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27 gennaio 2005 giorno della memoria
La persecuzione degli ebrei durante il fascismo ( breve documentazione per riflettere insieme) a cura di Fiammetta Saraceni
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Nel 1938, quando vennero introdotte in Italia le leggi razziali contro gli ebrei, era legge fondamentale lo Statuto Albertino, di ispirazione liberale che dava ampio spazio ai diritti di uguaglianza, di libertà, ai diritti civili e politici (art. 24/26/27/28/29). Come fu possibile emanare quelle leggi violando l’espressa tutela normativa? Potrebbe ripetersi anche oggi, pur in presenza degli art. 2/3/13/14/16/22/23/33/34 della Costituzione?
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Statuto del regno 4 marzo 1848
Art. 24 Tutti i regnicoli, qualunque sia il loro titolo o grado, sono eguali dinanzi alla legge. Tutti godono egualmente i diritti civili e politici e sono ammessibili alle cariche civili e militari, salve le eccezioni determinate dalle leggi.
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Statuto del regno 4 marzo 1848
Art. 26 La libertà individuale è guarentita. Niuno può essere arrestato o tradotto in giudizio, se non nei casi previsti dalla legge, e nelle forme che essa prescrive.
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Statuto del regno 4 marzo 1848
Art. 27 Il domicilio è inviolabile. Niuna visita domiciliare può aver luogo se non in forza della legge , e nelle forme che essa prescrive.
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Statuto del regno 4 marzo 1848
Art. 28, comma 1 La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi. Art. 29, comma 1 Tutte le proprietà sono inviolabili
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Diritti civili e politici
29 marzo 1848 il Re estende i diritti civili agli ebrei. 19 giugno 1848 il Re estende i diritti politici agli ebrei. Una volta “emancipati” gli ebrei partecipano generosamente alle lotte del Risorgimento sia nell’esercito piemontese che fra i volontari garibaldini.
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“siam fratelli, siam stretti in un patto, maledetto colui che lo infrange….”
Nel corso del XIX sec l’Italia era stata costruita raccogliendo congiuntamente popolazioni dal passato diverso, ma unite da un insieme di sentimenti, ideali, interessi comuni, maturati in un lungo arco di anni e affermati attraverso una difficile, sanguinosa lotta per arrivare all’indipendenza ed ad un regime di libertà. Gli ebrei, pur nella consapevolezza di appartenere ad una cultura religiosa diversa, si erano profondamente integrati nella vita nazionale.
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Le leggi del 1938 Quando nel 1938 vennero emanate le “leggi razziali”, il governo fascista e il Re, che con la sua firma convalidò quei decreti, incrinarono consapevolmente quei vincoli di unità nazionale, in netta contraddizione con il movimento risorgimentale. Venne isolata ed esclusa dalla comunità nazionale una delle sue componenti, violando il patto a cui gli ebrei con la loro azione e operosità si erano attenuti lealmente.
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Caratteristiche generali della legislazione antiebraica
La normativa riguardò tutti gli ambiti della vita del paese e partì dalla definizione giuridica di ebreo mediante un sistema classificatorio basato sul numero di nonni ebrei (visto che essi non possiedono alcuna caratteristica somatica specifica). L’obiettivo finale era l’arianizzazione del paese.Non si arrivò formalmente a revocare la cittadinanza, ma la si svuotò dei principali diritti civili e politici.
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Ambito sociale Vietata sia la celebrazione di matrimoni misti che le unioni di fatto miste. Espulsione dall’esercito Decadenza dalle cariche pubbliche (tranne i nove senatori) Preclusione per tutti i pubblici impieghi, libere professioni, credito,assicurazioni, turismo, lavoro dipendente presso aziende ausiliarie alla difesa della nazione (Fiat/Compagnia Generale Elettricità), vietato l’inserimento del nome negli elenchi telefonici, la detenzione di radio, il possesso di case e terreni oltre un determinato valore, licenziati tutti gli artisti ebrei
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Ambito scolastico Il ministro dell’educazione nazionale Giuseppe Bottai con il regio decreto-legge 5 settembre 1938, n1390 dispose l’esclusione immediata di tutti gli studenti di razza ebraica dalle scuole statali e dal 16 ottobre di tutti gli insegnanti ebrei e di tutti gli altri dipendenti.Furono espulsi 96 professori universitari il 7% della categoria! 133 assistenti, 279 tra presidi e professori,centinaio di maestri. Fu inoltre vietato agli ebrei di accedere alle biblioteche pubbliche e di far parte di associazioni culturali e sportive, nelle scuole furono vietati libri di testo redatti, commentati e riveduti da autori di razza ebraica.
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La deportazione Alla fine del 1943 il paese si trovò diviso in due: nelle regioni meridionali e nelle isole controllate dagli alleati, Badoglio nell’art. 31 del c.d. armistizio lungo, abrogò tutte le leggi razziste e successivamente quelle persecutorie; nelle regioni centrali e settentrionali, controllate dalla Germania nazista e dalla Repubblica sociale italiana, subito dopo l’8 settembre iniziarono i primi arresti di ebrei e la deportazione degli stessi nel campo di transito della Risiera di San Sabba a Trieste e nel campo di concentramento di Fossoli di Carpi in provincia di Modena.
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