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PubblicatoIsaia Barbieri Modificato 10 anni fa
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Il questionario ha indagato la conoscenza del progetto, dei materiali e degli strumenti ed il pensiero dei singoli sull’efficacia della valutazione. Somministrato in forma anonima a tutti i professionisti dell’Azienda, al questionario hanno risposto in 759, di cui:
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Ha espresso il proprio parere il 15,64% dei professionisti dell’Azienda, così composto: COMPARTO 16,03% (amministrativi 16,52%; sanitari 18,24%; altro 10,69%) POSIZIONI ORGANIZZATIVE 22,60% DIRIGENZA 13,62%
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Il 90,70% dei professionisti ha buona conoscenza del progetto, di quali sono gli ambiti, le fasi ed i tempi della valutazione (per il 38,90% chiari, per il 44,80% chiari in parte), del ruolo dei facilitatori (incertezza si riscontra semmai nell’individuare i facilitatori) e di chi sono i valutatori, con l’eccezione di 1/5 dei rispondenti al questionario per il quale invece non è chiaro a chi spetti valutare.
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Per quanto riguarda lo strumento, il 25% del campione ritiene chiari e comprensibili i contenuti della scheda di valutazione, il 51% li ritiene parzialmente chiari, mentre solo il 12,3% ritiene la scheda di valutazione poco chiara. In considerazione dell’elevata percentuale di risposte “in parte chiara”, risulta evidente che la scheda dovrà essere resa più chiara e comprensibile.
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Il ristretto range di valori assegnati alle 8 competenze (dal 7,4 al 9) mostra come queste siano ritenute parimenti importanti, senza significative differenze tra i diversi ruoli:
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Relativamente alle domande sull’efficacia della valutazione, circa il 72% dei rispondenti ritiene che la valutazione possa rappresentare uno strumento idoneo alla valutazione delle prestazioni ed alla valorizzazione dei professionisti. L’84,10% dei rispondenti ha effettuato il colloquio di inizio periodo e all’84,50% sono stati presentati il metodo e gli strumenti del progetto. Il colloquio è durato in media 30 minuti e durante lo svolgimento, nel 72,90% dei casi, il valutato non ha percepito pregiudizi nei suoi confronti.
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Più di un terzo del campione afferma che il processo di valutazione ha permesso di migliorare il rapporto con il proprio responsabile: il 67,70% dei rispondenti afferma di avere condiviso le aree di miglioramento/sviluppo da perseguire con il proprio responsabile e circa il 70% sostiene di essere stato supportato dal proprio valutatore nel raggiungimento dei progetti di miglioramento concordati. Il 50,90% dichiara invece di non avere avuto un riscontro periodico di quanto è stato poi oggetto di valutazione.
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I commenti liberi hanno messo in luce sia aspetti positivi che aspetti negativi del progetto. Tra quelli positivi, molto apprezzato il colloquio, inteso come momento di confronto, dialogo, condivisione e scambio tra valutatore e valutato. Questo aiuta a riflettere sul proprio operato, a prendere consapevolezza del proprio ruolo, a chiarire, a motivare, fornendo anche spunti per crescere e migliorare professionalmente, sia il singolo che l’equipe.
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I principali aspetti negativi riguardano il valutatore: tra chi commenta, infatti, emerge il dubbio che il valutatore non sia preparato a questo tipo di valutazione o che, nel valutare, non riesca a prescindere dai propri pregiudizi. Altre critiche sono poi riferite al progetto ed ai suoi strumenti: la scheda è intesa come “inutile burocrazia” e come “strumento farraginoso”. Inoltre, alcuni fanno notare che non c’è tempo per seguire bene il progetto, che per altri rischia di fare compiere uno sforzo inutile, soprattutto poiché la valutazione non ha, al momento, nessuna conseguenza.
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