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La scrittura per il cinema
Le fasi che si succedono nella realizzazione di un film sono le seguenti: 1) Soggetto – Può essere preso da un romanzo o scritto appositamente per il film. 2) Sceneggiatura – È la trascrizione in immagini del soggetto. 3) Produzione – Consiste nel finanziamento del film. 4) Regia – Consiste nella direzione e nel coordinamento di tutti i soggetti che intervengono nella realizzazione del film. I principali sono: attori, operatori, scenografo e coreografo, tecnico delle luci, fotografo, truccatori, musicista, stuntmen e così via. 5) Montaggio – Consiste nella scelta delle scene girate e nel legarle tra loro. 6) Distribuzione – Consiste nella diffusione del film sul territorio. 7) Circuito – Consiste nei i luoghi dove il film verrà proiettato (sale). 8) Pubblico – È l’insieme delle persone che guarderanno il film (spettatori).
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La sceneggiatura La sceneggiatura è la descrizione per immagini delle scene presenti nel soggetto. Concretamente, è costituita dalla successione numerica di tali scene, con l’indicazione di dove e come si svolgono e con la trascrizione dei dialoghi dei personaggi che le animano. Ci sono tre modi di scrivere la sceneggiatura: all’italiana, all’americana e alla francese. Negli ultimi trent’anni, ha però preso piede quella americana che ormai è quella universalmente usata. La caratteristica fondamentale del linguaggio cinematografico (cinematografo significa scrittura del movimento) è quella di raccontare per immagini in movimento. Da qui è facile capire che la sceneggiatura è quindi la parte determinante del film. Si può partire da un bel soggetto e sceneggiarlo male o viceversa: nel primo caso ne risulta un brutto film, nel secondo un buon film (non un bel film).
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Elementi base della sceneggiatura
La scena viene descritta da tre elementi principali: 1. INTESTAZIONE 2. AZIONE 3. DIALOGHI
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L’intestazione L’intestazione descrive in una riga DOVE e QUANDO si svolge la scena (Where and When) 1) DOVE indica con precisione il luogo, l’ambiente, e se la ripresa è in interno (INT.) oppure in esterno (EST.); 2) QUANDO, di norma, può essere GIORNO o NOTTE, lasciando a casi rari ALBA, SERA e TRAMONTO (indicati per motivi di luce particolare, se serve). Altre dizioni, quali POMERIGGIO o MATTINA vanno assolutamente evitate. Ecco alcuni esempi di intestazioni: EST. VENEZIA - PIAZZA S.MARCO - GIORNO (se tutto il copione è ambientato a Venezia, dopo la prima scena si può omettere la città: EST. PIAZZA S.MARCO – GIORNO . Se però la scena è ambientata tra i tavoli del "Caffè Campiello" bisogna specificare: EST. PIAZZA S.MARCO - CAFFE’ CAMPIELLO - GIORNO
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L’azione La descrizione dell’azione va fatta con l’ "occhio narrativo" rivol-to alla macchina da presa: bisogna dire chi, come e che cosa avviene sullo schermo (Who, How and What). Facciamo un esempio: SC1. NOTTE. ESTERNO PIOGGIA INTENSA. UNA STRADA SECONDARIA LUNGO LE RIVE DEL LAGO TRASIMENO. Si sente il rumore di un’auto che si avvicina. Appare una vecchia Tipo che, giunta nei pressi di un piccolo pontile, si ferma. Si spengono i fari e il motore e ne discende un uomo che solleva il cappuccio dell’eskimo per proteggersi dalla pioggia. Apre il bagagliaio, ne estrae a fatica un grosso sacco di plastica nera e lo trascina a terra lungo il pontile. Mentre avanza, guarda le barche ormeggiate come per individuarne una che faccia al caso suo. Si ferma davanti ad una piccola barca, vi rovescia il sacco, scioglie l’ormeggio e rema verso il largo per un centinaio di metri. Si ferma e getta il sacco in acqua, seguendolo con lo sguardo per accertarsi che vada a fondo. Torna a riva, lega di nuovo la barca, poi sale sull’auto e riparte. Si sente il rumore dell’auto che si allontana, fino a scomparire nel buio.
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Ciao, Milena. Sono contento di vederti.
I dialoghi In questa sezione della scena si descrive ciò che dicono i personaggi. Facciamo un esempio: SC2. GIORNO. ESTERNO. UNA STRADA DEL CENTRO STORICO DI ZAGABRIA Una ragazza di circa vent’anni, in jeans, piumino chiaro e scarpe free-time, cammina a passo veloce, seria in volto, fino a quando entra in un portone accanto al quale è ben visibile una targa di ottone con la scritta “Stella Polare – Agenzia di Modelle”. SC3. GIORNO. INTERNO. UFFICIO STELLA POLARE La ragazza entra nell’ufficio, scarnamente arredato. È visibilmente irritata. Un uomo sulla quarantina, piccolo e calvo, la saluta da dietro una scrivania. PÈRO Ciao, Milena. Sono contento di vederti.
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(segue dalla diapositiva precedente)
MILENA (con aria di derisione) Davvero? Allora avrai qualche lavoro da propormi. PÈRO (imbarazzato) Be’, proprio per oggi no, ma sono sicuro che… Milena lo interrompe e gli si pianta davanti con i palmi delle mani appoggiati sulla scrivania. (irata) Piantala con le tue solite scuse penose. Sono stufa di farmi prendere in giro, impresario dei miei stivali. (intimorito) Guarda, Milena, che tra qualche giorno si dovrebbe fare quella sfilata all’Hotel… (sempre più spazientita) Finiscila, per favore, finiscila di illudere la gente con promesse che poi non mantieni.
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Formato della sceneggiatura
Sceneggiatura italiana La pagina è suddivisa in due colonne (senza bordi): in quella di sinistra vengono riportati i dialoghi, in quella di destra tutti gli elementi che possono servire per descrivere la scena. Sceneggiatura francese È più vicina ad un tradizionale canovaccio, con indicazioni più sfumate e con molta libertà, quindi, per il regista di interpretare la scena. Sceneggiatura americana Intestazione ed azione sono a tutta pagina, mentre i dialoghi sono centrati. Se correttamente usata, ogni pagina corrisponde ad un minuto del film. Anche per questo è ormai diventata lo standard universale. Il carattere deve essere obbligatoriamente Courier.
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