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PLATONE : IL PROBLEMA POLITICO E LA REPUBBLICA

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Presentazione sul tema: "PLATONE : IL PROBLEMA POLITICO E LA REPUBBLICA"— Transcript della presentazione:

1 PLATONE : IL PROBLEMA POLITICO E LA REPUBBLICA
FILOSOFIA ANTICA Lezioni di Giuliana Prosperi per UNITER - Arese Lezione 07 PLATONE : IL PROBLEMA POLITICO E LA REPUBBLICA

2 UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA
L’Idea del Bene, l’Assoluto/Verità è il principio supremo di tutto, la ragion d’essere e il senso di tutto : dell’essere e dei problemi dell’essere - della conoscenza del senso della libertà del senso della dignità del senso dell’immortalità. -del senso dei valori autentici dell’azioni etica [Raggiungere il Bene, cioè le giuste scelte morali , produce la felicità → / eudemonismo : quanto più l’uomo sarà virtuoso e sapiente, tanto più l’uomo sarà felice. Per questo Socrate aveva messo al centro della sua riflessione la cura dell’anima, indipendente dal corpo, immortale e eterna, per cui un opposto destino attende nell’aldilà buoni e cattivi]. dei valori autentici dell’azione politica, dal raggiungimento dei quali dipende la felicità dell’individuo e dello Stato. Tuttavia Socrate, “ il più savio e il più giusto del suo tempo [Fedone 118] “, era stato condannato a morte dalla Polis. Platone colpito dalla ingiusta condanna del Maestro [VII Lettera , 23-25], dalla disonestà dei politici e dalla dissoluzione delle leggi e dei costumi del suo tempo [VII Lettera , 28-29], affronta il problema politico con massima urgenza, invocando l’intervento della retta filosofia, la sola che potesse insegnare ciò che è giusto per l’uomo e per la Polis. Per Platone è necessario che i Politici siano i Filosofi [VII Lettera , 36-38]  Tema centrale della Repubblica

3 UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA
LA REPUBBLICA E IL PROBLEMA POLITICO Platone è un nobile del suo tempo, deluso dall’oligarchia dei Trenta Tiranni e dalla democrazia che ha condannato il suo Maestro. Privilegia una visione aristocratica e non democratica dello Stato. La discussione riguarda l’idea stessa di giustizia, l’obiettivo razionale a cui aveva teso Socrate e che è la virtù politica per eccellenza. L’uomo è politikòs, è un animale politico, è cittadino , che vive in società (fuori dalla società è il bruto). I gruppi e le forze sociali devono cooperare al benessere collettivo Platone delinea la sua utopia politica, che cerca di realizzare a Siracusa, con Diòne e poi con Dionisìo. Presenta una struttura tripartita e ferrea dello Stato, dove ogni componente sociale deve attendere al suo compito e al suo ruolo nettamente differenziato dagli altri senza interferire nelle competenze altrui , sulla base della tripartizione dell’anima : -anima razionale → virtù : saggezza (giustizia-) →filosofi con compiti di governo –[auriga] -anima irascibile →virtù : coraggio (temperanza-giustizia) → guardiani guerrieri-[cavallo bianco] -anima concupiscibile →virtù temperanza(giustizia) → produttori (contadini commerc.)[cavallo nero]

4 UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA
Giustizia = Stato sano, consiste nel rispettare la divisione dei compiti e delle attività senza interferenze dei governati sui governanti al fine del bene comune e collettivo dello Stato. Le classi inferiori devono ubbidire alle classi superiori. Ingiustizia = Stato malato, quando le classi non sanno stare al loro posto. I Produttori detengono una qualche proprietà economica, ma non devono intervenire nelle questioni politiche ( non hanno diritti politici, non sono considerati come gruppo da educare) I Guerrieri ed i Filosofi non hanno né proprietà privata né famiglia, ma hanno beni e affetti (donne, figli, cose) in comune. I fanciulli sono sottratti alle famiglie da piccoli, per essere allevati in comune a cura dello stato, educati e indirizzati a seconda della loro indole alle tre classi (che non caste chiuse). Coloro destinati a fare i Governanti sono educati sin da piccoli a fare il bene della collettività e il bene supremo dello Stato. L’Aristocrazia dei filosofi è la forma “naturale”dello Stato : i Filosofi avendo come beni il sapere e la virtù, non possiedono né devono possedere altri beni → nasce il modello ascetico del filosofo.

5 UNI TER Arese FILOSOFIA ANTICA
Le degenerazioni dello Stato, o forme patologiche di esso sono : - timocrazia → si basa sulla ricerca di onori e ambizioni - oligarchia → si basa sul censo e comanda il danaro e la ricchezza - democrazia → si basa sulla ricerca, da parte di tutti, di soddisfare ogni desiderio e appetito tirannide → è la degenerazione più bassa e spregevole : è il potere senza freni di uno solo a cui si giunge per anarchia e degenerazione democratica. [Nel Politico privilegia a capo dello Stato un Filosofo riformatore/re (ricorda i grandi legislatori del passato). Nelle Leggi privilegia a capo dello Stato l’aristocrazia di filosofi-sacerdoti. Le leggi sono spesso astratte e costrittive e non sanno persuadere il cittadino a comprendere le prescrizioni, ma sono da onorare come testo sapienziale] Condanna dell’arte : L’Arte è imitazione di imitazione (le cose sono copia delle idee) E’ opera di fantasia Produce turbamento e pathos → non educa l’anima razionale Lirica = produce sentimenti fiacchi Epica = esprime l’ipocrisia dell’Autore Musica = eccita le passioni (a parte al musica militare) Gli artisti sono banditi dallo Stato [Nelle Leggi non condanna l’arte; la considera riposo e svago dopo il lavoro].


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