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TCP/IP Transmission Control Protocol Internet Protocol

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Presentazione sul tema: "TCP/IP Transmission Control Protocol Internet Protocol"— Transcript della presentazione:

1 TCP/IP Transmission Control Protocol Internet Protocol
6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

2 TCP/IP TCP/IP Assomiglia a OSI però è un protocollo reale ed è diviso in 4 livelli anziché 7 NETWORK ACCESS LAYER PROCEDURE DI ACCESSO ALLA RETE FISICA (ETHERNET – ALOHA) LIVELLI CORRISPONDENTI OSI: 1,2 INTERNET LAYER DEFINISCE IL FORMATO DEL DATAGRAM E GESTISCE L’INSTRADAMENTO (OSI: 3) HOST TO HOST TRANSPORT LAYER FORNISCE IL SERVIZIO DI CONSEGNA END-TO-END (OSI: 4) APPLICATION LAYER INTERFACCIA VERSO LE APPLICAZIONI E I PROCESSI CHE USANO LA RETE (OSI: 5,6,7) 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

3 TCP/IP APPLICATION TRANSPORT INTERNET NETWORK ACCESS
VALE IL CONCETTO DELL’INCAPSULAMENTO: APPLICATION TRANSPORT INTERNET NETWORK ACCESS DATI H DATI H H DATI H H H DATI SEND RECEIVE 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

4 TCP/IP NETWORK ACCESS LAYER Segue l’evoluzione tecnologica: ogni volta che nasce un nuovo tipo di SDC deve essere sviluppato un nuovo Network Access Protocol. Serve per far funzionare TCP/IP con qualsiasi tipo di rete locale. INTERNET LAYER Definisce il DATAGRAM cioè il formato del pacchetto ed in particolare lo spazio dei nomi degli HOST 1 2 3 4 5 6 VER IHL TIPO DI SERVIZIO LUNGHEZZA TOTALE IDENTIFICAZIONE FLAGS OFFSET FRAMMENTAZIONE TEMPO DI VITA PROTOCOLLO HEADER CHECKSUM INDIRIZZO SORGENTE INDIRIZZO DESTINATARIO OPZIONI RIEMPITIVO I DATI COMINCIANO DA QUI 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

5 TCP/IP 32 BIT DI INDIRIZZO = !!! Ma non sono tutti HOST (purtroppo) N H H H Classe A 10 N N H H Classe B 110 N N N H Classe C 111 Riservato INDIRIZZI RISERVATI CLASSE A: N = 0 – DEFAULT ROUTE (SEMPLIFICA L’INSTRADAMENTO) N = 127 – LOOPBACK ADDRESS (DEBUG E CONFIGURAZIONE) TUTTI: H = 0 - E’ L’INDIRIZZO DELLA RETE H = 255 – BROADCAST DI RETE 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

6 TCP/IP SUBNET MASK ESEMPI
MASCHERA DI BIT A 1 CHE COMPRENDE: L’INDIRIZZO DELLA RETE E LA PARTE DI HOST ADDRESS CHE VOGLIAMO USARE COME IDENTIFICATORE DI SOTTORETE. SERVE A RIDURRE IL TRAFFICO GLOBALE NELLA RETE ESEMPI = RETE DI CLASSE B = HOST 2 DELLA RETE DI CLASSE C subnet = HOST 1 DELLA SOTTORETE TRANSPORT LAYER Si può scegliere di usare il protocollo UDP (user datagram protocol) oppure TCP (transmission control protocol). Si sceglie TCP se si vuole una trasmissione sicura, altrimenti si usa UDP che non effettua controlli ma è più semplice. Entrambi introducono il concetto di PORT ADDRESS che identifica il processo applicativo all’interno di un host. 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

7 TCP/IP UDP HEADER TCP HEADER
12 PORT SORGENTE PORT DESTINATARIO PORT SORGENTE PORT DESTINATARIO 12 3 4 5 6 LUNGHEZZA CHECKSUM SEQUENZA NUMERO DI ACKNOWLEDGEMENT La sicurezza in TCP è ottenuta col metodo PAR (Positive ack with retransmission) come l’ALOHA. OFFS. RES FLAGS FINESTRA CHECKSUM URGENT POINTER OPZIONI RIEMPITIVO APPLICATION LAYER Contiene vari servizi (protocolli) ben conosciuti e continuamente aggiornati: FTP, TELNET, SMTP, RIP, DNS, NFS… …da imparare ad usare !! 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

8 STRUTTURA GERARCHICA DEI PROTOCOLLI (ESEMPIO GATEWAY)
FTP TELNET SMTP RIP DNS NFS TCP EGP UDP IP INTERFACCIA DI LINEA COMMUTATA O DEDICATA ARP-CSMA/CD INTERFACCIA ETHERNET ETHERNET (LOCALE) ALTRE RETI 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

9 NOMI & INDIRIZZI DIRECTORY DOMAIN SUBDIRECTORY SUBDOMAIN
Ad ogni indirizzo può essere associato un nome. Il nome non è obbligatorio, ma è facile da ricordare… Un nome assomiglia al path di un file, solo che invece di ‘\’ c’è il ‘.’ e al posto dei file ci sono gli host. LA STRUTTURA E’ GERARCHICA COME L’ORGANIZZAZIONE DELLE DIRECTORY. ROOT IT UK JP COM EDU GOV MIL NET ORG DIRECTORY DOMAIN SUBDIRECTORY SUBDOMAIN SEPARA IL NOME UTENTE DAL NOME DELL’HOST ES: 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

10 TRADUZIONE DEI NOMI IN INDIRIZZI
HOST TABLE Semplice e locale DOMAIN NAME SERVICE (DNS) HOST TABLE è un file di sistema che si chiama sempre “HOSTS” ed è fatto così: # # TABLE of IP addresses and host names si8.mattei.itis.it si8 debiase localhost si5.mattei.itis.it si5 gianni Ma non posso avere una tabella di tutti gli host del mondo su ogni computer !! DNS è una applicazione client-server di ricerca in un data base distribuito e gerarchico. Serve quando la rete è connessa a internet in modo permanente e gli indirizzi cambiano frequentemente. Resolver Name Server Linkato alla applicazione Primary Secondary Caching-only 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

11 ALTRE TABELLE DI SISTEMA
SERVICES (PORT) # # Network services, Internet style # echo 7/UDP ftp 21/TCP telnet 23/TCP smtp 25/TCP mail # host – specific services rje 77/TCP finger 79/TCP # UNIX – specific services NETWORKS # Network names loopback 127 itis # ITIS “Mattei” 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

12 ALTRE TABELLE DI SISTEMA
PROTOCOLS # # Internet protocols ip 0 IP # internet protocol, pseudo protocol number icmp 1 ICMP # internet control message protocol igmp 2 IGMP # internet group multicast protocol ggp 3 GGP # gateway – gateway protocol tcp 6 TCP GATEWAYS # Network gateways net gateway metric 1 active net gateway metric 1 active 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

13 ESEMPIO DI INSTRADAMENTO
PC3 PC1 G2 R1 G1 R2 PC2 X.25 PC5 G3 R3 PC6 PC4 La funzione di instradamento associa una RETE ad un GATEWAY. Il routing può essere: MINIMO: Vale per reti isolate anche con SUBNETTING (IFCONFIG, NETSTAT, PING). STATICO: Vale per reti con un limitato numero di GATEWAY e dove l’instradamento non ha bisogno di essere modificato spesso (ROUTE). DINAMICO: Non ci sono comandi ma vari ROUTING PROTOCOLS. Adatto dove ci sono più strade per arrivare alla stessa destinazione. NETSTAT e PING servono in generale per visualizzare e verificare la attuale configurazione dell’instradamento. DEFAULT ROUTING è l’instradamento di default. Per R1 e R3 è anche l’unico. La parola “default” può sostituire l’indirizzo di una rete nei comandi. 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase

14 ROUTING PROTOCOLS INTERNI ESTERNI
SONO QUELLI PER LE RETI AUTONOME. RIP E HELLO SONO TRA QUELLI PIU’ USATI. I CONCETTI INTRODOTTI DA QUESTI PROTOCOLLI SONO LO HOP (SALTO) E IL DELAY (RITARDO) CHE SERVONO AD INFLUENZARE LE DECISIONI DI ROUTING. ESTERNI SONO QUELLI PER SCAMBIARE INFORMAZIONI TRA LE RETI. BGP E EGP SONO 2 ESEMPI. Esiste un programma unico che raggruppa i protocolli RIP HELLO BGP EGP che si chiama GATED (la ‘D’ finale sta per “daemon”). Conviene imparare solo quello. 6 Febbraio 2000 Prof. Domenico de Biase


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