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Sesto la città delle Fabbriche

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Presentazione sul tema: "Sesto la città delle Fabbriche"— Transcript della presentazione:

1 Sesto la città delle Fabbriche

2 LA BREDA La Breda viene fondata nel 1886 e apre i suoi stabilimenti sestesi nel Dall’iniziale produzione di locomotive a vapore l’attività si estende in seguito alla fabbricazione di treni elettrici. 2

3 ACCIAERIE FALCK Nel 1906 i Falck realizzano a Sesto il primo e più grande stabilimento, chiamato Unione di fusione e laminazione dell’acciaio. Tra il 1917 e il 1924 sorgono altri tre stabilimenti, il Concordia dove si laminano a caldo e a freddo lamiere dell'Unione; il Vittoria destinato alla laminazione e il Vulcano dove si producono ghisa e ferroleghe ai forni elettrici. Alla fine degli anni Quaranta negli stabilimenti del Gruppo Falck (nove, di cui quattro a Sesto San Giovanni) lavorano persone (9.000 a Sesto provenienti soprattutto dalle Prealpi lombarde e da altre zone a vocazione siderurgica: Genova, Piombino, l'area di San Giovanni Valdarno).

4 MAGNETI MARELLI Ercole Marelli fonda nel 1891 l’omonima azienda specializzata nella produzione di motori e apparecchi elettrici. 1931: viene avviata la produzione di batterie per veicoli a trazione elettrica, sottomarini e illuminazione treni. 1935: viene avviata la produzione di candele per auto e moto, attività che darà a Magneti Marelli fama e popolarità per oltre 50 anni. 1938: I laboratori di ricerca e scientifici di Magneti Marelli si avvalgono della collaborazione del grande fisico Enrico Fermi, proprio nell’anno del conseguimento del Premio Nobel.

5 PIRELLI BICOCCA, LA FABBRICA
La Pirelli fu fondata a Milano nel 1872 nel quartiere della Bicocca dall'ingegnere brianzolo Giovanni Battista Pirelli, per la produzione di manufatti di gomma. Già nel 1908 il primo insediamento occupa circa mq che salgono a nel 1916, con l'acquisizione dei terreni circostanti la quattrocentesca villa degli Arcimboldi. Dopo pochi anni entrò nel settore della produzione di cavi, e verso la fine del XIX secolo in quello degli pneumatici.

6 Opposizione politica e deportazione a Sesto (1942-1944)

7 STALINGRADO D’ITALIA L'area industriale di Sesto San Giovanni, per i grandi scioperi operai, verrà definita "Stalingrado d'Italia". Dopo i massicci bombardamenti dell'ottobre­novembre del 1942 si forma un opposizione antifascista che organizza gli scioperi, nei giorni 22 e 23 marzo 1943, in cui si fermano le officine meccaniche della Pirelli. Agli scioperi seguì una deportazione politica di massa per la grande e compatta partecipazione dei lavoratori agli scioperi politici e per l'impegno degli operai nelle organizzazioni clandestine della Resistenza e nelle brigate partigiane di città e di montagna che nella fabbrica avevano le proprie basi. Il numero dei lavoratori deportati e dei caduti fu altissimo: 553 i deportati immatricolati.

8 I NUMERI DELLA DEPORTAZIONE POLITICA
Su 495 deportati dei quali sono noti i luoghi e le circostanze dell'arresto, 196 furono prelevati in fabbrica, 177 vennero arrestati a casa di notte, 18 a casa in altre ore, 101 furono catturati in luoghi diversi, in montagna, nei locali pubblici, sui mezzi di trasporto e in rastrellamenti. Numerosi arrestati a causa dell'attività politica e per la partecipazione ad azioni partigiane vennero trattenuti per uno o più giorni nelle celle dei diversi Gruppi rionali fascisti di Milano, in quelle della Questura in piazza San Fedele a Milano, o nelle Carceri della provincia o in luoghi di detenzione e di tortura come l'ex Macello di Monza. I deportati morti furono 220, tutti uomini. 215 morirono nei lager o negli ospedali alleati, 5 furono fucilati nel poligono di Cibeno, nei pressi del campo di Fossoli, il 12 luglio Altri 10 morirono dopo il loro rientro in Italia tra il 1945 e il 1950 a causa della deportazione. 8

9 23 NOVEMBRE 1944 Particolarmente significativi furono poi lo sciopero generale del 21 settembre 1944 che coinvolse Breda, Pirelli ed Ercole Marelli e lo sciopero del 23 novembre alla Pirelli Bicocca, dove i nazisti effettuavano 183 arresti. La repressione dello sciopero politico e la razzia di mano d'opera a bassissimo costo per l'industria tedesca sono alla base delle deportazioni del 23 novembre 1944 degli operai della Pirelli Bicocca, altamente specializzati.

10 LE DEPORTAZIONI ALLA PIRELLI BICOCCA
Le SS catturarono 183 lavoratori. La mattina successiva la Direzione aziendale entrò in contatto con l'ingegner Knierin, incaricato tedesco per l'elettroindustria cercando di ottenere il rilascio di 105 lavoratori. L'intervento della Direzione, peraltro minacciata di deportazione in blocco, valse a far rilasciare 27 operai. 156 lavoratori furono comunque avviati alla deportazione nei lager nazisti.

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12 I LAGER: luoghi di sfruttamento e sterminio
Durante la II Guerra Mondiale il governo tedesco sfruttava manodopera straniera sia nell’industria bellica che in tutte le altre attività produttive. I lavoratori coatti - ebrei, appartenenti alle minoranze etniche, soldati prigionieri, civili rastrellati per rappresaglia – venivano rinchiusi nei campi di lavoro e costretti a prestare le loro opera.

13 I LAGER Molti operai specializzati sestesi vennero mandati un campo di lavoro presso la città di Kahla, nella regione della Turingia, prossimo a Buchenwald, dove erano rinchiusi i deportati destinati a lavorare per la fabbrica di aerei Reimahg. Altre destinazioni dei deportati politici sestesi furono: Auschwitz, Buchenwald, Dachau, Flossenburg, Gross-Rosen, Mauthausen, Natzweiler, Sachsenhausen.


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