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ORIGINE DELLE PRINCIPALI SPECIE COLTIVATE
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cereali Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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anni fa si é diffusa la selezione e la coltivazione dei cereali. I cereali sono piante alimentari appartenenti alla famiglia delle graminacee, coltivate in tutte le zone della terra, escluse quelle desertiche e polari. Sono il frumento, la segala, l'orzo, il granoturco o mais, il riso, il miglio, il grano saraceno, l'avena, entrati nell'alimentazione umana già anni a.C. I cereali prevalentemente utilizzati per l'alimentazione umana sono grano, riso, segala e miglio; per l'alimentazione animale sono orzo, avena, granturco. I cereali hanno occupato un ruolo fondamentale nell'alimentazione umana e hanno consentito la crescita numerica della popolazione mondiale. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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nel mondo si possono individuare quattro grandi aree cerealicole: - quella del frumento nelle regioni temperate, in particolare nell'emisfero settentrionale; - quella del riso nelle regioni caldo-umide dell'Asia; - quella del mais nelle Americhe; - quella del sorgo o del miglio nelle regioni prevalentemente aride dell'Africa e dell'Asia. La produzione dei cereali nel mondo presenta enormi disuguaglianze, sia come quantità che come diversificazione, per cui si va dai paesi come gli stati Uniti che hanno un enorme produzione a paesi che soffrono di disastrose carestie. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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FRUMENTO Il frumento era in origine una graminacea selvatica chiamata einkorn. Circa anni fa, questa pianta rappresentava l'alimentazione fondamentale delle società di cacciatori / raccoglitori in Mesopotamia e nelle valli del Tigri e dell’Eufrate in Medioriente, nell'area chiamata della Mezzaluna Fertile. La grande quantità di semi che si poteva ottenere da queste piante convinse, quelle popolazioni a creare villaggi stanziali e segnò l’inizio dell’agricoltura moderna. Oggi gli alimenti sono costituiti più da varietà moderne di frumento, gradualmente modificato nel corso dei secoli, che da qualunque altro cereale. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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Riso è una parola di origine indiana, deriva dalla parola della lingua Tamil arisi, documentata già 5000 anni fa nell’India meridionale. Viene coltivato da epoche antichissime in estremo oriente, Cina, India, Giappone. Anche gli arabi, gli armeni, i copti, e i siri conobbero il riso e ne studiarono i metodi di coltura come risulta da numerosi riferimenti e citazioni presenti nei testi scritti. In Occidente il riso arrivò invece in epoca cristiana. Gli egizi e gli ebrei probabilmente non lo conobbero, e greci e romani lo citano solo come pianta aromatica e medicinale: ne parlano Teofrasto e Stradone, il medico Galeno lo consiglia nella dieta dei gladiatori e Plinio il Vecchio lo descrive nella sua Storia naturale. L’archeologia ha consentito di stabilire che già anni fa il riso selvatico costituiva una importante fonte di cibo per le popolazioni preistoriche di alcune regioni della Thailandia, del Vietnam, della Corea, della Cina e di alcune isole del sud-est asiatico. Sappiamo inoltre che i più antichi resti di riso coltivato sono stati trovati nella Cina orientale e nell’India nord-orientale e risalgono a oltre anni fa. Le prime testimonianze della coltivazione del riso in campi non sommersi dalle acque, nè irrigati, ma la cui umidità dipendeva solo dalle piogge, sono state trovate nella Cina settentrionale e sono state datate a circa anni fa. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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In Cina si coltiva da anni da noi da 500 anni. La pianta del riso è originaria delle regioni dell'Asia sud orientale e grazie a ritrovamenti che risalgono a o anni fa in una zona della Cina orientale ed in una caverna nel Nord della Tailandia, si può stimare che il riso è coltivato in modo intensivo da oltre settemila anni. Tracce storiche antichissime, che risalgono a tremila anni fa, sono state ritrovate in India nelle regioni del Gange. Le tecniche di coltivazione più antiche risalgono alla tradizione cinese. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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GRANO SARACENO Origine: è una pianta spontanea nelle zone della Siberia e della Manciuria. La coltura si è propagata alla Cina nel secolo X e nel Medioevo è stata introdotta in Occidente, dove era sconosciuta. Circa i modi di propagazione della pianta si fanno diverse ipotesi, ma le più accreditate sono le seguenti: i Turchi avrebbero introdotto la pianta in Grecia e nella penisola balcanica. Da questa ipotesi deriverebbe il nome di Grano saraceno, cioè grano dei turchi o saraceni. La seconda ipotesi sostiene che la diffusione sia avvenuta attraverso l’Asia e l’Europa del Nord ad opera delle migrazioni dei popoli mongoli che dalla Russia meridionale portarono il grano fino alla Polonia e alla Germania, da dove si sarebbe diffuso nel resto d’Europa. E’ probabile che entrambe le tesi siano valide e che la propagazione sia avvenuta contemporaneamente sia da Nord che da Sud. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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Il Mais, conosciuto da sempre presso le popolazioni indiane, andine, messicane, fu importato in Italia da Colombo, ma non trovò grosso successo fin verso il 1700, quando soppiantò le coltivazioni di miglio e divenne la base alimentare degli strati più poveri della popolazione. Nonostante esistano due varietà di mais, l'una bianca e l'altra gialla, soltanto la seconda é coltivata e consumata nel nostro paese. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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L'orzo é uno dei cereali più antichi del mondo, conosciuto nell'Egitto dei Faraoni, nella Grecia, a Roma, era caldamente consigliato da Ippocrate ( il padre della medicina) per ogni genere di malattie data la sua digeribilità e la buona quota energetica che sa donare. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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Origini storiche del cereale Farro esto cereale è probabilmente uno dei primi usati nell'area mediterranea. La Palestina sembra essere il luogo dove il farro trovò la sua origine, indi la Siria e l'Egitto. Il farro e' stato ritrovato anche nelle antiche tombe egiziane. Omero nelle sue opere menzionava ai campi e ai terreni donatrici di farro. I romani usavano il farro nella loro dieta giornaliera. Venne macinato ottenendo farina e preparato in quello che venne chiamato puls. Il farro venne integrato agli altri cereali già coltivati. Nel sud dell' Italia, il farro e' stato coltivato fin dal quinto secolo prima di Cristo. Il farro trovò il proprio spazio di mercato in quanto resistente alle malattie e grazie alla sua buona riuscita in terreni aridi e poveri. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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Conosciuta come l'Avena fin dall'Età del bronzo, la segale costituiva la base alimentare di molte popolazioni , quali Celti e Germani. Da sempre utilizzata soprattutto sotto forma di farina, non é da disdegnarne l'uso in chicchi integri, soprattutto miscelandoli alla farina per panificare o con farina di frumento in dolci regionali. Data la relativa durezza dei suoi chicchi, la segale rappresenta un buon esercizio per noi, dato che troppo spesso, ci dimentichiamo di quanto sia importante una corretta e prolungata masticazione. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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Vi sono tracce del consumo dell’avena fin dal 4000 a.C., ma si trattava della pianta selvatica, raccolta e consumata nelle pianure dell’Asia centrale e dell’Europa centro-settentrionale. La coltivazione dell’avena risale all’inizio dell’Era Cristiana, si è diffusa soprattutto nelle regioni dell’Europa del nord, perché è un cereale che richiede molta umidità per crescere (secondo solo al riso). L’avena è rimasta in certi paesi solo un cibo per gli animali. Le motivazioni: tenace pellicina aderente al chicco che rende difficile lavorarla, meno conservabile di altre granaglie, maggior contenuto di grassi ossidabili. Il dr. Johnson, celebre letterato inglese, così scriveva dell’avena nel suo Dizionario (1755): “È un grano che in Inghilterra è generalmente destinato ai cavalli, ma in Scozia fa vivere la gente”. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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Habitat: originario dell'Asia, l'orzo fu coltivato fin dai primordi della storia dell'uomo, forse prima del frumento, al quale in seguito ha dovuto cedere la palma, benché resti tuttora un alimento fondamentale per molti popoli. Il Italia è molto coltivato. L'Orzo, conosciuto da più di dodici millenni, è originario dell'Asia occidentale e Africa occidentale e si diffuse rapidamente nel bacino mediterraneo, come narra Plinio, quale cibo speciale per i gladiatori, che venivano, infatti chiamati, "hordearii" cioè mangiatori d'orzo. Fu uno dei rimedi più utilizzati da Ippocrate che ne tesse gli elogi nel Regime delle malattie acute: "Sembra dunque che il decotto d'orzo sia stato correttamente prescelto tra le vivande cereali in questi morbi e io lodo quelli che lo hanno prescelto. Il suo glutine infatti è liscio, consistente e confortante, fluido e umido misuratamente, dissetante e di facile escrezione, se ce ne fosse bisogno; non comporta astringenza né brutta agitazione, né rigonfia il ventre." Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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alberi da frutto Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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ARANCIO Originario di Cina, Indocina ed altri paesi del Sud Est asiatico, dove è coltivato da molti secoli, l'arancio (Citrus Sinensis) si diffuse nel bacino del Mediterraneo in tempi remoti e fu poi introdotto in America da Cristoforo Colombo, alla fine del XV secolo. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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LIMONE Specie di notevole importanza nel contesto dell'agrumicoltura mondiale, il limone (Citrus limon L.) è originario dell'India. Secondo alcuni reperti archeologici, era presente in Italia già nel II secolo dopo Cristo, ma la sua coltivazione ebbe inizio intorno al ad opera degli Arabi, che lo introdussero nel bacino del Mediterraneo. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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MELO Dall'Asia orientale, il melo (Pirus Malus) si è diffuso in Egitto, dove, sotto il regno del faraone Ramsete II (secolo XIII a.C.), veniva coltivato lungo le vallate del Nilo. Da qui la coltura arrivò poi in Grecia (nel IV secolo a.C. Erodoto ne descrive la tecnica dell'innesto) e, successivamente, a Roma. La mela è protagonista di numerose leggende e miti dell'antichità: nella sua undicesima fatica Ercole riuscì ad impossessarsi dei pomi d'oro che crescevano nel giardino delle Esperidi; quando gli dei dell'Olimpo invecchiavano, mordevano una mela per recuperare la gioventù; fu a causa di una mela (donata da Paride a Venere) che scoppiò la guerra di Troia. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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PERO La coltivazione del pero (Pyrus Communis L.) affonda nell'antichità, con reperti provenienti da Asia ed Europa di età superiore a 4000 anni. Il poeta Omero ricorda le piantagioni di Alcinoo e Laerte, mentre la mitologia greca attribuisce alla pera il significato di frutto sano e gustoso, prediletto da divinità ed eroi. Dalla Magna Grecia la coltivazione del pero giunse a Roma, dove ebbe ampia diffusione e grandi estimatori: Catone e Plinio perfezionarono le tecniche di coltivazione, mentre Pompeo e Nerone ne furono entuisiasti consumatori. Dopo il declino medioevale, questa coltura si diffuse in Messico e California ad opera dei missionari spagnoli, ed in Europa, in particolare in Belgio e Francia, a partire dal 1700. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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PESCO Originario della Cina, dove è coltivato da oltre anni, il pesco (Prunus persica vulgaris) si diffuse poi in Siria, Persia (da cui prese il nome) e Grecia, dove era già conosciuto nel IV secolo avanti Cristo. In Italia questa coltura arrivò nel I secolo avanti Cristo, mentre in America fu introdotta dai colonizzatori spagnoli. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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ALBICOCCO Per Linneo la zona di origine dell'albicocco (Prunus armeniaca) era l'Armenia, per altri studiosi la Transcaucasia; attualmente si ritiene che questa importante specie frutticola provenga dal Turkestan, dove cresce, spontanea, fino a metri di altitudine. Conosciuto e coltivato in Cina sin dal avanti Cristo, l'albicocco fu diffuso in Europa (prima in Italia e poi in Grecia), all'inizio dell'era cristiana, dai Romani dopo la conquista dell'Armenia. Attorno al X secolo la sua coltivazione fu introdotta dagli Arabi nella Francia meridionale, mentre in America arrivò soltanto dopo il 1700. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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SUSINO Originaria dell'Eurasia e del Nord America, la susina (Prunus domestica) fu introdotta in Europa circa anni fa. Le prime testimonianze della sua presenza in Italia risalgono al I secolo dopo Cristo, quando Plinio il Vecchio la citò nella sua "Naturalis Historia". Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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CILIEGIO Originario dell'Asia Minore, il ciliegio (Prunus avium L.) si diffuse in Egitto sin dal VII secolo avanti Cristo e, successivamente, in Grecia (è citato da Teofrasto nel III secolo). Le prime testimonianze della sua presenza in Italia risalgono al II secolo avanti Cristo, quando Varrone ne illustrò dettagliatamente l'innesto. Più tardi, Plinio il Vecchio ne descrisse dieci varietà nella sua "Naturalis Historia". Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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FRAGOLA Originaria delle Alpi, dove cresceva allo stato selvatico, la fragola (Fragaria vesca) veniva chiamata fragrans dai Romani, in omaggio al suo intenso profumo. Sulle tavole dell'antica Roma questo frutto compariva regolarmente in coincidenza con le feste in onore di Adone, alla morte del quale, come narra la leggenda, Venere pianse copiose lacrime, che, giunte sulla terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragole. Fino al XVII secolo, in Europa venivano coltivate piante di specie selvatiche autoctone (Fragaria vesca, F. viridis, F. moschata) e altre introdotte dall'America del Nord (F. virginiano). Il contributo più importante alla coltivazione di questa specie lo fornì un ufficiale francese, che importò dal Cile le piante madri utilizzate come base per la costituzione dell'ibrido Fragaria x ananassa, a cui appartengono tutte le cultivar attualmente diffuse. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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ACTINIDIA Originaria della Cina meridionale, dove cresce come pianta spontanea, l'actinidia (Actinidia deliciosa) ha trovato un ambiente particolarmente favorevole in Nuova Zelanda, dove fu introdotta all'inizio di questo secolo. Il frutto di questa pianta venne denominato kiwi, come l'uccello dalle piume sottili e dal lungo becco emblema del Paese australe. Successivamente, questa specie frutticola si diffuse in Inghilterra, Stati Uniti (California), Francia e, soltanto verso la fine degli anni Sessanta, in Italia. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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MAIS Fu Colombo nel 1492 a scoprire il mais nel Nuovo Mondo e a portarlo in Spagna, da dove si diffuse in tutta Europa, Africa settentrionale, Medio Oriente, India e Cina. Il mais (Zea mais) è l’unico cereale di provenienza americana che sia diventato una delle coltivazioni più importanti nelle regioni tropicali e sub-tropicali del mondo. Grazie al suo basso costo, il mais divenne l’alimento più diffuso e la fonte primaria di energia e proteine per la gente più povera, in particolare in campagna e tra i ceti sociali non privilegiati. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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BARBABIETOLA DA ZUCCHERO I primi riferimenti ad una famiglia di piante conosciute con il nome di Beta si ritrovano nella letteratura greca intorno al 420 avanti Cristo. Venivano descritte come “versatili piante da giardino” e se ne annoveravano varietà chiare e scure. La coltivazione della barbabietola si espanse gradualmente attraverso la Francia e la Spagna, più spesso grazie alle coltivazioni nei monasteri, ma anche per opera dei contadini. In origine la barbabietola veniva coltivata per le sue foglie, in seguito, la radice divenne una verdura diffusa, specialmente la variante rossa conosciuta come barbabietola. Nel 1600 l’agronomo francese Olivier de Sererres riferì: “quando viene cotto, questo alimento produce un succo simile allo sciroppo di zucchero”. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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POMODORO Il pomodoro è originario delle regioni basse delle Ande e veniva coltivato dagli Aztechi in Messico. Proprio questa popolazione diede al pomodoro il nome di “tomatl”, che significa “frutto polposo”, e successivamente i conquistadores spagnoli modificarono il termine in “tomate”. Il pomodoro, insieme al mais, la patata, il peperoncino e la patata dolce venne introdotto in Spagna all’inizio del 16mo secolo attraverso i viaggi di Cristoforo Colombo. Il pomodoro arrivò probabilmente prima a Siviglia, centro principale di scambio internazionale soprattutto con l’Italia. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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PATATA La patata è originaria del Sud America, dove gli Indios delle Ande per anni l’hanno coltivata e continuamente migliorata al fine di eliminarne il gusto amaro e la tossicità. Alcune varietà primitive di patata hanno costituito la principale fonte di nutrimento in quest’area fin dal 200 dopo Cristo. Prima della conquista spagnola, la sua coltivazione si estendeva solamente sulle altitudini Andine, dalla Colombia all’Argentina settentrionale e al Cile. Probabilmente giunse in Spagna dalla Colombia o dal Perù intorno al 1565, per arrivare poi in Inghilterra verso la fine del sedicesimo secolo e da lì si è diffusa man mano in tutta Europa. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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La patata (Solanum tuberosum L. 1753) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Solanacee (Dicotiledoni), originaria del Perù, della Bolivia, del Messico e del Cile e portata in Europa nel XVI secolo. Non si conoscono varietà spontanee né si sa da quale specie originaria di Solanum si sia originata la patata edule. Prof. Ermenegildo Ferrari - CIDI - Milano
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