Emozioni e Attaccamento

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Presentazione sul tema: "Emozioni e Attaccamento"— Transcript della presentazione:

1 Emozioni e Attaccamento
Capitolo 9 Emozioni e Attaccamento Caterina Fiorilli 1 1

2 Riconoscere le emozioni di base è apparentemente semplice

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4 1) Emozione e Competenza Emotiva: definizioni
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5 1) Emozione e Competenza Emotiva: definizioni
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6 Ma quali sono le emozioni? A quale età si sperimentano?
Ci sono emozioni innate? Ed emozioni acquisite?

7 Tipi di pianto Pianto di base (fame) Pianto di rabbia Pianto di dolore
Richiamo di richiamo/attenzione

8 Tipi di pianto http://www.youtube.com/watch?v=8DG0LY73_40

9 Il sorriso Campos (2009): scambio emotivo tra caregiver e bambino
Sorriso endogeno (riflesso) Sorriso esogeno Sorriso sociale

10 Il sorriso Nelle prime settimane di vita si assiste alla comparsa del sorriso endogeno: manifestazioni automatiche e riflesse. Alla fine del II mese compare il sorriso esogeno attivato dalla voce materna e dal volto umano, associato al contatto oculare: conserva ancora alcuni aspetti di automaticità. Durante il III-IV mese compare il sorriso sociale, rivolto in modo più frequente ai familiari e sincronizzato con il loro sorriso, prevede uno scambio reciproco

11 La Paura Paura: - una delle prime emozioni del bambino
- appare generalmente intorno ai 6 mesi e raggiunge l'apice verso i 18 mesi - bambini maltrattati o abbandonati possono mostrare paura anche prima dei 3 mesi (Campos, 2005)

12 Paura Paura dell'estraneo: Si manifesta gradualmente
Appare la prima volta intorno ai 6 mesi sotto forma di diffidenza Intorno ai 9 mesi diventa più intensa ed aumenta fino al I anno di vita (Scher, Harel, 2008) Condizioni in cui varia l'espressione della paura: Aspetti culturali Aspetti temperamentali Aspetti contestuali Aspetti relazionali

13 Ansia da separazione Ansia da separazione:
si riferisce alla paura di allontanarsi dalla figura di accudimento (caregiver) Consiste nel pianto o altri segni di sofferenza all'allontanamento del caregiver Si manifesta prevalentemente tra i 14 e i 24 mesi Raggiunge il picco a 15 mesi Decresce gradualmente durante l'infanzia e nel periodo prescolare

14 Emozioni e Sviluppo Emotivo
Cosa sono emozioni e competenza emotiva? Dove gioca il maggior ruolo la cultura e l’educazione?

15 Che cosa sono le emozioni?
Un sentimento, uno stato affettivo che si presenta quando una persona si trova nel corso di un evento, di un’interazione che riveste una particolare importanza, specialmente per il suo benessere. La presenza di un’emozione è rivelata dalla manifestazione del comportamento, che riflette il piacere o il dispiacere dello stato d’animo o del momento che la persona sta vivendo, ma le componenti che definiscono l’emozione non sono tutte oggettive e tangibili.

16 Che cosa sono le emozioni?
Emozioni positive includono entusiasmo, gioia, amore. Emozioni negative includono ansia, rabbia, senso di colpa e tristezza. Le emozioni sono influenzate dalla base biologica e dall’esperienza. Darwin (1872): le espressioni facciali delle emozioni sono innate, non apprese; universali; a base evoluzionistica e si sono evolute dalle emozioni degli animali.

17 Lo sviluppo delle emozioni
Prima infanzia Primi cambiamenti evolutivi nelle emozioni La comunicazione delle emozioni permette l’instaurarsi di interazioni coordinate con i caregivers e l’inizio di un legame emotivo. Grazie a questa coordinazione, tali interazioni sono descritte come reciproche o sincroniche. Emozioni primarie (chiamate anche fondamentali): si trovano negli umani e negli altri animali; includono la sorpresa, l’interesse, la gioia, la rabbia, la tristezza, la paura e il disgusto. Sono presenti nei primi 6 mesi di vita.

18 Lo sviluppo delle emozioni
Seconda infanzia Le emozioni autoconsapevoli richiedono che i bambini siano in grado di rivolgersi a se stessi e di avere consapevolezza di sé come esseri distinti dagli altri. L’orgoglio viene espresso quando i bambini provano un sentimento di gioia in seguito all’esito positivo di un’azione particolare. La vergogna emerge quando i bambini percepiscono che non hanno raggiunto dei comportamenti standard o degli obiettivi. Il senso di colpa emerge quando i bambini giudicano il loro comportamento un fallimento.

19 Lo sviluppo delle emozioni
Primi cambiamenti evolutivi Emozioni complesse (chiamate anche secondarie o sociali): si trovano solo negli esseri umani dal momento che richiedono cognizione e soprattutto consapevolezza alcuni autori le definiscono autoconsapevoli o autocoscienti; includono empatia, gelosia e imbarazzo, che appaiono per la prima volta a circa un anno e mezzo (a seguito dell’emergere della consapevolezza di sè); orgoglio, vergogna e senso di colpa che appaiono attorno ai due anni e mezzo. Nello sviluppo di questo secondo gruppo di emozioni autoconsapevoli (definite come emozioni autoconsapevoli valutative), i bambini acquisiscono, e sono in grado di utilizzare, modelli e norme sociali per valutare il loro comportamento.

20 Lo sviluppo delle emozioni
Età scolare o fanciullezza Vi sono alcuni cambiamenti importanti nello sviluppo delle emozioni: Aumentata abilità di comprendere emozioni complesse come orgoglio e vergogna. Maggiore comprensione del fatto che in una situazione si può sperimentare più di un’emozione. Accresciuta tendenza a tenere in maggior considerazione gli eventi che conducono a reazioni emotive. Miglioramenti nell’abilità a sopprimere o nascondere reazioni emotive. Uso di strategie autonome per ridirigere sentimenti, per esempio, l’utilizzo di pensieri distraenti.

21 Lo sviluppo delle emozioni
Adolescenza Durante la prima adolescenza aumentano gli alti e bassi emotivi. Sebbene il malumore sia un aspetto normale della prima adolescenza, nondimeno, per alcuni adolescenti, tali emozioni possono riflettere dei seri problemi. Le fluttuazioni emotive nella prima adolescenza possono essere legate alla variabilità ormonale di questo periodo, anche se le esperienze ambientali possono influire ancor più dei cambiamenti ormonali sulle emozioni dell’adolescenza.

22 Competenza emotiva - Abilità nell'affrontare le proprie emozioni e quelle degli altri salvaguardando le relazioni con il mondo esterno Comprensione delle emozioni Regolazione delle emozioni

23 Socializzare alle emozioni e nascita della competenza emotiva
Denham (1998) definisce la Competenza emotiva: L'acquisizione di due abilità: Comprensione delle emozioni di base e complesse nelle diverse situazioni Regolazione della espressione e del sentimento personale legato alle emozioni nelle diverse situazioni Una buona competenza emotiva: Consente all'individuo di vivere in modo adattivo le emozioni positive e negative Adattivo significa: raggiungere i propri obiettivi senza interrompere le relazioni sociali 23

24 Competenza emotiva - Abilità nell'affrontare le proprie emozioni e quelle degli altri salvaguardando le relazioni con il mondo esterno Comprensione delle emozioni Regolazione delle emozioni

25 Regolazione dell’emozione
Consiste nel controllare o attenuare efficacemente il proprio stato di attivazione psico-fisiologico (arousal) per adattarsi e raggiungere uno scopo. L’arousal implica uno stato di allerta o di attivazione, che può raggiungere livelli troppo alti per un funzionamento efficace.

26 Competenza emotiva - Regolazione delle emozioni: controllare o attenuare l'arousal per avvicinarsi allo scopo E' frutto di una progressiva acquisizione: - dalla etero all'auto-regolazione - uso di strategie cognitive - regolazione dell'arousal - gestione e scelta delle situazioni in relazioni al proprio stato e agli obiettivi - strategie di coping

27 Quindi come possiamo ri-definire le emozioni?
Sebbene i ricercatori siano per lo più d’accordo con Darwin nel ritenere che le emozioni abbiano una base biologica, tuttavia la regolazione e l’espressione delle emozioni sono modellate da caregivers e fattori culturali. Caregivers giocano un ruolo nella regolazione neurobiologica delle emozioni del bambino. Le regole di espressione (display rules) delle emozioni non sono universali.

28 Regolazione dell’emozione
Un tratto distintivo dei bambini e degli adolescenti con problemi consiste proprio nella difficoltà a gestire le emozioni. I genitori possono aiutare i bambini a imparare a regolare le proprie emozioni. Genitori che allenano all’emozione Genitori che rifiutano l’emozione

29 Processi di socializzazione delle emozioni:
Pratiche e stili educativi attraverso cui gli educatori (genitori e insegnanti) insegnano ai propri figli/alunni come regolare le proprie emozioni (di base e complesse)

30 I caregivers educatori possono socializzare alle emozioni in tre modi:
Modeling: le modalità espressive e di auto-regolazione delle emozioni dell'adulto nella vita quotidiana forniscono esempi al bambino/studente. Coaching: l'educatore istruisce il bambino/studente sulle emozioni e su come riconoscerle-esprimerle nelle diverse situazioni. Contingency: di fronte alle situazioni emotivamente salienti l'educatore reagisce con l'obiettivo di regolare l'espressione delle emozioni del bambino/studente.

31 Contingency Coaching Modeling
A casa...... Contingency Coaching Modeling 31

32 Coaching A scuola, negli ultimi anni è molto utilizzato il coaching
nelle alfabetizzazioni alle emozioni. Coaching 32

33 A scuola...... Contingency 33

34 A scuola...... Modeling 34

35 I caregivers educatori possono socializzare alle emozioni in tre modi:
Modeling: si basa su apprendimento e insegnamento implicito e spesso non consapevole. Coaching e Contingency: si basano su apprendimento e insegnamento esplicito e consapevole. L'efficacia dello stile di socializzazione alle emozioni adottato dall'adulto cambia in relazione alla natura della relazione tra educatore e bambino/studente. Le variabili determinanti per l'efficacia sono: continuità, reciprocità e intimità.

36 Competenza sociale ed emotiva
(Rubin et al., 1991, p.222) «la capacità di raggiungere obiettivi personali nelle interazioni sociali e allo stesso tempo mantenere relazioni positive con gli altri significativi» 36

37 Competenza sociale ed emotiva
E' dunque un processo lungo e complesso che sotto-intende numerose altre abilità... Sai indicare quali? 37

38 Il decalogo di Rubin, Bukowski e Parker (1998):
Il ruolo delle emozioni nel nostro ben-essere Il decalogo di Rubin, Bukowski e Parker (1998): 1. Saper comprendere i pensieri, le emozioni e le intenzioni degli altri; 2. Saper astrarre informazioni sul partner sociale e sull’ambiente in cui la potenziale interazione ha luogo; 3. Generare vari mezzi attraverso i quali iniziare una conversazione o un’interazione, mantenerla e concluderla positivamente; 4. Capire le conseguenze di un’azione sociale per sé e per l’obiettivo; 5. Avere un giudizio morale che guidi in modo leale le azioni; 6. Comportarsi altruisticamente e positivamente; 7. Esprimere in modo appropriato emozioni positive e inibire quelle negative; 8. Inibire i comportamenti negativi che potrebbero derivare da emozioni e pensieri negativi nei confronti dei partner sociali; 9. Comunicare verbalmente e non, in un modo che permetta la comprensione sociale da parte del partner; 10. Prestare attenzione ai tentativi di comunicazione dell’altro ed essere ben disposti ad adattarsi alle richieste del partner sociale. 38

39 In sintesi: La competenza emotiva
è composta da numerose sotto-abilità acquisite lungo l'intero arco di vita. Si compone delle capacità di comprendere le proprie ed altrui emozioni e di regolare l'espressione delle proprie. Gli educatori (genitori e insegnanti), per il ruolo particolare giocato nella relazione con il bambino/studente, socializzano alle emozioni. L'efficacia del loro intervento dipende da alcune variabili: continuità, reciprocità e intimità Il modeling e il contingency rappresentano le strategie di socializzazione più efficaci per favorire la competenza emotiva di bambini e alunni 39

40 Attaccamento 40

41 Attaccamento Cos’è l’attaccamento?
E’ uno stretto legame emotivo tra due persone. Nel senso più generale, il termine indica il legame particolare che unisce stabilmente il bambino alla madre o al caregiver Non è un legame di dipendenza del bambino dalla madre, bensì un legame affettivo, intimo, costante e duraturo che lega i due membri della diade in modo da garantirne vicendevolmente vicinanza, protezione e sicurezza Si basa sulla tendenza a cercare una base sicura; se interrotto, provoca ansia da separazione (Rollo, 2005). 41

42 Bowlby e Freud Sia la teoria psicanalitica che quella dell’apprendimento sottolineavano come il legame emotivo con il caregiver fosse una pulsione secondaria, basata sulla gratificazione di bisogni corporei Le ipotesi prevalenti sull’origine dei legami affettivi, avanzate nella prima metà del XX secolo, non convincevano pienamente Bowlby che analizzava i risultati provenienti dall'etologia 42 42 42

43 La relazione con la persona di accudimento (madre) è unica e una volta stabilita si mantiene come la più forte relazione d’amore e come prototipo di tutte le successive relazioni affettive. Per Freud: l’affetto del bambino per la propria madre è determinato da una motivazione secondaria, derivante dal soddisfacimento di bisogni primari di alimentazione e pulizia. La madre diventa poi oggetto di pulsioni libidiche e aggressive Per Bowlby: l’affetto del bambino per la propria madre è determinato da una motivazione intrinseca e primaria, derivante dal bisogno di contatto e di conforto. La ricerca della vicinanza è la sua manifestazione più esplicita 43 43 43

44 Studi di Spitz https://www.youtube.com/watch?v=VvdOe10vrs4
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45 Bowlby e l’etologia Dagli studi sull’accudimento in diverse specie animali provenivano importanti indicazioni relative al comportamento dei “cuccioli” che sviluppavano un attaccamento: (es. verso adulti da cui non erano stati nutriti) studi sull’imprinting dell’etologo Lorenz studi sulla ricerca di accudimento e conforto nei macachi condotti da Harlow. 45 45 45

46 https://www.youtube.com/watch?v=v8c4iXaYNwo (1.31 min)
K. Lorenz (1,22 min) (1.31 min) 46

47 Konrad Lorenz e l’imprinting
Nelle specie animali esiste un periodo critico in cui i piccoli apprendono e memorizzano le caratteristiche della figura allevante. Oche  “prontezza” del piccolo a seguire il primo oggetto in movimento (nelle prime 48h di vita)‏ obiettivo: mantenere la prossimità con la propria madre, che assicura la sopravvivenza. Lorenz: prima figura in movimento vista dagli anatroccoli  anatroccoli indirizzano a Lorenz le loro richieste di accudimento e ignorano la madre vera 47 47 47

48 Harlow e la ricerca di accudimento
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49 Da Harlow a Bowlby Harlow: scimmiette appena nate passavano il tempo necessario per prendere il latte da un poppatoio su una “madre” di ferro, mentre manifestavano un comportamento di attaccamento per una “madre” sempre di ferro ma ricoperta di pezza e dunque più morbida. Se nella gabbia veniva introdotto qualche oggetto minaccioso che spaventava la scimmietta, essa correva subito a rassicurarsi sulla madre di pezza. Caratteristiche che rendono la figura oggetto di imprinting filiale: morbidezza associata al calore 49 49 49

50 Lo sviluppo del legame di attaccamento
Comportamenti di segnalazione e avvicinamento senza discriminazione fra persone o intenzionalità: pianto, sorriso, vocalizzazioni, “aggrapparsi”. 0 - 2 mesi Comunicazioni dirette verso una o più persone discriminate, perlopiù la madre o chi elargisce cure. Ansia generata dall’essere lasciato solo 2 - 6/8 mesi Mantenimento del contatto con la persona discriminata: locomozione. Utilizzo della figura di attaccamento come “base sicura” per l’esplorazione dell’ambiente. Ansia da separazione e paura dell’estraneo. 8 mesi: imprinting filiale, legame di attaccamento vero e proprio. 6/8 mesi – 2 anni Intenzionalità e reciprocità del rapporto madre-bambino. Capacità del bambino di adattarsi alle esigenze della madre anche grazie alle conquiste cognitive. INTERNAL WORKING MODELS. 18 mesi in poi 50 50 50

51 Le tipologie di attaccamento
Ainsworth e colleghi (1978): osservazioni longitudinali per analizzare le differenze individuali in relazione alla sicurezza dell’attaccamento. STRANGE SITUATION: procedura osservativa standardizzata che valuta il sistema di attaccamento in episodi di separazione e riunione con la madre (bambini di mesi). 8 episodi di 3 minuti ciascuno durante i quali il bambino si trova in situazioni di stress crescente. Indicatori per valutare la sicurezza del bambino: ansia da separazione, esplorazione, paura dell’estraneo, ricongiungimento alla madre 51 51 51

52 Strange situation: struttura degli episodi
video: tipi di attaccamento 52

53 ATTACCAMENTO SICURO (B)
Nella Strange Situation, manifesta un chiaro desiderio di contatto fisico e di interazione verso la figura di attaccamento. Figura presente: il bambino appare relativamente autonomo nell’esplorazione dell’ambiente e tende a ricercare in modo attivo la partecipazione dell’adulto. Separazione: può mostrare segni di stress o di disagio in relazione all’assenza della figura di attaccamento e non al fatto di essere stato lasciato solo. Ricongiungimento: chiari segnali di attaccamento nei confronti del genitore, lo “saluta”, ricerca la sua vicinanza o l’interazione, oppure, se è a disagio, richiede contatto fisico e consolazione. Quando ottiene contatto fisico o vicinanza, mette in atto comportamenti che tendono a preservarli. 53 53 53

54 ATTACCAMENTO INSICURO EVITANTE (A)‏
Nella Strange Situation, il bambino mostra un notevole esitamento, in particolare negli episodi di riunione. Figura presente: bambini particolarmente autonomi e indipendenti, maggiormente centrati sull’esplorazione dell’ambiente e sui giocattoli che sulla presenza dell’adulto di riferimento. Separazioni: minori segni di disagio e di ricerca nei confronti del genitore. Ricongiungimento: sembrano ignorare o dare poco rilievo al ritorno dell’adulto, tendono a minimizzare le proprie reazioni affettive. Il loro comportamento enfatizza gli aspetti di indipendenza, autonomia e autosufficienza affettiva nei confronti della figura di riferimento; tendono a inibire la manifestazione dei propri bisogni psicologici di confronto e protezione rispetto alla figura di attaccamento. 54 54 54

55 ATTACCAMENTO INSICURO AMBIVALENTE (C)‏
Nella Strange Situation manifestano un marcato attaccamento nei confronti del genitore, sono maggiormente centrati sulla relazione con l’adulto che sull’esplorazione. Figura presente: minore capacità di esplorare l’ambiente in modo autonomo e di interagire con la figura estranea. Separazione: notevole disagio, accompagnato anche da una minore capacità di recupero nei momenti di ricongiungimento. Ricongiungimento: non sembra sufficiente a consolarli, come se la presenza della figura di attaccamento non fosse in grado di ristabilire il loro senso di sicurezza. Accanto alla tendenza a non consolarsi con il genitore, questi bambini manifestano comportamenti ambivalenti nei suoi riguardi. 55 55 55

56 L’attacvcamento con il caregiver determina la qualità dei modelli operativi interni che un individuo sviluppa Costruzione dei modelli operativi interni (internal working models): rappresentazioni mentali di se stessi e della figura di attaccamento. Essi guidano l’individuo nell’interpretazione delle informazioni e nelle reazioni comportamentali agli eventi nuovi. Ricerca attiva ed inconsapevole di situazioni, persone e relazioni che confermino le aspettative affettive  esperienze che confermano i modelli iniziali. 56 56 56

57 L’attaccamento nella vita adulta
Mary Main e dei suoi collaboratori misero a punto un nuovo strumento d’indagine: l’Adult Attachment Interview (AAI) (George, Kaplan e Main, 1985; Main e Goldwin, 1985), volto a valutare lo stato mentale di un adulto rispetto al proprio attaccamento. Intervista semi-strutturata sui seguenti punti: (1) la possibilità di ricordare le esperienze infantili, in modo che il significato attribuito a tali esperienze sia coerente; (2) la rilevanza delle situazioni di separazione e di lutto, investigate con grande cura; (3) la tipicità dell’attivazione dei comportamenti d’attaccamento nelle situazioni di vulnerabilità; (4) la tendenza ad avere una figura principale d’accudimento; (5) tutte le esperienze di rifiuto e di minacce di abbandono; (6) tutti gli eventi traumatici, che possono aver influito sulla qualità della relazione. 57 57 57

58 L’attaccamento nella vita adulta
Prova ad elencare le domande che faresti in un'intervista ipotetica per rilevare la qualità dell'attaccamento con il proprio caregiver 58 58 58

59 59 Imprevedibilità Svalutazione Antagonismo Distacco Conflittualità
Critica Giudizio Controllo Rigidità Regole Distanza emotiva Guida Dipendenza (spinge) Valorizzazione Autonomia (spinge) Vicinanza Dialogo Comprensione Stima Protezione Accettazione Affetto Stabilità Calore Complicità Simpatia Attendibilità Fiducia Sicurezza (fonte) moltissimo molto abbastanza poco pochissimo 59

60 Riflettere sulla trasmissione/conferma dello stile relazionale di attaccamento
Come vedo il mio caregiver Come la persona con cui ho una relazione intima mi vede (partner, figlio/a, amico/a)

61 61 psicologia dello sviluppo I temi trattati in questo argomento possono essere approfonditi sul manuale di Psicologia dello sviluppo di Santrock al Capitolo 9 Negli Approfondimenti troverai utili suggerimenti per studiare gli argomenti trattati BUON LAVORO! 61 61 61 61


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