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PubblicatoGiulia Corsi Modificato 10 anni fa
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Quante voci, t’hanno cantato, quante odi, di cuori frementi d’amore, quante parole, su questa terra mia,
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ma anche quante lacrime, quanto sangue il prezzo pagato per essere unita, libera, per essere Stato.
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Terra di mari e montagne, di laghi e pianure,
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terra lasciata, con un nodo alla gola, quando si migrava per mondi con incerta speranza,
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quando lo sguardo velato scorgeva come ultimo segno una bandiera lontana, di cui portare il ricordo scolpito nel cuore.
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Terra che sa di mare e di sole, di uva e frumento, terra che sa di pioggia e di vento,
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dall’alpe alla Sicilia unita, dal sangue versato, di eroici figli caduti, dal pianto delle madri che li hanno perduti.
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Terra mutilata di parte d’Italico suolo e di gente nostra, mai dimenticata, quando per un’insensata guerra perduta, dai vincitori, ad altri, venne per sempre ceduta. Dal dolore, dalla sventura, dalle ferite delle guerre e della natura, risorta temprata, risorta libera e unita.
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Terra vestita d’un vessillo che il vento accarezza con i colori copiati, dal verde dei prati, dal rosso del sangue di genti d’ogni regione, dal bianco delle nevi di cime lontane,
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a te volgo lo sguardo, al petto la mano quando ci unisce un inno è grande emozione: “Fratelli d’Italia …..” grande, meravigliosa nazione.
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Zaniolo Roberto 24 marzo 2011
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