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Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del 20 marzo (G.U. n. 105, 8 maggio 2003) Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica
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31 ottobre crollo della scuola a San Giuliano la zona non è classificata come sismica un documento che include il comune di San Giuliano giace dal 1998 presso il Ministero delle Infrastrutture le norme tecniche sono basate su principi e criteri non attuali e contrastano con le norme europee
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4 dicembre è costituito un gruppo di lavoro revisione di classificazione e norme entro il 15 gennaio (professori delle Università di Pavia, Roma La Sapienza, Napoli Federico II, Basilicata, Bologna, Genova e Politecnico di Milano e ricercatori degli Istituti Nazionali di Geofisica e Vulcanologia e di Oceanografia e Geofisica Sperimentale) 15 gennaio consegna dei documenti, con la precisazione di “avere ritenuto indispensabile proporre di innovare profondamente le norme tecniche adottando, in modo omogeneo per tutto il paese, soluzioni coerenti con il sistema di normative già definito a livello europeo”.
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Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del 20 marzo (G.U. n. 105, 8 maggio 2003) Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica
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Elementi innovativi e necessità
eliminazione della dicotomia tra "zone classificate" e "zone non classificate", che di fatto veniva interpretata come "zone sismiche" e "zone non sismiche“ estensione del quadro normativo impostazione “Europea” politiche di prevenzione, che prevedano obblighi o incentivi per interventi di miglioramento e adeguamento formazione e responsabilità professionali
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In zona 4 è lasciata facoltà alle singole regioni di introdurre o meno l’obbligo della progettazione antisismica.
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Zona 4 Particolari costruttivi Sistema di forze orizzontali con:
Sd(T) = 0,05 Verifiche indipendenti nelle due direzioni, allo stato limite ultimo.
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Principi di progettazione prestazionale
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Requisiti Sicurezza nei confronti della stabilità
Sotto l'effetto della azione sismica di progetto le strutture degli edifici pur subendo danni di grave entità agli elementi strutturali e non strutturali, devono mantenere una residua resistenza e rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali e l’intera capacità portante nei confronti dei carichi verticali. Protezione nei confronti del danno Le costruzioni nel loro complesso, includendo gli elementi strutturali e quelli non strutturali, ivi comprese le apparecchiature rilevanti alla funzione dell’edificio, non devono subire danni gravi ed interruzioni d'uso in conseguenza di eventi sismici che abbiano una probabilità di occorrenza più elevata di quella della azione sismica di progetto.
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Soddisfacimento I requisiti si considerano soddisfatti se vengono seguite le disposizioni contenute nelle presenti norme con riferimento particolare a: la scelta della azione sismica di progetto in relazione alla zonazione sismica ed alle categorie di suolo di fondazione; l'adozione di un modello meccanico della struttura in grado di descriverne con accuratezza la risposta sotto azione dinamica; la scelta di un metodo di analisi adeguato alle caratteristiche della struttura; l'esecuzione con esito positivo delle verifiche di resistenza e di compatibilità degli spostamenti; l'adozione di tutte le regole di dettaglio volte ad assicurare caratteristiche di duttilità agli elementi strutturali ed alla costruzione nel suo insieme.
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Classificazione Probabilità di un evento sismico caratterizzato da una determinata accelerazione orizzontale in un periodo di tempo definito 10 % in 50 anni = 1 evento ogni 475 anni 50 % in 50 anni = 1 evento ogni 72 anni 2 % in 50 anni = 1 evento ogni 2475 anni
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1984 2003
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“non classificati” = zona 4
ORDINANZA 3274 In prima applicazione, sino alle deliberazioni delle Regioni, le zone sismiche sono individuate sulla base del documento “Proposta di riclassificazione sismica del territorio nazionale”, elaborato dal Gruppo di Lavoro costituito sulla base della risoluzione della Commissione Nazionale di Previsione e Prevenzione dei Grandi Rischi nella seduta del 23 aprile 1997 “non classificati” = zona 4 I, II e III categoria = rispettivamente zona 1, 2 e 3 passaggio da una categoria a rischio più elevato ad una a rischio meno elevato non effettuata tolleranza corrispondente a variazioni non superiori ad un livello di zona
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ORDINANZA 3274 Devono essere evitate situazioni di forte disomogeneità nelle zone sismiche ai confini tra regioni diverse. A tal fine, l'individuazione delle medesime dovrà tenere conto di un elaborato di riferimento compilato in modo omogeneo a scala nazionale. metodologie recenti e accettate a livello internazionale dati di base aggiornati (con particolare riferimento ai dati sulle sorgenti sismogenetiche, ai cataloghi dei terremoti, alle leggi di attenuazione del moto del suolo, ecc.) procedure di elaborazione trasparenti e riproducibili, che evidenzino le assunzioni effettuate e le relative ragioni
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ORDINANZA 3274 - elaborato di riferimento
1 MAPPA ALLEGATA 2 Entro un anno sarà predisposta una nuova mappa di riferimento a scala nazionale, che soddisfi integralmente i criteri Successivi aggiornamenti delle mappe di ag dovranno avere luogo ogniqualvolta lo sviluppo delle conoscenze lo suggerisca, comunque ad intervalli temporali non superiori a cinque anni.
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MEDIANA Pesatura 2 Atten. 33-33-17-17 Ar-Gr 60-40 Stor-Stat 60-40
PGA max = 0.278
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84mo-PERCENTILE Pesatura 2 Atten. 33-33-17-17 Ar-Gr 60-40
Stor-Stat 60-40 PGA max = 0.337
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Differenza 84moPerc.-Mediana Pesatura 2 Atten. 33-33-17-17 Ar-Gr 60-40
Stor-Stat 60-40
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MEAN Pesatura 2 Atten. 33-33-17-17 Ar-Gr 60-40 Stor-Stat 60-40
PGA max = 0.281
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(decreto MLP del 14/07/1984 e decreti successivi)
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(Gruppo di Lavoro istituito dalla Comm. Grandi Rischi)
Proposta 1998 (Gruppo di Lavoro istituito dalla Comm. Grandi Rischi) 1a categ.: 542 2a categ.: 1810 3a categ.: 2258 N.C.: 3481
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2003 (Ordinanza PCM n.3274) 1a categ.: 716 2a categ.: 2324
(non sono comprese le variazioni effettuate dalle regioni)
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Conc-2004 (proiezione dei valori della mappa conclusiva,
senza uso delle fasce di tolleranza) 1a categ.: 568 2a categ.: 2295 3a categ.: 3569 4a categ.: 1670
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Variazioni tra la mappa Conc-2004 e la classificazione 2003
-2: 18 -1: 1003 0: 5134 +1: 2469 +2: 0
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Variazioni tra la mappa Conc-2004
e la proposta di classificazione 1998 -2: 0 -1: 472 0: 5286 +1: 2837 +2: 29
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Conc-2004 Valori nei comuni calcolati rispetto alla sede municipale e “spalmati” a tutto il territorio
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zona accelerazione orizzontale con probabilità di superamento pari al 10 % in 50 anni [ag/g] accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico (Norme Tecniche) 1 > 0,25 0,35 2 0,15-0,25 0,25 3 0,05-015 0,15 4 <0,05 0,05
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Azione
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DINAMICA DELLE STRUTTURE
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zona accelerazione orizzontale con probabilità di superamento pari al 10 % in 50 anni [ag/g] accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico (Norme Tecniche) 1 > 0,25 0,35 2 0,15-0,25 0,25 3 0,05-015 0,15 4 <0,05 0,05
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Formazioni litoidi o suoli omogenei molto rigidi, caratterizzati da valori di Vs30 superiori a 800 m/s, comprendenti eventuali strati di alterazione superficiale di spessore massimo pari a 5 m. Depositi di sabbie o ghiaie molto addensate o argille molto consistenti, con spessori di diverse decine di metri, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero resistenza penetrometrica NSPT > 50, o coesione non drenata cu>250 kPa). Depositi di sabbie e ghiaie mediamente addensate, o di argille di media consistenza, con spessori variabili da diverse decine fino a centinaia di metri, caratterizzati da valori di Vs30 compresi tra 180 e 360 m/s (15 < NSPT < 50, 70 <cu<250 kPa). Depositi di terreni granulari da sciolti a poco addensati oppure coesivi da poco a mediamente consistenti, caratterizzati da valori di Vs30 < 180 m/s (NSPT < 15, cu<70 kPa). Profili di terreno costituiti da strati superficiali alluvionali, con valori di Vs30 simili a quelli dei tipi C o D e spessore compreso tra 5 e 20 m, giacenti su di un substrato di materiale più rigido con Vs30 > 800 m/s.
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Spettro di risposta elastico
Categoria suolo S TB TC TD A 1,0 0,15 0,40 2,0 B, C, E 1,25 0,50 D 1,35 0,20 0,80 Spettro di risposta elastico Spettro di progetto Fattore di struttura (di riduzione delle forze)
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Criteri e metodi di progetto
Le strutture sono tutte uguali?
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Semplicità strutturale
Uniformità e Simmetria Iperstaticità Capacità deformative Capacità dissipative Resistenza e rigidezza flessionali secondo due direzioni ortogonali Resistenza e rigidezza torsionali Resistenza e rigidezza elevata dei solai Fondazioni adeguate
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TEORIA DEGLI STATI LIMITE
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4 CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE
4.1 Sistemi costruttivi 4.2 Distanze ed altezze 4.3 Caratteristiche generali degli edifici 4.3.1 Regolarità 4.3.2 Elementi strutturali secondari 4.4 Modellazione della struttura 4.5 Analisi Aspetti generali Analisi statica lineare 4.5.3 Analisi dinamica modale 4.5.4 Analisi statica non lineare
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ANALISI STRUTTURALE
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Analisi statica lineare dinamica modale statica non lineare
dinamica non lineare Modello piano Modello 3 D Rilevanza dei modi superiori? Comportamento torsionale?
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Regolarità geometrica Semplificazioni ammesse
Pianta Alzato Modello Analisi Sì piano statica lineare No dinamica modale spaziale
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4 CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE
4.6 Combinazione delle componenti dell’azione sismica 4.7 Fattori di importanza 4.8 Valutazione degli spostamenti 4.9 Considerazione di elementi non strutturali 4.10 Impianti
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Destinazione d'uso Abitazioni, Uffici 0,70 0,30 Uffici aperti al pubblico, Scuole, Negozi, Autorimesse 0,60 Tetti e coperture con neve 0,35 Magazzini, Archivi 1,00 0,80 Vento 0,00
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Categoria Edifici Fattore di importanza I Edifici la cui funzionalità durante il terremoto ha importanza fondamentale per la protezione civile (ad esempio ospedali, municipi, caserme dei vigili del fuoco) 1.4 II Edifici importanti in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso (ad esempio scuole, teatri) 1.2 III Edifici ordinari, non compresi nelle categorie precedenti 1.0
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Elementi non strutturali
Fa = Wa Sa gI / qa Sa = 3 S ag (1 + Z/H) / (g (1 + (1 - Ta /T1)2))
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4 CRITERI GENERALI DI PROGETTAZIONE
4.11 Verifiche di sicurezza Stato limite ultimo Generalità Resistenza Duttilità e capacità di spostamento Fondazioni Giunti sismici Diaframmi orizzontali Stato limite di danno
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PROGETTAZIONE ANTISISMICA
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Semplicità strutturale
Uniformità e Simmetria Iperstaticità Capacità deformative Capacità dissipative Resistenza e rigidezza flessionali secondo due direzioni ortogonali Resistenza e rigidezza torsionali Resistenza e rigidezza elevata dei solai Fondazioni adeguate
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Gerarchia delle resistenze Capacity design
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Materiali (acciaio) Allungamento uniforme al carico max (valore frattile 10% inferiore): esu,k > 8% Rapporto tra resistenza e tensione di snervamento (valore medio del rapporto): 1,15 < ft/fy < 1,35 Rapporto medio tra valore effettivo e valore nominale della resistenza a snervamento: fy,eff/fy,nom < 1,25
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Fattori di struttura q = qo KD KR
qo dipende dalla tipologia strutturale e dalla sovraresistenza 3,0 – 4,5 x 1,1 – 1,3 KD dipende dalla classe di duttilità 0,7 – 1,0 KR dipende dalla regolarità 0,8 – 1,0
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Verifica – pilastri In CD"A" momenti flettenti ottenuti moltiplicando i momenti derivanti dall'analisi per il fattore di amplificazione a: In CD"A" sforzi di taglio ottenuti dalla condizione di equilibrio del pilastro con momenti resistenti nelle sezioni di estremità
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Verifica – nodi nodi interamente confinati:
in ognuna delle quattro facce verticali si innesta una trave con sezione sovrapposta per almeno i 3/4 della larghezza del pilastro e dell'altezza della trave contrapposta nodi non interamente confinati: dimensionamento di staffe da posizionare all’interno del nodo
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Particolari – pilastri
Limiti geometrici Percentuali di armatura Zone critiche alle estremità: il lato maggiore della sezione trasversale un sesto dell'altezza netta del pilastro 45 cm Distanza tra staffe nelle zone critiche: un quarto del lato minore della sezione trasversale (DC"A" e "B") 15 cm (DC"A" e "B") 6 volte il diametro delle barre longitudinali che collegano (solo per DC"A")
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Edifici con struttura in muratura
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Principi generali Piante quanto più possibile compatte e simmetriche rispetto ai due assi ortogonali. Orizzontamenti e coperture non spingenti, o con spinte orizzontali, valutate tenendo in conto l’azione sismica, assorbite per mezzo di idonei elementi strutturali. Solai con funzione di ripartizione delle azioni orizzontali tra i vari muri maestri, pertanto ben collegati ai muri e adeguatamente resistenti e rigidi nel piano. Distanza massima tra due solai successivi non superiore a 5 m.
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Materiali percentuale volumetrica dei vuoti non superiore al 45%
eventuali setti siano continui e rettilinei per tutto lo spessore del blocco; la resistenza caratteristica a rottura nella direzione portante (fbk) non inferiore a 2.5 MPa, calcolata sull’area al lordo delle forature; la resistenza caratteristica a rottura nella direzione perpendicolare a quella portante, nel piano di sviluppo della parete (fbhk) non inferiore a 1.5 MPa; malta di allettamento con resistenza caratteristica non inferiore 5 MPa.
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Fattori di struttura edifici in muratura ordinaria q = 1.5
edifici in muratura armata q = 2.0 – 3.0 q = 3 con applicazione di gerarchia delle resistenze ovvero evitando collasso per taglio a favore di un collasso per flessione, per ogni pannello murario: verifica a flessione con azioni agenti e verifica a taglio con azioni risultanti dalla resistenza a collasso per flessione, amplificate di gRd = 1.5
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Geometria tmin (ho/t) max (l/h) min Muratura non armata,
realizzata con elementi naturali (pietra) 300 mm 10 0,5 realizzata con elementi artificiali 240 mm 12 0,4 Muratura armata, 15 Qualsiasi Muratura realizzata con elementi artificiali, in zona 4 150 mm 20 0,3
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Edifici semplici 1 Pareti portanti pressoché simmetriche in pianta in due direzioni ortogonali Pareti continue dalle fondazioni alla sommità dell’edificio. In ciascuna direzione almeno due pareti di larghezza non inferiore al 30% della larghezza dell’edificio nella medesima direzione. Distanza tra queste due pareti non inferiore al 75 % della larghezza dell’edificio nella direzione ortogonale. Almeno il 75 % dei carichi verticali portato da pareti parte del sistema resistente alle azioni orizzontali. Nessuna altezza interpiano superiore a 3.5 m.
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Edifici semplici 2 Zona sismica 1 2 3 4 Tipo di struttura
Numero di piani Muratura ordinaria 5 % 4 % 3 % 2 % 6 % - Muratura armata 7 %
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Verifica – muratura semplice
Pressoflessione nel piano Vf = (D2 t p / 2 H0) (1 – p / 0.85 fd) spostamento ultimo 0.8% dell’altezza Taglio nel piano Vt = D’ t fvk / M spostamento ultimo 0.4% dell’altezza Pressoflessione fuori piano
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Particolari – muratura semplice
Ad ogni piano cordolo continuo armato all’intersezione tra solai e pareti, con larghezza almeno pari al muro – 6 cm e altezza almeno pari all’altezza del solaio. Travi di solaio prolungate nel cordolo per almeno la metà della sua larghezza e non meno di 12 cm. Muri perpendicolari ai portanti ad interasse non superiore a 7 m. Su entrambi i lati di un intersezione zone di parete muraria di lunghezza non inferiore a 1 m. Sopra ogni apertura architrave in cemento armato o in acciaio efficacemente ammorsato.
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Verifica – muratura armata
Pressoflessione nel piano in analogia con calcestruzzo spostamento ultimo 1,2% dell’altezza Taglio nel piano Vt = Vt,M + Vt,S Vt,M = D’ t fvk / M Vt,S = (0.6 d Asw fyd) / s Vt,c = 0.3 fd t d spostamento ultimo 0.6% dell’altezza Pressoflessione fuori piano
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Particolari – muratura armata
Distanza tra muri perpendicolari non superiore a 9 m. Gli architravi soprastanti le aperture anche in muratura armata. Armatura orizzontale ad interasse superiore a 600 mm, diametro non inferiore a 5 mm. P Percentuale di armatura non inferiore allo 0.05 %, né superiore allo 0.5%. Armatura verticale non inferiore a 200 mm2 a ciascuna estremità ed intersezione tra pareti portanti, interasse non superiore a 4 m. Percentuale di armatura non inferiore allo 0.05 %, né superiore allo 1.0%. Continuità dell’armatura in parapetti e collegamenti tra pareti.
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Zona 4 Particolari costruttivi Sistema di forze orizzontali con:
Sd(T) = 0,10 per muratura non armata Sd(T) = 0,06 per muratura armata. Verifiche indipendenti nelle due direzioni, allo stato limite ultimo.
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La sfida dell’esistente
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The reality of most historical centres:
What is the “building”? (Carocci et al., 1993)
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PROGRESSIVE GROWTH IN PLAN
ADDITION OF STOREYS PROGRESSIVE GROWTH IN PLAN A: Existing cell B and C: Added cells Cells A and B built after C (Giuffré, 1993)
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OUT-OF-PLANE RESPONSE OF MULTISTOREY WALLS
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È fatto obbligo di procedere a verifica: degli edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile degli edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso. Dipartimento della protezione civile e regioni provvedono ad elaborare, sulla base delle risorse finanziarie disponibili: programma temporale delle verifiche tipologie degli edifici e delle opere indicazioni per le relative verifiche tecniche
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Adeguamento o Miglioramento ?
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Responsabilità e specificità
Per effettuare interventi su singoli elementi di fabbrica o di miglioramento, si può procedere senza analisi e verifiche, dimostrando che l’insieme delle opere fa conseguire all’edificio un maggior grado di sicurezza nei confronti delle azioni sismiche. Le Regioni, tenuto conto della specificità delle costruzioni del proprio territorio, possono consentire un miglioramento controllato della vulnerabilità, riducendo i livelli di protezione e quindi l’entità delle azioni da considerare. Per gli edifici di importanza artistica è consentito derogare, in quanto incompatibile con la conservazione del bene. È richiesto di calcolare i livelli di accelerazione del suolo corrispondenti al raggiungimento degli stati limite, nella situazione precedente e successiva all’intervento.
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Edifici esistenti La valutazione della sicurezza ed il progetto degli interventi sono normalmente affetti da un grado di incertezza diverso da quello degli edifici di nuova progettazione. Ciò comporta l’impiego di coefficienti di sicurezza parziali adeguatamente modificati, come pure metodi di analisi e di verifica appropriati alla completezza e all’affidabilità dell’informazione disponibile.
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Fonti Documenti di progetto;
Eventuale documentazione acquisita in tempi successivi alla costruzione; Rilievo strutturale; Prove in-situ e in laboratorio.
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Conoscenza e sicurezza
LC1: Conoscenza Limitata; LC2: Conoscenza Adeguata; LC3: Conoscenza Accurata. La quantità e qualità dei dati acquisiti determina il metodo di analisi e i valori dei coefficienti parziali di sicurezza da adoperare come indicato per ciascun materiale di costruzione.
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Livelli di conoscenza Livello di Conoscenza Geometria (carpenterie)
Dettagli strutturali Proprietà dei materiali Metodi di analisi gm LC1 Da disegni di carpenteria originali con rilievo visivo a campione oppure rilievo ex-novo completo Progetto simulato in accordo alle norme dell’epoca e limitate verifiche in-situ Valori usuali per la pratica costruttiva dell’epoca limitate prove in-situ Analisi lineare statica o dinamica Aumentati LC2 Disegni costruttivi incompleti + limitate verifiche in situ estese verifiche in-situ Dalle specifiche originali di progetto estese prove in-situ Tutti Invariati LC3 Disegni costruttivi completi esaustive verifiche in-situ Dai certificati di prova originali limitate prove in situ esaustive prove in-situ Diminuiti
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Dati Identificazione dell’organismo strutturale e verifica della regolarità sulla base dei disegni originali di progetto opportunamente verificati con indagini in-situ, oppure con un rilievo ex-novo; Identificazione delle strutture di fondazione; Identificazione delle categorie di suolo; Informazione sulle dimensioni geometriche degli elementi strutturali, dei quantitativi delle armature, delle proprietà meccaniche dei materiali, dei collegamenti; Informazioni su possibili difetti locali dei materiali; Informazioni su possibili difetti nei particolari costruttivi (dettagli delle armature, eccentricità travi-pilastro, eccentricità pilastro-pilastro, collegamenti trave-colonna e colonna-fondazione, collegamenti tra le pareti in muratura, collegamenti tra orizzontamenti e pareti murarie, etc.); Informazioni sulle norme impiegate nel progetto originale; Descrizione della destinazione d’uso attuale e futura dell’edificio con identificazione della categoria di importanza; Rivalutazione dei carichi variabili, in funzione della destinazione d’uso; Informazione sulla natura e l’entità di eventuali danni subiti in precedenza e sulle riparazioni effettuate.
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Geometria Rilievo sommario:
principali elementi strutturali resistenti a taglio, piano per piano stima a campione dell’andamento e della rigidezza dei solai Rilievo completo: piano per piano, tutti gli elementi in muratura andamento di tutti i solai con valutazione della rigidezza valutazione dei carichi di gravità gravanti su ogni elemento di parete
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Dettagli qualità del collegamento tra pareti ortogonali
qualità del collegamento tra solai e pareti ed eventuale presenza di cordoli di piano esistenza di architravi dotate di resistenza flessionale al di sopra delle aperture presenza di elementi strutturali spingenti e di eventuali elementi atti ad eliminare la spinta presenza di elementi, anche non strutturali, ad elevata vulnerabilità.
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Materiali Verifiche in-situ limitate:
completare informazioni di letteratura, o dalle normative dell’epoca di costruzione esami visivi della tessitura e di elementi nessuna prova sperimentale Verifiche in-situ estese: ottenere informazioni quantitative almeno una prova su ciascun tipo di muratura Verifiche in-situ esaustive: almeno tre prove su ciascun tipo di muratura
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Coefficienti di sicurezza
Livello di conoscenza Coefficiente LC1 X 1,5 LC2 = LC3 X 0,7
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Interventi Rinforzo, sostituzione o ricostruzione di parte degli elementi Modifica dell’organismo strutturale: aggiunta di nuovi elementi resistenti (nuovi setti murari, pareti in c.a., pareti di controvento in acciaio, cordoli di incatenamento in c.a. per strutture murarie, incatenamenti di volte o di strutture spingenti, …) Modifica dell’organismo strutturale: saldatura di giunti tra corpi fabbrica, ampliamento dei giunti, eliminazione di elementi particolarmente vulnerabili, eliminazione di eventuali piani “deboli”, irrigidimento di solai, … Introduzione di un sistema strutturale aggiuntivo in grado di resistere per intero all’azione sismica di progetto Eventuale trasformazione di elementi non strutturali in elementi strutturali, ad esempio con incamiciatura in c.a. di tamponature non portanti Introduzione di una protezione passiva mediante strutture di controvento dissipative e/o isolamento alla base Riduzione delle masse Limitazione o cambiamento della destinazione d’uso dell’edificio Demolizione parziale o totale
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Relazione scelta motivata del tipo di intervento
scelta delle tecniche e/o dei materiali dimensionamento preliminare dei rinforzi e degli eventuali elementi strutturali aggiuntivi; analisi strutturale considerando le caratteristiche della struttura post-intervento; verifiche post-intervento per elementi esistenti, riparati, rinforzati o aggiunti
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Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri sta organizzando oltre cento corsi di formazione in tutte le province italiane. Il primo volume di una collana di manuali di progettazione antisismica, pubblicato il 26 gennaio, ha già superato le copie vendute. Il secondo volume, dei sedici sui quali si articola il progetto della collana, è in stampa. L’articolo 32 bis del D.L. n. 269 del 30 settembre 2003 istituisce un fondo di oltre 273 milioni di euro finalizzato a “contribuire alla realizzazione di interventi infrastrutturali, con priorità per quelli connessi alla riduzione del rischio sismico” per il triennio La finanziaria 2004 indica nel “10% delle risorse di cui all’art. 13, comma 1 della legge 1 agosto 2002, n. 166” (i.e. in circa 500 milioni di euro) le risorse finanziarie per un primo programma stralcio finalizzato ai principali interventi di adeguamento sismico degli edifici scolastici.
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L’articolo 32 bis del D.L. n. 269 del 30 settembre 2003 istituisce un fondo di oltre 273 milioni di euro finalizzato a “contribuire alla realizzazione di interventi infrastrutturali, con priorità per quelli connessi alla riduzione del rischio sismico” per il triennio La finanziaria 2004 indica nel “10% delle risorse di cui all’art. 13, comma 1 della legge 1 agosto 2002, n. 166” (i.e. in circa 500 milioni di euro) le risorse finanziarie per un primo programma stralcio finalizzato ai principali interventi di adeguamento sismico degli edifici scolastici.
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There is nothing more difficult, more dangerous, or more apt to miscarry than an endeavor to introduce change. For he that introduces it makes enemies of all those who prosper under the old way and will receive only cool support from those who would prosper under the new.
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E debbasi considerare come non è cosa più difficile a trattare, né più dubbia a riuscire, né più pericolosa a maneggiare, che farsi capo ad introdurre nuovi ordini. Perché lo introduttore ha per nimici tutti quelli che delli ordini vecchi fanno bene, et ha tepidi defensori tutti quelli che delli ordini nuovi farebbono bene. La quale tepidezza nasce, parte per paura delli avversari, che hanno le leggi dal canto loro, parte dalla incredulità delli uomini; li quali non credano in verità le cose nuove, se non ne veggono nata una ferma esperienza. Donde nasce che qualunque volta quelli che sono nimici hanno occasione di assaltare, lo fanno partigianamente, e quelli altri defendano tepidamente; in modo che insieme con loro si periclita. Niccolò Machiavelli (1513) Il Principe, Capitolo VI (De' Principati nuovi che s'acquistano con l'arme proprie e virtuosamente De principatibus novis qui armis propriis et virtute acquiruntur)
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