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PubblicatoNunziatella Salvatori Modificato 11 anni fa
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MACBETH Melodramma in 4 parti Prima rappresentazione
14 Marzo 1847, Firenze Teatro della Pergola Ouverture: caleidoscopio dei temi musicali più sinistri dell’opera; il senso di fatalità è espresso dall’uniforme tonalità minore e dalla cupa armonia dell’orchestrazione.
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Atto 1 scena xI Macbeth solo
La scena è orchestrata per legni, timpani e archi con sordina. L’aria è cantata sotto voce e in modo cupo da provocare terrore. I colori musicali cambiano come le immagini nella mente di Macbeth. Mi si affaccia un pugnal!L’elsa a me volta? […] Solco sanguigno la tua lama irriga! […] Or morta è la natura; or l’assassino Come fantasma per l’ombre si striscia […]
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ATTO 2 Scena II Lady Machbeth sola La luce langue[…]
Notte desiata provvida veli La man colpevole che ferirà . Nuovo delitto! E’necessario![…] Ai trapassati regnar non cale A loro un requiem l’eternità[…] La melodia si snoda con grande ricchezza e sottigliezza orchestrale . La voce si intreccia ai legni di sostegno in un tessuto musicale di grande efficacia.
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Atto 3 Scena I Un’oscura caverna. Nel mezzo una caldaia che bolle. Tuoni e lampi. Coro di streghe Tu, dito d’un pargolo Strozzato nel nascere. Tu, labbro d’un Tartaro, Tu, cuor d’un eretico, Va’ entro, e consolida La polta infernal. La musica, resa sinistra dal timbro degli oboi, dei clarinetti e dai fagotti, ricorda ora l’uragano,ora la risata demoniaca delle streghe. Il picchiettato di archi, fagotti e clarinetti imita il sobbollire della caldaia infernale. La mancanza di parallelismo tra ritmo musicale e testuale serve a sottolineare la bizzarria della scena fantastica.
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Atto 4 Scena IV Lady Macbeth in preda al sonnambulismo
Una macchia è qui tuttora… Via, ti dico, o maledetta! … […] Chi poteva in quel vegliardo Tanto sangue immaginar? […] Di sangue umano Sa qui sempre… […]Banco è spento, e dalla fossa Chi morir non surse ancor. Questa scena possiede una reale forza musicale e drammatica. Verdi ricorre ad una orchestrazione selettiva: prescrive le sordine agli archi , elimina gli strumenti a fiato più brillanti e utilizza il clarinetto e il corno inglese come obbligati. La scena scorre grazie ad una melodia senza fine e senza interruzioni. L’allucinazione, la paura e il tormento sono sottolineati dalla voce soffocata e stridula di Lady Macbeth che canta ,come reca l’indicazione verdiana, sempre sotto voce.
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A cura di: DAVIDE TAGLIAVINI RAFFELE ALTILIA MIRKO CERATI
JESSICA GABRIELE FABIANA SGANZERLA PIETRO VECCHI Montaggio di : Raffaele Altilia, Jessica Gabriele e Mirko Cerati
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