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La rinascita delle città 2
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Le città nel nuovo contesto europeo
In una realtà in cui uomini, merci, informazioni si muovono su vie aeree o virtuali, il territorio non è più esperito come una superficie continua circondata da confini ma come un sistema di nodi collegati da maglie, simile ad una galassia I vecchi confini tra stati mal si adattano a queste tecnologie che rimodellano il continuum spazio-temporale Il processo di integrazione europea aggiunge una fondamentale dimensione istituzionale a questi processi di mutamento che non si basa sull’innovazione tecnologica ma sulla trasformazione dei grandi simboli dello stato-nazione: passaporto e moneta.
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Nello spazio europeo ci muoviamo con straordinaria facilità da una città all’altra
Il nuovo contesto europeo integrato a livello sovranazionale se da un lato apre le città ai processi di globalizzazione dall’altro ne regola l’impatto e consente loro di governare i processi In questo contesto il governo dei processi globali e del loro impatto si trasferisce in misura crescente dagli stati alle città
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Le città come soggetto politico
Le funzioni dello stato moderno si possono ricondurre a cinque grandi categorie (Mayntz): 1) L’assicurazione dell’ordine interno mediante il monopolio della violenza fisica legittima; 2) La gestione delle relazioni esterne mediante la politica estera e la predisposizione di un apparato di difesa; 3) Il reperimento dei mezzi per svolgere ambedue queste funzioni, mediante il prelievo fiscale; 4) L’erogazione di prestazioni e servizi sociali volti al conseguimento di standard minimi di benessere ed equità; 5) La determinazione e il perseguimento di obiettivi di sviluppo economico e sociale Le prime tre sono definite «definitorie» Le altre due Le altre due sono dette «evolutive» in quanto caratterizzano il passaggio dallo stato liberale minimo allo stato sociale interventista Le città
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Definizione del territorio
Se non difendono i confini con le armi, le città hanno il potere in qualche misura di stabilirli. In tutta Europa si sono avuti processi di ridisegno dei confini amministrativi delle città, perlopiù per impulso degli stati Vi è anche una spinta alla ridefinizione dei confini che parte dal basso, stimolata da interessi economici ma anche politici, culturali, identitari. In queste spinte opposte si manifesta una tipica tensione tra stato centrale e governi locali
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Definizione della cittadinanza
In Italia, i comuni, grazie all’autonomia introdotta nel nuovo ordinamento comunale negli anni Novanta, hanno preso iniziative sulla rappresentanza politica (cittadinanza politica) Le competenze dei comuni riguardano anche la cittadinanza sociale (accesso alle prestazioni sociali gestite dai comuni) Le città intervengono anche su aspetti della cittadinanza che riguardano le relazioni nello spazio pubblico Weber chiama commensalità la possibilità per alcune categorie escluse in base a criteri diversi dallo stato sociale, di accedere allo spazio pubblico e di interagire in esso in maniera paritaria.
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Tutela dell’ordine interno e della sicurezza
Cresce nelle città la domanda di sicurezza rivolta a chi governa la città Con l’elezione diretta (a partire dal 1993) il sindaco è maggiormente legittimato e diventa il maggiore interlocutore delle richieste di sicurezza, malgrado egli abbia poche competenze formali
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Gestione di relazioni internazionali
Le città fanno quella che ormai viene riconosciuta come una vera e propria politica estera Nella politica estera delle città rientra l’attività per ottenere finanziamenti per grandi opere e per progetti strutturali, di fare rete per la candidatura per ospitare grandi eventi, ecc. La rete Eurocities, riunisce un centinaio di città in 26 paesi, ha tra i suoi obiettivi la promozione della qualità della vita nelle città dal punto di vista dell’ambiente, l’integrazione sociale, la cultura, ecc. tramite un’azione di lobbying sull’Unione Europea
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Reperimento di mezzi finanziari
Le città dispongono di una ridotta capacità impositiva e subiscono forti vincoli in materia di autonomia di spesa I processi di decentramento trasferiscono sempre più compiti alle città, ai quali però non corrisponde un aumento proporzionale dei trasferimenti statali Le città devono contare sempre di più su entrate di natura extra-tributaria: investimenti privati, risorse di enti intermedi, finanziamenti dell’Unione Europea Gli investimenti privati nell’edilizia apportano ai bilanci comunali i cosiddetti «oneri di urbanizzazione» L’utilizzo dello strumento del project financing Gli investimenti privati creano posti di lavoro, servizi, indotto e vanno quindi attirati con politiche fiscali e infrastrutturali a loro favore I finanziamenti degli enti intermedi: le fondazioni bancarie I «corpi intermedi» quali associazioni senza fini di lucro, opere pie, fondazioni, sono i più importanti fornitori di risorse ai governi locali per le loro politiche sociali L’europeizzazione delle politiche pubbliche
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Definizione e gestione del welfare municipale
«iperlocalizzazione del sociale», il crescente trasferimento alle città di competenze in materia di politiche sociali Il welfare municipale si rivolge sempre più ad associazioni e organizzazioni che stanno tra il pubblico e il privato, lo stato e il mercato, designato come ambito del privato sociale o terzo settore Il principio di sussidiarietà orizzontale Il decentramento dei compiti di welfare ai comuni è stato definito «decentramento della penuria» Le nuove povertà urbane e il concetto di esclusione sociale
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Orientamento dello sviluppo verso obiettivi specifici
L’orientamento dello sviluppo di una città viene esercitato tramite una serie di strategie (city-marketing, pianificazione strategica, approntamento di infrastrutture, valorizzazione del patrimonio e della cultura tradizionali o sostegno a nuovi settori) L’orientamento dello sviluppo risponde a due ordini di razionalità diverse. La prima è una razionalità di scopo (prevalentemente economica), la seconda è una razionalità di valore (prevalentemente politica) basata su modelli di sviluppo diversi e che vi sono valori non monetizzabili come l’ambiente, la bellezza, la tutela l’eguaglianza, la giustizia,
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Le città come spazio politico
Le politiche competitive e rivolte all’esterno e le solidaristiche e rivolte all’interno fanno capo ad una medesima serie di azioni: l’organizzazione delle coordinate spazio-temporali della città Obiettivo: qualità urbana o qualità della vita come prodotto complessivo di tante azioni che si influenzano reciprocamente Piani integrati che tengono conto dello spazio fisico (territorio) ma anche delle relazioni tra i suoi abitanti, delle articolazioni tra spazi pubblici e privati, dei suoi tempi e ritmi L’influenza europea e l’influenza delle donne L’organizzazione dello spazio determina anche le forme di convivenza La città come «spazio politico» in cui si realizza l’eguaglianza tra cittadini e come «spazio della politica» in cui si realizzava la democrazia diretta
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La qualità urbana influenza sia la posizione della singola città in relazione alle altre città (produce «vantaggi competitivi») sia la condizione di coloro che la abitano (produce «coesione sociale»). Nella realtà nella organizzazione della vita urbana si verifica una divaricazione a seconda delle logiche predominanti Due modi della città di essere spazio politico. In primo luogo le città sono luoghi privilegiati di formazione dell’opinione pubblica e di movimenti collettivi. In secondo luogo le città sono laboratori di sperimentazione di forme di partecipazione diretta dei cittadini agli affari pubblici
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