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In un boschetto trova’ pasturella
Ballata scritta da Guido Cavalcanti nel 13° secolo, che riprende un genere letterario molto diffuso: la pastorella. Guido Cavalcanti è nato a Firenze nel 1255 ed è morto nel 1300 a Firenze.
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METRICA In un boschetto trova' pasturELLA A più che la stella - bella, al mi' parERE. B Cavelli avea biondetti e ricciutELLI, C e gli occhi pien' d'amor, cera rosATA; D con sua verghetta pasturav' agnELLI; C [di]scalza, di rugiada era bagnATA; D cantava come fosse 'namorATA: D er' adornata - di tutto piacERE. B D'amor la saluta' imantenENTE E e domandai s'avesse compagnIA; F ed ella mi rispose dolzemENTE E che sola sola per lo bosco gIA, G e disse: "Sacci, quando l'augel pIA, G allor disia - 'l me' cor drudo avERE". B Po' che mi disse di sua condiziONE H e per lo bosco augelli audìo cantARE, I fra me stesso diss' i': "Or è stagiONE H di questa pasturella gio' pigliARE". I Merzé le chiesi sol che di basciARE I ed abracciar, se le fosse'n volERE. B Per man mi prese, d'amorosa voglIA, G e disse che donato m'avea 'l cORE; L menòmmi sott' una freschetta foglIA, G là dov'i' vidi fior' d'ogni colORE; M e tanto vi sentìo gioia e dolzORE, M che 'l die d'amore - mi pàrea vedERE. B METRICA: ballata minore di tutti endecasillabi formata da quattro strofe di sei versi ciascuna con rime alternate nei quattro versi della fronte e volta di due versi uguale alla ripresa; secondo lo schema AB AB BX e rima interna b nell’ultimo verso. ci sono anche consonanze nel v 1con vv 3,5 e nei vv 2,8,14,20 con i vv 16,18,19,22,24,25
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TESTO E PARAFRASI che le stelle secondo la mia impressione.
In un boschetto trova' pasturella più che la stella - bella, al mi' parere. Cavelli avea biondetti e ricciutelli, e gli occhi pien' d'amor, cera rosata; con sua verghetta pasturav' agnelli; [di]scalza, di rugiada era bagnata; cantava come fosse 'namorata: er' adornata - di tutto piacere. D'amor la saluta' imantenente e domandai s'avesse compagnia; ed ella mi rispose dolzemente che sola sola per lo bosco gia, e disse: «Sacci, quando l'augel pia, allor disïa - 'l me' cor drudo avere». Po' che mi disse di sua condizione e per lo bosco augelli audìo cantare, fra me stesso diss'i': «Or è stagione di questa pasturella gio' pigliare». Merzé le chiesi sol che di basciare ed abracciar, - se le fosse 'n volere. Per man mi prese, d'amorosa voglia, e disse che donato m'avea 'l core; menòmmi sott'una freschetta foglia, là dov'i' vidi fior' d'ogni colore; e tanto vi sentìo gioia e dolzore, che 'l die d'amore - mi parea vedere. In un boschetto trovai una pastorella più bella che le stelle secondo la mia impressione. Aveva capelli biondi e ricci e gli occhi pieni d’amore, volto roseo pascolava gli agnelli con il suo bastoncino; era scalza bagnata di rugiada; cantava come se fosse innamorata: era adorna di ogni bellezza. La salutai immediatamente con parole d’amore e le domandai se avesse compagnia; ed ella rispose dolcemente che andava sola per il bosco, io dissi fra me stesso: “Ora è il momento di prendere piacere di questa pastorella”. Le chiesi il favore nient’altro che di baciarla, se ne avesse desiderio. Mi prese per mano, con desiderio d’amore e disse che mi aveva donato il cuore; mi portò sotto un cespuglio fresco dove io vidi fiori di ogni colore; e vi sentii a tal punto piacere e dolcezza, che mi pareva di vedere il dio d’amore.
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Il «Dolce stil novo» Dante e Cavalcanti furono i maggiori rappresentanti dello Stilnovismo. «Dolce stil novo» è la denominazione con cui Dante nella Commedia definisce il carattere della nuova poesia che si afferma a Firenze tra il 1280 e il 1310.
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Non è casuale che la nuova tendenza si affermi proprio a Firenze
Non è casuale che la nuova tendenza si affermi proprio a Firenze. Nella seconda metà del Duecento la città afferma la propria egemonia economica, artistica e culturale, diventando una delle città più importanti d’Europa.
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Le novità dello Stilnovismo
La novità dello Stil novo è sia tematica, sia stilistica. La nuova si distingue da una parte dai Siculio-toscani, perché scarta l’esperienza civile di Guittone; dall’altra dai Siciliani, rappresenta una diversa concezione dell’amore. Per gli stilnovisti l’amore diventa elevazione spirituale, adorazione di una donna che può assumere i tratti di un angelo. Lingua dello stil novo è un dialetto fiorentino «depurato».
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Dall’incontro dell’amore La ballata può essere divisa in tre parti
Dall’incontro dell’amore La ballata può essere divisa in tre parti. Il tono gioioso La poesia ha un tono gioioso e spensierato. Il testo ha carattere narrativo: un vivace e malizioso racconto. La lontananza della pastorella dalla donna-angelo. Donna-angelo stilnovistica colpisce con il solo sguardo.
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Trasgressione apparente dell’amor cortese Il componimento è lontano dalla visione spensierata dell’amore stilnovista. La metonimia: è una parola che deriva dal greco e significa «attraverso» e «nome». è una figura retorica che consiste nel sostituire una parola con un'altra che abbia con la prima una certa relazione, ad esempio di contiguità logica o materiale.
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La ballata: è una forma di poesia chiamata anche canzone a ballo perché destinata al canto e alla danza, è un componimento che si trova in tutte le letterature di lingua romanza e ha una particolare struttura.
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Nuovo modello letterario
Cavalcanti fissa un nuovo modello letterario che risulta decisivo per la lirica. Tema unico della sua produzione è l’amore, vissuto come mezzo per raggiungere la nobiltà d’animo e come devastante esperienza tragica.
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