gestione dei rifiuti Affidare la prevenzione al solo sistema di gestione dei rifiuti è inefficace perché sono tanti gli attori da coinvolgere Un approccio efficace alla minimizzazione dei rifiuti è trasversale a una pluralità di politiche (politiche integrate di prodotto, tecnologie più pulite, fiscalità, imprese, educazione al consumo, comportamenti di acquisto e di consumo alimentare, dotazione/approvvigionamento materie prime, ecc..)

10 PREVENZIONE 2 La strategia regionale in materia di prevenzione della produzione dei rifiuti prevista dal Programma Regionale di Prevenzione dei Rifiuti si articola su tre direttrici: Obiettivo strategico 1: diffondere, consolidare e sviluppare maggiormente il tema della prevenzione della produzione dei rifiuti nella Regione Marche incidendo in un cambio permanente dei comportamenti; Obiettivo strategico 2: avviare una organizzazione delle misure e azioni di prevenzione della produzione dei rifiuti orientata verso le frazioni di rifiuto a maggiore pressione ambientale incrementando la riduzione quantitativa della produzione dei rifiuti nel territorio regionale; Obiettivo strategico 3: incentivare l’uso di indicatori quale strumento necessario di progettazione e monitoraggio delle azioni di prevenzione della produzione dei rifiuti. Nel 2015: Premio ridurre si può- Linee guida regionali su ecofeste Marchio Comune libero dai rifiuti- Folignano AP e Polverigi AN

11 LEGGE 221/2015: COLLEGATO AMBIENTALE
Disposizioni relative al green public procurement (Capo IV) Disposizioni concernenti gli acquisti (riduzioni dal 30% al 15% importo garanzie) Marchio Ecolabel tra criteri di valut.ne offerta economicamente + vantaggiosa Certificazioni EMAS, Ecolabel, ISO costituiscono priorità nei bandi europei Disposizioni relative al Made Green in Italy Prodotti ad elevata qualificazione ambientale Incentivi per le imprese che producono beni derivati da materiali post-consumo (scarti, disassemblaggio, centri del riuso, ecc) Vigilanza e controllo L’art. 29, comma 4 modifica l’art.199 (Piani regionali) del Dlgs. n.152/2006 e dispone che le Regioni e le Province autonome devono garantire la “vigilanza sui rifiuti” attraverso la pubblicazione annuale sul proprio sito web di tutte le informazioni utili a definire lo stato di attuazione dei piani/programmi in materia di rifiuti

12 LEGGE 221/2015: COLLEGATO AMBIENTALE
Fiscalità -L’art. 32 comma 3 bis opera la rivisitazione dell’art. 205 del Dlgs. n.152/2006 per gli ATO e per i Comuni virtuosi che superano gli obiettivi di raccolta (65%) stabiliti dal Dlgs.n.152/2006 ed introduce una modulazione scaglionata del tributo speciale in discarica dei rifiuti solidi urbani istituito dalla Legge n.549/1995 (c.d. ”ecotassa”), che dipende dalla quota percentuale di superamento, calcolata sulla base dei dati relativi a ciascun Comune. La regione Marche ha già operato in tal senso dal 2010 con una modifica della LR 15/1997. -Sempre lo stesso art. 32 al comma 3-septies prevede che i Comuni con RD < 65% versino una addizionale del 20% al tributo speciale in discarica che può essere evitata qualora il quantitativo pro capite di produzione dei rifiuti sia inferiore di almeno il 30% dell’ATO di appartenenza. -Gli adeguamenti alla nuova normativa dovranno avvenire almeno entro 24 mesi dalla entrata in vigore della legge ( )

13 LEGGE 221/2015: COLLEGATO AMBIENTALE
-L’art. 32 comma 3 quater affida alle Regioni il compito di definire con propria deliberazione il metodo standard per il calcolo e la verifica delle percentuali di RD nel rispetto del recente Decreto ministeriale 26 maggio 2016 ed individuare formati, modalità e termini per la trasmissione dei dati che il Comune è tenuto a comunicare al Catasto regionale dei rifiuti ai fini della certificazione della raccolta differenziata. La Regione dovrà adeguare in tal senso le Delibere nn. 1928/2009 e n. 217/2010 -L’art. 34 prevede che il gettito del tributo fiscale per il deposito in discarica ed in impianti di incenerimento senza recupero energetico venga totalmente destinato alle Regioni per le finalità previste dalla legge 549/95. Anche l’addizionale è incamerata totalmente dalle Regioni ha finalità di riutilizzo per la prevenzione, l’acquisto di prodotti e materiali riciclati, cofinanziamento di impianti ed attività di informazione.

14 LINEE GUIDA RACCOLTA DIFFERENZIATA
DM 26 maggio 2016 Scopo di uniformare a livello nazionale il metodo di calcolo della RD Le Regioni si attengono nella formulazione del proprio metodo al DM DM 26 maggio 2016 DGR 217/2010 Identifica puntualmente i CER che compongono il dato di produzione totale e di RD Non identifica i CER Da facoltà alle Regioni di conteggiare nella RD i rifiuti avviati a compostaggio domestico, di prossimità e di comunità Opzione non contemplata Rifiuti da spazzamento stradale recuperati Non previsti Frazioni neutre: rifiuti da pulizia di spiagge e rive dei corsi d’acqua; rifiuti cimiteriali Frazioni neutre: rifiuti da pulizia di spiagge e rive dei corsi d’acqua; rifiuti da spazzamento stradale CER solo per rifiuti indifferenziati Accettato se usato per raccolte multi materiale come frazione da RD

15 DATI RIFIUTI URBANI Produzione totale dei rifiuti urbani nella Regione Marche*: - anno t 499 kg/ab*anno Rifiuti raccolti in modo differenziato t 304 kg/ab*anno Rifiuti raccolti in modo indifferenziato t 196 kg/ab*anno *dato comprensivo dello spazzamento stradale

16 PRODUZIONE RIFIUTI URBANI
Produzione totale di rifiuti urbani (tonnellate/anno) nella Regione Marche. Anni

17 PRODUZIONE RIFIUTI URBANI
Produzione procapite di rifiuti urbani (chilogrammi/ abitante*anno) per Comune. Anno 2015

18 PRODUZIONE RIFIUTI URBANI
Produzione totale e procapite rifiuti urbani per Provincia nella Regione Marche. Anno 2015 Prov.  Abitanti Produzione totale (kg) Produzione procapite (Kg/ab*anno) PU 562 AN 489 MC 462 FM 433 AP 526 Regione 499

19 PRODUZIONE RIFIUTI URBANI
Tonnellate di rifiuto prodotto per frazione merceologica stimate attraverso le analisi merceologiche Organico Verde Legno Carta Plastica Vetro Metalli Altro Totale 2013 83.295 28.435 93.433 50.937 14.994 2014 97.042 29.369 51.373 11.044 2015 85.866 28.233 54.501 12.148

20 RACCOLTA DIFFERENZIATA RIFIUTI URBANI
Percentuale di rifiuti urbani raccolti in modo differenziato (istogramma verde) Rifiuti raccolti in modo indifferenziato (tonnellate) (linea rossa) Anni

21 RACCOLTA DIFFERENZIATA RIFIUTI URBANI RD procapite (Kg/ab*anno)
Raccolta differenziata totale, procapite e % per Provincia nella Regione Marche. Anno 2015 Provincia Totale RD (kg) RD procapite (Kg/ab*anno) % RD PU 321 61,32% AN 298 65,56% MC 334 74,35% FM 246 57,85% AP 288 57,30% Regione 304 64,21%

22 SITO INTERNET GRAZIE PER L’ATTENZIONE! www.regione.marche.it
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