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PubblicatoSandra Farina Modificato 11 anni fa
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Il caso di studio: ritardo cognitivo un intervento semisperimentale
Stefania Pinnelli
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Uno studio di caso Intervento semi-sperimentale condotto,
anno scolastico , scolaro di scuola primaria. ha 10 anni, frequenta la classe quarta della scuola primaria e, secondo quanto recita la diagnosi clinica e funzionale redatta dall’equipe socio-psico-pedagogica dell’ASL, presenta un disturbo evolutivo dell’eloquio e ritardo mentale di grado medio. QI compreso approssimativamente tra 35 e 49, (negli adulti, età mentale tra 6 e 9 anni). Ne consegue un grave ritardo negli apprendimenti scolastici, deficit dell’attenzione ed immaturità affettivo-relazionale ulteriormente aggravata da una forte deprivazione socio-culturale
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Area cognitiva,linguistico-espressiva
buone capacità mnesiche riesce a ricordare facilmente canti, poesie e, se guidato con domande-stimolo, verbalizza, sia pure con un lessico povero, brevi testi narrativi dimentica rapidamente. attenzione è discontinua, si stanca presto e deve essere continuamente motivato, stimolato e gratificato, scarsa autostima, inoltre, lo induce a richiedere costantemente, l’approvazione dell’insegnante
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L’intervento integrare l’iter formativo dell’alunno soprattutto nell’area dello sviluppo linguistico, utilizzando un apposito software da affiancare ai sussidi tradizionali (libri e quaderni) al fine di potenziare e consolidare l’acquisizione degli obiettivi formativi previsti dal PEI.
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Il sw “Comprensione del testo 1 – Contesto e idea
Testi costruiti ad hoc Cloze test Esercizi di comprensione del testo
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Prove di valutazione in ingresso
per poter calibrare opportunamente il software e poter verificare gli effetti del suo utilizzo è stata somministrata, una prova di ingresso scelta tra quelle elaborate in uno dei progetti pilota dell’INVALSI per gli alunni della seconda classe di scuola primaria. Il livello di difficoltà appare, quindi, compatibile con il livello di competenze che l’alunno dovrebbe possedere e con il livello di sviluppo previsto dalla sua analisi funzionale [
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risultati Dai risultati si evince chiaramente che l’alunno è in grado di selezionare il significato di una parola in un contesto ma non riconosce le parti specifiche di un testo. Su 12 item ne indovina 3 La stessa tipologia di errore emerge anche dal dettato eseguito dall’alunno
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La sperimentazione L’attività condotta nei mesi di gennaio, febbraio e parte di marzo, totale di 16 incontri, finalizzata all’incremento delle competenze linguistiche, è stata unica pertanto ogni eventuale miglioramento o peggioramento sono da attribuire ad essa. due incontri di conoscenza del software ..dopo un primo approccio problematico…
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Valuatazione in uscita
A valle della sperimentazione è stato somministrato al bambino un test, simile a quello proposto in ingresso, scelto sempre tra quelli elaborati dall’INVALSI per alunni della seconda classe di scuola primaria per la verifica degli apprendimenti. Si è scelto di non somministrare subito lo stesso test Invalsi usato in ingresso bensì di utilizzarne uno simile per difficoltà, ma con contenuti differenti. Tale scelta è stata fatta al fine di essere certi del reale incremento di competenze dell’alunno piuttosto che avere dubbi che un eventuale miglioramento delle risposte potesse essere dettato da un qualche effetto memoria
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I primi risultati 10 risposte giuste su 12
E’ interessante notare da questi risultati che la maggior parte delle risposte giuste riguardi l’esatto riconoscimento delle parti di un testo, mentre evidenti difficoltà rimangono nella comprensione del significato di una frase rispetto al contesto
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Un mese dopo Circa un mese dopo, ed esattamente in data 16 e 18 aprile, sono stati riproposti all’alunno i due testi INVALSI in due sedute separate I 10 item corretti del secondo test sono 9 E dai tre del primo in ingesso siamo passati a 7 miglioramento, soprattutto nell’ambito della comprensione particolare di un testo unita ad una significativa riduzione dei tempi di esecuzione, che sono scesi a circa quaranta minuti in entrambi i casi
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inoltre il miglioramento è un dato di fatto e non solo nei termini di performance misurata: infatti, al di là di ciò che è possibile dedurre dai dati rilevati, nei mesi interessati dalla ricerca, si è notato nell’alunno, un calo delle assenze strategiche e dei comportamenti inadeguati parallelamente all’aumento dell’interesse verso le attività scolastiche. ha cominciato ad intervenire, sia pure raramente, durante le conversazioni in classe mostrando di porre attenzione a quello che si sta dicendo e qualche volta fa anche i compiti a casa,
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inoltre alcuni testi prodotti autonomamente lo scolaro ha espresso situazioni di disagio che hanno interessato la sua famigli a causa della perdita del lavoro da parte del padre. Marco, pertanto, ha acquisito i rudimenti minimi e utili nella gestione del testo scritto anche come strumento di narrazione personale del proprio vissuto e della propria storia, iniziando, per dirla con J. Bruner, un’attività di costruzione del sé e della propria identità in relazione al contesto
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Qualche considerazione
Nel caso di ritardo mentale, l’utilizzo consapevole e mirato delle nuove tecnologie può aumentare le probabilità di successo dell’intervento educativo. Un’ulteriore elemento di consapevolezza maturato dalla ricerca presentata risiede nel fatto che, tali attività innovative non possono avere carattere episodico, viaggiando sulle ali dell’entusiasmo e dell’improvvisazione, ma, per essere efficaci, devono diventare parte integrante di una più ampia e complessa programmazione Competenza docente Alunno protagonista e costruttore del proprio processo di apprendimento
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