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PubblicatoNunzia Giannini Modificato 10 anni fa
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Il pepe è una pianta tropicale rampicante della famiglia delle Piperaceae. I suoi frutti sono verdi se acerbi e rossi se maturi.
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Il pepe è il re delle spezie: per secoli è stata una merce di scambio di altissimo valore, diede una spinta determinante alle scoperte geografiche verso l'oriente. Per secoli fu Venezia a possedere il monopolio del commercio di questa spezia così preziosa, che veniva pagata con oro. Attualmente l'India è la maggior produttrice di pepe seguita da Indonesia, Malesia, Madagascar e Brasile.
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Esistono molte varietà di pepe, ricavate dalla stessa pianta ma con diverso grado di maturazione dei frutti, o anche da piante diverse:
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- pepe verde: ricavato dalle bacche verdi, acerbe, conservate in salamoia o in aceto, che si riducono facilmente ad una pasta. Hanno un sapore aromatico, fresco, non troppo piccante.
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- pepe nero: le bacche acerbe sono fatte essiccare per 7-10 giorni al sole fino a che assumono un color nero.
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- pepe rosa: sono le bacche quasi mature di un albero dell'America del sud. Hanno un sapore aromatico e resinoso, se consumate in eccesso possono risultare tossiche.
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pepe bianco: le bacche rossastre, quasi mature, sono messe in acqua fino a perdere la pellicola esterna, poi vengono essiccate. Sono più piccole di quelle nere e hanno un sapore meno forte.
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Il pepe fa male? La storia del pepe che fa male è uno dei luoghi comuni indimostrati dell'alimentazione. In realtà la tossicologia del pepe nero o bianco è limitata. Come avviene per una infinità di erbe aromatiche, spezie, cereali o verdure, il pepe contiene sostanze potenzialmente tossiche, ma in realtà innocue alle dosi consumate in una normale alimentazione. Per esempio alcuni terpeni (limonene, pinene, linalolo, filadendrone) del pepe (ma contenuti anche in altre spezie!) sono potenzialmente cancerogeni.
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L'alcaloide piperidina può aumentare i livelli attivi di farmaci che è necessario monitorare attentamente quali l'antiasmatico teofillina e l'antiepilettico fenitoina, ma ovviamente si tratta di indicazioni che non interessano un soggetto sano che mai prenderà questi farmaci, sarà il medico che prescrive questi farmaci ad informare il paziente.
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Infine, il pepe nero o bianco stimolano la secrezione gastrica (anche questa caratteristica è comune a molte spezie), e quindi è controindicato, insieme a tutte le altre spezie dotate di questa caratteristica, a chi soffre di ulcera o gastrite.
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D'altro canto anche il nostrano peperoncino, spesso imputato di effetti quasi taumaturgici dai promotori del loro consumo, è capace di ustionare cavo orale e mucosa gastrica ed indurre degenerazione dei neuroni degli organi di senso portando a una graduale perdita di sensibilità del gusto. L'inalazione impropria di polvere di peperoncino può risultare letale per grave anossia ed arresto respiratorio. In parole povere vale sempre il principio che in alimentazione tutto può risultare tossico, anche l'acqua: è soltanto questione di dose....
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