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PubblicatoAnastasio Drago Modificato 10 anni fa
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Cap. 5° Le dimensioni della domanda educativa – formazione dell’uomo completo
Premesse: Riprendiamo uno dei modelli con cui abbiamo rappresentato le qualità umane nel IV capitolo – quello tradizionale prospettato da Aristotele. Le mappe della qualità umane fanno parte del quadro ideale, teorico, desiderabile, con cui confrontiamo il quadro reale, situazionale, in cui si trova l’educando, per poter vedere la discrepanza e la strada educativa da percorrere. DIMENSIONI AFFETTIVA COGNITIVA VOLITIVA
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Cap. 5° Le dimensioni della domanda educativa
Questioni introduttive – l’influsso e i ruolo delle emozioni L’uomo – un essere solo razionale? Le scuole educano la dimensione affettiva degli studenti? Emozioni nella vita quotidiana – l’influsso sui comportamenti Emozioni nello studio – l’influsso sull’intelletto La relazione e le interazioni della dimensione emotiva con altre dimensioni Implicazioni educative: che cosa significa prendere in considerazione la dimensione emozionale dello sviluppo della persona? è possibile «educare» le emozioni?
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Lo sviluppo della dimensione emozionale e affettiva
A. R. DAMASIO (19952), L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano, Milano: Adelphi, 19-20; A. R. DAMASIO (2003), Emozioni, sentimenti e cervello … L’assenza di emozioni e di sentimento è dannosa e “capace di compromettere la razionalità che ci permette di essere peculiarmente umani e ci permette di decidere in armonia con un senso di futuro personale, di convenzione sociale e di moralità”.
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J. D. MAYER – P. SALOVEY (1997), «What Is emotional intelligence. »
J. D. MAYER – P. SALOVEY (1997), «What Is emotional intelligence?». In: P. SALOVEY – J. D. SLUYTER (Eds.), Emotional development and emotional intelligence: Implications for educators, New York: Basic Books, 3-31. Intelligenza emotiva è un’abilità che si esprime attraverso quattro livelli di competenza crescente – un quadro evolutivo Percezione, valutazione ed espressione di una emozione: abilità di identificare una emozione che caratterizza uno stato fisico, un sentimento, un pensiero; abilità di identificare emozioni negli altri, nelle opere d’arte, nei progetti, ecc. attraverso il linguaggio, il suono, l’aspetto e il comportamento; abilità nell’esprimere accuratamente le emozioni, e di esprimere i bisogni riferiti a questi sentimenti; abilità di discernere tra accurata e inaccurata, onesta o disonesta espressione dei sentimenti.
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Facilitazione emozionale del pensiero:
le emozioni danno priorità al pensiero dirigendo l’attenzione su informazioni importanti; le emozioni sono sufficientemente vivide e disponibili in modo da poter essere generate come un aiuto al giudizio e al ricordo dei sentimenti; l’umore emozionale fa oscillare la prospettiva individuale da ottimistica a pessimistica, incoraggiando la considerazione di molteplici punti di vista; gli stati emozionali incoraggiano specifici approcci differenziati ai problemi come quando la felicità facilita il ragionamento induttivo e la creatività.
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3. Comprendere e analizzare le emozioni; utilizzare la conoscenza emozionale:
abilità nell’assegnare un nome alle emozioni e nel riconoscere relazioni tra le persone e le emozioni stesse come la relazione tra piacere (mi piaci) e amare (ti amo); abilità nell’interpretare il significato che le emozioni hanno nei riguardi delle relazioni, come la tristezza che spesso accompagna una perdita; abilità nel comprendere sentimenti complessi: sentimenti simultanei di amore e odio o mescolanze come il timore combinazione di paura e sorpresa; abilità nel riconoscere probabili transizioni tra le emozioni, come quelle tra rabbia e soddisfazione o tra rabbia e vergogna.
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4. Regolazione riflessiva delle emozioni al fine di promuovere la crescita intellettuale ed emozionale: abilità nel rimanere aperti nei riguardi dei sentimenti, sia di quelli piacevoli che di quelli spiacevoli; abilità nell’impegnarsi o distaccarsi in maniera riflessiva da una emozione sulla base di un giudizio dell’informazione dell’utilità che offre; abilità nel monitorare in maniera riflessiva le emozioni in relazione a se stessi o agli altri, come il riconoscere quanto siano chiare, tipiche, influenti o ragionevoli; abilità nel gestire le emozioni proprie e altrui moderando quelle negative e intensificando quelle piacevoli, senza reprimere o esagerare le informazioni che esse possono evidenziare.
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Cinque abilità dell’intelligenza emozionale:
P. SOLOVEY – J. D. MAYER (1990), Emotional intelligence, «Imagination, Cognition and Personality» 9, da cui D. GOLEMAN (1996), Intelligenza emotiva, Milano: Rizzoli. Cinque abilità dell’intelligenza emozionale: Conoscenza delle proprie emozioni. L’autoconsapevolezza come capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui esso si presenta. La capacità di monitorare istante per istante i sentimenti è fondamentale per la comprensione psicologica di se stessi, mentre l’incapacità di farlo ci lascia alla loro mercé. 2. Controllo (gestione) delle emozioni. La capacità di controllare i sentimenti in modo che essi siano appropriati. Come la capacità di calmarsi dall’ansia, dalla tristezza o dall’irritabilità.
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Cinque abilità dell’intelligenza emozionale:
P. SOLOVEY – J. D. MAYER (1990), Emotional intelligence, «Imagination, Cognition and Personality» 9, da cui D. GOLEMAN (1996), Intelligenza emotiva, Milano: Rizzoli. Cinque abilità dell’intelligenza emozionale: 3. Motivazione di se stessi. La capacità di dominare le emozioni per raggiungere un obiettivo Il controllo emozionale come capacità di ritardare la gratificazione e di reprimere gli impulsi. 4. Riconoscimento delle emozioni altrui. L’empatia come fondamentale capacità di mettersi in relazione con gli altri. 5. Gestione delle relazioni. L’arte delle relazioni consiste in larga misura nella capacità di entrare in relazione con le emozioni altrui.
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Stima di sé - autostima Autostima – confronto tra il concetto di sé attuale e l’io ideale (la valutazione soggettiva del valore che si attribuisce a se stessi secondo la percezione che ne abbiamo) Concetto di sé – l’autorappresentazione attuale di se stesso da vari punti di vista (cognitivo, affettivo, valoriale e morale, fisico) L’io ideale – una rappresentazione di sé prospettica che è oggetto di desiderio, di aspirazione Sé possibili (possible self) – modelli raggiungibili (Markus e Nurius, 1996) Autostima (auto-percezione): relazione con emozioni positive e negative (p.e. la valutazione post-attiva) relazione con stati motivazionali e con atteggiamenti (locus of control) La centralità dell’azione educativa nella formazione dell’identità personale, del sé e della stima di sé (Bruner, 1997) vedi in Educare, p.127
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Conclusione: l’educazione affettiva tende a essere indiretta e collaterale rispetto ad attività il cui contenuto di primo livello non è necessariamente di tipo affettivo; difatti è il contesto in cui si svolgono tali attività a caricarsi di significati pregnanti sotto il profilo affettivo, ed è dunque l’esperienza di tale contesto a indurre la formazione di abiti emotivi; Implicazioni educative: l’educazione affettiva non si svolge come l’istruzione diretta di contenuti in varie materie; avviene attraverso le relazioni con le persone significative e attraverso il contesto creato da queste persone; l’educazione affettiva implica la necessità di maturità emozionale degli educatori - essi educano le emozioni degli discenti attraverso la propria dimensione emozionale (qualsiasi essa sia); i risultati dell’educazione affettiva sono di natura “abituale“, sia riguardo alle reazioni (emozionali), sia riguardo al controllo cognitivo (di queste reazioni).
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