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L’Interlingua nello studio del Latino

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Presentazione sul tema: "L’Interlingua nello studio del Latino"— Transcript della presentazione:

1 L’Interlingua nello studio del Latino
Come si è già visto dai materiali affrontati nella parte generale, con il termine interlingua si intende una “varietà di apprendimento della lingua seconda (…), come continuum di varietà linguistiche che si pongono nello spazio tra lingua materna dell’apprendente e seconda lingua d’arrivo, caratterizzate da: sistematicità (…), instabilità nel tempo (…), variabilità individuale” (cfr. Bibliografia e Sitografia, Il percorso è identificabile nel tragitto dalla L1 alla L2, essendo i due idiomi utilizzati tanto in un contesto scritto, che verbale.Per le LC, nel caso specifico il Latino (ma anche il Greco), manca (almeno nella didattica italiana) la dimensione del parlato, benché ci si riferisca ad una lingua – quella latina – la cui evoluzione è continuata praticamente fino ad oggi (ne è testimonianza la traduzione di termini come televisione o computer). In che senso possiamo, allora, parlare di interlingua per il Latino?

2 Un tentativo di definizione
Gabriele Pallotti (INDIRE 2006) parla di “sviluppare delle buone competenze ricettive e una consapevolezza metalinguistica che nasce dallo studio approfondito della loro grammatica”: a questa considerazione possiamo aggiungere i due termini latini che identificano l’atto del tradurre: vertere e translatio. Il primo vocabolo indica il “girare” le forme ed i costrutti dalla lingua latina a quella di arrivo, o viceversa (malgrado il percorso dall’italiano al latino sia caduto ormai praticamente in disuso), il secondo l’atto del trasportare i parametri della lingua di partenza verso quelli corrispondenti del punto di arrivo. Anche per il Latino, dunque, possiamo tracciare un cammino progressivo verso la efficace comprensione del testo latino, inteso come approssimazione (più o meno regolare…) dalla identificazione del costrutto nella lingua di partenza (riconoscimento della corretta funzione di un caso, identificazione della marca temporale di un verbo, corretta interpretazione di una congiunzione che indichi una proposizione, come nel caso di ut e cum, ad esempio)

3 Verifica sul campo Ecco una selezione di errori di traduzione tipici del primo anno di liceo scientifico Testo da rendere in lingua italiana Minerva, sapientiae dea, feminarum operarum patrona est Minerva, dea della sapienza, è protettrice delle opere femminili dearumque vestimenta magna peritia texit. e tesse con grande abilità gli abiti delle dèe

4 Le traduzioni più indicative, rilevate in una prova effettivamente sommnistrata, sono state 1) Minerva, dea sapiente, è una padrona di lavoro e molta abilità di dèa tessere vestiti 2) Minerva è la dea della sapienza e protettrice degli operai delle donne 3) Minerva, dea della sapienza, è protettrice delle femmine operaie 4) Minerva, dea della sapienza, è la padrona dell’operato delle donne e delle dèe 5) Minerva, la dea della sapienza, è la padrona delle donne operaie e dea grande perizia scritta 6) Minerva, dea della sapienza, è la patrona del lavoro femminile, e la dea ricopre un vestito di grande esperienza

5 Una analisi degli errori
a) Nella frase 1 possiamo riscontrare una errata concordanza nei casi dea sapiente -, così come nella frase 2 - femmine operaie - b) La frase 2 presenta un caso di fraintendimento lessicale - degli operai -, così come la frase 1 - padrona di lavoro –, la frase femmine operaie – e la frase 5 - padrona delle donne operaie – c) La frase 1 offre un caso di erronea resa della collocazione corrispondente degli elementi italiani (quelli che normalmente vengono chiamati errori di costruzione…) - molta abilità di dèa tessere vestiti -; analogamente la 4 - dell’operato delle donne e delle dèe -, la 5 - dea grande perizia scritta – e la 6 - la dea ricopre un vestito di grande esperienza-

6 Qualche conclusione Occorre dunque capire a che stadio dell’interlingua si collocano le traduzioni appena evidenziate, sostituendo, in altre parole, il concetto di errore più o meno grave con quello di resa in italiano più o meno approssimata al target finale, tenendo presente tuttavia – ciò vale specialmente per gli anni dal secondo in poi, quando si affrontano, secondo una scansione ancora tradizionale del programma, argomenti come le proposizioni ed un inizio di sintassi dei casi- che non esiste una ed una sola traduzione valida di un testo in un’altra lingua (si tratta, direbbero i colleghi di matematica, di un sistema che ammette più di una soluzione…).

7 Minerva, sapientiae dea, feminarum operarum patrona est Minerva, dea della sapienza, è protettrice delle opere femminili dearumque vestimenta magna peritia texit. e tesse con grande abilità gli abiti delle dèe Collocazione corrispondente nella sintassi italiana concordanza casi fraintendimenti lessicali molta abilità di dèa tessere vestiti (frase 1) dea sapiente(frase 1) padrona di lavoro (frase 1 ) dell’operato delle donne e delle dèe (frase 4) femmine operaie (frase 2) degli operai (frase 2) dea grande perizia scritta(frase 5) femmine operaie (frase 3) la dea ricopre un vestito di grande esperienza (frase 6) padrona delle donne operaie (frase 5) Una volta stabilito un criterio condiviso di progressività degli “errori” sarà possibile avere un immediato colpo d’occhio della strada percorsa, o ancora da percorrere, di ogni prova

8 Proposte operative Individuare un criterio condiviso di progressività degli errori, inteso come più o meno accentuato scostamento della resa italiana dal risultato costituente il target finale 2) Analizzare prove effettivamente svolte alla luce del criterio di cui sopra, e collocare gli errori sulla linea orizzontale, più o meno lontani dalla traduzione target finale (volendo si possono utilizzare tante linee quante sono le tipologie di errori) 3) Sulla base della mappatura precedente decidere i tipi di intervento più idoneo per ogni alunno (lessicale, sintattico, morfologico),così da fargli acquisire il senso di un suo progressivo avvicinamento alla lingua di destinazione

9 Intorno ed oltre l’Interlingua
Possono essere di grande aiuto, a livello metodologico ed operativo, le proposte didattiche di Francesco Piazzi e di Hans H. Orberg. Il primo, autore di un corso di lingua latina per il primo biennio superiore, imposta il percorso di apprendimento partendo, come per le lingue straniere, dalla assimilazione ragionata e dall’uso cosciente del lessico, e solo in un momento successivo giunge alla grammaticalizzazione, anch’essa ragionata, sfoltita e costruita dal discente sulla base delle deduzioni suggerite e guidate dal docente, anche secondo i princìpi della didattica breve. Il secondo, creatore del metodo che da lui prende il nome, converge l’insegnamento del latino verso una didattica monolingue…imparare il latino in latino…non solo parlarlo, ma anche scriverlo, secondo l’apprendimento diretto per induzione.

10 Bibliografia specifica
Balboni P. E., 1991, Tecniche didattiche e processi di apprendimento linguistico, Torino, Liviana-UTET, Torino. Comoglio M., 2002a, La "valutazione autentica", "Orientamenti Pedagogici", 49 (1), pp autentica Comoglio.doc Corda Costa M. e Visalberghi A., 1996, “ Misurare e valutare le competenze linguistiche”, La Nuova Italia Lingua Latina per se illustrata, Di Hans H. Oerberg, Accademia Vivarium Novum 2003 Francesco Piazzi,Semel Iterumque. Corso di Lingua Latina Bologna, Cappelli 2004 Happ, H., Possibilità di una grammatica della dipendenza in latino, in La sfida linguistica. Lingue classiche e modelli grammaticali (a cura di G. Proverbio), Torino, Rosenberg & Sellier, 1979, pp Stupazzini, L., Ipotesi per una distillazione della grammatica latina, in Didattica breve -materiali 4, latino, a cura di Francesco Piazzi, Bologna, I.R.R.S.A.E.- E.R., 1997, pp

11 Sitografia minima


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