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di Marottikkal Sindhu Abraham
Io e la matematica di Marottikkal Sindhu Abraham
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Uno, due, tre… Giocare mi è sempre piaciuto
Uno, due, tre… Giocare mi è sempre piaciuto. Fin da piccola il mio gioco preferito era “Lanciamo i sassi” con i miei fratelli: vinceva chi lanciava più lontano, ma io, che avevo solo tre anni, mi divertivo a contare i sassi di tutti e a fare delle alte torri.
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Questo il mio primo incontro con la matematica.
Sentivo i miei compagni di giochi più grandi contare: «Uno, due, tre…». Questo il mio primo incontro con la matematica.
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Vado al “Kalery”… A 4 anni faccioil primo ingresso alla scuola per l’Infanzia. La maestra ci insegna a scrivere e a disegnare sulla sabbia…
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Che gioia: ora “vedo” quei numeri che prima avevo solo ascoltato e mi diverto a tracciare quei segni misteriosi sulla sabbia, anche perché, se sbaglio, posso cancellare e la maestra non mi dice niente!
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Sempre più bello… Ho 5 anni quando incomincio la L.P. School (scuola primaria).
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La matematica mi piace sempre di più, soprattutto le tabelline, che imparo velocemente a memoria e che scrivo sulla mia lavagnetta anche a casa…
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…sotto lo sguardo compiaciuto soprattutto di mio papà, che aveva trasmesso il suo amore per i numeri. Io conto ad alta voce, “Chachan” (papà) sorride e si complimenta con me. Un bello stimolo a continuare a studiare!
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Ma ad un tratto… Quando incomincio la U. P. School, il mio rapporto con la matematica purtroppo cambia. Perché???
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Io volevo capire…
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…ma il programma era sempre più complesso; il maestro aiutava solo quelli che finivano per primo ed io non ero quasi mai tra quelli; dovevo studiare anche altre materie.
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Io e la matematica: un’amicizia che sembrava finita
Le cose non cambiano quando incomincio a frequentare la High School (scuola secondaria di I grado): il programma di matematica non diventava certo più semplice e inutile era l’interessamento della mia nuova insegnante, che, a differenza del precedente, era molto disponibile nei miei confronti ed era disposta a rispiegarmi più volte…
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…quando, durante le sue spiegazioni, sulla mia faccia compariva “un grosso punto di domanda”.
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L’orologio: la mia salvezza
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Incomincio a capire che la matematica può servirmi a vivere meglio, quando, in occasione del mio 13° compleanno, mio papà mi regala un orologio nuovo, a lancette. Per sapere che ore siano e per non fare brutta figura con i miei, devo calcolare rapidamente i minuti e quindi mettere in pratica quello che ho imparato sul calcolo orale a scuola.
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Amicizia ritrovata!
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Questo regalo contribuisce a ristabilire il mio rapporto con la matematica perché mi aiuta a capire che essa non serve solo a scuola ma anche nella vita di tutti i giorni.
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La “matematica” Sindhu
Oggi non credo che diventerò mai una matematica, perché, nel mio immaginario, i matematici sono studiosi, che approfondiscono le ragioni dei numeri.
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Però mi piacerebbe imparare bene questa scienza per poterla insegnare bene…
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…e poter così aiutare i miei alunni a vivere meglio il loro quotidiano!
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THE END
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