La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

La presentazione è in caricamento. Aspetta per favore

Capitolo 2 - Cacciamani.

Presentazioni simili


Presentazione sul tema: "Capitolo 2 - Cacciamani."— Transcript della presentazione:

1 Capitolo 2 - Cacciamani

2 Teorie più recenti sull’apprendimento

3 Il contributo di Bruner
Bruner cerca di coniugare il pensiero di Piaget e la teoria degli stadi evolutivi con la teoria di Vigotskij che pone l’enfasi sul ruolo del contesto socio-culturale

4

5 Psicologia Culturale - Bruner
Alla base della psicologia culturale c’è il tentativo di comprendere il rapporto tra cultura collettiva e mente individuale. Reintrodurre la mente nella cultura e la cultura nella mente. Il concetto chiave dell’approccio di Bruner è «la ricerca del significato» in opposizione all’approccio sperimentale e ai modelli della teoria della elaborazione dell’informazione . Dimensione intersoggettiva della realtà

6 I tre livelli di rappresentazione
Sistema attivo: la conoscenza è basata sull’azione e sulla esplorazione. Si impara attraverso il «fare» Sistema iconico: la conoscenza è basata su immagini . Si impara attraverso l’osservazione e l’imitazione Sistema simbolico: la conoscenza è basata su simboli (linguaggio, simboli matematici, pentagramma, ecc.). I simboli consentono di condividere significati tra individui

7

8 Organizzazione gerarchica
I tre sistemi sono in rapporto gerarchico ma sono sempre tutte e tre attivi

9 Gli strumenti di mediazione
Bruner riprende l’idea di Vigotskij degli «strumenti» la cui funzione è di mediare la relazione tra individuo e realtà, ma, soprattutto, di amplificatori del sistema sensoriale e motorio. La «penna» è, ad esempio, uno strumento che permette di potenziare l’attività rappresentativa (a qualsiasi livello) liberando la rappresentazione umana dai vincoli del qui ed ora. Ciò che scrivo può essere letto da più persone e in momenti diversi. Il PC (e affini) è oggi il più potente «potenziatore» di rappresentazioni.

10 Applicazioni educative
I programmi e le pratiche educative della scuola sono largamente ispirate a questi concetti di Bruner. Apprendere non vuol dire incamerare nozioni o concetti ma imparare ad utilizzare strumenti (simbolici) per appropriarsi di porzioni sempre più ampie di conoscenza. L’obiettivo è imparare ad imparare.

11 Applicazioni educative
I tre livelli di rappresentazione sono tutti implicati nel processo di conoscenza. Quindi enfasi sul «fare» nei bambini più piccoli. Ad esempio imparare la matematica attraverso regoli colorati che attivano sistemi rappresentativi più primitivi

12 Applicazioni educative: principi bruneriani (sintesi)
Prospettiva = esistono sempre diversi punti di vista sulla realtà Limitazioni = della storia e dei sistemi simbolici (es. ruolo del linguaggio). Siamo cioè vincolati ai sistemi logici e rappresentativi che utilizziamo Costruttivismo = la realtà è creata attraverso una costruzione di significato congiunto da parte degli individui Interazione = la conoscenza e i significati non sono «dati» ma hanno luogo nello scambio intersoggettivo (ad es. tra alunno e insegnante) Esternalizzazione = le attività culturali avranno vita propria. I prodotti sono poi fruibili da altri in modo indipendente

13 Strumentalismo = l’educazione non è neutra ma ha sempre conseguenze sulla vita degli individui (valorizzare le diverse abilità e i vari talenti) Identità e autostima = l’educazione è essenziale per la formazione del sè Principio narrativo= Bruner distingue pensiero logico e pensiero narrativo. È quello narrativo che consente ai bambini ( e non solo) di costruire una propria visione del mondo e immaginarsi in futuro

14 Gardner Critica alle precedenti teorie dell’intelligenza come fattore immutabile e monofattoriale.

15

16 Le intelligenze multiple (Gardner 1987)
Ha senso ancora parlare di intelligenza? Le 7 forme di intelligenza Il presupposto è che esistano forme indipendenti di intelligenza. Il corollario è che l’intelligenza è la definita come la capacità di risolvere problemi in un dato contesto

17 Le intelligenze multiple (Gardner 1987)

18 Gardner identifica sette diversi tipi di intelligenza:
1. Intelligenza logico-matematica, abilità per confrontare e valutare oggetti concreti o astratti, per individuare relazioni e principi. 2. Intelligenza linguistica, abilità per l'uso del linguaggio e delle parole, per la padronanza dei termini linguistici. 3.Intelligenza spaziale, abilità nel percepire e rappresentare gli oggetti visivi, anche in loro assenza.

19 Gardner 4. Intelligenza musicale, abilità per la composizione e l'analisi di brani musicali, capacità di discriminare con precisione altezza dei suoni, timbri e ritmi Intelligenza cinestetica, abilità per il controllo e il coordinamento dei movimenti del corpo e per la manipolazione degli oggetti per fini funzionali o espressivi.

20 Gardner 6. Intelligenza interpersonale, abilità di interpretare le emozioni, le motivazioni e gli stati d'animo degli altri. 7. Intelligenza intrapersonale, abilità di comprendere le proprie emozioni e di incanalarle in forme socialmente accettabili.

21 Gardner ha poi ipotizzato altri 2 tipi di intelligenza:
8.Intelligenza naturalistica, relativa al riconoscimento e la classificazione di oggetti naturali 9.Intelligenza esistenziale, la capacità di riflettere sulle questioni fondamentali concernenti l'esistenza e nell'attitudine al ragionamento astratto per categorie concettuali universali.

22 Il gruppo classe come gruppo di apprendimento La community of learners

23 PRESUPPOSTI TEORICI DELLA COMMUNITY OF LEARNERS BROWN E CAMPIONE (1990)
A partire dagli anni ‘80 Brown e Campione propongono la costruzione di un ambiente di apprendimento definito: Community of learners (Comunità di apprendisti) Presupposti teorici sono: La teoria socio-culturale di Vygostski secondo cui l’apprendimento è plasmato dalla cultura e dagli strumenti che essa offre per plasmare la realtà-> la mente umana deve essere esaminata in relazione ai suoi contesti di vita quotidiana La teoria sulla metacognizione e sulla conoscenz autoregolativa La community of learning si basa sulla metafora dell’apprendistato cognitivo: la classe parte da problemi reali per attuare processi di apprendimento costruiti a livello condiviso dalla comunità di apprendisti.

24 PRINCIPI DI BASE DELLA COMMUNITY OF LEARNERS
Comunità di pratiche: sviluppo di una conoscenza comune attraverso l’assunzione di ruoli interscambiabili (ricercastore, insegnante, allievo) Struttura dialogica: la discussione di gruppo determina il percorso di consocenza determinando obiettivi di apprendimento consapevoli eintenzionali Contestualizzazione: le attività mirano a promuovere processi di conoscenza riferiti al loro contesto Creazione di zone multiple di sviluppo prossimale: percorso di apprendimento negoziato dalla comunità; reciprocal teaching Legittimazione delle differenze: differenze come risorse Metacognizione: riflessione sui percorsi attuati per monitorarli, prenderne coscienza e modificarli per ottimizzare il risultato.

25 COMMUNITY OF LEARNERS APPLICAZIONI IN CAMPO EDUCATIVO
MODALITA’ DI COSTRUZIONE DI UNA COMMUNITY OF LEARNING: COINVOLGIMENTO DI DIVERSI PARTNER: alunni, docente, esperti USO DI DIVERSE FONTI: libri, riviste, database, cd-rom, siti web) SCAMBIO E CONSULENZA RECIPROCA -> COLLABORAZIONE RUOLO STRATEGICO DELL’INSEGNANTE: organizzare il lavoro del gruppo classe Favorire l’individuazione degli oggetti di indagine Mantenere il lavoro su argomenti e obiettivi individuati I

26 COMMUNITY OF LEARNERS CAMBIAMENTI RILEVATI NEL GRUPPO CLASSE
ANN BROWN (1999) ha analizzato i cambiamenti introdotti nel gruppo classe dalla creazione di una Community of Learning: Cambiamento ruolo studenti da passivo a attivo Cambiamento della concezione della conoscenza da statica a dinamica Sviluppo di Capacità degli studenti di adottare strategie diverse rispetto a fonti di conoscenza diverse Didattica dei docenti meno orientata alla trasmissione di informazioni e più centrata sulla scoperta guidata e sull’acquisizione attiva di conoscenza

27 COMMUNITY OF LEARNERS CAMBIAMENTI RILEVATI NEL GRUPPO CLASSE
: Uso del computer non solo come fonte di informazioni ma come ambiente di collaborazione Metodi di valutazione non più centrati sulla memorizzazione ma sull’esecuzione di compiti, sull’apprendimento per scoperta, sull’esecuzione di compiti, sulla formulazione di progetti e la realizzazione di prodotti.

28

29 Lezione 10 Il gruppo classe come ambiente di costruzione di conoscenza: la knowledge building community

30 PRESUPPOSTI TEORICI DELLA KNOWLEDGE BUILDING COMMUNITY SCARDAMALIA E BEREITER (1992)
A partire dagli anni ‘90 Scardamalia e Bereiter hanno proposto la Knowledge building Community (Comunità di costruzione della conoscenza) Presupposti teorici sono: Concezione della scuola come comunità che costruisce conoscenza Concezione del progresso come continuo miglioramento delle conoscenze già esistenti riguardanti: 1) Mondo 1: i fenomeni della realtà fisica 2) Mondo 2: fenomeni conosciuti a livello del singolo individuo 3) Mondo 3: fenomeni come oggetti sociali e culturali

31 PRESUPPOSTI TEORICI DELLA KNOWLEDGE BUILDING COMMUNITY SCARDAMALIA E BEREITER (1992)
La Knowledge building Pedagogy (Pedagogia di costruzione della conoscenza) è molto attenta all’uso delle nuove tecnologie ed ha proposto un cambiamento radicale del ruolo della scuola: da struttura che promuove apprendimento a struttura che produce conoscenza La classe, ridefinita come knowledge building community è impegnata nel cooperare al fine della produzione di idee di valore non solo per gli studenti che ne fanno parte, ma anche per la comunità sociale più ampia in cui la scuola è inserita.

32 PRINCIPI GUIDA DELLA KNOWLEDGE BUILDING COMMUNITY SCARDAMALIA E BEREITER (1992)
Conoscenza della comunità come responsabilità collettiva -> obiettivo non è la conoscenza individuale ma la conoscenza collettiva, la creazione di idee innovative Uso costruttivo di fonti autorevoli per aggiornare la conoscenza in un dato settore Valutazione trasformativa distribuita > la comunità si impegna in un processo di continua valutazione della conoscenza prodotta e delle strategie utilizzate Democratizzazione della conoscenza: responsabilità condivisa degli avanzamenti e senso di appartenenza Attivazione epistemica -> mobilitazione delle risorse dei partecipanti per migliorare le idee rispetto a un argomento

33 PRINCIPI GUIDA DELLA KNOWLEDGE BUILDING COMMUNITY SCARDAMALIA E BEREITER (1992)
Diversità delle idee che crea un ambiente dinamico Migliorabilità delle idee -> tutti i partecipanti lavorano per migliorare qualità, coerenza e utilità delle idee Costruzione di conoscenza come fenomeno pervasivo: il lavoro creativo pervade tuttoil lavoro scolastico e diviene prassi abitudinaria in classe e fuori del contesto scolastico Idee reali e problemi autentici: punto di partenza è l’individuazione di un problema reale

34 PRINCIPI GUIDA DELLA KNOWLEDGE BUILDING COMMUNITY SCARDAMALIA E BEREITER (1992)
Punti di sintesi superiori: la sintesi tra due idee divergenti è la creazione di un compromesso che conservi le idee di valore originariamente in competizione e superi la loro incompatibilità a un livello più alto. Discorso centrato sulla costruzione di conoscenza Avanzamenti simmetrici di conoscenza; presupposto è che la competenza sia distribuita all’interno della comunità, per cui i gruppi all’interno della comunità sono strettamente interconnessi e simmetrici: simmetria e scambio favorisce in ognuno lo sviluppo della propria conoscenza.

35 KNOWLEDGE BUILDING COMMUNITY APPLICAZIONI IN CAMPO EDUCATIVO
PRINCIPI GUIDA: Strutturazione di ambienti di apprendimento in cui la classe funzioni come comunità che produce conoscenza Punto di partenza: indagine che parte da un problema significativo per l’esperienza degli studenti La classe si suddivide in gruppi di ricerca che effettuano esperimenti e simulazioni dei problemi studiati. Segue poi la formulazione di potesi che vengono discusse e sottoposte a falsificazione attraverso attività di ricerca

36 KNOWLEDGE BUILDING COMMUNITY APPLICAZIONI IN CAMPO EDUCATIVO
A questo punto lo svolgimento dell’indagine può prevedere: Sessioni di reciprocal teaching Immissione di note in una banca dati comune Periodici incontri dell’intero gruppo classe per fare il punto dell’organizzazione dell’indagine, scambiarsi informazioni, rivedere ipotesi etc. -.>In queste occasioni anche il singolo studente può autovalutarsi e monitorare il proprio processo di comprensione

37 KNOWLEDGE BUILDING COMMUNITY APPLICAZIONI IN CAMPO EDUCATIVO
In questo modello l’insegnante è un knowledge builder che lavora sia fuori (predefinendo obiettivi e prescrivendo metodologie) che dentro, in quanto è coinvolto attivamente nel processo di ricerca. Applicare questo modello nel contesto italiano comporterebbe la necessità di individuare per ogni disciplina dei nuclei tematici centrali da proporre nelle classi per costruire conoscenza

38

39 Co-costruzione di conoscenza: Imparare discutendo
Discussione fra ragazzi e insegnanti (integrazione approccio piagetiano e Vygotskijano: Pontecorvo). … A scuola si deve parlare … Il limite di questo approccio è che il contributo individuale è difficile da afferrare. Si evidenzia il ragionamento collettivo del gruppo classe. L’approccio di Pontecorvo sintetizza modelli costruttivisti piagetiani con quelli Vygotskijani: la discussione può ampliare la conoscenza sia perché crea conflitto sia perché conduce alla ZSP.

40 Co-costruzione di conoscenza
A poco servono le interrogazioni … La discussione in classe consiste in: Realizzare una esperienza condivisa Individuare un problema Cambiare regole di partecipazione (insegnante coordina) L’insegnante promuove il punto di vista di ognuno per una co-costruzione di conoscenza

41 La Knowledge Building Community (KBC) (Scamardalia e Bereiter, 1999)
La moltiplicazione di «saperi», la quantità di «informazioni» e di «fonti di informazione» rende superato il modello tradizionale di conoscenza. L’insegnante sa poco più del suo allievo. Scopo della classe è costruire conoscenza imparando a utilizzare le fonti di informazione (specie quelle tecnologiche) Democratizzazione – superamento del concetto di apprendimento e prestazione individuale. Cosa produce la classe per la comunità? Creazione database condivisi.

42 La Knowledge Building Community (KBC) (Scamardalia e Bereiter, 1999)
La conoscenza è un prodotto di responsabilità collettiva (es. ruolo del ricercatore scienziato; conoscenza in tempo reale dei prodotti altrui; chiunque può accedere all’informazione: democratizzazione della conoscenza?) Questi modelli si avvalgono in primo luogo delle modalità online di comunicazione. Creazione di ambienti online. CSILE (Computer supported intentional learning environment). Il gruppo classe dispone di un data base condiviso dove riportare i prodotti della loro conoscenza. Lo scopo è anche far conoscere il modo in cui si arriva a produrre conoscenza (metacognizione)

43


Scaricare ppt "Capitolo 2 - Cacciamani."

Presentazioni simili


Annunci Google