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Considerazioni generali.

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Presentazione sul tema: "Considerazioni generali."— Transcript della presentazione:

1 Considerazioni generali.
L’osservazione degli atleti durante gli allenamenti e le gare di slalom Considerazioni generali. Riflessioni e suggerimenti utili per il miglioramento della prestazione Castel Gandolfo 13/02/2011

2 L'osservazione L’osservazione è il mezzo con il quale l’allenatore riconosce la “chiave di lettura” delle difficoltà incontrate o degli errori commessi dall’atleta, offrendogli adeguati suggerimenti per porvi rimedio. Il modo e la capacità di effettuare il suo intervento sono del tutto soggettive ed intuitive. Quindi, l’equilibrio personale, la capacità di ascolto, l’obiettività, le conoscenze acquisite attraverso l’attenta osservazione, la sperimentazione pratica e la conseguente verifica effettuata nel tempo, aiutano a formare quell’esperienza vissuta che è poi il bagaglio personale dell’allenatore. Ogni allenatore lavora con atleti, i quali fondamentalmente sono persone diverse da noi e come tali vanno considerate, ascoltate e comprese nella loro interezza anche filosofica e psicologica, offrendo aiuto per la loro crescita. Per questo, i fattori che possono influenzare la loro prestazione sportiva non vanno ricercati solo sul piano tecnico, ma più in generale, anche attraverso la conoscenza dell’uomo-atleta. Tutto questo ci aiuterà a calibrare l’intervento con risultati positivi che spesso vanno oltre il miglioramento tecnico e che indirettamente possono influenzare, positivamente, la sua sfera personale ed il nostro rapporto di comunicazione.

3 L'errore L’errore, aspetto condizionante nel risultato, è l’argomento sul quale si confrontano varie teorie e dove ogni allenatore trova soluzioni, più o meno valide per aiutare l’atleta a risolvere quelle difficoltà incontrate o gli errori commessi durante gli allenamenti o le gare. Con atleti ad alto livello si evidenzierà maggiormente la capacità di offrire o di verificare strategie di gara da adottare in ogni circostanza. Ad esempio l’analisi delle linee più rapide da effettuare per ottenere il miglior tempo, la tattica di gara o altro ancora, tralasciando argomenti secondari che li distoglierebbero da obiettivi primari. La verifica successiva e le eventuali modifiche da attuare determineranno la validità e la coerenza del progetto realizzato. In tutti i casi, siano essi positivi o negativi, gli atleti miglioreranno le loro conoscenze e le loro capacità per realizzare strategie adeguate che gli permetteranno di avvicinarsi sempre più a quella fascia di atleti ad alto livello o addirittura cercare di superarla.

4 Con questi atleti, il contributo dell’allenatore se pur significativo, non è prevalentemente di tipo tecnico. La loro preparazione fisica e tecnica di alto livello, necessitano maggiormente di confronti, verifiche e scambio di esperienze, per confermare le proprie idee oppure suggerimenti per ricercare il loro limite di prestazione. Con atleti giovani, il nostro modo di osservare, comprendere e proporre, può aiutare a sviluppare più rapidamente la loro crescita e contemporaneamente semplificare il modo di raggiungere livelli di conoscenza adeguata che favorirebbero la sua crescita ma anche la base dei praticanti il nostro sport. L’obiettivo quindi è quello di preparare allenatori in grado di far crescere il livello della stragrande maggioranza di slalomisti, perché è su di essi che si devono concentrare le maggiori energie.

5 Errori frequenti che possono condizionare il risultato
Il salto di una porta -- una penalità -- un rallentamento dello scafo -- una mancata accelerazione -- un controllo precario nella direzione -- una posizione non equilibrata del corpo -- un atteggiamento di difesa o troppo aggressivo -- il ritardo nell’esecuzione di un gesto o di un’azione -- un’idea o una valutazione sbagliata, etc… Ogni errore richiede differenti strategie per tentare di porvi rimedio, inoltre, a complicare le cose, potrebbe avere le sue origini in momenti precedenti in cui lo si nota. Fermarsi a notare l’errore solo in quella determinata circostanza, può essere insufficiente e forse non aiuta nemmeno a chiarire il problema. Quindi l’analisi video, che spesso segue per chiarire il motivo dell’errore e per porvi rimedio, (linea, fianco dato dell’imbarcazione, tipo di colpo, etc.) deve essere valutata nel contesto globale dell’azione analizzata. La ricerca del motivo che ha portato all’errore, resta uno degli aspetti fondamentali sui quali l’allenatore deve focalizzare la sua attenzione aiutando l’atleta a capirne l’origine e cercando poi, attraverso uno scambio di informazioni, offrire soluzioni adeguate.

6 Questo adattamento presuppone che l’errore, aspetto importante con il quale si deve convivere, deve essere accettato come tale perché non se ne può fare a meno. In effetti, questa è l’idea di alcuni bravi atleti, i quali cercano di ridurlo al minimo velocizzano indirettamente anche il tempo di gara, sapendo che vincerà chi ne avrà collezionato il minor numero. Al contrario, l’errore percepito solo come elemento demotivante, può condizionare molto il nostro modo di affrontare gli allenamenti e le gare e di conseguenza anche il risultato finale. Ogni atleta ad alto livello può migliorare la sua prestazione se è costantemente alla ricerca dell’eccellenza. Questa avverrà anche attraverso l’osservazione di tutto quello che lo circonda restando in empatia e senza giudicare ciò che è diverso dal suo modo di essere e di pensare. Solo così riuscirà ad assimilare tutto quello che ancora non conosce e ad arricchirsi di nuove esperienze e di nuove idee, fondamentali per migliorare il proprio equilibrio e quindi le proprie prestazioni. Queste qualità, possono essere stimolate in qualsiasi momento della carriera sportiva dell’atleta ma vanno ricercate soprattutto quando questi è ancora giovane. E’ bene offrire quindi da subito un ventaglio di opportunità dalle quali essi possano scegliere quello che più si addice a risolvere i loro quesiti. Spesso la ricerca degli atleti si focalizza su obiettivi che solo col tempo si dimostrano di secondaria importanza, quindi un corretto aiuto da parte dell’allenatore, può offrire da subito la possibilità di individuare quali sono i punti “chiave soggettivi” sui quali lavorare, riducendo il tempo di ricerca che altrimenti richiederebbe tempi più lunghi.

7 Come prevenire Nella preparazione alla gara, ma anche in allenamento, aiuta molto saper effettuare un progetto chiaro e personalmente realizzabile, attraverso un’analisi appropriata dell’acqua. La conoscenza dell’acqua e la percezione della corrente, le sue pendenze, i suoi movimenti e le linee da percorrere, sono presupposti fondamentali, in quanto la difficoltà di controllo può produrre reazioni indesiderate dell’imbarcazione ed indurre in errore. Definizione dei punti di riferimento sui quali canalizzare le nostre priorità. Il palo interno o esterno di una porta, il cavo o la cresta di un’onda, una determinata zona d’acqua o altro riferimento, possono aiutarci a vedere in modo più pratico la linea migliore da realizzare. Al contrario, perdere energie ed attenzione esagerando nella ricerca di punti di riferimento e pensando di essere più sicuri del risultato, probabilmente ci porterebbe a rallentare distraendoci ed allontanarci dalle priorità previste. L’errore ha sempre una storia che ci aiuta a capirne l’origine ma ne ha anche altre che spesso tendono a giustificarlo. Bisogna quindi tenere presente che l’errore deve essere considerato, analizzato e non solo giustificato. Di fronte a situazioni del genere, che sono frequenti, è bene prestare maggiore attenzione per cercare di capire evitando di dare giudizi affrettati.

8 Spesso avviene che l’atleta in tale circostanza cerchi una giustificazione plausibile dettata da una sua obiettività in merito. Non realizzando al momento che, se così non fosse, l’errore si potrebbe riprodurre nuovamente e quindi la sua giustificazione sarebbe solo una soluzione temporanea. Se quindi è vero che “un errore non è mai casuale” è bene analizzare ed approfondire con obiettività ogni situazione per avere più chiaro il progetto da realizzarsi già nella successiva occasione. Anche il modo di analizzare può rappresentare un’arma a doppio taglio, in quanto solo l’obiettività ci può aiutare a capire l’origine dell’errore. Frasi pronunciate dall’atleta come: Ero arretrato, non ero sciolto, non stavo bene, ero nervoso, la canoa si è spostata all’improvviso, non me ne sono accorto, non potevo, etc.…danno un’idea delle difficoltà che si possono incontrare e come l’atleta trovi una giustificazione plausibile sull’accaduto. In casi del genere, visto che non sempre è possibile trovare una risposta adeguata, conviene proporre all’atleta di riflettere sulla giustificazione data chiedendogli soprattutto di spiegare il “perché” di ciò che è avvenuto. Così facendo faciliteremmo l’atleta a fare un’analisi sull’accaduto, arrivando a chiarire cose che altrimenti lascerebbero le situazioni come sono.

9 Il quadro diventa più complesso se consideriamo anche le reazioni emotive o i vissuti personali che possono direttamente influenzare la tecnica spostando poi, solo su di esse, l’attenzione per cercare la soluzione. Può capitare che l’allenatore suggerisca accorgimenti senza capire il contesto nel quale l’errore è avvenuto. E’ buona regola quindi, prima di proporre, ascoltare cosa dice l’atleta in merito per avere ulteriori informazioni che potrebbero confermare le nostre ipotesi. A volte l’atleta dimostra di non aver chiaro quali sono gli obiettivi da scegliere in gara o almeno non sa decidere fra le tante, troppe cose che ha in mente. Spesso ripete mentalmente di voler fare “bene”, vuole stare attento, desidera spingere al massimo senza però dirsi come, dove e quando farlo, crea aspettative che spesso non possono essere realizzate. In alcuni casi egli focalizza l’attenzione su determinate situazioni da risolvere ricercando con un gesto, un colpo dato a tempo e con precisione di risolvere una determinata situazione. Tutto questo può contribuire al risultato finale, solo se prende il suo giusto spazio nel contesto generale nel quale è inserito, confermando il suo progetto iniziale. Se però a tutto questo viene dato un peso eccessivo, concentrandosi soprattutto su quella situazione, distoglieremo attenzione al resto del progetto

10 Facile e difficile A volte l’atleta si penalizza perché inconsciamente, in determinate occasioni, definisce “difficile” una situazione nella quale non riesce a vivere con empatia ed obiettività il da farsi, mentre “facile” e con analisi superficiale tutto quello che precede e/o quello che segue una determinata situazione, concentrando solo in quel punto tutte le sue priorità in gara. Così facendo si cerca di risolvere situazioni che abbiamo definito “difficili” mentre si toccano paline e si sbagliamo linee, proprio la dove le abbiamo giudicate “facili”. E’ come voler dimostrare di essere tecnicamente capaci a risolvere dette situazioni ma nello stesso tempo di essere poco obiettivi, e questo certo non paga ai fini del risultato. Se può servire come suggerimento, è meglio non parlare agli atleti di “facile” o di “difficile”, perché giudicando dal nostro punto di vista, potremmo anche influenzarli. Sufficiente è dare soluzioni pratiche, partendo dalle più semplici. Poi se queste vengono ritenute “ovvie”, allora progressivamente si cercherà di offrire soluzioni più rapide e che tengano in considerazione anche il minor dispendio energetico.

11 Rigidità e flessibilità
Come si potrà intuire, per essere in sintonia con il risultato, dovremo essere a tempo con l’acqua e con il nostro progetto, seguendolo mentalmente e praticamente senza essere particolarmente “rigidi” nella sua esecuzione, lasciando così anche la possibilità a reazioni nel caso di modifiche o di situazioni che non siano state previste. Quello che spesso accade è che nelle situazioni non previste, si resta bloccati ed incapaci di reagire, oppure in altri casi si vive parte della gara aspettando quel momento particolare al quale abbiamo dedicato esagerata attenzione e sul quale non siamo stati capaci di trovare una soluzione adeguata. Restare poi con il pensiero sull’errore o sulla situazione ormai passata, non permette di essere presenti e fare quello che bisognerebbe fare per poter proseguire con attenzione fra le porte successive. Naturalmente i migliori atleti, per esperienza, hanno idee più pratiche e coerenti finalizzate ad ottenere il miglior risultato e sanno che, l’idea più corretta e quella di essere costantemente presenti lottando sino all’ultimo convinti di poter vincere anche con errori, perché il migliore in gara è comunque sempre chi realizza una quantità di errori inferiore rispetto agli altri.

12 Gestire la condotta degli atleti in allenamento ed in gara.
Anche in questo caso l’esperienza può fare molto, ma molto si può fare anche offrendo un progetto adeguato, con suggerimenti mirati, sul quale verificarne la realizzazione per accrescere l’esperienza e le conoscenze di ogni atleta. Di qui la necessità di codificare una progressione al fine di organizzare con maggior cognizione di causa il nostro lavoro, il quale dovrebbe avere una linea coerente passando da un suggerimento all’altro con obiettività ed efficacia. L’individuazione della “chiave soggettiva di lettura” durante l’osservazione è un aspetto fondamentale da perseguire per essere più efficaci ed aiutare gli atleti a comprendere e a progredire più rapidamente. Sulla base di quanto descritto in queste pagine, si può proporre una linea generale per osservare ed aiutare, individualmente, i nostri atleti.

13 1) Proporre in allenamento situazioni che permettano la crescita oggettiva delle conoscenze da parte dell’atleta come l’acqua, le linee, gli obiettivi, le strategie, etc. oltre alle capacità di controllo dell’imbarcazione con buona tecnica di pagaiata e di manovra. Con la coscienza corporea la relativa percezione dell’equilibrio in canoa, del suo scorrimento durante le tecniche suddette ed infine la ricerca dell’economicità del gesto. Inoltre aiutare l’atleta a pensare in funzione del risultato finale, da realizzare attraverso allenamenti effettuati con adeguata velocità ed in assenza di penalità.

14 2) Progressione nella proposta attraverso l’individuazione delle carenze soggettive dell’atleta. Su quest’argomento l’allenatore si gioca parte del suo valore in quanto la capacità di ascolto e di comunicazione possono fare la differenza, molto di più della reale capacità tecnica acquisita nel suo passato canoistico. Quindi una progressione che inizi con l’osservazione e l’ascolto, in sintesi ci potrebbe aiutare a comprendere meglio il nostro uomo-atleta. Le proposte seguenti dovrebbero essere indirizzate ad un approccio pratico e graduale che metta l’atleta nella situazione idonea affinché comprenda, non solo verbalmente, ma con la percezione del suo corpo (feeling), quello che vogliamo proporre. A seguire la necessaria verifica per capire se l’informazione che abbiamo voluto offrire è stata assimilata. Nel caso contrario, saremo noi a doverci mettere in discussione, perché potrebbe essere proprio il nostro modo di proporre, a volte teorico e spesso non chiaro, la causa della difficoltà di apprendimento. Cercare quindi altre strade, proponendo in forma diversa ed in modo più comprensibile quanto esposto in precedenza allo scopo di ottenere una risposta positiva alla proposta fatta.

15 3) Individuare poi le carenze dell’atleta, che non vanno ricercate solo sul piano tecnico, perché a volte queste vengono influenzate anche dal modo di affrontare la gara. Vi è molta differenza fra atleti ad alto livello e tutti gli altri, come lo si nota in gara guardando la loro dimostrazione di sicurezza, tranquillità e determinazione. Questa differenza non la notiamo così chiaramente quando cerchiamo di capire con quali progetti e da quali idee viene gestito il loro comportamento, la loro filosofia e la loro tattica in gara. Di questo argomento se ne parla poco ed è difficile farlo, perché la ricerca effettuata dai migliori, è parte di quel bagaglio personale, a volte inspiegabile che caratterizza le loro prestazioni. Resta chiaro che il modo di affrontare la gara ha un ruolo fondamentale nell’individuazione delle carenze di ogni atleta. Spesso si focalizza le proprie attenzioni sulla soluzione dei vari problemi tecnici da affrontare senza preoccuparsi della filosofia che ne regola la gestione in gara. Abbiamo visto Campioni del Mondo ed Olimpici vincere con tecnica raffinata realizzando le loro prestazioni con eleganza, ma abbiamo anche visto vincere con altri modi, dimostrando che non è solo un gesto corretto che può influenzare un risultato ma soprattutto comprendere con quale idea viene costruita la strategia di gara.

16 Questo per dimostrare come spesso ci si perda pensando ad organizzare la gara prestando attenzione su obiettivi ritenuti fondamentali e che si dimostrano poi di secondaria importanza, teorizzando e tralasciando cose più pratiche ed obiettive che ci portano lontano dal risultato. La ricerca in allenamento e in gara, quindi è quella di essere pratici ed obiettivi per cercare di realizzare il miglior tempo senza commettere penalità, ma soprattutto lottando con intelligenza. Roberto D’Angelo


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