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LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTA’

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Presentazione sul tema: "LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTA’"— Transcript della presentazione:

1 LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTA’
Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Anno Accademico LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTA’ Docente: dott.ssa Silvia Zoboli

2 I mass media e la costruzione della realtà:
Logiche della notiziabilità Effetti sociali dei media

3 … i media e la costruzione della realtà…
I media sono ormai una presenza insostituibile nell’ambiente sociale. Ridefiniscono le situazioni sociali, trasformando progressivamente le percezioni della realtà, il rapporto fra i sessi, fra le generazioni, con le gerarchie. I media sono un’importante variabile nel processo di costruzione sociale della realtà, grazie alla loro funzione simbolica di mediazione delle conoscenze. I media, inoltre, sono un luogo di scambio fra soggetti: scambi politici, economici, di influenza, di riconoscimento sociale.

4 … i media e la costruzione della realtà…
Il processo cui stiamo assistendo può essere definito mediatizzazione della realtà. Essa consiste in una maggiore centralità dei media e in una elevata rilevanza del linguaggio che essi usano. In altre parole, per essere visibili i fatti devono essere espressi in forme facilmente mediatizzabili.

5 … i media e la costruzione della realtà…
Ma concretamente cosa fanno i media? Selezionano, gerarchizzano e presentano la realtà, consentendo di passare dal fatto alla notizia. Questo processo di riduzione di complessità risponde a due ordini di criteri: i criteri di pertinenza (che cosa fa notizia, in un particolare contesto sociale e in uno specifico ambito temporale?) la negoziazione sociale fra una serie di attori

6 … i media e la costruzione della realtà…
La negoziazione sociale Implica la consapevolezza che l’informazione è un luogo di contrattazione fra diversi attori sociali. i protagonisti dell’evento le fonti (politiche, sociali, …) i diversi media (quotidiani, TV, nuove tecnologie) gli attori del mercato i lettori

7 … i media e la costruzione della realtà…
I criteri di pertinenza Nell’ambito dei criteri di pertinenza particolare rilevanza assumono: la cultura professionale la cultura organizzativa

8 … i media e la costruzione della realtà…
All’interno della cultura professionale si possono individuare tre dimensioni: La dimensione tecnica, che concerne le modalità produttive operativizzazione del lavoro redazionale competenze tecniche

9 … i media e la costruzione della realtà…
All’interno della cultura professionale si possono individuare tre dimensioni: La dimensione relazionale, che consiste nell’interiorizzazione delle norme sociali che regolano la professione possesso di capitale sociale conoscenza della grammatica delle fonti

10 … i media e la costruzione della realtà…
All’interno della cultura professionale si possono individuare tre dimensioni: La dimensione culturale, che implica la capacità di “leggere la società”, di saperle dare senso e di adattarsi ai continui cambiamenti socio-culturali

11 … i media e la costruzione della realtà…
La cultura organizzativa consiste nell’applicazione delle pratiche di routine del lavoro giornalistico. In particolare, comprende: la settorializzazione (i giornalisti hanno compiti e ambiti di lavoro diversi) la categorizzazione dei fatti (gli eventi vengono suddivisi in tipologie e tipizzati) i criteri di notiziabilità

12 Mediatizzazione della realtà
… le logiche della notiziabilità… “…regole pratiche comprendenti un corpus di conoscenze professionali che spiegano e guidano le procedure lavorative redazionali. Sono qualità degli eventi o della loro costruzione giornalistica, la cui assenza o presenza fa sì che un fatto sia incluso o meno nel prodotto informativo. Più un evento presenta tali qualità, maggiori sono le sue chances di essere incluso” Mediatizzazione della realtà

13 … le logiche della notiziabilità…
Sono numerosi i fattori che influenzano la trasformazione di un evento in una notizia : le caratteristiche del mezzo la velocità di circolazione delle informazioni e la rapida obsolescenza delle notizie fattori contingenti (es. estate) il rispetto dei criteri di notiziabilità (caratteristiche che facilitano la categorizzazione e la tipizzazione degli eventi), spesso impliciti, mutevoli nel tempo e flessibili, applicati intuitivamente

14 … le logiche della notiziabilità…
Si tratta dei cosiddetti valori-notizia, ossia criteri di definizione della rilevanza di una notizia, che sono sempre più conosciuti ed interiorizzati, sia dalle fonti che dai fruitori. E’ possibile individuare valori-notizia relativi: al contenuto (es. le élite, la prossimità…) al prodotto (brevità, novità, interesse, curiosità…) al mezzo alla concorrenza (non “bucare”, ma anche caratterizzarsi) al pubblico (oggi anche consumatore)

15 … le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità? Velocizzazione L’avvento delle nuove tecnologie ha spostato l’accento dalla fretta, da sempre una caratteristica del lavoro giornalistico, alla novità. Le notizie devono essere sempre nuove, perché si deteriorano sempre più in fretta. Si cercano con ansia sempre crescente novità oppure nuove informazioni su eventi già presentati. Il rischio è quello di dare troppo spazio all’effimero, che non richiede contestualizzazione ed interpretazione.

16 … le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità? Semplificazione Aumenta il materiale “notiziabile”, ma diminuiscono i tempi. E’ quindi necessario rendere significativi i singoli eventi. Si procede alla specializzazione per temi e si ricorre all’uso di stereotipi.

17 … le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità? Semplificazione I rischi che si corrono sono: la decontestualizzazione della notizia (privilegiare i singoli casi ignorando la complessità dei processi) la restrizione del tempo di trattazione e la conseguente perdita di distanza critica la stereotipizzazione

18 … le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità? Semplificazione Il risultato è la trasformazione della complessità in controversia. Le strategie utilizzate sono: la personalizzazione il sensazionalismo

19 … le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità? Semplificazione La personalizzazione consiste nell’umanizzare il problema e i personaggi, per renderli più “vicini”. Le strategie sono molteplici: costante esposizione al pubblico dei personaggi importanti “far parlare” i protagonisti presentare “casi”, storie paradigmatiche

20 … le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità? Semplificazione La personalizzazione consiste nell’umanizzare il problema e i personaggi, per renderli più “vicini”. Le strategie sono molteplici: ricorso a sondaggi usati come fotografie della realtà, senza interpretazione grande spazio alle “firme” Il rischio che si corre è quello di ricercare le opinioni e non i nessi causali

21 … le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità? Semplificazione Il sensazionalismo è finalizzato a eliminare le ambiguità solleticare un pubblico ormai assuefatto al clamore emergere sulla concorrenza In questo modo l’informazione si avvicina sempre di più all’intrattenimento (talk show, instant books…)

22 … le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità? Nuove forme di approfondimento La spazializzazione, che consiste nel recuperare la mancanza di tempo per l’approfondimento attraverso l’occupazione dello spazio La gerarchizzazione è data dalla quantità di spazio fornita e l’estensione va a scapito della profondità. Molto in fretta i temi “in primo piano” passano in secondo piano e devono essere sostituiti.

23 … le logiche della notiziabilità…
Ma in cosa consistono concretamente le logiche della notiziabilità? Nuove forme di approfondimento Il ricorso alle opinioni, degli esperti che danno la loro lettura della realtà, spesso attraverso i contraddittori dell’opinione pubblica attraverso i sondaggi Far parlare più voci non significa maggiore obiettività, al contrario, i giornalisti così abdicano al loro ruolo di interpreti della realtà (opinione ≠ interpretazione).

24 … le logiche della notiziabilità…
Tutto questo modifica lo stile giornalistico di presentazione dei fatti. Aumenta il ricorso alle interviste che soddisfano quasi tutte le logiche della notiziabilità, e al tempo stesso deresponsabilizzano il giornalista Spariscono le inchieste perché non c’è più il tempo per farle Si ricorre ad un linguaggio narrativo e discorsivo invece che oggettivo

25 … le logiche della notiziabilità…
Tutto questo modifica lo stile giornalistico di presentazione dei fatti. Nella presentazione dei fatti di cronaca viene data centralità all’infrazione più che al disagio sociale Molti più temi vengono portati all’attenzione del pubblico, ma è minore la libertà del giornalista che deve sottostare a rigide regole di selezione e deve comunque garantire la copertura di un maggior numero di pagine

26 I mass media e la costruzione della realtà:
Logiche della notiziabilità Effetti sociali dei media

27 … effetti sociali dei media…
Il tema degli effetti sociali dei mezzi di comunicazione di massa è costantemente dibattuto a causa delle forti implicazioni che esso porta con sé. … controllo sociale da parte di chi detiene il potere… … aumento della violenza e dei comportamenti devianti… … diffusione di false percezioni sulla società… … sono solo alcuni degli argomenti citati quando si parla degli effetti (negativi) dei media sulla società.

28 … effetti sociali dei media…
Si possono individuare 4 fasi nella storia della ricerca sugli effetti sociali dei media. 1° periodo – anni ’20 - ’50 I media onnipotenti 2° periodo – anni ’50 - ’60 Gli effetti limitati 3° periodo – anni ’60 - ’70 Gli effetti a lungo termine 4° periodo – dopo gli anni ’70 L’influenza negoziata

29 … teorie sugli effetti…
1) I media onnipotenti L’avvento della radio (inizio ‘900), che segna la nascita della comunicazione di massa, coincide con l’affermazione dei regimi totalitari (nazismo, comunismo, fascismo) che fanno un uso massiccio dei mezzi di comunicazione di massa a fini propagandistici. Oltre che dalla radio, la propaganda è consentita dall’industrializzazione, che induce all’urbanizzazione. Nasce la “società di massa” in cui la propaganda trova ampio spazio di diffusione.

30 … teorie sugli effetti…
1) I media onnipotenti Di conseguenza, i primi teorici della comunicazione di massa lanciano l’allarme contro gli effetti di indottrinamento e omologazione esercitati dai mass media, governati da “persuasori occulti” senza scrupoli. Si ritiene che la diffusione di un messaggio identico a una grande quantità di persone (che si presumono simili e passive) comporti un effetto persuasivo altrettanto indifferenziato (teoria del proiettile magico o dell’ago ipodermico).

31 … teorie sugli effetti…
1) I media onnipotenti Due sono i riferimenti teorici e culturali: la psicologia comportamentista (paradigma dello stimolo-risposta) la Scuola di Francoforte (industria culturale di massa come fonte di omologazione e di accettazione passiva dei principi della società capitalista) Nasce l’idea che la comunicazione di massa debba essere regolamentata e ispirata ai principi del bene comune e dell’utilità sociale.

32 … teorie sugli effetti…
2) Gli effetti limitati Dopo la Seconda Guerra Mondiale queste teorie vengono sottoposte a revisione, perché ci si rende conto che: il potere di persuasione delle campagne mediatiche è inferiore a quanto ci si aspetterebbe questo potere è mediato dalle appartenenze di gruppo e dalle influenze che gli altri esercitano sui fruitori (es. opinion leaders) processo a due stadi: i messaggi non arrivano direttamente dai media agli individui, ma vengono mediati dalle appartenenze di gruppo

33 … teorie sugli effetti…
3) Gli effetti a lungo termine Negli anni Sessanta, la forte diffusione della televisione porta a un rifiorire di teorie che assegnano ai media un elevato potere di persuasione. Le ricerche di questo periodo, però, a differenza del passato, si concentrano sugli effetti a lungo termine. Le più significative sono: teoria della coltivazione agenda-setting spirale del silenzio usi e gratificazioni

34 … teorie sugli effetti…
Teoria della coltivazione Parte dalla constatazione della massiccia presenza della televisione nella vita degli individui. I media in generale e la tv in particolare forniscono una costruzione “mediale” della società, ossia “coltivano” continue rappresentazioni del mondo sociale e dei suoi aspetti in termini di omogeneizzazione, omologazione, appiattimento delle differenze.

35 … teorie sugli effetti…
Teoria della coltivazione Di conseguenza, i media (e soprattutto la televisione) finiscono per determinare i principali contenuti della cultura contemporanea. La rappresentazione del mondo fornita dai media tende a sovrapporsi a quella reale degli attori sociali. In alcuni casi estremi la rappresentazione mediale può finire con il prevalere (confusione fra realtà e realtà mediale).

36 … teorie sugli effetti…
Teoria dell’Agenda-Setting I media possono influenzare gli atteggiamenti del pubblico rispetto a certi fatti o personaggi sulla base dell’attenzione che essi vi dedicano in un certo periodo. La copertura mediatica guida l’attenzione del pubblico su quei personaggi o fatti: sono lo spazio e il modo di trattare certi temi che li rendono rilevanti.

37 … teorie sugli effetti…
Teoria dell’Agenda-Setting Il criterio di priorità dell’interesse individuale e collettivo non è determinato esclusivamente dalla rilevanza sociale dei fatti o notizie o dai reali interessi del pubblico, ma dallo spazio loro dedicato dai media. I media non riescono a suggerirci cosa pensare, ma hanno il potere di indicarci a cosa pensare (o non pensare)

38 … teorie sugli effetti…
Teoria della Spirale del Silenzio Si parte dal presupposto che la società tende ad isolare gli individui devianti e che agli individui non piaccia vivere nell’isolamento. Di conseguenza, gli individui tendono a confrontarsi continuamente con i “climi d’opinione” e ad uniformare i propri comportamenti pubblici a questi “climi”. Per non rimanere isolati su importanti questioni pubbliche molti individui si lasciano guidare da quelle che ritengono essere le opinioni dominanti nel loro ambiente.

39 … teorie sugli effetti…
Teoria della Spirale del Silenzio Si tende inoltre a dissimulare le proprie opinioni se si ritiene di essere in minoranza, mentre si è disposti a manifestarle se si crede che esse siano dominanti. In questo modo le idee dominanti finiscono per diffondersi sempre più a discapito di quelle della minoranza (“effetto a spirale”)

40 … teorie sugli effetti…
Teoria della Spirale del Silenzio Nel nostro contesto sociale, i mass media sono il canale più accessibile agli individui per capire quale è il clima di opinione dominante ed agire di conseguenza. Ciò comporta che quello che viene tematizzato dai media diventi opinione diffusa e condizioni i comportamenti individuali socialmente accettati.

41 … teorie sugli effetti…
Teoria degli Usi e Gratificazioni Ogni attore sociale possiede bisogni ed esigenze che hanno origini socio-culturali e psicologiche. Questi bisogni generano delle aspettative che conducono a differenti modalità di consumo mediale (sia per quanto riguarda i mezzi che per quanto riguarda i generi consumati). Le differenti modalità di consumo producono soddisfazione e gratificazione e quindi delle conseguenze (effetti) sugli individui e il loro comportamento.

42 … teorie sugli effetti…
4) L’influenza negoziata Col passare del tempo, la società cambia e diventa più complessa (post-modernità). La televisione comincia a perdere la sua aura di magia e di novità. Il ruolo dei media viene allora ridefinito nei termini di una negoziazione che si sviluppa su due livelli: tra il sistema dei media e le altre istituzioni sociali tra il testo e il lettore

43 … teorie sugli effetti…
4) L’influenza negoziata Da un lato, si nota che il sistema dei media attua le proprie strategie per contrastare i tentativi di manipolazione operati dalle istituzioni e dai gruppi di potere (ad es. nella comunicazione politica o nelle public relations aziendali)

44 … teorie sugli effetti…
4) L’influenza negoziata Dall’altro lato, il lettore ha un ruolo attivo nel selezionare e nell’interpretare il contenuto della comunicazione di massa. I significati non sono “inscritti” nei testi, ma vengono “contrattati” a partire da una “proposta” inserita nel testo dai produttori che però non è tassativa. Pubblici diversi daranno letture diverse, le stesse persone in un contesto diverso daranno letture diverse.

45 … teorie sugli effetti…
4) L’influenza negoziata Tuttavia, oggi si è consapevoli del fatto che i media esercitano un potere nel lungo periodo, basti pensare al ruolo di mediazione e di selezione della realtà operato dal giornalismo: le strategie di presentazione delle notizie comportano una distorsione sistematica che nel lungo periodo si ripercuote sul pubblico e sugli atteggiamenti e valori generali.

46 … effetti sociali dei media…
In breve, si può concludere che il potere dei media può cambiare nel tempo: i media appaiono più potenti nelle prime fasi della loro adozione, quando non sono ancora stati “addomesticati” dalle forze sociali e mantengono una certa aura di magia i media appaiono più importanti nei momenti di crisi e di cambiamento sociale, perché in questi momenti aumenta il bisogno di informazioni e di rappresentazioni condivise del mondo il potere dei media varia anche a seconda della forza relativa delle altre istituzioni e agenzie di socializzazione di massa

47 … effetti sociali dei media…
Ma quali sono i tipi di effetti che i media possono esercitare?

48 … tipi di effetti… intenzionalità effetti intenzionali
Risposta individuale Promozione dello sviluppo Campagna di comunicazione Diffusione dell’informazione Acquisizione di informazioni Distribuzione del sapere breve termine lungo termine Controllo sociale tempo Socializzazione Reazione individuale Impatto sugli eventi Reazione collettiva Definizione della realtà Cambiamento istituzionale Mutamento culturale effetti involontari

49 … tipi di effetti… Effetti a breve termine intenzionali Risposta individuale - Il processo attraverso cui gli individui cambiano, o resistono al cambiamento, quando sono esposti a messaggi che tendono a modificarne le conoscenze, gli atteggiamenti o il comportamento (risposta cognitiva, emotiva, comportamentale). Campagna di comunicazione - Diversi media vengono utilizzati in modo organico e pianificato da istituzioni radicate nella società al fine di influenzare una certa parte della popolazione per un periodo di tempo definito e limitato. Acquisizione di informazioni - Aumento delle informazioni di cui il pubblico è a conoscenza, misurate da test di ricordo, riconoscimento e comprensione.

50 … tipi di effetti… Effetti a breve termine involontari Reazione individuale - Conseguenze impreviste dell’esposizione a uno stimolo mediale. Ad esempio, imitazione e apprendimento di atti aggressivi o devianti (suicidio ispirato a un film o a una notizia di cronaca), ma anche di idee e di comportamenti investiti di valore positivo. Ha una componente fortemente emotiva, quasi sempre transitoria. Reazione collettiva - Alcuni degli effetti individuali toccano contemporaneamente più persone che si trovano in una situazione comune. Ciò sfocia talvolta in un’azione collettiva non regolata e non istituzionale. Ad esempio: paura, ansia e collera generati spesso da informazioni incomplete.

51 … tipi di effetti… Effetti a lungo termine intenzionali Promozione dello sviluppo - Diffusione pianificata di innovazioni per favorire lo sviluppo a lungo termine, integrando l’attività dei media con quella di altri gruppi intermedi presenti nella società (i media come “scuola di massa”). Diffusione dell’informazione - Diffusione, nel corso del tempo, della conoscenza di particolari eventi e notizie all’interno di una data popolazione (vedi teoria dell’agenda-setting). Distribuzione del sapere - Mentre la comparsa dei media di massa aveva inizialmente segnato una riduzione delle differenze nella distribuzione del sapere tra i vari settori della popolazione, sembra che l’aumento dell’offerta dei mass media stia accrescendo, anziché ridurre, il divario fra chi ha molte informazioni e chi ne ha poche.

52 … tipi di effetti… Effetti a lungo termine involontari Controllo sociale - I contenuti veicolati dai media tendono a rafforzare un ordine stabilito e a far rispettare modelli di comportamento (vedi teoria della spirale del silenzio) Socializzazione - Contributo informale (ma decisivo) dei media all’apprendimento e adozione di norme, valori e aspettative di comportamento. In particolare: socializzazione politica e apprendimento di ruoli professionali e di genere. Impatto sugli eventi - L’influenza dei media su eventi critici o comunque rilevanti che vengono in qualche modo influenzati e alterati dalla presenza dei media e dalla loro logica (i media-events o “grandi cerimonie dei media”).

53 Effetti a lungo termine involontari
… tipi di effetti… Effetti a lungo termine involontari Definizione della realtà - I media diffondono rappresentazioni sociali, schemi cognitivi e “modi di vedere la realtà” (i frames) che trovano poi riscontro nel modo in cui gli individui vedono e si rappresentano la realtà. Non solo gran parte della nostra conoscenza deriva dai media, ma i modi in cui acquisiamo, categorizziamo ed esprimiamo le nostre conoscenze sono influenzati fortemente dalle modalità con cui ciò avviene sui media (vedi teoria della coltivazione). Cambiamento istituzionale - Le istituzioni, specie quelle che hanno nella comunicazione un aspetto importante della loro attività, cambiano per adeguarsi alla logica e alle esigenze dei media. Oggi tutte le istituzioni sociali sono istituzioni mediali (es. i partiti politici).

54 Effetti a lungo termine involontari
… tipi di effetti… Effetti a lungo termine involontari Mutamento culturale - I media, specie in un contesto globalizzato, espongono gli individui a informazioni provenienti da culture diverse, che possono portare a un mutamento culturale nella società in genere. Più spesso, i media sono fonte di mutamento intergenerazionale, poiché ogni nuova generazione nasce assieme e viene socializzata da un nuovo medium con cui le generazioni precedenti hanno meno familiarità.


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