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Il villaggio globale soffoca l’informazione
Corso di giornalismo Moreno Bernasconi
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Favole, menzogne, silenzi
Mai come oggi le fonti di informazione sono state tanto abbondanti e accessibili in tempo reale ad un vasto pubblico di utenti eppure mai come oggi il mestiere del giornalista è stato così difficile. Mai come oggi si sono registrate infatti menzogne, affabulazioni e manipolazioni dei fatti, nonché incredibili silenzi su eventi riguardanti un numero altissimo di esseri umani.
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Occorre conoscere il sistema
Bisogna quindi, prima ancora di mettersi al desk per iniziare il lavoro, avere consapevolezza dei condizionamenti ai quali è soggetto il sistema della società della comunicazione: i suoi rapporti con le istituzioni, il potere politico ed economico, la natura dei mezzi di comunicazione e il loro funzionamento.
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L’informazione è una merce
Sempre più l’informazione è una merce venduta da gruppi multimediali (o pluricommerciali) che offrono pacchetti composti di telefono, radioTV, stampa scritta, online. Spesso l’informazione è puro contorno alla pubblicità. Di fatto i gruppi editoriali vendono i loro clienti al mercato.
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L’informazione ha fretta
L’informazione non ha tempo di aspettare. Pur non essendo mai completa, deve dare l’impressione di esserlo fornendo subito notizie, cause ed effetti. Perché ha fretta, limita i tempi della verifica e anticipa il responso del giudice. Tende quindi a capovolgere il principio della presunzione di innocenza.
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L’informazione è una catena
L’informazione è una catena multimediale globale: si propaga a cascata e non tace finché non ha esaurito il suo percorso da un media all’altro e da un capo all’altro del mondo. I quotidiani e le riviste sono costretti (concorrenza) ad andare a ruota di internet, radio, TV (private e pubbliche).
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Citazioni David Hume: “I governanti devono affidarsi al controllo del pensiero. Pertanto è solo sull’opinione che si fonda il governo e questa massima è valida tanto per i governanti più dispotici e militareschi quanto per quelli liberi e popolari”. George Orwell: “Il fatto sinistro riguardante la censura inglese è che essa è largamente volontaria. Idee impopolari possono essere passate sotto silenzio senza bisogno di una messa al bando, grazie all’interiorizzazione di valori di conformismo e al controllo della stampa da parte di proprietari danarosi”, Ryszard Kapuscinski: “Nelle dittature ci si serve della censura, nelle democrazie, della manipolazione”.
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Citazioni Ryszard Kapuscinski: Da quando è considerata una merce, l’informazione ha cessato di essere sottoposta ai criteri tradizionali di verifica e autenticità: è retta dall’audience, dalla legge del mercato” Daniel Cornu: “Uno dei primi doveri del giornalista, legato alla funzione di controllo che gli riconosce la democrazia consiste nel mettere in trasparenza il funzionamento dei poteri (politico, economico, sociale). Compito arduo, che comporta molti ostacoli. Infatti è proprio del potere, non di rendere trasparenti i suoi meccanismi, bensì di assicurasi che il proprio funzionamento risulti opaco”.
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Bibliografia Daniel Cornu: Ethique de l’information, PUF 1997
Riszard Kapuscinski: Lapidarium, 1997 Noam Chomsky: Potere e Mass Media, 1995; Il potere, 1997, La fabbrica del consenso, 1998 Alberto Mariantoni: Gli occhi bendati sul Golfo, 1991 Le Monde Diplomatique, Mensonges et vérités, 1993 Serge Halimi: Leçon d’une guerre, Médias et désinformation, Monde Diplomatique, 3, 2000 International federation of journalists: Information society, Access and pluralism, 1995 Barret-Palmer: Le trafic des nouvelles, 1982 Jonathan Fenby: The international News services, 1986 Giorgio Bocca: Il padrone in redazione, 1997
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