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IDENTITA’ e INCLUSIONE lezione 9

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Presentazione sul tema: "IDENTITA’ e INCLUSIONE lezione 9"— Transcript della presentazione:

1 IDENTITA’ e INCLUSIONE lezione 9
Alessandra Fermani IDENTITA’ e INCLUSIONE lezione 9

2 Il cervello …il luogo delle emozioni e dei processi decisionali
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3 Emozioni e processi decisionali
Presenza conscia e inconscia delle emozioni Descartes' Error: Emotion, Reason, and the Human Brain. Damasio contrasta la drastica separazione tra emozione e intelletto introdotta da Cartesio. Senza sentimenti di fondo sarebbe il nucleo stesso della rappresentazione del sé ad essere infranto. Qual è allora il ruolo delle emozioni? 10

4 Marcatore somatico Dinanzi a un campo di possibili decisioni, l'esito negativo relativo ad una di esse produrrà una sensazione spiacevole, somatica, che contrassegnerà un'immagine: il marcatore somatico. La teoria di Damasio stabilisce che ruolo del marcatore somatico sia quello di forzare l'attenzione sull'esito negativo al quale può condurre una certa azione, agendo come un segnale automatico d'allarme e restringendo notevolmente la gamma di scelte possibili. I marcatori somatici renderebbero così più efficiente e preciso il processo di decisione, al contrario la loro assenza ne ridurrà tali caratteristiche. Dovrebbe risultare così evidente l'associazione tra processi cosiddetti cognitivi e processi chiamati emotivi 11

5 Emozioni e processi decisionali
Ruolo della farmacologia Ruolo del sociale nella modificazione 12

6 Corteccia prefrontale mediale che occupa la scissura centrale tra i due emisferi sembra essere la responsabile della coesione del Sé e si attiva quando si pensa a se stessi Gli schemi sono modelli mentali e quelli del Sé sono più nitidi e centrali perché con essi valutiamo noi stessi e gli altri Ricordiamo meglio ciò che è in relazione con noi o che facciamo noi stessi

7 I bambini riconoscono la loro immagine allo specchio tra i 18 e i 24 mesi
Il fatto di riconoscersi è la prima espressione che si ha un concetto di Sé Come le persone conoscono se stesse e mantengono una identità stabile nel tempo? (aspetto cognitivo) Come le persone cercano di mantenere la propria autostima e cercano di promuovere un’immagine positiva del Sé? (aspetto affettivo) Come gli individui si presentano agli altri? (aspetto comportamentale)

8 Identità Erikson (1950): l’acquisizione dell’identità è il compito di sviluppo centrale dell’adolescenza Marcia (1966): individuzione dei possibili esiti del processo identitario

9 Un nuovo modello (Crocetti e Meeus, 2006)….
Impegno: fa riferimento alle scelte fatte negli ambiti rilevanti dell’identità e alla misura in cui gli individui si identificano con la tali scelte Esplorazione in profondità: rappresenta una modalità di vivere l’impegno attivamente, per esempio riflettendo su di esso, cercando informazioni o confrontandosi con altre persone Riconsiderazione dell’impegno: fa riferimento ai tentativi degli individui di confrontare i loro impegni con altre alternative disponibili e agli sforzi di cambiare gli impegni assunti in quanto non sono soddisfacenti

10 Riflettori e illusioni
Effetto spotlight: tendenza a sopravvalutare l’attenzione che gli altri ripongono nei confronti del nostro aspetto e dei nostri comportamenti Illusione di trasparenza: illusione che le nostre emozioni traspaiano e siano lette con facilità dagli altri Gli altri influenzano la nostra autoconsapevolezza (un bianco tra neri si sente “più bianco”) L’interesse personale tende a dare spiegazioni diverse a una condotta- gestiamo la reputazione Le aspettative altrui regolano le nostre condotte ma anche aspetti cognitivi come il ricordo Il modo in cui pensiamo a noi stessi si regola in base a a chi frequentiamo

11 Quali sono gli ambiti dell’identità più importanti per un adolescente
Quali sono gli ambiti dell’identità più importanti per un adolescente? (Bosma, 1985) Identità scolastica Identità relazionale (rapporto con il migliore amico/a)

12 I successi e i fallimenti
L’esperienza sociale gioca un importante ruolo nella costruzione del Sé. Tra i fattori che lo determinano: I ruoli assunti (norme che definiscono come una persona si deve comportare_all’inizio possiamo sentirci finti ma poi tale disagio sparisce _ Goffman. La complessità del Sé protegge perché ci si può rifugiare in più aspetti del Sé quando uno ne fallisce) Le identità sociali che le persone si creano (ciò che si è e ciò che non si è _ SIT di Tajfel e Turner) I confronti con le altre persone (valutazione del proprio valore in base al confronto sociale _ Festinger. Confronti al ribasso proteggono l’autostima) I successi e i fallimenti I giudizi altrui (Sé riflesso_ Cooley. Il modo in cui pensiamo che gli altri ci pensino viene utilizzato come uno specchio per percepire noi stessi) La cultura dominante (collettivismo-idiocentrismoVS individualismo-allocentrismo. Gli individualisti fanno meno riferimento ai gruppi, alle nazioni e alle culture di appartenenza)

13 Cosa vedete? D. Myers, Psicologia sociale, 2013 McGraw Hill

14 D. Myers, Psicologia sociale, 2013 McGraw Hill

15 Quale scegliete? D. Myers, Psicologia sociale, 2013 McGraw Hill

16 D. Myers, Psicologia sociale, 2013 McGraw Hill

17 Limiti delle autopresentazioni per la conoscenza dell’individuo
Per le persone non è così facile prevedere le proprie emozioni. Si erra nel prevedere le emozioni che proveremo, la loro intensità e durata impact bias (rabbia confusa col timore nei colloqui di lavoro- felicità o dolore dopo una buona o cattiva notizia) Immune neglect: sottovalutazione del sistema immunitario psicologico

18 AUTOSTIMA: giudizio che una persona ha di se stessa, del proprio valore
Le minacce all’autostima possono venire anche da persone che amiamo e che ci sono vicine. È lo scarto tra come ci si vede e come ci si vorrebbe vedere Sé attuale (il vostro concetto di sé) Sé imperativo e Sé ideale (guide di Sé) Teoria discrepanza di Sé (Higgins): se c’è discrepanza tra sé reale e sé ideale si prova delusione, frustrazione, tristezza; se c’è discrepanza tra sé reale e sé imperativo si prova colpa, imbarazzo, risentimento Autoconsapevolezza: stato di coscienza del sé in cui ci si misura con i canoni interiori

19 Lato oscuro dell’autostima VS lato positivo autostima
Bullismo e autostima Narcisimo e aggressività Sottovalutazione dell’altro – arroganza del Sé Autoefficacia (percezione della propria competenza) Autocontrollo Se uno di noi due dovesse morire penso che andrei a vivere a Parigi - Freud

20 A cosa credete di più? Alla lunga le persone ottengono il rispetto che meritano in questo mondo VS sfortunatamente il valore delle persone finisce per passare inosservato anche se fanno molti sforzi perché il merito non viene mai riconosciuto Ciò che mi accade è frutto delle mie azioni VS a volte mi sembra di non avere controllo sulla direzione che la mia vita sta prendendo L’individuo medio può avere influenza sulle direzioni del Governo VS il mondo è governato da poche persone e l’individuo ha poco potere per cambiare le cose

21 Locus of control Misura in cui percepiamo i risultati come internamente controllabili – disposizione oppure dovuti al caso e alla situazione

22 Le persone con più alto sentimento di autocontrollo è più probabile che ottengano buoni risultati
Resilienza D. Myers, Psicologia sociale, 2013 McGraw Hill Un più alto ventaglio di scelte offre maggiori opportunità di rimpianto

23 Self-serving bias : tendenza a percepirsi in modo eccessivamente positivo e favorevole per il sé
D. Myers, Psicologia sociale, 2013 McGraw Hill Siamo più disposti a riconoscere i nostri insuccessi passati degli ex sé

24 SSB a carattere adattivo
I SSB e le scuse che li accompagnano sono fattori protettivi per l’autostima, così è per l’ottimismo Avere una buona immagine di sé rende anche più resilienti Protezione dall’ansia della morte considerarsi buoni ci fa sentire protetti perché amati dai genitori. Se continuiamo ad essere buoni ci sentiremo meno timorosi

25 SSB a carattere non adattivo
La vittoria ha centinaia di padri, la sconfitta è orfana Group serving bias = SSB (tendenza ad attribuire i successi VS insuccessi del proprio gruppo a fattori interni disposizionali VS fattori esterni situazionali

26 Ottimismo irrealistico
“l’ottimista è colui che tutte le mattine va alla finestra e dice: ”buongiorno Dio”, il pessimista è colui che va alla finestra e dice “Buon Dio, un altro giorno?” L’ottimismo illusorio non fa che aumentare la nostra vulnerabilità perché non ci impegniamo e in modo arrogante sottovalutiamo l’altro e la situazione

27 Pessimismo difensivo Può salvarci dall’ottimismo irrealistico è il valore adattivo legato all’anticipazione di problemi e al controllo dell’ansia da parte di persone motivate a compiere azioni efficaci

28 Effetto del falso consenso
Sopravvalutare la diffusione delle nostre opinioni o dei nostri comportamenti fallimentari Sentirsi parte di una maggioranza rassicura Frequentare persone con cui condividiamo condotte e pensieri ci fa finire per generalizzare anche se poi quando parliamo di etica e talento ci sentiamo unici (effetto falsa unicità) Ricordiamo di più quello che ci vede impegnati direttamente

29 Falsa modestia e autosabotaggio (esperimento giovani universitari e compito di matematica)
Autoespressioni : chi si esprime con le azioni Il sé mostrato è diverso dal sé conosciuto. Importanza dell’automonitoraggio tra come si è e come ci si mostra

30 Atteggiamenti Implicito: automatico, cambia lentamente solo con l’abitudine a nuove abitudini Esplicito: consapevolmente controllato. Può essere verbalizzato e modificato con l’istruzione e la persuasione

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32 Si ricorre alle euristiche quando:
Non si ha tempo per analisi approfondite Si è sommersi dalle informazioni L’oggetto di cui ci si occupa è poco importante Si hanno poche informazioni sull’oggetto di cui ci si occupa Qualcosa della situazione funge da stimolo con effetto priming Ci si sente ottimisti e non si reputa di dover fare troppi sforzi cognitivi

33 Stereotipi e pregiudizi
Lo stereotipo è il nucleo cognitivo del pregiudizio mentre il pregiudizio è un giudizio che viene pronunciato prima di un esame completo e definitivo di tutti gli elementi obiettivamente rilevanti Generalizzazione, semplificazione, categorizzazione Nucleo di verità (Mantovani, L’elefante invisibile)

34 Legge 13 luglio 2015, n. 107. Riforma della scuola
"La Buona scuola" Art.1 comma l) prevenzione e contrasto della dispersione scolastica, di ogni forma di discriminazione e del bullismo, anche informatico; potenziamento dell'inclusione scolastica e del diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali attraverso percorsi individualizzati e personalizzati anche con il supporto e la collaborazione dei servizi socio-sanitari ed educativi del territorio e delle associazioni di settore e l'applicazione delle linee di indirizzo per favorire il diritto allo studio degli alunni adottati, emanate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il 18dicembre 2014; Tra gli obiettivi formativi prioritari

35 ALCUNI DOCUMENTI PER L’INCLUSIONE A SCUOLA
Deroga all’obbligo scolastico adottati 2014 Linee guida alunni/e stranieri (Ministro Carrozza) 2014 Linee guida alunni/e adottati (Ministro Giannini) 2017 Alunni e alunne fuori dalla famiglia di origine (Ministro Fedeli) 15/12/2019 TITOLO PRESENTAZIONE


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