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PubblicatoArsenio Fantini Modificato 11 anni fa
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CARATTERISTICHE E PECULIARITA’ DELLA MEDICINA GENERALE E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
Giulio Corgatelli S.I.M.G. Firenze
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DELLA MEDICINA GENERALE
DEFINIZIONE EUROPEA DELLA MEDICINA GENERALE (Wonca Europe, 2001) • Primo contatto medico all’interno del SSN, di accesso diretto e illimitato • Approccio centrato sulla persona, orientato all’individuo, alla sua famiglia e comunità • Basato sulla costruzione di una relazione protratta nel tempo attraverso un’efficace comunicazione • Erogazione di cure longitudinali e continue • Previsione di uno specifico processo decisionale determinato dalla prevalenza e incidenza delle malattie in quella determinata comunità • Promozione di salute e benessere con interventi appropriati ed efficaci • Presa in carico dei problemi di salute nella loro dimensione fisica, psicologica, sociale ed esistenziale Wonca Europe (World family doctors caring for people) già nel 2001 poneva la Medicina Generale (MG) al centro del sistema di cura in cui erano compresi anche i soggetti che sviluppano dipendenze. Poneva come considerazione fondamentale la presa in carico “olistica” del soggetto con i suoi risvolti bio-psico-sociali. 2
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IL MMG COME PUNTO DI RIFERIMENTO NELLA GESTIONE MULTIDIMENSIONALE DEL FENOMENO DIPENDENZE
La S.I.M.G. (Società Italiana di Medicina Generale) sul numero della sua rivista del febbraio 2009 poneva il problema delle dipendenze tra le nuove tematiche in MG. Venivano inoltre allegati 2 Cdrom, uno dei quali ha permesso un percorso formativo a distanza usufruibile da tutti i Medici di Medicina Generale italiani (MMG). 3
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INTERCETTARE IL SOGGETTO CONSUMATORE/ABUSATORE, GLI OSTACOLI
CHE IL MMG INCONTRA • L’individuazione del comportamento dipendente, non più legato a pratiche invasive e rapidamente dannose • La scarsa o nulla consapevolezza del soggetto stesso che, troppo spesso, non giudica rischioso e dannoso il proprio comportamento • La società, che talvolta accetta, subisce passivamente e promuove i comportamenti additivi • Il tempo di latenza tra il momento in cui il paziente intraprende il comportamento additivo e il momento in cui, sviluppata ormai una strutturata compulsione, chiede aiuto “ESTERNI” Il percorso che deve essere svolto dal MMG per intercettare questi soggetti non è facile. I motivi che determinano tale difficoltà sono molteplici e possono, ad esempio, essere dovuti al fatto che il comportamento del consumatore/abusatore di sostanze non sia giudicato pericoloso dallo stesso assuntore, dal fatto che la società non lo stigmatizzi e infine dal fatto che la richiesta di aiuto giunga con ritardo rispetto al momento di inizio del comportamento additivo. 4
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INTERCETTARE IL SOGGETTO AFFETTO DA NUOVE DIPENDENZE, GLI OSTACOLI CHE IL MMG INCONTRA
“INTERNI” • Aggiornamento non adeguato rispetto ai rapidi cambiamenti di scenario nel campo delle dipendenze • Diffusa percezione della mancanza di soddisfacenti risposte a questo tipo di problematica • Mancanza del tempo necessario a nutrire la relazione d’aiuto • Scarsità degli strumenti a disposizione • Pertinenza non esclusivamente sanitaria del problema; necessità di coordinamento con altri attori : servizi sociali, volontariato, privato sociale Anche un aggiornamento e formazione non adeguato ai reali bisogni di salute del cittadino possono diventare un problema. Lo scarso tempo a disposizione del paziente durante la normale attività di lavoro, la scarsità di mezzi a disposizione per affrontare tali tematiche e la non collaborazione con altri attori coinvolti nel processo di cura sono fattori negativi. 5
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Presa in carico condivisa
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DUE ATTORI Fondamentale strumento di collaborazione è la comunicazione diretta • lo scopo è di evitare ogni possibile tentativo di manipolazione del materiale informativo da parte del paziente Medico di Medicina Generale Servizio per le Tossicodipendenze La presa in carico condivisa avviene tra due attori: il MMG e il Medico del Ser.T.; la loro deve essere una comunicazione diretta finalizzata all’informazione per evitare interferenze del paziente o dei famigliari. 7
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• Avere attenzione nei confronti dell'addiction
RUOLO DEL MMG • Avere attenzione nei confronti dell'addiction • Cogliere i segnali diretti o indiretti di comportamenti a rischio • Instaurare e mantenere una appropriata comunicazione • Verificare il comportamento additivo • Attivare la possibile rete di interventi Il ruolo del MMG è quello di instaurare un livello comunicativo adeguato con il soggetto bisognoso d’assistenza, cogliendo segnali diretti e indiretti utili a valutare il comportamento e l’atteggiamento del paziente nei confronti del percorso iniziale, attivando l’intervento dei professionisti coinvolti. 8
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• Indicare i giorni di terapia
NELL’AGENDA DEL MMG • Indicare i giorni di terapia • Indicare la data dei controlli periodici • Indicare la data di scadenza del piano terapeutico emesso dal Ser.T. Per una adeguata gestione del soggetto consumatore è buona pratica clinica annotare nel diario personale della cartella clinica (cartacea o informatizzata) i giorni di terapia, le dosi assunte giornalmente, i controlli periodici delle sostanze utilizzate, le date di scadenza dei piani terapeutici che dovranno essere rinnovati dal Ser.T. 9
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• Formalizzare la diagnosi
RUOLO DEL SER.T. • Formalizzare la diagnosi • Predisporre il piano terapeutico (D.L. 30 dic. 05 n G.U. n. 48 del 27 feb. 06) • Valutazione clinica dell’affidabilità del paziente e del suo contesto familiare e relazionale circa il corretto uso del farmaco • Inviare periodiche relazioni al MMG Al Ser.T. spetta la formulazione della diagnosi, la predisposizione del piano terapeutico, la valutazione clinica dell’affidabilità del paziente e della famiglia nella gestione del farmaco ed il conseguente passaggio delle informazioni al MMG attraverso relazioni periodiche. 10
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SODDISFARE LA RICHIESTA D’AIUTO
Due principali obiettivi: soddisfare la richiesta di aiuto prevenire le complicanze legate all'assuefazione La risposta non è univoca ma integrata e complessa, fruendo più facilmente del collegamento tra MMG e Ser.T. per: • Rilevare i bisogni emergenti • Dare voce alle nuove esigenze • Creare percorsi di mediazione • Evitare le fratture favorendo il recupero del soggetto, costruendogli intorno una rete di solidarietà La risposta al fenomeno delle dipendenze pone due principali obiettivi: quello di soddisfare la richiesta di aiuto e quello di prevenire le complicanze legate all’assuefazione. Tale risposta deve considerare i bisogni e le esigenze del soggetto, cercando attraverso la condivisione un dialogo aperto che eviti fratture e permetta il recupero della persona facendola sentire un “nucleo” importante avvolto dalla solidarietà di tutti. La sfida è proprio quella di costruire servizi (pubblici o privati) in grado di leggere i disagi non solo in fase conclamata, ma anche nelle sacche di marginalità e di disagio. 11
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PREVENIRE Per rendere il cittadino protagonista della “rete degli interventi e dei servizi sociali” occorre lavorare: • Per favorire processi di costruzione di identità • Agendo nell’ottica dell’aiuto alla persona • Evitando di porsi in termini di giudizio di comportamenti • Ponendosi a sostegno della persona • Ideando interventi di informazione, sensibilizzazione e consulenza destinati alla collettività • Favorendo l’aggancio dell’utenza che vive in condizioni di particolare marginalità ed esclusione • Promuovendo il benessere psicologico E’ corretto e utile ragionare in termini di processi di costruzione di identità, muovendosi nell’ottica dell’aiuto alla persona, evitando giudizi sui comportamenti ma ponendosi a sostegno dell’individuo. La prevenzione di tale situazione si attua attraverso interventi di informazione e di sensibilizzazione della collettività, evitando l’emarginazione e promuovendo il benessere psicofisico. Solo così il soggetto da “oggetto” di cura diventerà “protagonista” di una rete di interventi formata da cittadini, associazioni di volontariato e professionisti della salute. 12
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ale.rossi@tin.it ale.rossi@tin.it
“Quando curi una persona puoi vincere o perdere, quando ti prendi cura di una persona puoi soltanto vincere.” Patch Adams Frase conclusiva di Patch Adams che riassume il concetto di “curare” e “prendersi cura” di una persona.
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