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PubblicatoRemigio Carrara Modificato 10 anni fa
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DISPOSIZIONI LEGISLATIVE E REGOLAMENTARI PER L’EDILIZIA
TITOLI ABILITATIVI INTERVENTI EDILIZI NORME PER LA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA Fine ing. Gianfranco Minniti – Milazzo (ME)
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INTERVENTI EDILIZI Manutenzione ordinaria Manutenzione straordinaria
Restauro e risanamento conservativo Ristrutturazione edilizia Nuova costruzione Ristrutturazione urbanistica Menu Principale
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INTERVENTI DI MANUTENZIONE ORDINARIA
Sono gli interventi edilizi che riguardano le opere di: riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti
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INTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA
Sono le opere e le modifiche necessarie: Per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici Per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici Non si possono alterare i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari né modificare le destinazioni d’uso
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INTERVENTI DI RESTAURO E DI RISANAMENTO CONSERVATIVO
Sono gli interventi edilizi rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni d'uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono: il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio
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INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA
Sono gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono: il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio l'eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria e sagoma dell’edificio preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l'adeguamento alla normativa antisismica
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INTERVENTI DI NUOVA COSTRUZIONE
Sono quelli di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio non rientranti nelle categorie definite alle lettere precedenti. la costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l'ampliamento di quelli esistenti all'esterno della sagoma esistente, fermo restando, per gli interventi pertinenziali, quanto previsto alla lettera 6; gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria realizzati da soggetti diversi dal comune; la realizzazione di infrastrutture e di impianti, anche per pubblici servizi, che comporti la trasformazione in via permanente di suolo inedificato; l'installazione di torri e tralicci per impianti radio-ricetrasmittenti e di ripetitori per i servizi di telecomunicazione; segue
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INTERVENTI DI NUOVA COSTRUZIONE
l'installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulottes, campers, case mobili, imbarcazioni, che siano utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi, magazzini e simili, e che non siano diretti a soddisfare esigenze meramente temporanee; gli interventi pertinenziali che le norme tecniche degli strumenti urbanistici, in relazione alla zonizzazione e al pregio ambientale e paesaggistico delle aree, qualifichino come interventi di nuova costruzione, ovvero che comportino la realizzazione di un volume superiore al 20% del volume dell'edificio principale; la realizzazione di depositi di merci o di materiali, la realizzazione di impianti per attività produttive all'aperto ove comportino l'esecuzione di lavori cui consegua la trasformazione permanente del suolo inedificato.
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INTERVENTI DI RISTRUTTURAZIONE URBANISTICA
Sono quelli rivolti a sostituire l'esistente tessuto urbanistico-edilizio con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi, anche con la modificazione del disegno dei lotti, degli isolati e della rete stradale.
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TITOLI ABILITATIVI Attività edilizia libera
Attività edilizia delle pubbliche amministrazioni Attività edilizia dei privati su aree demaniali Attività edilizia in assenza di pianificazione urbanistica Permesso di costruire Nozione e caratteristiche Contributo di costruzione Procedimento Denuncia di inizio attività Menu Principale
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TITOLI ABILITATIVI Attività edilizia libera
Interventi di manutenzione ordinaria Interventi volti all'eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di rampe o di ascensori esterni, ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell'edificio Opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo che abbiano carattere geognostico o siano eseguite in aree esterne al centro edificato
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TITOLI ABILITATIVI Attività edilizia delle pubbliche amministrazioni
Opere e interventi pubblici che richiedano per la loro realizzazione l'azione integrata e coordinata di una pluralità di amministrazioni pubbliche allorché l'accordo delle predette amministrazioni, raggiunto con l'assenso del comune interessato, sia pubblicato ai sensi dell'articolo 34, comma 4, del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267. Opere pubbliche, da eseguirsi da amministrazioni statali o comunque insistenti su aree del demanio statale e opere pubbliche di interesse statale, da realizzarsi dagli enti istituzionalmente competenti, ovvero da concessionari di servizi pubblici, previo accertamento di conformità con le prescrizioni urbanistiche ed edilizie ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 18 aprile 1994, n. 383, e successive modificazioni. Opere pubbliche dei comuni deliberate dal consiglio comunale, ovvero dalla giunta comunale, assistite dalla validazione del progetto, ai sensi dell'articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 21 dicembre 1999, n. 554.
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TITOLI ABILITATIVI Attività edilizia dei privati su aree demaniali
La realizzazione da parte di privati di interventi edilizi su aree demaniali è disciplinata dalle norme del testo unico e per essa si applica quanto indicato per le altre attività edilizie
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TITOLI ABILITATIVI Attività edilizia in assenza di pianificazione urbanistica
Nei comuni sprovvisti di strumenti urbanistici sono consentiti: gli interventi previsti dalle lettere a), b) e c) del primo comma dell'articolo 3 che riguardino singole unità immobiliari o parti di esse; fuori dal perimetro dei centri abitati, gli interventi di nuova edificazione nel limite della densità massima fondiaria di 0,03 metri cubi per metro quadro; in caso di interventi a destinazione produttiva, la superficie coperta non può comunque superare un decimo dell'area di proprietà. Nelle aree nelle quali non siano stati approvati gli strumenti urbanistici attuativi previsti dagli strumenti urbanistici generali come presupposto per l'edificazione, oltre agli interventi indicati al comma 1, lettera a), sono consentiti gli interventi di cui alla lettera d) del primo comma dell'articolo 3 del presente testo unico che riguardino singole unità immobiliari o parti di esse. Tali ultimi interventi sono consentiti anche se riguardino globalmente uno o più edifici e modifichino fino al 25 per cento delle destinazioni preesistenti, purché il titolare del permesso si impegni, con atto trascritto a favore del comune e a cura e spese dell'interessato, a praticare, limitatamente alla percentuale mantenuta ad uso residenziale, prezzi di vendita e canoni di locazione concordati con il comune ed a concorrere negli oneri di urbanizzazione.
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TITOLI ABILITATIVI Permesso di costruire – Nozione e caratteristiche
Il permesso di costruire è necessario per: Interventi di nuova costruzione Interventi di ristrutturazione urbanistica Interventi di ristrutturazione edilizia che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d'uso
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TITOLI ABILITATIVI Permesso di costruire – Nozione e caratteristiche
Viene rilasciato in conformità alle previsioni degli strumenti urbanistici, dei regolamenti edilizi e della disciplina urbanistico-edilizia vigente È subordinato alla esistenza delle opere di urbanizzazione primaria o alla previsione da parte del comune dell'attuazione delle stesse nel successivo triennio, ovvero all'impegno degli interessati di procedere all'attuazione delle medesime contemporaneamente alla realizzazione dell'intervento oggetto del permesso Viene rilasciato dal dirigente o responsabile del competente ufficio comunale nel rispetto delle leggi, dei regolamenti e degli strumenti urbanistici
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TITOLI ABILITATIVI Permesso di costruire – Nozione e caratteristiche
Il permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici generali è rilasciato esclusivamente per edifici ed impianti pubblici o di interesse pubblico, previa deliberazione del consiglio comunale La deroga, nel rispetto delle norme igieniche, sanitarie e di sicurezza, può riguardare esclusivamente i limiti di densità edilizia, di altezza e di distanza tra i fabbricati di cui alle norme di attuazione degli strumenti urbanistici generali ed esecutivi fermo restando in ogni caso il rispetto delle disposizioni di cui agli articoli 7, 8 e 9 del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 Articolo 7 - Limiti di densità edilizia Articolo 8 - Limiti di altezza degli edifici Articolo 9 - Limiti di distanza tra i fabbricati
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TITOLI ABILITATIVI Permesso di costruire – Nozione e caratteristiche
Il termine per l’inizio dei lavori non può essere superiore ad un anno dal rilascio del titolo; quello di ultimazione, entro il quale l’opera deve essere completata non può superare i tre anni dall’inizio dei lavori. Entrambi i termini possono essere prorogati, con provvedimento motivato, per fatti sopravvenuti estranei alla volontà del titolare del permesso. Decorsi tali termini il permesso decade di diritto per la parte non eseguita. La realizzazione della parte dell'intervento non ultimata nel termine stabilito è subordinata al rilascio di nuovo permesso per le opere ancora da eseguire, salvo che le stesse non rientrino tra quelle realizzabili mediante denuncia di inizio attività. Si procede altresì, ove necessario, al ricalcolo del contributo di costruzione. Il permesso decade con l’entrata in vigore di contrastanti previsioni urbanistiche, salvo che i lavori siano già iniziati e vengano completati entro il termine di tre anni dalla data di inizio.
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TITOLI ABILITATIVI Permesso di costruire – Contributo di costruzione
Il rilascio del permesso di costruire comporta la corresponsione di un contributo commisurato all’incidenza degli oneri di urbanizzazione nonché al costo di costruzione: La quota relativa agli oneri di urbanizzazione va corrisposta all'atto del rilascio del permesso di costruire e può essere rateizzata. Il titolare del permesso può realizzare direttamente le opere di urbanizzazione con le modalità e le garanzie stabilite dal comune, con conseguente acquisizione delle opere realizzate al patrimonio indisponibile del comune La quota relativa al costo di costruzione, determinata all'atto del rilascio, è corrisposta in corso d'opera e l’ultima rata deve essere versata non oltre sessanta giorni dalla ultimazione della costruzione L'incidenza degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria è stabilita con deliberazione del consiglio comunale in base alle tabelle parametriche che la regione definisce per classi di comuni in relazione: all'ampiezza ed all'andamento demografico dei comuni alle caratteristiche geografiche dei comuni alle destinazioni di zona previste negli strumenti urbanistici vigenti ai limiti e rapporti minimi inderogabili fissati in applicazione della legge 1150/42, e successive modifiche e integrazioni, nonché delle leggi regionali
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TITOLI ABILITATIVI Permesso di costruire – Contributo di costruzione
Il contributo si riduce alla sola quota degli oneri di urbanizzazione per l’edilizia abitativa convenzionata, qualora il titolare del permesso si impegni, a mezzo di una convenzione con il comune, ad applicare prezzi di vendita e canoni di locazione determinati Per la realizzazione della prima abitazione il contributo è pari a quanto stabilito per la corrispondente edilizia residenziale pubblica Il contributo di costruzione non è dovuto: per gli interventi da realizzare nelle zone agricole, ivi comprese le residenze, in funzione della conduzione del fondo e delle esigenze dell’imprenditore agricolo per gli interventi di ristrutturazione e di ampliamento, in misura non superiore al 20%, di edifici unifamiliari per gli impianti, le attrezzature, le opere pubbliche o di interesse generale realizzate dagli enti istituzionalmente competenti nonché per le opere di urbanizzazione, eseguite anche da privati, in attuazione di strumenti urbanistici per gli interventi da realizzare in attuazione di norme o di provvedimenti emanati a seguito di pubbliche calamità per i nuovi impianti, lavori, opere, modifiche, installazioni, relativi alle fonti rinnovabili di energia, alla conservazione, al risparmio e all'uso razionale dell'energia Per gli interventi da realizzare su immobili di proprietà dello Stato il contributo di costruzione è commisurato alla incidenza delle sole opere di urbanizzazione
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TITOLI ABILITATIVI Permesso di costruire – Contributo di costruzione
Per le costruzioni o impianti destinati ad attività industriali o artigianali dirette alla trasformazione di beni ed alla prestazione di servizi il contributo è pari alla incidenza delle opere di urbanizzazione, di quelle necessarie al trattamento e allo smaltimento dei rifiuti solidi, liquidi e gassosi e di quelle necessarie alla sistemazione dei luoghi ove ne siano alterate le caratteristiche. Per costruzioni o impianti destinati ad attività turistiche, commerciali e direzionali o allo svolgimento di servizi il contributo è pari all'incidenza delle opere di urbanizzazione, nonché una quota non superiore al 10 % del costo documentato di costruzione da stabilirsi, in relazione ai diversi tipi di attività Qualora la destinazione d'uso delle opere sopra indicate, nonché di quelle nelle zone agricole, venga comunque modificata nei dieci anni successivi all'ultimazione dei lavori, il contributo di costruzione è dovuto nella misura massima corrispondente alla nuova destinazione, determinata con riferimento al momento dell’intervenuta variazione
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TITOLI ABILITATIVI Permesso di costruire – Procedimento
La domanda per il rilascio del permesso di costruire va presentata allo sportello unico corredata da un’attestazione concernente il titolo di legittimazione, dagli elaborati progettuali richiesti dal regolamento edilizio, e quando ne ricorrano i presupposti, dai documenti previsti dalle norme tecniche, nonché da un’autocertificazione circa la conformità del progetto alle norme igienico-sanitarie nel caso in cui il progetto riguardi interventi di edilizia residenziale Entro sessanta giorni il responsabile del procedimento cura l’istruttoria, acquisisce i prescritti pareri dagli uffici comunali, dalla ASL e dai Vigili del Fuoco, e, valutata la conformità del progetto alle normativa vigente, formula una proposta di provvedimento, corredata da una dettagliata relazione, con la qualificazione tecnico giuridica dell’intervento richiesto Il provvedimento finale è adottato dal dirigente o dal responsabile dell’ufficio, entro quindici giorni dalla proposta; dell’avvenuto rilascio è data notizia al pubblico mediante affissione all’albo pretorio I predetti termini sono raddoppiati per i comuni con più di abitanti, nonché per i progetti particolarmente complessi secondo la motivata risoluzione del responsabile del procedimento Decorso inutilmente il termine per l’adozione del provvedimento conclusivo, la domanda di permesso di costruire si intende formato il silenzio-rifiuto
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TITOLI ABILITATIVI Denuncia di inizio attività
Sono realizzabili mediante denuncia di inizio attività: gli interventi non riconducibili alla attività edilizia libera e quelli per i quali non è obbligatorio il permesso di costruire, che siano conformi alle previsioni degli strumenti urbanistici, dei regolamenti edilizi e della disciplina urbanistico-edilizia vigente le varianti a permessi di costruire che non incidono sui parametri urbanistici e sulle volumetrie, che non modificano la destinazione d'uso e la categoria edilizia, non alterano la sagoma dell'edificio e non violano le eventuali prescrizioni contenute nel permesso di costruire In alternativa al permesso di costruire per: gli interventi di ristrutturazione che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici, ovvero che, limitatamente agli immobili compresi nelle zone omogenee A, comportino mutamenti della destinazione d’uso gli interventi di nuova costruzione o di ristrutturazione urbanistica qualora siano disciplinati da piani attuativi comunque denominati, ivi compresi gli accordi negoziali aventi valore di piano attuativo, che contengano precise disposizioni plano-volumetriche, tipologiche, formali e costruttive gli interventi di nuova costruzione qualora siano in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali recanti precise disposizioni plano-volumetriche altri interventi individuati dalle regioni
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TITOLI ABILITATIVI Denuncia di inizio attività
Va presentata almeno trenta giorni prima dell'effettivo inizio dei lavori allo sportello unico, accompagnata dagli opportuni elaborati progettuali e da una dettagliata relazione a firma di un progettista abilitato, che asseveri la conformità delle opere da realizzare agli strumenti urbanistici approvati e non in contrasto con quelli adottati ed ai regolamenti edilizi vigenti, nonché il rispetto delle norme di sicurezza e di quelle igienico-sanitarie Ha efficacia per tre anni Qualora l'immobile oggetto dell'intervento sia sottoposto ad un vincolo gli organi competenti devono preventivamente esprimere parere favorevole Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale, ove sia riscontrata l'assenza di una o più delle condizioni stabilite, notifica all'interessato l'ordine motivato di non effettuare il previsto intervento e, in caso di falsa attestazione del professionista abilitato, informa l'autorità giudiziaria e il consiglio dell'ordine di appartenenza Ultimato l'intervento, il progettista o un tecnico abilitato rilascia un certificato di collaudo finale, che va presentato allo sportello unico, con il quale si attesta la conformità dell'opera al progetto presentato con la denuncia di inizio attività
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TITOLI ABILITATIVI Opere di urbanizzazione
Primaria strade residenziali, spazi di sosta o di parcheggio, fognature, rete idrica, rete di distribuzione dell'energia elettrica e del gas, pubblica illuminazione, spazi di verde attrezzato, i cavedi multiservizi e i cavidotti per il passaggio di reti di telecomunicazione Secondaria asili nido e scuole materne, scuole dell’obbligo nonché strutture e complessi per l’istruzione superiore all’obbligo, mercati di quartiere, delegazioni comunali, chiese e altri edifici religiosi, impianti sportivi di quartiere, aree verdi di quartiere, centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie (comprese le opere, le costruzioni e gli impianti destinati allo smaltimento, al riciclaggio o alla distruzione dei rifiuti urbani, speciali, pericolosi, solidi e liquidi, alla bonifica di aree inquinate)
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NORME PER LA PROGETTAZIONE ARCHITETTONICA
URBANISTICHE (qualità e quantità di edificazione, rapporto con il territorio) TECNICHE PER LE COSTRUZIONI (strutture in c.a., acciaio, legno, muratura, zone sismiche, impianti e risparmio energetico) STANDARD ABITATIVI E IGIENICO-SANITARI, SICUREZZA, TUTELA AMBIENTALE (norme d’igiene, barriere architetton., norme antincendio, tutela ambientale) QUALITÀ DEI MATERIALI (requisiti di accettazione, controlli di qualità, norme UNI) DISCIPLINA DEGLI APPALTI (rapporti committente-esecutrice) Menu Principale
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NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI
Testo Unico - Norme Tecniche per le Costruzioni - D.M. 14/01/2008 Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche - Legge 2 febbraio 1974, n.64 Norme per la disciplina delle opere in conglomerato cementizio armato, normale e precompresso ed a struttura metallica - Legge 5 novembre 1971, n.1086 Regolamento di riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici – D.M. 22/01/2008 n. 37 Norme per l'attuazione del Piano energetico nazionale in materia di uso nazionale dell'energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia - Legge 9 gennaio 1991, n.10 e successive modifiche, integrazioni e adeguamento alle norme europee Regolamento recante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia - D.P.R. 26 agosto 1993, n.412 e succ. mod. ed integr.
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NORME PER LA QUALITÀ DEI MATERIALI
Tutti i materiali e prodotti per uso strutturale devono essere: Identificati Certificati secondo specifiche norme e prove sperimentali Accettati dalla D.L. che verifica le certificazioni e dispone prove di accettazione Per gli altri materiali e prodotti esistono normative specifiche di settore che riguardano i requisiti di accettazione in funzione della durabilità, della funzionalità, della resistenza agli agenti atmosferici, della resistenza al fuoco, della capacità di isolamento termico ed acustico, etc.
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NORME PER LA DISCIPLINA DEGLI APPALTI
Per appalto pubblico si intende quel complesso di operazioni ed adempimenti, regolamentati dall’ordinamento giuridico, che consentono alla Amministrazione di realizzare un’opera o di acquisire un servizio o ottenere una fornitura di beni. Le procedure di aggiudicazione, sono le seguenti: Asta pubblica o pubblico incanto: una procedura aperta in cui ogni impresa interessata può presentare offerta; Licitazione privata: una procedura ristretta alla quale possono partecipare solo le imprese invitate dalla Amministrazione; Appalto concorso: la procedura ristretta nella quale il candidato redige un progetto relativo alle prestazioni richieste sulla base delle esigenze della Amministrazione aggiudicatrice proponendo le condizioni ed i prezzi ai quali è disposto ad eseguire l’appalto. Trattativa privata: la procedura negoziata in cui l’Amministrazione consulta una o più imprese di propria scelta, con cui negozia i termini del contratto. Le norme in tema di lavori pubblici hanno poi introdotto altre specifiche procedure di aggiudicazione: Appalto lavori congiunto alla acquisizione di immobili; concessione di costruzione e gestione; project financing.
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NORME URBANISTICHE Superficie fondiaria
superficie di un lotto al netto di vie, aree per servizi sociali ed attrezzature pubbliche Superficie coperta estensione della proiezione orizzontale dell’edificio, compresi tutti gli aggetti con profondità superiore a quella stabilita dagli strumenti urbanistici Volumetria edificio volume del solido a partire dal piano del terreno sino all’estradosso del solaio di copertura o del piano di imposta di una copertura a falde con esclusione dei volumi tecnici (dipende dai regolamenti locali) Superficie lorda di pavimento sommatoria delle superfici di pavimento di tutti i locali abitabili al lordo di muri e collegamenti verticali
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NORME URBANISTICHE Rapporto di copertura
Superficie coperta / Superficie fondiaria [mq/mq] Densità fondiaria (cubatura) Volumetria edificio / Superficie fondiaria [mc/mq] Densità fondiaria (superficie) Superficie lorda pavimento / Superficie fondiaria [mq/mq] Densità territoriale Volume edifici (escluso attrezzature pubbliche) / Superficie zona [mc/mq] Altezza massima La maggiore altezza fra le varie fronti dell’edificio; di norma dal piano del terreno fino all’estradosso dell’ultimo solaio o al punto medio di una copertura a falde o curva; nel caso di terreno in pendenza dal punto medio (Regolamento edilizio)
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NORME URBANISTICHE Strumenti urbanistici e Norme
Zone Territoriali Omogenee Standard Urbanistici Limiti per l’edificazione Distanze dalle strade Menu Precedente
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NORME URBANISTICHE Piano Regolatore Generale
Il piano regolatore generale deve considerare la totalità del territorio comunale e deve indicare essenzialmente: la rete delle principali vie di comunicazione stradali, ferroviarie e navigabili e dei relativi impianti la divisione in zone del territorio, con precisazione delle zone destinate all'espansione dell'aggregato urbano e la determinazione dei vincoli e dei caratteri da osservare in ciascuna zona le aree destinate a formare spazi di uso pubblico o sottoposte a speciale servitù le aree da riservare a edifici pubblici o di uso pubblico nonché ad opere e impianti di interesse collettivo o sociale i vincoli da osservare nelle zone a carattere storico, ambientale, paesistico le norme per l'attuazione del piano
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NORME URBANISTICHE Piano Particolareggiato
È lo strumento di attuazione del piano regolatore generale in cui devono essere indicate le reti stradali e i principali dati altimetrici di ciascuna zona, il piano finanziario di attuazione, e debbono inoltre essere determinati: le masse e le altezze delle costruzioni lungo le principali strade e piazze gli spazi riservati ad opere od impianti di interesse pubblico gli edifici destinati a demolizione o ricostruzione ovvero soggetti a restauro o a bonifica edilizia le suddivisioni degli isolati in lotti fabbricabili secondo la tipologia indicata nel piano gli elenchi catastali delle proprietà da espropriare o da vincolare la profondità delle zone laterali a opere pubbliche, la cui occupazione serva ad integrare le finalità delle opere stesse ed a soddisfare prevedibili esigenze future
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NORME URBANISTICHE Regolamento Edilizio
Di norma regolamenta formazione, attribuzioni e funzionamento della commissione edilizia la presentazione delle domande di permesso di costruzione e la richiesta obbligatoria dei punti fissi di linea e di livello la compilazione dei progetti di opere edilizie e la direzione dei lavori l'altezza minima e quella massima dei fabbricati secondo le zone gli eventuali distacchi dai fabbricati vicini e dal filo stradale l'ampiezza e la formazione dei cortili e spazi interni le sporgenze sulle vie e piazze pubbliche l'aspetto dei fabbricati e il decoro dei servizi ed impianti che interessano l'estetica dell'edilizia urbana le norme igieniche di particolare interesse edilizio le particolari prescrizioni costruttive da osservare in determinati quartieri cittadini o lungo determinate vie o piazze
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NORME URBANISTICHE Regolamento Edilizio
recinzione o manutenzione di aree scoperte, parchi, giardini e zone privati tra fabbricati e spazi pubblici e da questi visibili l'apposizione e la conservazione dei numeri civici le cautele per garantire la pubblica incolumità per l'esecuzione delle opere edilizie, l'occupazione del suolo pubblico, i lavori nel pubblico sottosuolo, le ribalte che si aprono nei luoghi pubblici, ecc. la vigilanza sull'esecuzione dei lavori la lottizzazione delle aree fabbricabili e le caratteristiche dei vari tipi di costruzione previsti dal piano regolatore l'osservanza di determinati caratteri architettonici e la formazione di complessi edilizi di carattere unitario la costruzione e la manutenzione di strade private non previste nel piano regolatore
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NORME URBANISTICHE Zone Territoriali Omogenee
Zone A: le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi Zone B: le parti del territorio totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A; si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq Zone C: le parti del territorio destinate a nuovi complessi insediativi, che risultino inedificate o nelle quali la edificazione preesistente non raggiunga i limiti di superficie e densità di cui alle Zone B
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NORME URBANISTICHE Zone Territoriali Omogenee
Zone D: le parti del territorio destinate a nuovi insediamenti per impianti industriali o ad essi assimilati Zone E: le parti del territorio destinate ad usi agricoli, escluse quelle in cui - fermo restando il carattere agricolo delle stesse - il frazionamento delle proprietà richieda insediamenti da considerare come zone C) Zone F: le parti del territorio destinate ad attrezzature ed impianti di interesse generale
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NORME URBANISTICHE Standard urbanistici
Rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti residenziali e gli spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico, a parcheggi Devono essere assicurati per ogni abitante la dotazione minima, inderogabile, di 18 mq. per spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio, con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie. Tale quantità complessiva va ripartita, di norma, nel modo appresso indicato: mq. 4,50 di aree per l'istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo mq. 2 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, sanitarie, assistenziali, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., prot. civile, ecc.) ed altre mq. 9 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, e effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade mq. 2,50 di aree per parcheggi (in aggiunta alle superfici a parcheggio previste in funzione dei volumi residenziali) Si assume che ad ogni abitante insediato o da insediare corrispondano mediamente 25 mq. di superficie lorda abitabile (pari a circa 80 mc. vuoto per pieno), eventualmente maggiorati di una quota non superiore a 5 mq. (pari a circa 20 mc. vuoto per pieno) per le destinazioni non specificamente residenziali (negozi di prima necessità, servizi collettivi per le abitazioni, studi professionali, ecc.)
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NORME URBANISTICHE Standard urbanistici
Quantità minime di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico, o a parcheggi da osservare in rapporto agli insediamenti residenziali nelle singole zone territoriali omogenee Zone A): l'amministrazione comunale, qualora dimostri l'impossibilità - per mancata disponibilità di aree idonee, ovvero per ragioni di rispetto ambientale e di salvaguardia delle caratteristiche, della conformazione e delle funzioni della zona stessa - di raggiungere le quantità minime di cui al precedente art. 3, deve precisare come siano altrimenti soddisfatti i fabbisogni dei relativi servizi ed attrezzature. Zone B): quando sia dimostrata l'impossibilità - detratti i fabbisogni comunque già soddisfatti - di raggiungere la predetta quantità minima di spazi su aree idonee, gli spazi stessi vanno reperiti entro i limiti delle disponibilità esistenti nelle adiacenze immediate, ovvero su aree accessibili tenendo conto dei raggi di influenza delle singole attrezzature e della organizzazione dei trasporti pubblici. Le aree che verranno destinate agli spazi pubblici etc. nell'ambito delle zone A) e B) saranno computate, ai fini della determinazione delle quantità minime prescritte dallo stesso articolo, in misura doppia di quella effettiva.
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NORME URBANISTICHE Standard urbanistici
Quantità minime di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico, o a parcheggi da osservare in rapporto agli insediamenti residenziali nelle singole zone territoriali omogenee Zone C): deve essere assicurata integralmente la quantità minima di spazi. Nei comuni per i quali la popolazione prevista dagli strumenti urbanistici non superi i abitanti, la predetta quantità minima di spazio è fissata in mq. 12 dei quali mq. 4 riservati alle attrezzature scolastiche dell’obbligo (nido, materna, elementare, media). La stessa disposizione si applica agli insediamenti residenziali in comuni con popolazione prevista superiore a 10 mila abitanti, quando trattasi di nuovi complessi insediativi per i quali la densità fondiaria non superi 1 mc/mq. Quando le zone C) siano contigue o in diretto rapporto visuale con particolari connotati naturali del territorio (quali coste marine, laghi, lagune, corsi d'acqua importanti; nonché singolarità orografiche di rilievo) ovvero con preesistenze storico-artistiche ed archeologiche, la quantità minima di spazio per parchi e attrezzature sportive di quartiere resta fissata in mq. 15: tale disposizione non si applica quando le zone siano contigue ad attrezzature portuali di interesse nazionale.
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NORME URBANISTICHE Standard urbanistici
Quantità minime di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico, o a parcheggi da osservare in rapporto agli insediamenti residenziali nelle singole zone territoriali omogenee Zone E): la quantità minima è stabilita in mq. 6, da riservare complessivamente per le attrezzature ed i servizi connessi all’istruzione e agli interessi comuni. Zone F): gli spazi per le attrezzature pubbliche di interesse generale - quando risulti la esigenza di prevedere le attrezzature stesse - debbono essere previsti in misura non inferiore a quella appresso indicata in rapporto alla popolazione del territorio servito: 1,5 mq/abitante per le attrezzature per la istruzione superiore all'obbligo (istituti universitari esclusi); 1 mq/abitante per le attrezzature sanitarie ed ospedaliere; 15 mq/abitante per i parchi pubblici urbani e territoriali.
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NORME URBANISTICHE Standard urbanistici
Rapporti massimi tra gli spazi destinati agli insediamenti produttivi e gli spazi pubblici destinati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi nei nuovi insediamenti di carattere industriale o ad essi assimilabili compresi nelle zone D la superficie da destinare a spazi pubblici o destinata ad attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi (escluse le sedi viarie) non può essere inferiore al 10% dell'intera superficie destinata a tali insediamenti nei nuovi insediamenti di carattere commerciale e direzionale, a 100 mq. di superficie lorda di pavimento di edifici previsti, deve corrispondere la quantità minima di 80 mq. di spazio, escluse le sedi viarie, di cui almeno la metà destinata a parcheggi (in aggiunta alle superfici a parcheggio previste in funzione del volume edificato); tale quantità, per le zone A) e B) è ridotta alla metà, purché siano previste adeguate attrezzature integrative
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NORME URBANISTICHE Standard urbanistici
Fabbisogno per abitante Zone Territoriali Omogenee A e B C D Industr. Commerc. E F Istruzione 2,25 mq 4,50 mq -- #,## mq 1,50 mq (sc.super.) Attività varie 1,00 mq 2,00 mq #,## % (ospedali) Aree a verde 9,00 mq 15,00 mq (parchi) Parcheggi 1,25 mq 2,50 mq 50,00 % TOTALE 18,00 mq 10,00 % della superficie 80 mq ogni 100 mq di sup.lorda 6,00 mq Per il calcolo del numero di abitanti insediabili si computano 80 mc di costruzione vuoto per pieno ad abitante + 20 mc se sono presenti destinazioni non residenziali connesse alla residenza (negozi di prima necessità, servizi collettivi, studi professionali) .
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NORME URBANISTICHE Limiti di densità edilizia
Zone A per il risanamento ed altre trasformazioni conservative, le densità edilizie di zona e fondiarie non debbono superare quelle preesistenti, calcolate senza tener conto delle superfetazioni; per le eventuali nuove costruzioni ammesse, la densità fondiaria non deve superare il 50% della densità fondiaria media della zona e, in nessun caso, i 5 mc/mq;
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NORME URBANISTICHE Limiti di densità edilizia
Zone B Le densità territoriali e fondiarie sono stabilite in sede di formazione degli strumenti urbanistici tenendo conto delle esigenze igieniche, di decongestionamento urbano e delle quantità minime di spazi pubblici. Qualora le previsioni di piano consentano trasformazioni per singoli edifici mediante demolizione e ricostruzione, non sono ammesse densità fondiarie superiori ai seguenti limiti: 7 mc/mq per comuni superiori ai 200 mila abitanti; 6 mc/mq per comuni tra 200 mila e 50 mila abitanti; 5 mc/mq per comuni al di sotto dei 50 mila abitanti. Gli abitanti sono riferiti alla situazione del comune alla data di adozione del piano. Sono ammesse densità superiori ai predetti limiti quando esse non eccedano il 70% delle densità preesistenti.
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NORME URBANISTICHE Limiti di densità edilizia
Zone C I limiti di densità edilizia di zona risulteranno determinati dalla combinata applicazione delle norme per la determinazione degli spazi pubblici o riservati alle attività collettive e di quelle per i limiti di altezza e distanza fra edifici, nonché dagli indici di densità fondiaria che dovranno essere stabiliti in sede di formazione degli strumenti urbanistici, e per i quali non sono posti specifici limiti. Zone E È prescritta per le abitazioni la massima densità fondiaria di 0,03 mc/mq.
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NORME URBANISTICHE Limiti di altezza
Zone A per le operazioni di risanamento conservativo non è consentito superare le altezze degli edifici preesistenti, computate senza tener conto di soprastrutture o di sopraelevazioni aggiunte alle antiche strutture; per le eventuali trasformazioni o nuove costruzioni che risultino ammissibili, l'altezza massima di ogni edificio non può superare l'altezza degli edifici circostanti di carattere storico-artistico. Zone B l'altezza massima dei nuovi edifici non può superare l'altezza degli edifici preesistenti e circostanti, con la eccezione di edifici che formino oggetto di piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate con previsioni planovolumetriche, sempre che rispettino i limiti di densità fondiaria di zona.
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NORME URBANISTICHE Limiti di altezza
Zone C contigue o in diretto rapporto visuale con zone del tipo A): le altezze massime dei nuovi edifici non possono superare altezze compatibili con quelle degli edifici delle zone A) predette. Edifici ricadenti in altre zone le altezze massime sono stabilite dagli strumenti urbanistici in relazione alle norme sulle distanze tra i fabbricati.
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NORME URBANISTICHE Limiti di distanza
Zone A per le operazioni di risanamento conservativo e per le eventuali ristrutturazioni, le distanze tra gli edifici non possono essere inferiori a quelle intercorrenti tra i volumi edificati preesistenti, computati senza tener conto di costruzioni aggiuntive di epoca recente e prive di valore storico, artistico o ambientale. Nuovi edifici ricadenti in altre zone è prescritta in tutti i casi la distanza minima assoluta di m. 10 tra pareti finestrate e pareti di edifici antistanti.
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NORME URBANISTICHE Limiti di distanza
Zone C Tra pareti finestrate di edifici antistanti, la distanza minima deve essere pari all'altezza del fabbricato più alto; la norma si applica anche quando una sola parete sia finestrata, qualora gli edifici si fronteggino per uno sviluppo superiore a ml. 12. Le distanze minime tra fabbricati tra i quali siano interposte strade destinate al traffico dei veicoli (con esclusione della viabilità a fondo cieco al servizio di singoli edifici o di insediamenti) debbono corrispondere alla larghezza della sede stradale maggiorata di: ml. 5 per lato, per strade di larghezza inferiore a ml. 7; ml. 7,50 per lato, per strade di larghezza compresa tra ml. 7 e ml. 15; ml. 10 per lato, per strade di larghezza superiore a ml. 15. Tali distanze tra fabbricati, come sopra computate, devono comunque essere pari alla misura del fabbricato più alto. Sono ammesse distanze inferiori nel caso di gruppi di edifici che formino oggetto di piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate con previsioni planovolumetriche.
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NORME URBANISTICHE Distanza dalle strade
Classificazione delle strade A Autostrade (urbane o extraurbane) B Strade extraurbane principali C Strade extraurbane secondarie D Strade urbane di scorrimento E Strade urbane di quartiere F Strade locali (urbane o extraurb.) Fuori dai centri abitati Nei centri abitati Tipo di strada Edifici Muri di cinta Zone edificabili In assenza di PRG A 60 5 30 3 B 40 20 C 10 D 2 E Non stabilita F (vicinali 10)
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STANDARD ABITATIVI E IGIENICO-SANITARI, SICUREZZA, TUTELA AMBIENTALE
Barriere Architettoniche Sicurezza Tutela Ambientale Menu Principale
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Standard Abitativi e Igienico-Sanitari
Altezze Minime L'altezza minima interna utile dei locali adibiti ad abitazione è fissata in m 2,70 riducibili a m 2,40 per i corridoi, i disimpegni in genere, i bagni, i gabinetti ed i ripostigli. Nei comuni montani al di sopra dei m 1000 sul livello del mare può essere consentita, tenuto conto delle condizioni climatiche locali e della locale tipologia edilizia, una riduzione dell'altezza minima dei locali abitabili a m 2,55. L'altezza minima interna utile dei locali pubblici è fissata in genere dai regolamenti locali o da leggi e regolamenti speciali in materia o da disposizioni specifiche dell’ente pubblico gestore quando trattasi di uffici pubblici. In genere può considerarsi un valore standard m 3,00.
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Standard Abitativi e Igienico-Sanitari
Superfici Minime Per ogni abitante deve essere assicurata una superficie abitabile non inferiore a mq 14, per i primi 4 abitanti, ed a mq 10, per ciascuno dei successivi. Le stanze da letto debbono avere una superficie minima di mq 9, se per una persona, e di mq 14, se per due persone. Ogni alloggio deve essere dotato di una stanza di soggiorno di almeno mq 14. Le stanze da letto, il soggiorno e la cucina debbono essere provvisti di finestra apribile. L’alloggio monostanza, per una persona, deve avere una superficie minima, comprensiva dei servizi, non inferiore a mq 28, e non inferiore a mq 38, se per due persone. Per i locali pubblici ci si riferisce a norme e regolamenti locali o a leggi specifiche del settore.
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Standard Abitativi e Igienico-Sanitari
Illuminazione ed Arieggiamento dei Vani Tutti i locali degli alloggi, eccettuati quelli destinati a servizi igienici, disimpegni, corridoi, vani-scala e ripostigli debbono fruire di illuminazione naturale diretta, adeguata alla destinazione d'uso. Per ciascun locale d'abitazione, l'ampiezza della finestra deve essere proporzionata in modo da assicurare un valore di fattore luce diurna medio non inferiore al 2%, e comunque la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore a 1/8 della superficie del pavimento. Quando le caratteristiche tipologiche degli alloggi diano luogo a condizioni che non consentano di fruire di ventilazione naturale, si dovrà ricorrere alla ventilazione meccanica centralizzata immettendo aria opportunamente captata e con requisiti igienici confacenti. Per i locali pubblici ci si riferisce a norme e regolamenti locali o leggi specifiche del settore.
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Standard Abitativi e Igienico-Sanitari
Cabine Cottura e Servizi Igienici E’ comunque da assicurare, in ogni caso, l'aspirazione di fumi, vapori ed esalazioni nei punti di produzione (cucine, gabinetti, ecc.) prima che si diffondano. Il "posto di cottura", eventualmente annesso al locale di soggiorno, deve comunicare ampiamente con quest'ultimo e deve essere adeguatamente munito di impianto di aspirazione forzata sui fornelli. La stanza da bagno deve essere fornita di apertura all'esterno per il ricambio dell'aria o dotata di impianto di aspirazione meccanica. Nelle stanze da bagno sprovviste di apertura all'esterno è proibita l'installazione di apparecchi a fiamma libera. Per ciascun alloggio, almeno una stanza da bagno deve essere dotata dei seguenti impianti igienici: vaso, bidet, vasca da bagno o doccia, lavabo.
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Barriere architettoniche
Normativa di riferimento Legge 09/01/89 n. 13 (edifici privati) DM 14/06/89 n. 236 (edifici privati) DPR 24/07/96 n. 503 (luoghi pubblici) Fruibilità Accessibilità Visitabilità Adattabilità
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Barriere architettoniche
Percorsi pedonali Larghezza minima: 1,50 m (90 cm se previsti spazi di manovra ogni 10 m) Larghezza rampe: 90 cm (1 persona), 150 cm (2 persone) Dislivello con il piano del terreno o stradale: 2,5 cm (max 15 cm) Raccordi con il piano del terreno o stradale: larghezza quanto il percorso, pendenza max 15% Pendenza longitudinale: max 5% con piattaforme lunghe 1,50 m ogni 15 m; fino a 8% con piattaforme ogni 10 m Pendenza trasversale: max 1% Cordoli: alti 10 cm ai due lati Corrimano: alto 80 cm su un lato e prolungato per 50 cm sulle zone in piano Nessun ostacolo fino ad una altezza di 2,10 m dal piano di calpestio
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Barriere architettoniche
Parcheggi Min 1 stallo ogni 50 posti auto o frazione di essi Larghezza (stallo perpendicolare al marciapiede): min 3,20 m (1,90 auto+1,30 area libera) Lunghezza (stallo parallelo al marciapiede): min 6 m (5,00 auto+1,00 passaggio)
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Barriere architettoniche
Ascensore Dimensioni cabina: min L=1,10 m, P=1,40 m (edifici non residenziali); min L=0,95 m, P=1,30 m (edifici residenziali); min L=0,80 m, P=1,20 m (per adeguamento) Porta: min 80 cm luce netta sul lato corto; min 75 cm (per adeguamento) Piattaforma di accesso: min 1,50x1,50 m; min 1,40x1,50 m (per adeguamento) Arresto con autolivellamento +/- 2 cm Pulsantiera di comando (Braille) 1,10÷1,40 m dal suolo, a distanza max 35 cm da porta Citofono e luce emergenza per minimo 3 ore
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Barriere architettoniche
Scale Larghezza: min 1,20 m (parte comune o uso pubblico), min 0,80 cm (uso privato) Pedata: min 30 cm (parte comune o uso pubblico), min 25 cm (uso privato) Parapetto: min h=1m, non attraversabile da sfera di Ø=10 cm Se presente secondo corrimano h=75 cm
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Barriere architettoniche
Porte Luce netta: min 80 cm (accesso al fabbricato e unità), min 75 cm (altre porte) H maniglie: 90 cm Ante: max 120 cm Distanza utile alla manovra tra due porte: min 1,50 m Distanza laterale necessaria alla manovra di apertura: min 50 cm
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Barriere architettoniche
Cucine Spazio libero sotto al lavello e all’apparecchio di cottura di 70 cm dal calpestio Bagni Tazza o bidet: spazio accostamento laterale a min 1 m dall’asse dell’apparecchio; asse apparecchio a distanza dalla parete min 40 cm; maniglione o corrimano per trasferimento a distanza 40 cm dall’asse; h=45÷50 cm dal calpestio; tipo sospeso Lavabo:spazio accostamento frontale min 80 cm dal bordo; h=80 cm dal calpestio; senza colonna Doccia: a pavimento, con sedile ribaltabile e doccia a telefono Se in edifici pubblici presso la tazza deve essere presente un corrimano a 80 cm dal calpestio
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