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MARX (Treviri 1818 – Londra 1883)
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VITA E OPERE 1835/36: facoltà di Giurisprudenza a Bonn, poi a Berlino; entra in contatto con i giovani hegeliani; studia Hegel; passa alla facoltà di Filosofia e si laurea a Jena (1841) 1843: si trasferisce a Parigi in seguito a problemi legati alla sua attività di giornalista politico, osteggiata dal governo prussiano. A Parigi stringe un’amicizia indissolubile con Engels, che lo sosterrà nella sua vita travagliata 1843: termina la Critica della filosofia del diritto di Hegel 1844: stende i Manoscritti economico- filosofici 1844: viene espulso dalla Francia e si trasferisce a Bruxelles, dove scrive con Engels la Sacra famiglia (contro Bauer) e Tesi su Feuerbach 1845/46: scrive in collaborazione con Engels L’ideologia tedesca 1847: pubblica Miseria della Filosofia (contro Proudhon) 1848: viene pubblicato il Manifesto del partito comunista 1864: viene fondata l’Associazione Internazionale dei lavoratori in cui Marx è figura dominante (la Prima Internazionale si scioglierà nel 1876) 1867: viene pubblicato il primo libro del Capitale : escono postumi il secondo e il terzo volume del Capitale, grazie al lavoro di decifrazione dei manoscritti di Engels.
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CARATTERISTICHE DEL MARXISMO
Il marxismo indaga il fatto sociale nella molteplicità delle sue manifestazioni Si presenta come ANALISI GLOBALE DELLA SOCIETA’ E DELLA STORIA, che mette insieme il punto di vista di diverse discipline, dalla filosofia all’economia, dalla storia alla sociologia. «I filosofi si sono limitati ad interpretare il mondo in modi diversi; si tratta ora di trasformarlo» (Tesi su Feuerbach) Marx si oppone al vecchio materialismo contemplante di Feuerbach e propone un nuovo materialismo in cui l’uomo perviene alla soluzione dei suoi problemi non semplicemente mediante la contemplazione della realtà, ma attraverso la PRASSI RIVOLUZIONARIA L’INTERPRETAZIONE DELL’UOMO E DEL SUO MONDO DIVENTANO IMMEDIATAMENTE IMPEGNO DI TRASFORMAZIONE RIVOLUZIONARIA IDEALE DELL’UNIONE TEORIA/PRASSI
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Il Quarto Stato (1898-1901), Pelizza da Volpedo
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CRITICA DELLA FILOSOFIA HEGELIANA DEL DIRITTO (1843)
MARX HEGEL Interpreta il mondo in modo rovesciato: trasforma le realtà empiriche in manifestazioni necessarie dello Spirito Legittima l’ordine esistente Cade nel MISTICISMO LOGICO: capovolge il rapporto fra soggetto e predicato , facendo del concreto una manifestazione dell’astratto Ha il merito di aver concepito la realtà come totalità storico-processuale, costituita da elementi concatenati fra loro e mossa dalle opposizioni Lo Stato persegue il bene comune, è la massima manifestazione dello Spirito. Occorre ri -capovolgere ciò che Hegel ha rovesciato, affermando che l’astratto (il pensiero) è una delle manifestazioni del concreto (l’uomo in carne ed ossa) Hegel, però, ha cercato una sintesi, una mediazione fra gli opposti che non è possibile perché nella realtà tra gli opposti c’è solo lotta ed esclusione Lo Stato diviene strumento degli interessi particolari delle classi più forti
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CRITICA DELLO STATO LIBERALE
La proclamazione dell’uguaglianza formale dei cittadini di fronte alla legge (una delle conquiste della Rivoluzione francese) presuppone e ratifica la loro disuguaglianza sostanziale. Lo Stato liberale si basa sul diritto della libertà e della proprietà privata è la proiezione politica di una società a-sociale. La civiltà moderna è la società dell’egoismo e dell’individualismo (separazione individuo/tessuto comunitario). Marx rifiuta il principio della rappresentanza (presuppone la scissione individuo-Stato). IDEALE DELLA DEMOCRAZIA SOSTANZIALE (COMUNISMO) La società deve realizzare una perfetta compenetrazione fra individuo e comunità (comunità solidale) eliminazione delle disuguaglianze reali fra gli uomini abolizione della proprietà privata
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MANOSCRITTI ECONOMICO-FILOSOFICI (1844): CRITICA DELL’ECONOMIA BORGHESE E PROBLEMATICA DELL’ALIENAZIONE L’economia borghese non si colloca in una prospettiva storico-processuale - eternizza il sistema capitalistico, che viene trattato come se fosse l’unico modo possibile, razionale e immutabile di produrre e distribuire ricchezza; - Non coglie la conflittualità che lo caratterizza La proprietà privata viene trattata come un dato metastorico, un fatto La proprietà privata è, invece, la conseguenza del lavoro espropriato, conseguenza dell’alienazione del lavoro umano: «l’operaio mette nell’oggetto la sua vita, e questa non appartiene più a lui, bensì all’oggetto» e l’oggetto, il suo prodotto «esiste fuori di lui, …e la vita, da lui data all’oggetto, lo confronta estranea e nemica». La proprietà privata, fondata sulla divisione del lavoro , rende il lavoro costrittivo.
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ALIENAZIONE IN HEGEL, IN FEUERBACH E IN MARX
Hegel: movimento dello Spirito, che si fa altro da sé, esce fuori di sé, per manifestarsi nella natura e nel mondo e tornare in sé arricchito Feuerbach: alienazione religiosa, dovuta al fatto che l’uomo ha posto la propria essenza fuori di sé, in un altro ente (Dio) e in questo modo si estranea perché non riconosce la propria essenza. Marx: stato di scissione, al prodotto del proprio lavoro( non gli appartiene) dipendenza e autoestranazione alla propria attività (strumento per il profitto del capitalista) dell’operaio rispetto: alla propria essenza (che si può esprimere solo nel lavoro libero, creativo) - al prossimo (per il rapporto conflittuale con il capitalista) L a causa dell’alienazione: la proprietà privata dei mezzi di produzione, con cui il capitalista può espropriare il proletario del suo lavoro e della sua umanità. La proprietà privata trasforma l’uomo da fine in mezzo, da persona a strumento di un processo impersonale (catena di montaggio). Unica via d’uscita rispetto all’alienazione: abolizione della proprietà privata mediante la rivoluzione e conseguente sostituzione del sistema capitalistico con il comunismo.
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CONFRONTO CON HEGEL MARX HEGEL
Ha riconosciuto l’importanza del lavoro L’ alienazione è un’esperienza positiva e costruttiva Ha intuito che la liberazione scaturisce dall’oppressione Ha ridotto l’individuo ad autocoscienza e ha dimenticato l’uomo reale Ha considerato soprattutto il lavoro spirituale e speculativo Ha concepito l’alienazione e la disalienazione come operazioni ideali, che avvengono a livello di autocoscienza Ha approfondito il ruolo del lavoro nella società umana L’alienazione è il prodotto di un sistema economico sbagliato ed iniquo Ha conferito maggiore valore alle opposizioni reali Ha portato in primo piano l’uomo reale con le sue condizioni materiali di vita Ha cercato di superare la divisione del lavoro manuale e spirituale, Ha concepito l’alienazione e la disalienazione come processi reali, che si realizzano sul piano pratico.
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TESI SU FEUERBACH (1845) Feuerbach ha individuato il problema dell’alienazione religiosa, ma non ha compreso la vera causa dell’insorgere di essa: Gli uomini, secondo Marx, alienano il proprio essere proiettandolo in un Dio immaginario solo quando l’esistenza reale nella società classica proibisce lo sviluppo e la realizzazione della loro umanità (religione come «oppio dei popoli») per superare l’alienazione religiosa non basta denunciarla, ma bisogna modificare quelle condizioni di vita che le permettono di sorgere (rivoluzione). L’essere dell’uomo non è dato una volta per tutte, ma è sempre storicamente condizionato dai rapporti in cui l’uomo (reale) entra con gli altri uomini e con la natura che gli fornisce i mezzi di sussistenza. «Gli uomini cominciarono a distinguersi dagli animali allorché cominciarono a prodursi i loro mezzi di sussistenza…producendo i loro mezzi di sussistenza gli uomini producono indirettamente la loro stessa vita materiale» attraverso il lavoro, come rapporto attivo con la natura, l’uomo crea se stesso (la sua vita materiale e il suo modo d’essere). L’uomo, a differenza dell’animale, «produce anche libero dal bisogno fisico e produce veramente solo nella libertà da tale bisogno». Feuerbach ha cercato la soluzione dei problemi reali nella dimensione della teoria, trascurando l’aspetto della prassi rivoluzionaria. «I filosofi si sono limitati ad interpretare il mondo in modi diversi; si tratta ora di trasformarlo» (Tesi su Feuerbach)
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LA CONCEZIONE MATERIALISTICA DELLA STORIA (L’Ideologia tedesca – 1845/46)
Ideologia= rappresentazione falsa o deformata della realtà, derivante da specifici interessi di classe (accezione negativa). Marx vuole fornirci un’analisi scientifica, non ideologica della società e dell’uomo: L’umanità è una specie evoluta composta di individui associati che lottano per la propria sopravvivenza: «Il vivere implica prima di tutto il mangiare e bere, l’abitazione, il vestire…la produzione della vita materiale stessa…» La storia non è primariamente un evento spirituale, ma un processo materiale, fondato sulla dialettica bisogno/soddisfacimento alla base della storia vi è il lavoro (ciò attraverso cui l’uomo si rende tale). TESI: l’unico soggetto della storia è la società nella sua STRUTTURA ECONOMICA= modo di produzione forze produttive produttori mezzi di produzione dialettica conoscenze tecniche rapporti di produzione rapporti di proprietà
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MATERIALISMO STORICO (STRUTTURA E SOVRASTRUTTURA)
LA BASE ECONOMICA DELLA SOCIETA’ COSTITUISCE LA STRUTTURA SOPRA LA QUALE SI ERGE UNA SOVRASTUTTURA GIURIDICO, POLITICO, CULTURALE La SOVRASTUTTURA comprende i rapporti giuridici, le forme di Stato, le dottrine etiche, religiose, filosofiche, ecc. LA STRUTTURA condiziona o determina LA SOVRASTRUTTURA Le forze motrici della storia non sono di natura ideale (idealismo storico), bensì socio-economica (materialismo storico) «Il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale, il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non è la coscienza degli uomini che determina il loro essere, ma è, al contrario, il loro essere sociale che determina la loro coscienza» (Prefazione a Per la critica dell’economia politica, 1859)
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CONFRONTO HEGEL - MARX HEGEL
La storia si configura come una totalità processuale dominata dalla forza della contraddizione e mettente capo ad un «risultato finale» Il soggetto della dialettica è lo Spirito (Assoluto) Le opposizioni individuate da Hegel, secondo Marx, sono opposizioni concettuali, non reali Hegel ha cercato una troppo facile mediazione, conciliazione degli opposti, che nella realtà non si verifica; nella realtà tra gli opposti c’è solo lotta od esclusione. Lo Stato rappresenta l’istituzione in cui lo Spirito si manifesta e si conosce in modo assoluto («L’ingresso di Dio nel mondo è lo Stato») MARX La storia si configura come una totalità processuale dominata dalla forza della contraddizione e mettente capo ad un «risultato finale» Il soggetto della dialettica è la struttura economica della società La dialetticità del processo storico è concepita come empiricamente e scientificamente osservabile nei fatti stessi Le opposizioni che muovono la storia non sono astratte e generiche, ma concrete e determinate (rapporto forze produttive/rapporti di produzione). Lo Stato e le sue forme rientrano nella sovrastruttura che è sempre condizionata o determinata dalla struttura economica; Le forme di Stato non possono essere comprese per se stesse, né per evoluzione generale dello spirito umano, ma solo in relazione ai rapporti materiali dell’esistenza, da cui hanno origine.
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DIALETTICA DELLA STORIA
Forze produttive di tipo agricolo Forze produttive di tipo industriale Rapporti di produzione e di proprietà Rapporti di produzione e di proprietà di carattere feudale di tipo capitalistico (imposte dalla (imposte dall’aristocrazia) borghesia) I rapporti di produzione si conservano finché favoriscono le forze produttive e tendono a rompersi quando diventano un ostacolo Si innesca così la rivoluzione come scontro fra la classe che rappresenta i vecchi rapporti di produzione e quella che rappresenta le nuove forze produttive. Il confronto è solitamente vinto dalla classe che rappresenta le nuove forze produttive che impone il suo modo di produzione e la sua visione del mondo «Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè la classe che è la potenza materiale dominante, è, in pari tempo, la sua potenza spirituale dominante».
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LE EPOCHE DELLA FORMAZIONE ECONOMICA DELLA SOCIETA’
Nella Prefazione a Per la critica dell’economia politica (1859) Marx distingue quattro epoche della formazione economica della società: SOCIETA’ ASIATICA (fondata su forme comunitarie di proprietà) SOCIETA’ ANTICA (di tipo schiavistico) SOCIETA’ FEUDALE SOCIETA’ BORGHESE Marx ritiene che la quinta epoca sarà quella della SOCIETA’ SOCIALISTA (COMUNISTA) «Il comunismo per noi non è uno stato di cose che debba essere instaurato, un ideale al quale la realtà dovrà conformarsi. Chiamiamo comunismo il movimento reale che abolisce lo stato di cose presenti». Tesi del socialismo come sbocco inevitabile della dialettica storica
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CRITICA AGLI IDEOLOGI DELLA SINISTRA
I rappresentanti della Sinistra hegeliana non si rendono conto che le idee non hanno un’esistenza autonoma e non sono universalmente e sovratemporalmente valide, ma sono storicamente determinate e provvisorie. L’emancipazione dell’uomo non si ottiene sostituendo «idee false» con «idee vere», tramite una battaglia puramente filosofica, ma si ottiene solo mediante la rivoluzione, poiché non si tratta di un problema filosofico, risolvibile sul piano sovrastrutturale (della critica teorica), ma di un problema pratico-sociale, risolvibile solo sul piano strutturale (della prassi rivoluzionaria). I giovani hegeliani smarrendo i contatti con la realtà, ritirandosi nei loro castelli speculativi, finiscono per : 1) sopravalutare la funzione delle idee e degli intellettuali 2) Presentare le proprie idee come universalmente e sovratemporalmente valide 3) Credere che tutto il negativo del mondo risieda nelle «idee sbagliate» e che l’emancipazione umana consista nel sostituire ad idee false idee vere, tramite una battaglia puramente filosofica Finiscono per fornire un quadro inevitabilmente deformante o mistificante della realtà.
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MANIFESTO DEL PARTITO COMUNISTA (1848)
Analisi della funzione storica della borghesia (classe costituzionalmente dinamica; economia di mercato e globalizzazione) Concetto della storia come lotta di classe soggetto autentico della storia: lotta fra le classi Rapporto fra proletari e capitalisti: critica della proprietà privata; concetto della coscienza di classe; dittatura del proletariato Società senza classi e internazionalismo della lotta proletaria: «Proletari di tutti i Paesi, unitevi!» Critica dei socialismi non scientifici (Prodhon, Saint- Simon, Fourier, Owen), che si sono limitati a delineare «società ideali», laddove il socialismo scientifico si basa su un’analisi critico-scientifica dei meccanismi sociali del capitalismo e sull’individuazione del proletariato come forza rivoluzionaria.
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IL CAPITALE ( ) Il Capitale vuole essere una fotografia critica della SOCIETÀ CAPITALISTICA, intesa come STRUTTURA COMPLESSIVA Secondo Marx l’economia deve far uso dello schema dialettico della TOTALITA’ ORGANICA, studiando il capitalismo come una struttura i cui elementi risultano strettamente connessi. Caratteristica specifica del MODO CAPITALISTICO DI PRODUZIONE: essere PRODUZIONE GENERALIZZATA DI MERCI Prima parte del Capitale dedicata all’ANALISI DEL FENOMENO DELLA MERCE VALORE D’USO: una merce deve servire a qualcosa MERCE VALORE DI SCAMBIO: una merce deve poter esser scambiata con altre merci; discende dalla quantità di lavoro socialmente necessario per produrla. Il rapporto di scambio è un rapporto fra persone, anche se si tende ad attribuire Il valore di scambio all’oggetto, mistificando la merce. Più quantità di lavoro è necessaria per produrre una merce, più tale merce vale
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IL CICLO PRODUTTIVO Ciclo economico società pre-borghese: M.D.M. MERCE – DENARO – MERCE Una certa quantità di merce viene trasformata in denaro ed una certa quantità di denaro viene ri-trasformata in merce Ciclo economico capitalistico: D.M.D’ DENARO – MERCE – PIU’ DENARO il capitalista investe denaro in una merce per ottenere più denaro Tale PLUSVALORE ha origine da quella particolare merce che è la FORZA-LAVORO (l’operaio) che è in grado di produrre un valore maggiore di quello che gli viene corrisposto con il salario (coincide con ciò che serve per vivere, lavorare e generare) Il PLUSVALORE discende dal PLUS-LAVORO dell’operaio (se l’operaio lavora 10 ore e il capitalista gli riconosce 6 ore di salario le restanti 4 vanno a costituire quel pluslavoro, non retribuito, che coincide con il plusvalore) PLUS-LAVORO: TEMPO-LAVORO NON RETRIBUITO Spiegazione scientifica dello sfruttamento capitalista
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TENDENZE E CONTRADDIZIONI DEL CAPITALISMO
Capitalismo: tipo di società retto sulla logica del PROFITTO PRIVATO anziché dalla logica dell’interesse collettivo. Tale sistema genera una serie di contraddizioni che ne mineranno la sopravvivenza: Per aumentare il plus-valore occorre aumentare la produttività del lavoro, introducendo nuovi e più efficaci metodi e strumenti di lavoro NASCITA DELL’INDUSTRIA MECCANIZZATA la macchina aumenta la quantità di merce prodotta nello stesso tempo dal medesimo numero di operai distruzione capitalistica dei beni Crisi cicliche di SOVRAPPRODUZIONE disoccupazione Caduta del saggio di profitto, dato dal rapporto fra plus-valore, capitale variabile (capitale mobile investito in salari) e capitale costante (capitale investito nelle macchine e in tutto ciò che serve alla fabbrica per funzionare)
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LA RIVOLUZIONE La situazione finale del capitalismo sarà la seguente: da una parte una minoranza industriale con una ricchezza ed un potere immensi, dall’altra una maggioranza proletaria sfruttata (i piccoli capitalisti, per la legge della concorrenza, verranno espropriati dai grandi magnati dell’industria e andranno ad ingrossare le fila del proletariato) Le contraddizioni del capitalismo costituiscono la base oggettiva della rivoluzione del proletariato, che svolgerà la missione storico-universale di attuare il passaggio dal capitalismo al comunismo. Obiettivo della rivoluzione (pacifica o violenta che sia): abbattere lo Stato borghese e le sue forme istituzionali, in quanto lo Stato moderno è visto come sovrastruttura di una società civile prestatale dominata dagli interessi di classe della borghesia. «Lo Stato è la forma in cui gli individui di una classe dominante fanno valere i loro interessi comuni» (Ideologia tedesca, ) «il potere politico è il potere di una classe organizzata per opprimerne un’altra» (Manifesto, 1848)
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LA DITTATURA DEL PROLETARIATO
«Tra la società capitalistica e la società comunista vi è il periodo della trasformazione rivoluzionaria dell’una nell’altra. Ad esso corrisponde anche un periodo politico di transizione, il cui stato non può essere altro che la dittatura rivoluzionaria del proletariato» (Critica del Programma di Gotha, 1875) DITTATURA DEL PROLETARIATO: dittatura di una maggioranza di oppressi su di una minoranza di (ex-)oppressori, destinata a scomparire. In La guerra civile in Francia Marx enuclea le principali caratteristiche della Comune del 1871: Sostituzione dell’esercito permanente con l’organizzazione degli operai armati Soppressione del parlamentarismo, ovvero della delega dell’esercizio del potere ad un apparato politico specializzato Sostituzione del Parlamento con delegati eletti a suffragio universale, revocabili in ogni momento Soppressione del privilegio burocratico Eliminazione della divisione dei poteri
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LE FASI DELLA FUTURA SOCIETA’ COMUNISTA
Nei Manoscritti (1844) nella sezione Proprietà privata e comunismo: COMUNISMO ROZZO: la proprietà viene abolita solo per essere trasformata in proprietà di tutti, tramite la nazionalizzazione della proprietà e tutti diventano operai Distinzione COMUNISMO AUTENTICO: comporta un’effettiva soppressione della proprietà e il superamento dell’uomo ossessionato dall’avere (homo aeconomicus) da parte dell’uomo nuovo, che esercita in modo creativo l’insieme delle sue potenzialità. «[...] Dopo che è scomparsa la subordinazione asservitrice degli individui alla divisione del lavoro, e quindi anche il contrasto fra il lavoro intellettuale e il lavoro fisico […] Ognuno secondo le sue capacità, ognuno secondo i suoi bisogni» (Critica del programma di Gotha, 1875)
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Abolizione della divisione del lavoro
COMUNISMO AUTENTICO Abolizione della divisione del lavoro Abolizione dell’antitesi occupazione manuale/occupazione intellettuale Idea di un lavoro non puramente costrittivo, bensì creativo Idea di un’umanità «onnilaterale» e di una società in cui ognuno possa avere secondo i propri bisogni Abolizione della proprietà privata Superamento della divisione in classi della società Società senza sfruttamento, senza miseria e senza Stato.
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