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PubblicatoAndrea Tramacere Modificato 5 anni fa
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Prevenzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza: Igiene delle mani, profilassi e DPI Lezione I 7.1.2019 Andrea Tramacere MED/45 Prevenzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza: Igiene delle mani, profilassi e DPI Lezione I 7.1.2019 Andrea Tramacere MED/45 Corso di Laurea in «Tecniche di Radiologia Medica, per immagini e radioterapia» (TRMir) Modulo: Principi di Assistenza Infermieristica Anno Accademico 2018-2019
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Obiettivi e programma del modulo Prevenzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICPA): Igiene delle mani, profilassi e DPI Il prendersi Cura: Il concetto di “presa in carico” della persona da assistere Approccio evidence based Rilevazione parametri vitali e cenni al BLS esercitazione http://www.medicina.unimi.it/CorsiDiLaurea/2018/D7 5of1/pianoStudi/curriculum/D75-11/D75- 11.18.1/index_ITA_HTML.html http://www.medicina.unimi.it/CorsiDiLaurea/2018/D7 5of1/pianoStudi/curriculum/D75-11/D75- 11.18.1/index_ITA_HTML.html Contatti: andrea.tramacere@unimi.itandrea.tramacere@unimi.it Ricevimento studenti: da concordare Esame domande aperte e chiuse
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Focus: Prevenire i rischi di infezione Adeguata gestione del rischio clinico Necessità di coinvolgere tutte le strutture organizzativa, comprese quelle gestionali e finanziarie Investire nella formazione Adozione di comportamenti corretti finalizzati al rispetto umano e clinico del pz Valorizzare le professioni sanitarie addette all’assistenza. Utilizzare tecnologie moderne e conoscenze aggiornate Operare secondo professionalità e competenza Assicurare un ambiente sicuro
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I fattori di rischio Un fattore di rischio non è pertanto un agente causale, ma un indicatore di probabilità che lo stesso possa associarsi ad una determinata condizione clinica; la sua assenza non esclude la comparsa della malattia, ma la sua presenza, o la compresenza di più fattori di rischio, aumenta notevolmente il rischio di malattia. I fattori causali possono essere: Necessari (conditio sine qua non) Devono essere presenti… Sufficienti quando producono inevitabilmente un particolare effetto Per fattore di rischio si intende: una condizione generica che: provoca (fattore causale) o, più spesso, facilita (concausa) l’instaurarsi di una malattia.
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Classificazione dei fattori di Rischio fattori intriseci (associati alle condizioni del paziente) fattori estrinseci associati a procedure invasive e assistenziali associati alla mancata adozione delle misure generali di prevenzione associati a caratteristiche organizzative
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INCIDENZA PER FASCE DI ETA’ Le fasce al di sotto dei 10 anni ed oltre i 65 anni sono quelle maggiormente colpite L’over 65 presenta, un rischio d'infezione particolarmente elevato in ragione della frequente coesistenza di affezioni degenerative (es. apparato respiratorio ), riduzione delle difese immunitarie. Incidenza ( x 1000/ anno ) Intrinseci
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Cause di deficit immunitario Diminuzione di Neutrofili linfociti T (CD4+) linfociti B macrofagi alveolari intrinseci
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Fattori di rischio estrinseci Associati a procedure invasive e assistenziali Complessità : Dimensioni dell’ospedale Gravità dei pazienti Associati a caratteristiche organizzative dell’ospedale Carenza del personale Mancanza di informazione e formazione del personale ospedaliero Norme comportamentali
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Le infezioni correlate a pratiche assistenziali (ICPA) Sono un grave problema assistenziale: rappresentano la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria, incrementando morbilità e mortalità, oltre che i costi delle cure. Sempre più frequentemente riguardano: pazienti cronici e anziani. sono "infezioni che si verificano in un paziente in ambito ospedaliero, o in altra struttura assistenziale, che non erano presenti o in incubazione al momento dell’ammissione".
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Come interrorpere la catena infettiva? Agire sull’agente infettivo Controllare/eliminare le fonti di infezione Controllare le vie di prenetazione ed eliminazione Agire sulle modalità di trasmissione Misure standard per la riduzione delle ICPA Consistono in: Igiene delle mani Utilizzo DPI Gestione della biancheria, degli strumenti e attrezzature per l’ass.san. Tutti i pz sono potenzialmente infetti
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Igiene delle mani: una misura modesta con grandi effetti.... Previene le infezioni Attualmente l’igiene delle mani è considerata il fattore più importante nella prevenzione della diffusione dei microorganismi in ambiente sanitario Dati tratti dalla letteratura internazionale hanno dimostrato che: Riduzione del tasso di infezione tramite una corretta igiene delle mani Dal 10 al 50% Aderenza alle procedure raccomandate per l’igiene delle mani: Adesione media del 40% Guideline for Hand Hygiene in Health-Care Settings Recommendations of the Healthcare Infection Control Practices Advisory Committee and the HICPAC/SHEA/APIC/IDSA Hand Hygiene Task Force
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«Il personale sanitario si inorridisce per i germi presenti sui pz, ma trascura le serie conseguenze che i batteri presenti sulle proprie mani possono arrecare»
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5 maggio, la giornata mondiale per l’igiene delle mani Un appuntamento annuale che si ripete ormai dal 2010 per ribadire il ruolo chiave dell’igiene delle mani riconosciuta come una delle pratiche centrali per proteggere il paziente dalla trasmissione di infezioni.
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Hospital Acquired Infections - HAIs aumento Le infezioni associate all’assistenza sanitaria (HAIs) sono correlate a un aumento della morbilità, mortalità, ospedalizzazione, disagio e maggiore tempo di recupero per il paziente. L’igiene delle mani ha un’influenza inversa sul tasso di HAIs ed è riconosciuta quale procedura efficace nella prevenzione della trasmissione delle infezioni L’igiene delle mani, pur essendo fondamentale per il controllo delle infezioni, registra, secondo quanto definito dalle linee guida, un tasso di adesione e una compliance molto inferiore rispetto al livello desiderato Negli ultimi anni sono stati condotti numerosi studi sull’igiene delle mani e, in particolare modo, sulle strategie per aumentare il tasso di adesione e la compliance degli operatori sanitari, tuttavia l’incapacità di incrementare l’adesione del personale sanitario ci fa capire che è un problema complesso
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Letteratura Una revisione sistematica di 96 studi ha rilevato che, complessivamente, il tasso di aderenza alle raccomandazioni sull’igiene delle mani da parte degli operatori sanitari è pari circa al 40% Tale comportamento è il risultato di molteplici influenze (caratteristiche biologiche, ambiente, istruzione e cultura) La pratica dell’igiene delle mani, per esempio, non sempre è una risposta razionale alla prevenzione delle infezioni, può essere invece una risposta correlata allo “sporco” e a ciò che questo evoca.
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Teoria del comportamento pianificato Sono state sviluppate teorie per definire la natura e il rapporto di elementi che influenzano una serie di comportamenti relativi alla salute. Le intenzioni sono influenzate da fattori motivazionali che a loro volta promuovono un determinato comportamento. Tra queste la teoria del comportamento pianificato (TPB) di Ajzen è stata ampiamente utilizzata per comprendere e prevedere differenti comportamenti negli operatori sanitari durante il loro lavoro
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Intenzioni Fattori motivazionali La TPB afferma, inoltre, che la probabilità che un comportamento specifico si verifichi può essere prevista dalla conoscenza dell’intenzione di un individuo di agire. Quindi, se si conosce il livello dell’intenzione, è possibile prevedere la probabilità che tale intenzione sia tradotta in azione. Impegno e la volontà che le persone sono disposte a investire al fine di eseguire un certo comportamento.
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Ciò che determina il comportamento “igiene delle mani” di una persona è l’intenzione antecedente a lavarsi le mani ovvero l’intensità rispetto allo scopo di compiere quel comportamento e quindi di tramutarlo in azione
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Ecosistema della cute
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Un po’ di numeri Si stima che sulle nostre mani ci possano essere tra i due e i dieci milioni di microrganismi dalla punta delle dita fino al gomito ed è stato dimostrato che le mani umide diffondono mille volte in più i microrganismi delle mani asciutte. I livelli di contaminazione microbica delle mani sono molto variabili, a seconda delle pratiche di igiene delle mani e delle attività intraprese. I microrganismi possono sopravvivere sulle mani fino a tre ore e una volta depositati nell’ambiente, in relazione alla specie microbica, anche molto a lungo. Milioni di microrganismi sono nascosti sotto l’orologio e i bracciali e ci potrebbero essere più microrganismi sotto un anello di quante sono le persone in Europa. Il numero dei microrganismi presenti sulle mani può raddoppiare in venti minuti. Dopo un giorno senza lavarsi le mani 1 singolo microrganismo si moltiplica 2 bilioni di volte.
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L’OMS nel 2009 ha pubblicato le Linee guida sull’igiene delle mani in Assistenza sanitaria che incoraggiano la partecipazione degli operatori saniari, dei pz e dei loro familiari al fine di promuovere l’igiene delle mani nell’assistenza sanitaria 1.Prima del contatto con il pz 2.Prima di una manovra asettica 3.Dopo l’esposizione ad un liquido biologico 4.Dopo il contatto con il pz 5.Dopo il contatto con ciò che c’è intorno al pz
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I 5 momenti fondamentali per l’igiene delle mani
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VIDEO https://www.youtube.com/watch?v=w0xTPnWfF1Y
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Igiene delle mani Mani contaminate trasmettono germi attraverso gli operatori sanitari Un igiene delle mani scorretta significa mantenere le mani contaminate: insufficiente prodotto e/o durata insufficiente Soluzione idroalcolica Acqua e saponne Quando le mani sono visibilmente sporche e/o contaminate Prima di ogni inizio e ripresa del lavoro Se le mani non sono visibilmente sporche Prima del contatto diretto con il pz
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Sequenza per un accurata igiene delle mani: Dopo aver bagnato le mani con acqua tiepida (ideale 37’) versare 3-5ml di sapone nel palmo della mano e sfregar vigorosamente le mani l’una con l’altra Sfregare il palmo destro sul dorso della mano sinistra e viceversa: la sequenza del frizionamento per almeno 15-30 sec.
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2 Palmo a palmo dita intrecciate Sfregare i palmi tra di loro con le dita incrociate
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3 Ruotare il pollice nel palmo Assicurarsi che i pollici tocchino i polsi dell’una e dell’altra mano
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Aree trascurate durante le procedure di igiene delle mani
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.....le Mani Toccano Trasportano Trasmettono E’ importante lavarle bene e spesso Oltre al lavaggio delle mani è necessario: Mantenere le unghie corte e senza smalto Non utilizzare unghie artificiali Togliere gioielli prima del lavaggio delle mani
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Igiene delle mani e utilizzo dei guanti 1.Protezione del paziente 2.Protezione operatore 3.Prevenzione della trasmissione delle infezioni da contatto indiretto o diretto
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Come indossare e togliere i guanti
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Raccomandazioni: Uso Guanti I guanti devono essere considerati una misura aggiuntiva e mai sostitutiva rispesto al lavaggio delle mani rispetto al lavaggio delle mani o alla frizione alcolica (WHO 2006 IA). Indossare i guanti quando si prevede il contatto con sangue o altri materiali potenzialmente infetti, o le mucose, la cute non integra e potenzialmente contaminata (WHO 2006 IC; CDC 2007 IB, IC Rimuovere i guanti dopo aver assistito un pz o dopo aver toccato superfici ambientali in prossimità del pz. Non indossare lo stesso paio di guanti per assistere più di un pz (WHO 2006, IB; CDC 2007 IB) N.B.: Sostituire i guanti se lesionati Non riutilizzare guanti monouso
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Sequenza per una rimozione corretta dei guanti
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Cenni su Pulizia e Sanificazione
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Contesto operativo *Non ha lo scopo di uccidere i microorganismi, ma di rimuoverli diminuendone la concentrazione Sono tecniche in grado di mantenere una determinata superficie nelle migliori condizioni di igiene possibile La Pulizia è la rimozione meccanica dello sporco pura e semplice.* La Sanificazione comporta l’utilizzo di un detergente combinando la forza meccanica con la forza chimica data dal detergente.
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Disinfezione e Anisepsi
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“La sola parte utile della medicina è l'igiene; e anche l'igiene, del resto, più che una scienza è una virtù.” Jean-Jacques Rousseau
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Grazie per l’attenzione
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