II. Le componenti della cultura

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Presentazione sul tema: "II. Le componenti della cultura"— Transcript della presentazione:

1 II. Le componenti della cultura
FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

2 Le componenti della cultura
Richard Peterson (1979): la cultura si compone di 4 elementi, quali valori, norme, credenze e simboli espressivi Valori, Norme, Credenze, Simboli si intrecciano, si influenzano a vicenda e danno vita a configurazioni il cui grado di coerenza interna è variabile (v. dopo) Melford Spiro (1987): la cultura designa un sistema cognitivo formato da proposizioni sia normative sia descrittive su natura, uomo, società e sulla loro relazione FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

3 I valori Finalità pubblicamente condivise da un gruppo sociale, asserti prescrittivi inerenti a cosa è giusto e desiderabile (es. oggi: libertà di scelta, rispetto verso i genitori, difesa della pace, etc.; società dell’Europa del Sud di inizio Novecento: onore..) FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

4 Le tre dimensioni dei valori
Dimensione affettiva. I valori influiscono su definizione di affetti e sentimenti a prescindere dai vantaggi/svantaggi prodotti dall’azione concreta Dimensione cognitiva. I valori orientano nella conoscenza di cosa sia ritenuto bello, giusto, desiderabile, oppure brutto, ingiusto, non desiderabile.. Dimensione selettiva. I valori orientano l’agire sociale perché forniscono la motivazione (es. sono motivato a studiare perché nella società di oggi avere un alto livello di istruzione è ritenuto una cosa desiderabile) FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

5 Interiorizzazione dei valori Senso di colpa, di vergogna da parte di chi se ne discosta
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6 Valori e problemi I valori sono mutevoli, ma non sembrerebbero moltiplicabili all’infinito in quanto sono connessi a determinati problemi a cui la società cerca di dare una o più soluzioni (Sciolla, 2012) Parsons (1951) e i dilemmi strutturali della società moderna: universalismo e particolarismo; prestazione e qualità; neutralità affettiva e affettività; specificità e diffusione. FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

7 Le norme Asserti prescrittivi su COME ci si deve comportare per realizzare determinati valori. Es. è vietato rubare = valore onestà Valore Norme Un valore = anche più norme FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

8 Le norme sono riferite a situazioni concrete ed hanno carattere imperativo
Le norme sono di vario tipo, distinte per grado di formalizzazione e per contenuto Comportamenti regolari, abitudini, possono essere socialmente normati oppure corrispondere e semplice routine, senza che vi sia un’esplicita valutazione sociale su cosa si debba fare FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

9 L’efficacia sociale delle norme non dipende tanto dall’interiorizzazione (socializzazione: v. dopo) quanto dall’efficacia/presenza di sanzioni-premi Es. norma: l’esame non va preparato studiando solo le slides, altrimenti sanzione = bocciatura Es. norma: bisogna aiutare i genitori in famiglia, se lo si fa allora vi è premio = sabato sera si può tornare a casa più tardi I valori sono interiorizzati in particolare nel corso della socializzazione nei primi anni di vita (ma vi possono essere ristrutturazioni delle motivazioni, conversioni ad altri valori), mentre le norme si apprendono lungo l’intero corso di vita FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

10 Grado di formalizzazione: norme statuite (autorità pubblica le produce e controlla la loro osservanza; vari tipi di formalizzazione: leggi, regolamenti..) vs norme consuetudinarie (in genere informali, diffuse nella società: es. non si mangia con le mani, ci si saluta porgendo la mano e non il piede... etc.) Le norme informali possono avere anche una forte influenza sulla vita sociale: es. il legame tra buone maniere e sviluppo della società moderna (N. Elias, La civiltà delle buone maniere, ed. 1982, or. 1969) Contenuto: norme religiose (la domenica i cattolici devono partecipare alla messa), norme relative alla vita pubblica (non si va per strada nudi), alla vita privata (non si da del “lei” ai genitori o ai figli), norme tecniche (a calcio si gioca con i piedi non con le mani, a lavoro non si usa il pc per guardare una serie tv, come si può fare a casa...) FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

11 Le credenze Sono proposizioni descrittive attraverso
le quali noi definiamo e classifichiamo il mondo Es. Crediamo che esistano gli extraterrestri = ci comporteremo di conseguenza, scambieremo frisbee per dischi volanti.. Es. Crediamo che la scienza serva a farci vivere meglio, quindi seguiremo le indicazioni degli scienziati o comunque le riterremo giuste e soprattutto VERE (al contrario, pensiamo all’attuale dibattito sull’obbligatorietà dei vaccini) Distinzione tra credenze fattuali, cioè collegate a ciò che il soggetto crede essere un fatto (credo che piova), e credenze rappresentazionali, cioè legate all’accettazione di una rappresentazione (credere a Babbo Natale perché così ha detto la mamma): le prime sono legate a una proposizione ed hanno un significato univoco; le seconde hanno un significato vago FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

12 La conoscenza è orientata al concetto di verità
Le credenze palesemente errate possono persistere a lungo (es. superstizione, caccia alle streghe, credenza negli oroscopi e nei maghi; ma anche le “bufale” diffuse in rete, cioè le fake news...) Ma anche quando palesemente errate queste credenze ci orientano. Durkheim ha mostrato come le rappresentazioni collettive delle società totemiche consentano ai singoli individui di questo tipo di società la classificazione del mondo lungo la direttrice affinità-opposizione al totem (simbolo del clan; vedi oltre) FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

13 Le credenze sono legate all’organizzazione sociale: es.
categorie ritenute universali come tempo e spazio sono cambiate di epoca in epoca ma sono state funzionali, utili, congeniali al modo in cui è organizzata la società e da tale organizzazione traggono origine Es. calendario = organizzazione della vita sociale (la domenica si fanno cose che non si fanno il lunedì; le festività servono a rafforzare certi tipi di legami sociali, etc.): tempo ciclico delle società rurali vs tempo lineare ( etc.) delle società industrializzate NB: Norme e credenze sono strettamente legate: es. norma in Italia che vieta di sposare un cugino di primo grado implica conoscenza di cosa sia un rapporto di cuginanza di primo grado = classificazione dei rapporti di parentela, dunque credenza di fondo FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

14 I simboli Qualsiasi segno (anche oggetto e gesto) convenzionale o analogico che ha un doppio significato: manifesto e latente I simboli rimandano a un significato intersoggettivo e condiviso da un gruppo. A differenza dei segnali (es. segnali autostradali) o dei marchi (Parmigiano doc, Benetton, etc.) non hanno solo scopo informativo e pragmatico, ma emotivo e cognitivo (credenze), aprono a un vissuto e a un mondo Dimensione implicita della cultura: sono espressi dai soggetti senza che questi sappiano sviluppare ragionamenti o argomentazioni su di essi FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

15 George Herbert Mead (1934): i sistemi simbolici hanno una funzione sociale e comunicativa, mettono in opera processi di identificazione; costituiscono l’elemento caratteristico dell’intelligenza umana Paul Ricoeur (1959): il simbolo dà a pensare... spinge il soggetto all’interpretazione FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

16 Il posto della cultura nella società
Cultura come: Insieme complesso di credenze, norme, valori e simboli che guidano/orientano l’azione di individui e gruppi Il soggetto si orienta all’ambiente esterno attraverso la cultura, ma cultura e società non coincidono, sebbene siano strettamente interconnesse FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

17 La sociologia negli anni Settanta del Novecento comincia ad analizzare la cultura come processo e non più come sistema coerente di elementi. I sociologi si soffermano sulla capacità interpretativa dell’attore che decodifica i messaggi e li reinterpreta = «ri-appropriazione», ossia re- incorniciamento dei significati di un “testo” all’interno delle proprie categorie di pensiero, che sono però socialmente plasmate (torneremo su questo tema nella seconda parte del corso) L’antropologia più sensibile a questo nuovo approccio, che «assimila» i fenomeni sociali a «testi» e gli attori a «lettori» (ruolo attivo), influenza le riflessioni sociologiche: convergenza tra antropologia e sociologia FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

18 L’antropologia di Clifford James Geertz ( ) e la sua influenza sulla sociologia degli anni Settanta-Ottanta «L’uomo ha bisogno di fonti simboliche di illuminazione per trovare la sua strada nel mondo, perché quelle di tipo non simbolico, inserite nel suo corpo costituzionalmente, gettano una luce troppo soffusa». «Il concetto di cultura che esporrò […] è essenzialmente semiotico. Ritenendo, insieme a Max Weber, che l’uomo è un animale impigliato nelle reti di significati che egli stesso ha tessuto, credo che l’intera cultura consista in queste reti e che perciò la loro analisi non sia anzitutto una scienza sperimentale in cerca di leggi, ma una scienza interpretativa in cerca di significato» C. Geertz, Interpretazione di culture, Il Mulino, Bologna, 1987, p.40 (ed. or. 1973) FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

19 Dall’influsso della semiotica all’approccio cognitivista
Geertz pone l’accento sulla cultura come reti di significati, sistema di concezioni ereditate incarnate in simboli: forte influenza sulla sociologia dei processi culturali degli anni Settanta-Ottanta, che sviluppa l’analisi semiotica (studio dei segni) Altri studiosi vanno oltre Geertz, evidenziando quanto sia importante esaminare anche i dispositive pratici alla base dei processi cognitivi pre- coscienti: il pensiero e il ragionamento si poggiano su una dimensione pre- cosciente fatta di classificazioni, rappresentazioni e schemi (influsso della psicologia e della entnometodologia, approccio microsociologico avviatosi negli anni Settanta; secondo alcuni già Durkheim aveva dato importanza a questo aspetto) L’attenzione viene spostata su come funziona la cultura, cioè su come le persone la usano FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

20 Interrogativi sociologici sulla cultura: 1. Coerenza o incoerenza?
Cultura come oggettivazione, prodotto dell’attività umana, consistente in un sistema coerente: es. sistema religioso, sistema giuridico, sistema culturale di una società in generale, etc. In tal caso la cultura è concepita come un sistema coerente e compatto: Es. Sorokin (1937) ritiene che la società moderna sia fondata su un macro principio culturale quale il sensismo che si manifesta in vari contesti come esaltazione dell’empirismo e della scienza, cura del corpo e rilevanza data alla moda, secolarismo etc. Sempre in questo quadro omogeneità culturale e integrazione sociale vengono considerate due dimensioni associate (es. funzionalismo: v. dopo Parsons) FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

21 In opposizione alla visione precedente, la cultura può essere concepita come prassi, processo fondato su continue ibridazioni, dove l’omogeneità e l’identità di un luogo, persona, gruppo sono sempre dei costrutti storicamente modificabili. Cultura incoerente FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

22 Interrogativi sociologici sulla cultura: 2
Interrogativi sociologici sulla cultura: 2. quale rapporto tra valori e comportamento? Valori come concetti molto astratti che fungono da “bussola”: orientano all’azione Rapporto tra valori-atteggiamenti e comportamenti non è lineare (Marradi, 2005) Valori possono incidere sul modo in cui l’attore si definisce (identità: v. prossime lezioni) anche quando non incidono sul comportamento che è contestuale ed estemporaneo FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

23 Interrogativi sociologici sulla cultura: 3
Interrogativi sociologici sulla cultura: 3. quale rapporto tra cultura e identità? Cultura come “repertorio” (cassetta degli attrezzi) dal quale l’attore attinge differenti modelli di comportamento e azione: non sono rilevanti i valori astratti, ma le competenze che una data cultura promuove (Swidler, 1986) Differenziazione simbolica (Sciolla, 1983, 2010): l’individuo, in funzione dell’appartenenza a più gruppi e cerchie sociali, moltiplica le esperienze e sviluppa più identità contemporaneamente; esiste un nucleo centrale e più solido e uno più fluido e facilmente modificabile (si pensi a un bicchiere con il ghiaccio al centro e l’acqua intorno). La parte solida può divenire fluida (il ghiaccio si scioglie) e quella fluida può solidificarsi (l’acqua si ghiaccia) FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

24 Interrogativi sociologici sulla cultura: 4. è oggettiva o è soggettiva?
Un bene materiale esaminato come prodotto culturale: un libro, una pietanza, un abito, un monumento..= cultura oggettiva (analisi dei significati assunti oggettivamente da prodotti che fungono da simboli di una società: metodo proposto da Durkheim) Insieme di significati che un attore attribuisce alla realtà in generale, a una sua specifica sezione, a un dato oggetto = cultura soggettiva (analisi dell’interpretazione dei significati dati dai soggetti come attori competenti: metodo weberiano) Nel secondo caso bisogna fare attenzione tra la conoscenza di una cultura avvenuta per apprendimento (possiamo essere grandi esperti della cultura degli indiani d’America) e conoscenza diretta della cultura per via della nostra socializzazione ad essa (essere un nativo americano: un indiano o uno effettivamente “convertito” a questo tipo di società) FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A

25 Interrogativi sociologici sulla cultura: 5. è esplicita o implicita?
Cultura formata da elementi espliciti di cui l’attore è consapevole e che adotta o comunque che influiscono sulla sua azione Cultura come insieme di elementi che incidono in maniera inconsapevole sull’azione dei singoli: in diversi ambiti della vita quotidiana noi agiamo o non agiamo in un modo ritenendo giusto/opportuno fare così, anche se non sappiamo argomentare le nostre ragioni, non ne comprendiamo le origini. Gli antropologi ci mettono in guardia: la dimensione culturale in parte rinvia all’inconscio.. L’antropologo Cuche evidenzia come l’identità sia consapevole, strategica, mentre la cultura è anche inconscia FIORENZO PARZIALE, SOCIOLOGIA DEI PROCESSI CULTURALI, SAPIENZA-UNIVERSITA’ DI ROMA, A.A


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