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Per una storia…mille modi per raccontarla

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Presentazione sul tema: "Per una storia…mille modi per raccontarla"— Transcript della presentazione:

1 Per una storia…mille modi per raccontarla

2 Le fiabe non dicono ai bambini che esistono i draghi: i bambini sanno già che esistono. Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti. (Chesterton)

3 “C’è un significato più profondo nelle fiabe che mi furono narrate nella mia infanzia che nella verità qual è insegnata dalla vita” (Schiller)

4 SIAM TRE PICCOLI….. Se i libri fossero (Piumini) Se i libri fossero di torrone, ne leggerei uno a colazione. Se un libro fosse fatto di prosciutto, a mezzogiorno lo leggerei tutto. Se i libri fossero di marmellata, a merenda darei una ripassata. Se i libri fossero frutta candita, li sfoglierei leccandomi le dita. Se un libro fosse di burro e panna, lo leggerei prima della nanna.

5 “La narrazione di una storia è uno dei modi per favorire uno scambio di parole, idee e pensieri” scrive un’educatrice per documentare questa esperienza. Aggiungerei un ingrediente che come, il lievito, amplifica, come il burro amalgama, come il peperoncino, eccita: emozioni.

6 Sì, il racconto di una storia, favorisce, suscita uno scambio di parole, pensieri, emozioni: in un clima di stupore, magia, dove il tempo è sospeso (“C’era una volta…”), in un luogo tranquillo, lontano da distrazioni, sapientemente allestito, l’educatrice conduce un piccolo gruppo di bambini portando con sé una valigia “magica” contenente i 3 porcellini, il lupo, il libro, il materiale per le tre casette (sassi, paglia, legno), un accendino e una candela.

7 Non ricordo chi lo abbia scritto, ma da qualche parte, ho letto che, quando si racconta ad un bambino, “la voce è la storia”, una voce dolce, forte, sommessa, misteriosa, buffa, accompagnata da gesti enfatizzati, teatrali, curati, pensati, da azioni che narrano. E la voce ha un volto, che nello sguardo e nella mimica tradisce i segni delle emozioni…ed è questo volto che il bambino “legge”, decifra, come la pagina di un libro: un volto che ha tante facce, come le “facciate” di un libro, quante sono le scene che racconta..

8 C’è un rito di apertura…ognuno si prende il suo cuscino e un rito di chiusura, una canzone, quella canzone che tutti noi abbiamo ascoltato, cantato da piccoli: “siam tre piccoli porcellin…”Il lieto fine della fiaba si conclude così con un festeggiamento. E la fiaba è sempre quella, calibrata sulla durata dell’attenzione dei bambini: Timmy, Tommy e Jimmy, il maggiore dei tre, ognuno di loro costruisce una casa, la più resistente salverà i tre fratelli che si faranno beffa del lupo affamato…La valigia si apre e lentamente l’educatrice tira fuori gli oggetti: paglia, legno, sassi passano tra le mani dei bambini rendendosi consistenti, visibilmente concreti, evidenti, vitali, ma nello stesso tempo rappresentati nella mente attraverso le parole dell’adulto. Una parola, un’azione, un oggetto.

9 “Ancora!” grida il bambino, per riprovare il “piacere della paura”, il controllo delle emozioni, perché vuole impadronirsi di quella storia. Il bambino vive tra il bisogno di gesti, parole, azioni ripetute e quello di novità. E la triplice ripetizione delle azioni nei “Tre porcellini” (ci sono tre porcellini, tre case, per tre volte il lupo si presenta alla porta) corrisponde e soddisfa pienamente questo bisogno. Ci vuole tempo, quindi, tutto il tempo necessario per costruire una casa solida e sicura al riparo dal lupo, tutto il tempo necessario per raccontare una storia…

10 Bettelheim e i Tre porcellini (“il principio di piacere contro il principio di realtà”p.44)
Ne “Il mondo incantato” (trad. it.1977) Bettelheim ci suggerisce una chiave di lettura di questa fiaba: i porcellini più piccoli, vivendo sulla base del principio di piacere, costruiscono velocemente la loro casa per poter ritornare a giocare, mentre il terzo, il maggiore, grazie ad un’attenta programmazione e ad un duro lavoro mette in piedi la casa che li salverà: “Al bambino s’infonde la speranza (…)che sviluppando la propria intelligenza potrà sconfiggere anche un avversario molto più forte (…) Il bambino si identifica volta per volta con ciascuno dei tre e riconosce la progressione dell’identità (…)Le case che i tre porcellini costruiscono simboleggiano il progresso dell’uomo nella storia: prima una baracca, poi una casa in legno e per finire una solida casa di mattoni.” Scritto da Simona Vigoni per Mondo03

11 Ecco alcuni esempi di libri tattili realizzati dai genitori con l’aiuto delle educatrici…

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19 In valigia La storia dei tre porcellini si narra anche in valigia….

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26 E dietro ad un sipario realizzato dai genitori…

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