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PubblicatoSilvana D amato Modificato 10 anni fa
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1 Configurazione o distribuzione particolare di diritti di azione, controllo, decisione e proprietà
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2 Livelli di analisi: SOVRAORDINATO : Sistema primario di lavoro Insieme di attività interdipendenti che portano ad un risultato identificabile, tipicamente un’unità di prodotto o servizio; Stabiliscono un limite esterno o “superiore” all’integrazione tra attività. SOTTO-ORDINATO: Operazioni unitarie elementari Attività base, non ulteriormente divisibili; Stabiliscono un limite inferiore oltre il quale i compiti non sono divisibili.
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3 Variabili significative nell’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO 1)Varianze nello svolgimento dei compiti e intensità delle interdipendenze; 2)Economie di specializzazione, scala e “scope”; 3)Osservabilità delle prestazioni e criticità dei contributi di lavoro; 4)Analisi delle preferenze.
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4 1) Varianze nello svolgimento dei compiti e intensità delle interdipendenze Una elevata varianza nei compiti Una interdipendenza più intensa Varianze elevate e interdipendenze complesse determina Aggregazione dei compiti in mansioni ampie favoriscono
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5 2) Economie di specializzazione, scala e “scope”; Economie di specializzazione e di scala Economie di scope ostacolano favoriscono Aggregazione dei compiti in mansioni ampie
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6 3) Osservabilità delle prestazioni e criticità dei contributi di lavoro Attività con grado di osservabilità molto diverso non dovrebbero essere unite nella stessa mansione Quanto più critiche* sono le risorse umane tanto più forme di organizzazione del lavoro efficienti ed eque dovrebbero riservare loro diritti di proprietà Il grado do sostituibilità delle risorse umane; Il valore da esse aggiunto rispetto a quello aggiunto da altre risorse; La misura in cui le conoscenze su cui si basano le attività sono state accumulate dagli operatori e sono poco trasferibili; Il rischio cui è esposto il capitale umano. * Criticità della risorsa umana:
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7 4) Analisi delle preferenze Le preferenze degli attori non si distribuiscono a caso, pertanto influenzano l’organizzazione del lavoro in direzioni identificabili; Le preferenze vanno rilevate empiricamente perché la loro configurazione specifica è soggettiva; Le preferenze non riguardano solo le azioni da compiere, ma anche le modalità di organizzazione di tali attività.
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8 4) Analisi delle preferenze Varietà Autonomia Identità ed identificazione Interazioni sociali Sviluppo Autorealizzazione L’aggregazione delle attività in senso verticale ed orizzontale influenzano
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9 1)Si assegna un voto ad ogni soluzione di organizzazione del lavoro, derivante da una somma di voti ottenuta da ogni soluzione sulle principali dimensioni delle mansioni. Limite: tale approccio è difficilmente sostenibile quando le preferenze sono espresse da diversi soggetti e spingono in direzioni divergenti. 2) Le soluzioni di organizzazione del lavoro sono negoziate da attori con preferenze diverse. Limite: la negoziazione riguarda non solo le caratteristiche delle mansioni, ma anche gli indennizzi monetari per l’accettazione di aspetti non graditi.
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10 Una classificazione tra forme di organizzazione del lavoro basata sulla configurazione dei diritti di proprietà: Forme capitalistiche Forme imprenditoriali Forme collettive
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11 Forme capitalistiche I diritti di proprietà sulle risorse tecniche sono allocati ad una singola parte; Questo attore o gruppo di attori proprietari del capitale tecnico assume il lavoro di altri secondo vari schemi contrattuali; Le mansioni sono caratterizzate da prestazioni di lavoro svolte in tutto o in parte “per” (nell’interesse) e “alle dipendenze da” soggetti diversi dall’agente.
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12 Peculiarità delle forme capitalistiche Maggiore criticità e specificità dei conferimenti di capitali rispetto a quelli di lavoro; Maggiore avversione al rischio degli agenti; Minore esposizione al rischio del “capitale umano” rispetto a quanto accade per il capitale tecnico e finanziario; Una produzione di squadra su vasta scala; Una discreta controllabilità delle prestazioni di lavoro da parte di soggetti diversi dagli agenti.
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13 Tipologie di forme capitalistiche 1. Modello burocratico-taylorista 2. Modello arricchito 3. Modello reticolare 4. Modello professionale N.B. I quattro modelli sono caratterizzati da criteri di divisione del lavoro e da distribuzioni dei diritti decisionali molto diversi
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14 1. Modello burocratico- taylorista Massima divisione del lavoro tra diversi operatori Allocazione dei compiti di decisione, coordinamento e controllo ad un’autorità gerarchicamente sovraordinata Specializzazione, accentramento e chiara assegnazione formalizzata dei compiti
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15 2. Modello arricchito prevede sistemi di lavoro più flessibili e più motivanti attraverso tre tipi di interventi sulle mansioni: rotazione allargamento arricchimento Trova efficace applicazione in sistemi di attività ad alta varianza ed incertezza, elevata interdipendenza tra operazioni unitarie, e requisiti relativamente bassi di specializzazione nelle singole attività
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16 La rotazione: prevede l’assunzione periodica di diverse mansioni da parte dello stesso operatore L’allargamento: prevede l’aggregazione di compiti diversi allo stesso livello L’arricchimento: prevede un allargamento verticale della mansione con attività di decisione, controllo e pianificazione È orientata ad aumentare le conoscenze sull’intero ciclo di lavoro, il senso di contribuzione e la polivalenza delle risorse E’ orientato ad aumentare la varietà della singola mansione individuale E’ orientato a garantire una migliore regolazione delle varianze, capacità di adattamento locale ed a soddisfare gli obiettivi di autonomia ed autorealizzazione degli agenti
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17 3. Modello reticolare Le posizioni di lavoro sono definite con riferimento al gruppo Esigenza di specializzazione in singole attività ed elevate varianze, interdipendenze e specificità tra contributi Preferenze per l’interazione sociale ed il confronto di gruppo
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18 Tipologie di modelli reticolare: Gruppo autonomo di lavoro Matrice Rete interna
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19 Il gruppo autonomo di lavoro È in grado di risolvere tutti i problemi di regolazione e controllo di varianze ed interdipendenze al proprio interno; È efficace se le interdipendenze esterne con altri gruppi non sono troppo elevate; È autonomo nell’assegnazione flessibile di compiti ai suoi componenti; Es. le isole di produzione o di montaggio
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20 Matrici Le esigenze di specializzazione tecnica all’interno del gruppo sono molto elevate (gruppo di progettisti o ricercatori); Sono attribuite ad ogni posizione responsabilità e compiti sia all’interno di una specializzazione tecnica sia con riferimento ad aree applicative, tipi di prodotti, tipi di macchinari o tipi di processi
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21 Reti interne le interdipendenze e le varianze della produzione possono essere efficacemente risolte solo ricorrendo a competenze e risorse ogni volta differenti; La configurazione organizzativa è definita da decisioni ad hoc anziché stabilmente.
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22 4. Modelli professionali mix di meccanismi del coordinamento in cui prevalgono le norme e la routinizzazione di know how diffusi; essendo il know how concentrato in un uno o più leader, il meccanismo dell’autorità deve essere supportato da meccanismi di codificazione e trasmissione delle conocenze; Es. lavorazione di alta qualità di materiali non standard, come pelle o legno
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23 Forme collettive gruppi di lavoratori associati titolari non solo di diritti di azione e decisione ma anche di diritti di proprietà sulle risorse complementari; Chi è proprietario delle risorse umane e conferisce lavoro è anche proprietario delle risorse tecniche, finanziarie e commerciali; Es. cooperative o società di persone (partnership)
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24 Tipologie di forme collettive: Gruppi di pari Gruppi federativi
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25 Il gruppo di pari I membri del gruppo detengono tutti diritti fondamentali: di proprietà, decisione, controllo, azione e appropriazione dei risultati finali Può strutturarsi secondo una democrazia rappresentativa, specie se di grande dimensione È efficace in attività in cui i contributi di lavoro sono gli input principali e critici, e in cui l’associazione continuativa tra tali input generi surplus rispetto al loro impiego separato
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26 Il gruppo federativo Forma organizzativa parzialmente collettiva Messa in comune di risorse Ritenzione dei diritti di ricompensa residuali e dei diritti di autoregolazione delle proprie attività da parte di ognuno Es. Una società di formazione in cui i partner sono proprietari del marchio e degli uffici, ma in cui ognuno selezioni i propri collaboratori, utilizzi un netwok di contatti parzialmente personale, eroghi un servizio basato su conoscenze proprie, abbia diritto ai risultati economici dei progetti che conduce
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27 Forme imprenditoriali Sono organizzazioni che affidano la realizzazione di alcune fasi del processo di lavorazione ad operatori esterni/interni indipendenti Tipologie di forme imprenditoriali: Lavorazione in conto terzi Imprenditori interni
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28 Lavorazione in conto terzi (“putting out”) Svantaggi Costi di free-riding, noncuranza, sprechi, intempestività Vantaggi Specializzazione, flessibilità Richiede un coordinamento basato su regole e routine settoriali/locali
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29 Imprenditori interni operano in imprese che non possiedono strumenti tecnici e conoscitivi specifici ad una data attività; Forniscono risorse complementari, quali capitale finanziario, patrimonio immobiliare o strutture e competenze commerciali e distributive; Assumono e gestiscono i propri collaboratori e ricevono ricompense per unità di prodotto secondo schemi negoziati precedentemente.
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