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IL DECAMERONE PROF.ssa atzori
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IL DECAMERON ( ) L’opera narra di un gruppo di giovani (sette ragazze e tre ragazzi) che, durante la peste del 1348, si rifugiano sulle colline presso Firenze per sfuggire al contagio dell’epidemia. Per due settimane, l'«onesta brigata» si intrattiene serenamente con passatempi vari, e in particolare raccontando a turno le novelle. Poiché il venerdì (giorno della passione di Cristo) e il sabato (giorno dedicato al riposo) non si narrano novelle, queste, sono disposte in un periodo di dieci giorni come indica in greco il titolo dell'opera, quindi il libro è composto da cento novelle. Abbigliamento utilizzato un tempo dai medici per proteggersi dalla peste PROF.ssa atzori
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ARCHITETTURA DELL’OPERA
L'opera presenta una grande varietà di temi, di ambienti, di personaggi e di toni I temi centrali sono i tre motivi principali delle azioni umane: Amore, Ingegno, Fortuna Le novelle sono inserite in una cornice narrativa: un racconto contenitore che fa da sfondo, in questo caso la cornice è la peste a Firenze La conduzione di questo racconto-cornice è affidata ad un narratore in primo grado che narra in terza persona e sviluppa la storia dei novellatori attraverso il Proemio, l'Introduzione alla prima giornata, con il racconto della peste, e la Conclusione che offre la risposta dell'autore alle numerose critiche che già circolavano sulla sua opera. Per Boccaccio la fortuna era una forza che muove il mondo, era cieca e casuale e l’umanità era costretta a misurarsi con questa. PROF.ssa atzori
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PROEMIO TEMATICHE Con il Proemio, Boccaccio sembra voler in qualche modo giustificare la sua opera: in questa parte del libro l'autore dichiara in modo esplicito qual è il pubblico cui è destinato il libro ed il suo scopo. Il libro è dedicato agli afflitti dalle pene d'amore, e specialmente alle donne che sono il suo destinatario privilegiato che per il solo fatto di esser tali non hanno la possibilità di svagarsi. Le novelle saranno quindi per loro fonte di svago e di suggerimenti utili su come comportarsi in determinate occasioni. PROF.ssa atzori
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La Dea bendata della Fortuna
Per Boccaccio, è un elemento molto presente nella vita di ognuno e vede la fortuna come una forza imprevedibile e incontrollabile La fortuna è un complesso di forze generate dal caso che non esclude Dio ma ha una visione molto più laica rispetto a Dante. La Dea bendata della Fortuna PROF.ssa atzori
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La brigata dei novellatori in campagna
LA CORNICE La “cornice” del Decameron è l’espediente con cui Boccaccio inquadra le sue cento novelle all’interno di una struttura narrativa, in cui si racconta come dieci giovani, per sfuggire alla peste che imperversa nella città di Firenze nel 1348, si radunano in una villa in campagna dove passano il loro tempo “novellando” La brigata dei novellatori in campagna PROF.ssa atzori
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AMORE L’amore è uno dei temi fondamentali del Decameron
Già nel proemio dell’opera, l’autore afferma di voler dedicare il libro a tutti coloro che sono afflitti da pene d’amore Nelle novelle il tema dell’amore è rappresentato sotto diversi aspetti e forme: dalle passioni più carnali a quelle più raffinate; in qualunque caso, non è mai trattato con grossolana volgarità ma come una naturale tendenza umana, sempre in prospettiva laica e terrena (differenza con Dante) PROF.ssa atzori
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LA BRIGATA COMPOSIZIONE:
10 ragazzi, 7 fanciulle e 3 giovani, si ritirano in campagna per sfuggire dalla peste; A turno narrano ogni giorno una novella ciascuno (10 novelle). L’iniziativa dei giovani ha la funzione di ricomporre la socialità distrutta dalla peste, a seguito della quale gli ordinamenti civili risultano decaduti e i valori morali sovvertiti I giovani intenti a raccontare le novelle PROF.ssa atzori
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DESCRIZIONE DELLA PESTE A FIRENZE1348
L’introduzione è costruita su una grande opposizione: l’opposizione VITA- MORTE Ci sono persone che cercano di sfuggire alla morte vivendo agli eccessi, cercando di soddisfare tutte le loro voglie, c’è chi invece vive moderatamente ma in tutti e due i casi si cerca di sfuggire alla morte Questa opposizione VITA-MORTE, mostra come la gente avesse paura della morte e come fosse impotente di fronte ad un evento come quello della peste Nell’introduzione Boccaccio descrive la peste; la quale viene vista come un fenomeno naturale che sconvolge la vita sociale soprattutto nei rapporti fra gli uomini. La peste (un evento esterno) mette in crisi le regole sociali: le persone ancora “sane” cercavano di evitare qualsiasi genere di contatto con le persone contagiate; l’unione della famiglia era caduta, non vi era più aiuto e sostegno nemmeno tra i famigliari; la proprietà privata diventa proprietà comune; nelle città regna il caos, gli esiliati ritornano in città compiendo atti di violenza visto che oramai le autorità non esistevano più, perdita di fiducia nelle autorità. PROF.ssa atzori
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STRUTTURA NARRATIVA DEL DECAMERON E DELLE 10 GIORNATE
AUTORE PROEMIO LA PESTE A FIRENZE INTRODUZIONE GIORNATA E SCELTA ARGOMENTO NARRATORE 1 NARRATORE 2 NOVELLE DELLE 10 GIORNATE COMMENTO AL TEMA DELLA GIORNATA CONCLUSIONE DELLA GIORNATA E BALLATA CONCLUSIONE DELL’AUTORE PROF.ssa atzori
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DIVISIONE DEGLI ARGOMENTI
Giornata 1: Tema libero Giornata 2: Avventure a lieto fine Giornata 3: Ingegno e abilità Giornata 4: Amori infelici Giornata 5: Amori a lieto fine Giornata 6: Motti di spirito Giornata 7: Beffe di mogli ai mariti Giornata 8: Beffe tra uomini e donne Giornata 9: Tema libero Giornata 10: Altruismo e liberalità Nella distribuzione degli argomenti, Boccaccio decide di seguire un’ascensione di tipo retorico: dai temi per cosi dire «bassi» come nelle novelle delle beffe, ai temi retoricamente più alti come quelle rappresentati dalle storie di altruismo e liberalità, contenuto delle novelle dell’ultima giornata PROF.ssa atzori
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LA REALTA’ RAPPRESENTATA
Molte novelle sono rappresentate in una realtà storica, Boccaccio focalizza la sua attenzione alla realtà mercantile e ai suoi valori Boccaccio a differenza di Dante guarda compiaciuto l’intraprendenza del mercante, infatti un altro dei temi importanti presenti, è l’industria ovvero la capacità del singolo di piegare e modificare la realtà Ma Boccaccio analizza anche i limiti del mestiere, come l’eccessivo attaccamento al denaro, quindi ai beni materiali Nell’opera, l’autore desidera tradurre in letteratura la realtà di Firenze, dove mercanti e banchieri sono divenuti la classe dirigente della città. La città di Firenze nel medioevo PROF.ssa atzori
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LA MOLTEPLICITA’ DEL REALE
Boccaccio dimostra una grande apertura verso tutte le manifestazioni della vita. Tutte le classi sociali sono rappresentate senza alcun senso idealizzante ma per esplorare il senso del reale. IL MARE: Rappresentazione del mondo naturale in modo particolare del mare come metafora della Fortuna e fa da sfondo alle novelle più avventurose. LA CITTA’: è la protagonista del Decamerone, spesso rappresenta Firenze con la sua vivacità sociale ma spesso nelle storie si confondono e si mischiano altre città, metafore dell’avventura e dell’inganno PROF.ssa atzori
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MOLTEPLICITÀ E TENDENZA ALL’UNITA’
Le novelle rappresentano la molteplicità del reale, cioè tutto quello che può succedere durante lo svolgersi della vita Anche in Boccaccio troviamo l’uso della simmetria tra le novelle, in particolare tra la prima e l’ultima. La sesta giornata è il centro ideale del testo e le altre giornate si dispongono simmetricamente nel trattare argomenti opposti o affini. In Boccaccio c’è la volontà di raccogliere nelle sue novelle tutto il reale, ma al tempo stesso il chiaro proposito di ordinarlo in schemi armonici (il ruolo della cornice) PROF.ssa atzori
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MOLTEPLICITÀ E TENDENZA ALL’UNITA’
DANTE UNITA’ TRASCENDENTE IL MONDO IN FUNZIONE DEL TRASCENDENTE BOCCACCIO VISIONE LAICA RETTO DA FORZE UMANE INTELLIGENZA E D ENERGIA VINCONO GLI OSTACOLI DELLA FORTUNA In Dante, l’unità verso cui tutto il molteplice convergeva era situata fuori dal mondo terreno, in una dimensione trascendente, in Boccaccio invece, gli schemi d’ordine nascono all’interno della stessa realtà umana e derivano da una visione del mondo essenzialmente laica. La visione di Boccaccio è orizzontale, perché tutta calata nella dimensione della terra. Perciò il mondo di Dante ha un ordinamento rigidamente gerarchico, subordinato a Dio; mentre Boccaccio è semplicemente curioso di indagare sul molteplice, e di conseguenza i suoi moduli d’ordine non istituiscono gerarchie fra terreno e divino PROF.ssa atzori
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GLI OGGETTI E L’AZIONE UMANA
Gli oggetti della realtà esterna non ricevono da Boccaccio un interesse per se stessi: hanno rilievo solo in quanto sono funzionali all’azione umana • Gli ambienti non sono oggetto di una descrizione fine a se stessa: il più delle volte non sono affatto descritti perché si costruiscono nella fantasia del lettore solo attraverso le azioni che vi compiono i personaggi • Al centro della visione del mondo vi è l’agire dell’uomo, la fiducia nella sua energia e nella sua capacità di istituire un dominio sul mondo esterno; per questo ogni aspetto della realtà interessa allo scrittore solo nella misura in cui entra nel raggio di questo agire umano • È estraneo a Boccaccio il gusto della minuta analisi psicologica: sentimenti e moti psicologici hanno rilievo e realtà solo in quanto si traducono in azioni GLI OGGETTI E L’AZIONE UMANA PROF.ssa atzori
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IL GENERE NOVELLA Il genere della novella, racconto breve in prosa, non è altro che il risultato dell’evoluzione graduale che ha portato l’exemplum morale e religioso al mutarsi in un genere che ha per fine l’intrattenimento. È indirizzato essenzialmente ad un pubblico di non letterati, che nella lettura ricerca un’occupazione dilettevole. La forma della novella offre lo strumento espressivo più duttile per riprodurre quell’esperienza della realtà vasta e multiforme di cui Boccaccio è avido PROF.ssa atzori
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GLI ASPETTI DELLA NARRAZIONE
• La tecnica del discorso si incentra su un narratore eterodiegetico (l'autore non compare come personaggio) e onnisciente, in genere molto sobrio negli interventi a commento della narrazione. I narratori sono in realtà diversi da novella a novella. • L’adottare questi narratori consente a Boccaccio un gioco sottile di distacco dalla materia, ciò non toglie che i narratori siano spesso portavoce della visione dell’autore stesso • Una funzione analoga ha anche la presenza sensibile dei narratori (gli altri 9 giovani che ascoltano il racconto), con le loro reazioni e i loro commenti a ciò che hanno appena udito PROF.ssa atzori
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LA LINGUA E LO STILE autore Stile alto e sostenuto Periodo ricco di subordinate Serie di procedimenti retorici Alla varietà del mondo del Decameron, corrisponde anche una pluralità di registri stilistici. Bisogna però fare distinzione tra la lingua della voce narrante e la lingua dei personaggi Il discorso “autoriale” è caratterizzato di norma da uno stile “alto” e sostenuto. È costituito da periodi molto lunghi, costruiti con ampie architetture di subordinate. Lo stile è il riflesso più eloquente della fiducia boccacciana nella possibilità di dominare intellettualmente la molteplicità brulicante del mondo, di disporla entro precisi moduli d’ordine PROF.ssa atzori
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