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PubblicatoLoreto Casadei Modificato 10 anni fa
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Sociologia delle relazioni etniche a.a. 2013/14 Docente: Anna Elia
Materiale documentativo di supporto alla discussione del film “Brad and Roses” Sociologia delle relazioni etniche a.a. 2013/14 Docente: Anna Elia
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Milioni di ispanici in protesta bloccano l'economia statunitense (2 maggio 2006) ( L’avevano minacciato più volte: se ci fermiamo noi, si fermano gli Stati Uniti. milioni di latinos hanno messo in pratica il proposito annunciato da tempo. Niente lavoro, niente scuola, niente compere: era il “Day without an immigrant”, un giorno senza gli immigrati. Ventiquattro ore di boicottaggio dell’economia del Paese [il 1 maggio 2006], mentre contemporaneamente milioni di persone hanno marciato per le strade di decine di città statunitensi agli slogan di “Vogliamo un pezzo del sogno americano” e “Hoy marchamos, mañana votamos”. Oggi marciamo, domani votiamo. Tanto che ormai da più parti si sente ripetere il paragone tra queste proteste e il movimento per i diritti civili dei neri negli anni Sessanta.
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Milioni di ispanici in protesta bloccano l'economia statunitense (2 maggio 2006) ( La legge contestata. L’obiettivo della protesta era il disegno di legge Sensenbrenner, approvato nel dicembre 2005 dalla Camera dei rappresentanti, che renderebbe un reato grave l’entrata clandestina negli Stati Uniti, oltre a criminalizzare anche chi presta aiuto agli immigrati senza documenti. Una proposta che sembra ormai superata dagli eventi, ma tuttora da considerare: il Senato ha introdotto un testo alternativo, che prevede maggiori controlli alla frontiera, ma apre anche un percorso verso la cittadinanza.
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Milioni di ispanici in protesta bloccano l'economia statunitense (2 maggio 2006) ( Le conseguenze. L’effetto delle proteste del Primo maggio, intanto, è stato diverso a seconda delle città. Molti negozi e ristoranti di Los Angeles, Chicago e New York hanno tenuto le serrande abbassate perché i dipendenti non si sono presentati al lavoro. In California e Arizona lo sciopero dei braccianti ha bloccato il raccolto di frutta e verdura. Diverse fabbriche, specie nel ramo alimentare, sono state costrette a chiudere per mancanza di personale. Le compagnie di autotrasporti californiane hanno calcolato che il 90 per cento dei loro camionisti non si sono messi al volante, bloccando in sostanza le attività del settore. Calcolare il danno che il “giorno senza gli immigrati” ha causato all’economia del Paese è comunque arduo.
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"Primo marzo 2014 - Una giornata senza di noI – ITALIA (http://www
Astensione dal lavoro, sciopero degli acquisti, cortei, sit-in, presidi permanenti. Il black out La "rivoluzione in giallo" (dal colore ufficiale della giornata) è arrivata dalla Francia e rimbalzata in Italia: 50mila le adesioni su Facebook, 60 comitati locali, tante le organizzazioni coinvolte: Amnesty, Arci, Acli, Legambiente, Emergency, Cobas, Fiom.
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Il “modello mediterraneo di immigrazione” nel contesto italiano
Aspetti sociali, economici e normativi Sociologia delle relazioni etniche Docente: Anna Elia a.a. 2013/14
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Modello mediterraneo di immigrazione con particolare riferimento al caso italiano (Pugliese 2002)
ingresso nel lavoro agricolo stagionale e nel terziario; (anni ’75-’85) assenza iniziale di qualsiasi normativa di regolazione dei flussi migratori in ingresso/emanazione di provvedimenti di sanatoria sempre più restrittivi; istituzioni facilitatrici (organismi di volontariato laico istituzioni ecclesiali, sindacato; reti etniche) di sostegno ai processi di sostegno-orientamento dei migranti; scarsa capacità di accesso dei migranti alle politiche sociali; dicotomia disoccupazione/immigrazione nel sud Italia
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Ingresso dei migranti nel lavoro agricolo stagionale nel sud Italia,
Occupazione agricola nelle fasi della raccolta Inizialmente (anni ‘70-80) frequenti occasioni di rientro in patria Immigrazione maschile - Carenza manodopera locale (elevati livelli di scolarizzazione; impiego di manodopera italiana fittizia) Sussidi della politica agricola dell’Ue (anni ’80-’90)
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Le migrazioni in Italia - Ingresso dei lavoratori migranti nel terziario
Elevato impiego dei servizi alla persona (attività di collaborazione domestica, assistenza agli anziani e alle persone diversamente abili) Nei paesi del mediterraneo i migranti suppliscono alle carenze del sistema di welfare Nel sistema italiano l’aumento dei grandi anziani (metà anni ‘90) allarga progressivamente l’ausilio di “lavoratrici” migranti in ambito domestico
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Le migrazioni in Italia - La dimensione territoriale di un modello di “integrazione subalterna” (Ambrosini 2005) il modello dell’industria diffusa (piccole e medie imprese) nella Lombardia orientale e nelle regioni del Nord-Est; il modello delle economie metropolitane (grandi città, ma anche medi e piccoli centri) occupazioni nel basso terziario e nei servizi alle persone; il modello delle attività stagionali (Mezzogiorno): aree agricole in parte turistiche, lavoro di cura, lavoro stagionale informale; modello delle attività stagionali (Centro-Nord), attività agricole, turistiche, edili
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Alcune considerazioni
L’economia sommersa esiste prima dell’arrivo degli immigrati L’arrivo degli immigrati rivitalizza l’economia sommersa, fornendo manodopera abbondante e disponibile Domanda e offerta sono compartecipi della costruzione sociale di questo mercato Concorre anche la bassa efficacia dei controlli L’economia sommersa risponde a vari interessi dei sistemi economici e sociali in cui si colloca
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L’integrazione subalterna (Ambrosini)
Gli immigrati sono accettati (relativamente) come lavoratori disposti ad accollarsi i lavori più gravosi e sgraditi, purché non avanzino pretese e accettino di fatto che i lavori migliori siano appannaggio dei nazionali Conseguenza: le stesse motivazioni che supportano l’accettazione degli immigrati ne frenano la promozione
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Gli aspetti problematici
Rilevanza di posizioni instabili e precarie (solo un avviamento su tre è a TPDI) Concentrazione ai bassi livelli Rischio infortunistico (tasso: 9,1% contro 4,2% per gli italiani) Segregazione delle donne nel settore domestico-assistenziale Fenomeni di spreco di capitale umano (brain wasting)
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Apertura delle frontiere (anni ‘70) e grande facilità di ingresso
Le migrazioni in Italia - Normativa di regolazione dei flussi e provvedimenti di sanatoria Apertura delle frontiere (anni ‘70) e grande facilità di ingresso Politiche di adeguamento agli orientamenti restrittivi dell’UE in materia di controllo delle frontiere Progressiva emanazione di politiche di sanatoria (normative di regolarizzazione) sempre più restrittive
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Legge 39 del 1990 – Legge Martelli
Misure di regolarizzazione per tutti i lavoratori stranieri; Godimento delle politiche sociali per tutti i lavoratori stranieri ivi compresi i lavoratori autonomi. Il provvedimento di sanatoria si rivolge ai venditori ambulanti di provenienti dall’Africa Sub-sahariana e dal nord Africa (Marocco, Tunisia). Superamento del principio della riserva geografica (Convenzione di Ginevra del 1951) che limitava la domanda di asilo politico a coloro che provenivano dal blocco socialista.
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Legge 943 del 1986 Misura di regolarizzazione per i lavoratori stranieri in quanto lavoratori “dipendenti” e per gli immigrati “attivamente” alla ricerca di un lavoro La legge riservava i benefici del sistema di welfare nazionale al lavoratore immigrato in quanto lavoratore dipendente.
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Effetti delle politiche di sanatoria anni 1986-1990-1995
Soddisfare il bisogno di manodopera dei distretti industriali nel centro-nord Italia e delle piccole industrie manifatturiere del nord-est; Risposte a situazioni di urgenza sociale: rassicurare gli italiani di fronte ad una presenza sempre maggiore sul territorio di cittadini stranieri in situazioni di irregolarità; sedare momenti di conflittualità sociale nelle zone agricole del sud Italia; Processi di etnicizzazione del mercato del lavoro: alto livello di specializzazione dei lavori effettuati dai migranti in relazione al loro paese di origine, del loro sesso e della religione di appartenenza (senegalese: venditore ambulante; tunisino: pescatore; filippine-donne dell’est: colf e badanti).
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Dalla trasmissione televisiva Nonsolonero del Tg2 del 1989 (punto 2 precedente slide):
« [...] Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà, un'accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e di coltivare il sogno di un domani senza barriere né pregiudizi. Invece sono deluso. Avere la pelle nera in questo paese è un limite alla convivenza civile. Il razzismo è anche qui: è fatto di prepotenze, di soprusi, di violenze quotidiane con chi non chiede altro che solidarietà e rispetto. Noi del terzo mondo stiamo contribuendo allo sviluppo del vostro paese, ma sembra che ciò non abbia alcun peso. Prima o poi qualcuno di noi verrà ammazzato ed allora ci si accorgerà che esistiamo » (Jerry Essan Masslo)
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La razionalità delle leggi di regolarizzazione:
I migranti sono portatori di diritti solo in qualità di forza lavoro, mentre la loro presenza sociale viene completamente annullata (le politiche di sanatorie non vengono accompagnate da politica di inserimento/orientamento dei migranti regolarizzati). Nel 1991, dopo le prime leggi di regolarizzazione ( ), la popolazione straniera regolarmente residente in Italia era di 860 mila individui, mentre la stima dei migranti nella situazione di “clandestino” è più di un milione. Le analisi sui permessi di soggiorno rivelano una presenza di migranti provenienti dal Nord Africa; e dell’Africa occidentale soprattutto nel nord Italia. Un terzo dei migranti è di religione musulmana.
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Migrante « clandestino »
La Legge n. 40 del 1998 fu la prima mettere in causa l’accesso ai diritti sociali da parte del cittadino straniero in quanto pari al cittadino italiano. Migrante « clandestino » Immigrato in regola con il permesso di soggiorno Garanzie di integrità della persona fisica Garanzie di integrità sociale Cure ospedaliere o ambulatoriali urgenti o essenziali; diritto all’istruzione per tutti i minori stranieri indipendentemente dallo status di “irregolare” dei genitori. Accesso ai diritti sociali e civili, esclusione dai diritti politici (ricongiungimento familiare; accesso al Sistema Sanitario Nazionale, alle misure di edilizia pubblica, al sistema pensionistico)
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Migrante nella situazione di « clandestino »
La Legge n. 40 del 1998 Migrante nella situazione di « clandestino » Immigrati in regola con il permesso di soggiorno Garantire le espulsioni: ridurre le presenze irregolari attraverso maggiori controlli. Istituzione dei Centri di Permanenza Temporanea; quote di ingresso stabilite annualmente dietro accordi di cooperazione stabiliti con i paesi di provenienza (le quote di ingresso più elevate sono riservate ai paesi più “collaborativi”); La figura dello sponsor (datore di lavoro italiano). Garantire percorsi di integrazione e di stabilizzazione. accesso alle misure di edilizia sociale; iscrizione alle liste di collocamento; diritto a mantenere o a riacquistare l’unità familiare; Accesso al sistema sanitario nazionale accesso al sistema pensionistico.
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Legge 40 del 98 Testo unico sull’immigrazione Un modello di integrazione ragionevole (Zincone 2000)
I diritti dei migranti anche quelli fondamentali come quello del ricongiungimento familiare non sono assoluti ma assumono un caratterere « discrezionale », in quanto dipendono da norme e regole stabilite localmente (localismo dei diritti). Obiettivi: evitare fenomeni di aperta conflittualità tra italiani e migranti
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La legge 40 del 1998 (Testo unico sull’immigrazione) è la sola disposizione normativa in materia di immigrazione che si riferisce in maniera specifica ai processi di integrazione dei migranti sul territorio italiano. Principi: Uguaglianza tra italiani e immigrati in quanto cittadini e non solo in quanto lavoratori; promozione di processi integrazione sul piano del dialogo interculturale con il diretto coinvolgimento di comuni, province, regioni, soggetti no-profit, il mondo della scuola, il mondo delle associazioni tra migranti (Legge 6 marzo 1998, n. 40, art. 40; legge 30 dicembre 1986, n. 943, art. 2) ; possibilità di accedere alla Carta di Soggiorno (permesso di soggiorno illimitato) alla fine di un percorso di stabilizzazione sul territorio italiano.
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Il localismo dell’”integrazione” (Zincone)
Il Testo Unico sull’immigrazione stabilisce che a livello comunale e provinciale, siano definite azioni e pratiche che mirano a rendere effettivamente fruibili i diritti sociali dei migranti. Quali ad esempio i servizi come l’interpretariato presso gli sportelli pubblici; la formazione e l’attivazione di corsi di italiano; l’apertura di sportelli di consulenza. Un sistema di governance locale delle migrazioni che si realizza all’interno di un processo di deresponsabilizzazione a livello statale in merito alle strategie di intervento e alla programmazione di risorse che riguardano in maniera specifica i processi di inclusione sociale dei migranti.
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La legge 189/ Bossi-Fini. Principale obiettivo della sanatoria: la regolarizzazione delle “badanti”. La legge sostituisce il contratto di lavoro al permesso di soggiorno; Allo scadere del contratto il migrante ha solo sei mesi (adesso un anno) per trovare un altro lavoro altrimenti ricade nella condizione di “clandestino”; Il datore di lavoro è titolare del contratto di soggiorno del migrante e ne garantisce la permanenza sul territorio italiano; Abolizione della figura dello sponsor; La legge pone inoltre ulteriori restrizioni al ricongiungimento familiare.
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Effetti e obiettivi della sanatoria:
colma le carenze delle politiche socio-sanitarie nazionali nella cura agli anziani legittimando processi di segregazione sociale delle donne migranti nel ruolo di “badante”; Annullamento delle prospettive di integrazione: contratto di soggiorno invece di permesso di soggiorno. Conseguenze: vulnerabilità sul piano dell’accettazione di condizioni di lavoro gravose pur di non perdere il lavoro e quindi il contratto di soggiorno; un’immigrazione circolare, non integrata da mettere a disposizione del mercato del lavoro informale come una continua riserva di lavoratori a basso costo.
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Composizione demografica della popolazione straniera dopo la sanatoria del 2002:
La legge n. 189 del 2002, fino al primo gennaio 2006, ha concesso 647 mila regolarizzazioni, di cui più della metà hanno riguardato donne migranti impegnate nel lavoro di assistenza e di cura. Al primo gennaio 2006 gli stranieri regolarmente residenti in Italia erano poco più di 2,6 milioni, mentre nel 2002 erano 1,5 milioni; il 56 per cento delle donne migranti arriva dai paesi dell’Est-Europa. L’incremento, dal primo gennaio 2002 al primo 2006, ha riguardato in modo particolare i flussi dall’Ucraina (+ 800 per cento); dalla Romania (+ 300 per cento); Albania (+100 per cento); Moldavia (+450 per cento).
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Popolazione straniera residente in Italia dati ISTAT
al 1 gennaio di ogni anno Anno Residenti Stranieri % Stranieri su totale residenti italiani 2006 4,5 2007 5,0 2008 5,8 2009 6,5 2010 7,0 2011 7,5 2012 6,8 2013 7,4
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Fine anni ’90 – 2012: costruzione ideologica del razzismo nella società italiana (Wieworka 1998; Dal Lago 1999) 1995 – costruzione sociale del clandestino/immigrato come criminale da parte dei media e dalle strategie di marketing politico; – crescita esponenziale dei fenomeni di sfruttamento del lavoro migrante collegata alla diversa appartenenza etnica (fenomeni di crescente competitività tra lavoratori stranieri); 2008 – la “scia del razzismo”: dibattito pubblico sulla questione del razzismo in Italia. reato di clandestinità: processo di identificazione tra la presenza di “clandestini” e fenomeni di illegalità diffusa sul territorio italiano; DECRETO-LEGGE 23 maggio 2008 , n Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica. (GU n. 122 del ) - Legge 94 del 2009 2011 – Emergenza nord Africa – la costruzione sociale e politica delle differenze 2014 – Il reato di clandestinità ritorna ad essere reato amministrativo. Puniti i reingressi “clandestini”.
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DECRETO-LEGGE 23 maggio 2008 , n
DECRETO-LEGGE 23 maggio 2008 , n Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica. (GU n. 122 del ) Legge 94 del 2009 reato di clandestinità: per l’immigrato clandestino fermato dalle forze dell’ordine è previsto il carcere (abolito dalla Corte di Giustizia Europea) e l’espulsione; abrogato il divieto di segnalazione degli stranieri irregolari che accedono alle cure urgenti ed essenziali; Il «centro di permanenza temporanea» viene denominato «centro di identificazione ed espulsione»; reato di locazione di un immobile a straniero privo di titolo di soggiorno al momento della stipula o del rinnovo del contratto di locazione" ; introduce un contributo sulla domanda di rilascio o rinnovo dei permessi di soggiorno (un minimo di 80 a un massimo di 200 euro)
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Wieworka (1998), riferendosi specificatamente al caso italiano, individua nell’influenza dei media sulla produzione ideologica del razzismo una sorta di «profezia autorealizzatrice», in quanto la semplice enunciazione di un fenomeno (l’invasione di immigrati delinquenti) dimostra la realtà che esso denuncia. In questa analisi il razzismo non è solo il prodotto «du travail general de la società sur elle-meme», ma in parte è il risultato di un’attività specifica dei mezzi di comunicazione che, come un «eco-deformante», amplifica le paure degli italiani.
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A metà degli anni ’90, poco prima dell’emanazione del Testo Unico, l’arrivo dei profughi albanesi sulle coste pugliesi, - accolti spontaneamente dalle organizzazioni di volontariato in assenza di politiche governative di intervento -, è stato rappresentato dai media come l’«orda albanese» suscitando un forte atteggiamento xenofobo da parte della popolazione italiana. I ripetuti stati di allarme verso la presenza migrante vengono strumentalizzati in occasione di diverse campagne elettorali. In particolare le elezioni governative del 2008 sono incentrate sulla questione della sicurezza (smantellamento campi rom).
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Il razzismo istituzionale
“quel complesso di leggi, costumi e pratiche vigenti che sistematicamente riflettono e producono le disuguaglianze nella società. […]”. W. MacPherson, (London, )
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