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SAN GAETANO DA THIENE
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San Gaetano nacque a Thiene, piccolo comune vicino Vicenza, nel 1480 da una ricca famiglia.
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Fu battezzato con il nome di Gaetano, in ricordo di un suo celebre zio, il quale si chiamava così perché era nato a Gaeta. Già dall’infanzia si distinse per la sua virtù dedicandosi agli esercizi di pietà e ispirandosi al modello di vita di San Francesco d’Assisi.
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Si laureò a Padova in materie giuridiche a soli 24 anni e si dedicò allo stato ecclesiastico, senza però farsi ordinare sacerdote, perché non si sentiva degno. Fondò nel contempo nella tenuta di famiglia a Rampazzo, una chiesa dedicata a Santa Maria Maddalena, che è ancora oggi la parrocchia del luogo.
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Trasferitosi a Roma nel 1506, divenne subito segretario particolare di papa Giulio II, ed ebbe l’incarico di scrittore delle lettere pontificie, ufficio questo che gli diede l’opportunità di conoscere e collaborare con tante persone importanti. Gaetano non si lasciò però abbagliare dallo splendore della corte pontificia, né si scoraggiò per la miseria morale che vedeva attorno a sé.
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Invece di fuggire e ritirarsi in un eremo, da uomo intelligente e pratico, diede inizio ad una concreta azione riformatrice, e lo fece cominciando da sé stesso, incoraggiato da una suora agostiniana bresciana Laura Mignani, che godeva di fama di santità.
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Prese ad assistere gli ammalati dell’ospedale di San Giacomo, si iscrisse all’Oratorio del Divino Amore, associazione che si riprometteva di riformare la Chiesa suscitando un’intensa vita spirituale attraverso il servizio verso i fratelli, il tutto alternandolo con il lavoro in Curia.
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Nel settembre 1516 a 36 anni, accettò di essere ordinato sacerdote, ma solo a Natale di quell’anno, volle celebrare la prima Messa nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
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In una lettera scritta a suor Laura Mignani a cui era legato da filiale devozione, Gaetano confidò che durante la celebrazione della Messa, gli apparve la Madonna che gli depose tra le braccia il Bambino Gesù: per questo egli è raffigurato nell’arte e nelle immagini con Gesù Bambino tra le braccia.
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Ritornato nel Veneto, nel 1520 fondò alla Giudecca in Venezia l’Ospedale degli Incurabili. Instancabile nel suo desiderio di aiuto verso gli altri, ritornò a Roma e nel 1523 insieme ad altri tre compagni chiese ed ottenne dal papa Clemente VII, l’autorizzazione a fondare la “Congregazione dei Chierici Regolari” detti poi “Teatini”, con il compito specifico della vita in comune e della vita al servizio di Dio verso gli altri fratelli.
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Secondo la Regola i Chierici non devono possedere niente e non possono neanche chiedere l’elemosina, devono accontentarsi di ciò che i fedeli spontaneamente offrono e di quanto la Provvidenza manda ai suoi figli. Ad ispirare la Regola le parole di Gesù: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”. Per tale motivo San Gaetano è detto anche il “Santo della Provvidenza”.
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Nel 1533 per volere del papa Clemente VII, si trasferì nel Viceregno di Napoli, stabilendosi prima all’Ospedale degli Incurabili, e poi nella Basilica di San Paolo Maggiore posta nel cuore del centro storico di Napoli. Qui fondò ospizi per anziani, potenziò l’Ospedale degli Incurabili, fondò i Monti di Pietà, da cui nel 1539 sorse il Banco di Napoli, il più grande Istituto bancario del Mezzogiorno; suscitò nel popolo la frequenza assidua dei sacramenti, stette loro vicino durante le carestie e le ricorrenti epidemie come il colera, che flagellarono la città in quel periodo.
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Quando le autorità civili vollero instaurare nel Viceregno di Napoli il tribunale dell’Inquisizione, il popolo napoletano si ribellò; la repressione spagnola fu violenta e ben 250 napoletani vennero uccisi, per difendere un principio di libertà. Gaetano in quel triste momento, fece di tutto per evitare il massacro e quando si accorse che la sua voce non era ascoltata, offrì a Dio la sua vita in cambio della pace. Morì a Napoli il 7 agosto 1547 a 66 anni, consumato dagli stenti e preoccupazioni e due mesi dopo la pace ritornò nella città partenopea.
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L’opera che più l’aveva assillato nella sua vita, era senza dubbio la riforma della Chiesa, una riforma dal basso verso l’alto dedicandosi all’apostolato fra i poveri, i diseredati e gli ammalati, specie se abbandonati.
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A quanti gli facevano notare che i napoletani non potevano essere così generosi negli aiuti, come i ricchi veneziani, rispondeva: “E sia, ma il Dio di Venezia è anche il Dio di Napoli”. Il popolo napoletano non ha mai dimenticato questo vicentino di Thiene, venuto a donarsi a loro fino a morirne per la stanchezza e gli strapazzi, in un’assistenza senza risparmio e continua.
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La piazza antistante la Basilica di San Paolo Maggiore nel centro storico di Napoli è a lui intitolata, ma la stessa basilica, per secoli sede dell’Ordine dei Teatini, è ormai da tutti chiamata Basilica di San Gaetano.
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Il corpo di San Gaetano insieme a quello di altri venerabili teatini è deposto nella cripta monumentale della Basilica di San Paolo Maggiore ed è meta di continua devozione del popolo dello storico e popoloso rione. Da secoli San Gaetano è stato nominato compatrono di Napoli. Il suo è uno dei nomi più usati per i figli dei napoletani e di tutta la provincia.
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Nel 1671 è stato proclamato santo da papa Clemente X
Nel 1671 è stato proclamato santo da papa Clemente X. Oltre ad essere il Santo della Provvidenza è anche il santo protettore dei disoccupati, di chi cerca lavoro e dei donatori di sangue.
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PREGHIERA A SAN GAETANO Padre buono ti ringraziamo perché hai affidato la nostra comunità alla protezione di San Gaetano, il Santo della Divina Provvidenza. Egli che ha vissuto con umiltà e carità il Vangelo di Cristo, ci aiuti ad essere degli autentici testimoni della bellezza del suo Volto. Egli che si è lasciato condurre dalla forza dello spirito Santo all’incontro con l’Eucaristia, ci sia di esempio nel mettere Gesù al centro della nostra vita e accenda nei cuori il desiderio di formare una vera comunità.
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Egli che si è lasciato guidare dalla tua voce semini disponibilità e generosità nel cuore di tanti giovani, li renda pronti a seguirti donando la propria vita e sostenga i pastori e i consacrati della nostra Chiesa. Egli che ha abbracciato la tenerezza e la dolcezza di Gesù bambino, si prenda cura di tutte le nostre famiglie, dei giovani, degli anziani e degli ammalati e apra i nostri occhi alle necessità dei fratelli. Donaci Padre di abbandonarci a Te come gli uccelli dell’aria e di lasciarci rivestire da Te come i gigli del campo per poterti servire ed essere immersi con gioia nel sole del tuo Amore. Amen
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