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Università di Milano - Bicocca
SÉ E IDENTITÀ Marco Castiglioni Università di Milano - Bicocca
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Sé (Self) : Termine che acquista il suo significato a partire dall’ orientamento teorico che ne dispone l’impiego e ne dispone l’uso (Galimberti, 1992). Pronome personale riflessivo Importanza del punto di vista nella definizione dell’oggetto (Agazzi, 1976, 1979; Ceruti, 1986) In questa trattazione: punto di vista sistemico-costruzionista, ma confronto con altri modelli teorico (cognitivismo, psicoanalisi) Identità: senso che le persone hanno del proprio essere continue attraverso il tempo e distinte da tutte le altre. (Nozione strettamente interconnessa a quella di Sé e da questa non sempre distinguibile)
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Alcuni aspetti fondamentali per la definizione delle 2 nozioni di Sé e Identità:
a) Permanenza / continuità (nucleo permanente e continuativo nel tempo attraverso i cambiamenti somatici, psichici e ambientali) b) Individualità / unicità (differenza rispetto alle altre persone) c) Autoriflesssività (capacità peculiare dell’essere umano di farsi oggetto a se stesso) d) Intenzionalità / Volizione (senso di essere centro di iniziativa sul mondo e di stati intenzionali)
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WILLIAM JAMES (1842-1910) Concezione processuale del Sé 2 aspetti:
IO = Sé conoscente (soggetto) Elementi costitutivi dell’IO: esperienza di continuità: sentimento di identità esperiemza di distinzione: sentimento di distinzione Esperienza di volizione: desideri e capacità di azione ME = Sé conosciuto (oggetto) Elementi costitutivi del ME: Me materiale corpo, beni, moglie e figli Me sociale: “Un uomo ha tanti se sociali quanti sono gli individui che lo conoscono” (1890, p. 222) Me spirituale consapevolezza dei propri pensieri e meccanismi psicologici.
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CHARLES COOLEY (1864-1929) Principio del LOOKING-GLASS SELF
Ogni conoscenza di sé si fonda sull’interazione con gli altri. La dimensione relazionale è basilare per lo sviluppo dell’identità. Il Sé è prodotto da un “rispecchiamento” le altre persone funzionano come uno specchio: la consapevolezza di noi stessi deriva da quanto vediamo riflesso negli altri. "Quando noi vediamo il nostro volto, la nostra figura e i nostri abiti in uno specchio e siamo interessati ad essi in quanto nostri e siamo più o meno compiaciuti di essi... allo stesso modo, nell'immaginazione, noi percepiamo nella mente altrui pensieri sulla nostra immagine, sui nostri modi, sui nostri ricordi, sulla nostra realtà, sul nostro carattere, sui nostri amici, e così via, e ne siamo variamente influenzati“ (Cooley, 1902, p. 184).
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GEORGE H. MEAD (1863 –1931) INTERAZIONISMO SIMBOLICO
La mente ed il Sé sono il prodotto dell’interazione sociale, ovvero dell’interiorizzazione di gesti e significati sociali La società spiega l’individuo, non viceversa 2 prerequisiti evolutivi: a) Capacità di produrre e di rispondere a simboli Importanza del linguaggio e della comunicazione perché la mente(Mind) divenga consapevole di se stessa (Self). b) Capacità di assumere gli atteggiamenti degli altri Costruzione dell’Altro generalizzato
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GEORGE H. MEAD (1863 –1931) IO, ME, SÉ
Reazione individuale (imprevedibile anche per il soggetto stesso)* alla situazione sociale Parte propulsivo-creativa del Sé: il soggetto è centro di iniziative che possono modificare la situazione in cui si trova *Cfr. Guidano (1987, 1996) ME Insieme organizzato degli atteggiamenti /aspettative degli altri verso un certo individuo (Altro generalizzato interiorizzato) Parte più “conformista” del sé, che riflette i significati e i valori della cultura di appartenenza dell’individuo
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GEORGE H. MEAD (1863 –1931) Sé è processo dinamico derivante dalla dialettica di IO e ME. Inderdipendenza e influenza bidirezionale tra individuo e società Le differenze individuali sono riconducibili, oltre che alle differenze degli “IO”, anche al fatto che ciascun individuo riflette le aspettative e dinamiche sociali da una prospettiva diversa da quella degli altri individui ( “ruolo”, “posizione” nel sistema sociale)
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COSTRUZIONISMO SOCIALE
Ripresa della riflessione interazionista sul Sé (ruolo fondamentale dell’interazione sociale e del linguaggio, Mead, 1934; Vygotskji, 1934; Wittgenstein, 1953), con rinnovata consapevolezza epistemologica riferimento al COSTRUTTIVISMO: a) la (conoscenza della) realtà è frutto di costruzione dell’osservatore b) non esiste osservazione “neutra”, indipendente del soggetto osservante. N.B.: Fondamentale differenza tra COSTRUTTIVISMO (individualista) e COSTRUZIONISMO (sociale): la costruzione della conoscenza/realtà è un processo sociale, culturale, linguistico e non un processo individuale (Cfr. Kelly, 1955)
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COSTRUZIONISMO SOCIALE (Bruner, 1990; Gergen, 1985, 1987, 1991; Harré, 1987, 1998)
Negazione di ogni sostrato ontologico al Sé (no res cogitans) Esistono soltanto: a) processi di tipo neuro-biologico ( corpo) b) processi di tipo socio-linguistico ( persona) Riconduzione della nozione di Sé a pratiche socio-linguistiche Il Sé è una POSIZIONE nella conversazione diverse articolazioni teoriche (radicali vs moderate): - dall’ Io attaccapanni (Goffman, 1959) le posizoni possibili sono infinite; - al Sé “vincolato” alla sua stori arelazionale le posizioni non sono infinite (Ugazio, 1998). Concezione sociale, narrativa distributiva, del Sé: Sé molteplice, situazionale, frammentato, saturato (Gergen, 1987, 1991).
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COSTRUZIONISMO SOCIALE (Bruner, 1990; Gergen, 1985, 1987, 1991; Harré, 1987, 1998)
I problemi teorici del concetto di Sé sono dovuti all’essenzialismo: considerare il sé come se fosse una sostanza / essenza indipendente dalle sue possibili definizioni/usi linguistici (Bruner, 1990). Il Sé non esiste, non ha alcuna consistenza ontologica: è un artefatto culturale, derivante dal concetto di persona, dovuto ad una “reificazione” di usi linguistici (Harré, 1987). Il Sé non è una “cosa”, è un “LUOGO a partire dal quale una persona percepisce il mondo e un luogo da cui agisce. I Sé sono finzioni grammaticali” (Harré, P. 14). Individualità e singolarità sono legate al corpo: posizione nel tempo e nello spazio da cui si originano i ostri punti di vista.
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COSTRUZIONISMO SOCIALE (Bruner, 1990; Gergen, 1985, 1987, 1991; Harré, 1987, 1998)
La psicologia è scienza “doppia”: a) scienza del corpo processi neurofisiologici b) scienza della persona (concetto non altrimenti definibile) capacità di agire in modo intenzionale in un sistema sociale caratterizzato da un ordine morale. Eliminazione del mentalismo: “L’intero apparato di punta della psicodinamica e della psicologia cognitiva è al peggio una fantasia e al meglio una metafora (Harré, 1998, p. 29) Linguaggio come “via regia” per lo studio dell’esperienza umana: psicologia come studio del discorso, della conversazione, della cultura, della partecipazione a “forme di vita”, caratterizzate da “giochi linguistici” (Wittgenstein, 1953).
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