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SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI

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Presentazione sul tema: "SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI"— Transcript della presentazione:

1 SISTEMI ORGANIZZATIVI COMPLESSI
Roma 23 settembre- 10 dicembre 2014 C.d.L magistrale: Comunicazione d’impresa 2° anno 9 crediti (inclusi crediti Laboratorio) Lunedì Martedì Mercoledì 9-11 Aula Blu Laboratorio possibile ora invece del lunedì mattina Stanza B12 Via Salaria113, tel.: ricevimento mercoledì

2 La settimana scorsa Sintesi del corso
Introduzione alla sociologia dell’organizzazione e del lavoro Processo storico, economico, sociale e geografico in cui comprendere le sociologie economiche Rivoluzione industriale e post industriale: qual è il punto di cesura tra fordismo e post fordismo? La metafora della rete e le prime analisi di Gallino

3 Gallino finanzcapitalismo

4 Una crescita spropositata
1980 attivi finanziari ≈ PIL mondo 2007 attivi finanziari ≈ 4 volte il PIL In teoria secondo Basilea 1 e 2 obbligo per le banche di tenere in cassa 8% di quel che prestano (10% negli USA) In pratica le tecniche dei crediti fuori bilancio fanno aumentare l’effetto leva di cifre molto superiori

5 Una civiltà asservita alla finanza dalla politica
gli stati hanno salvato banche e assicurazioni troppo grandi per fallire con trilioni di $ 2010 la finanza, specie quella ombra, riparte all’attacco mettendo a rischio risparmi e monete, condizioni di lavoro e welfare →qualità della vita e democrazia → senso di un’intera civiltà

6 CIVILTA’ = Particolare modo, storicamente determinato, di strutturare economia, politica, cultura e comunità scontro tra civiltà di Huntington (1993) era riferito allo scontro tra Occidente e Islam, ma venivano individuate altre 6 civiltà (confuciana, giapponese, indù, slavo- ortodossa, latino americana, africana). Dopo 20 anni quali sono ancora autonome? Ritorniamo a parlare di scontro cristianesimo/ ebraismo versus Islam?

7 Intreccio politica–Economia e finanza indebolisce
Schema AGIL funzionamento della società di Parsons e Munch 1984 “La struttura del moderno”- Azioni strumentali espressive Esterno Interno 1.Adattamento Economia: imprese e finanza 2.Scopi (Goals) politica: stato 4.Latenza: Mantenimento motivazioni: comunità famiglia, scuola 3. Integrazione tra le parti del siste-ma: cultura Magistratura, partiti Sindacati Intreccio politica–Economia e finanza indebolisce Cultura e Comunità↓

8 Dallo scontro tra civiltà all’ occidentalizzazione del mondo→ 1 sola civiltà e a rischio
Assottigliamento dei confini tra i 4 sottosistemi →Economia intrecciata alla politica, cultura riflesso di tale intreccio, forme di agire nella comunità con modalità di tipo economico Va tenuto conto dei limiti del pianeta, non basta + depredare altre civiltà: si tolgono risorse alle generazioni future Interconnessione, non tanto per le tecnologie, quanto per la diffusione di imprese transnazionali Usa e Ue con organizzazione del lavoro e tipo di merci standardizzate

9 Una crisi di civiltà Altaver: Sulle piaghe capitalistiche. Crisi energetica e collasso climatico, fame e caos finanziario, 2009 Squilibrio tra potenzialità tecnologiche ed economiche e condizioni di vita→1,5 mld di ricchi e il resto della popolazione Tipo di esistenza umana, personalità e carat-tere→Sennet: corrosione del carattere a causa del capitalismo flessibile- Harendt, Vita activa 1958, dramma di chi è senza lavoro quando l’identità è fondata su di esso Lo sviluppo senza fine è insostenibile →impronta ecologica = 1,3 mondi – 60 mesi al collasso dell’ecosiste-ma (New economic foundation, 2009) → lo scongelamen-to dell’Artico fa temere che questi calcoli siano ottimisti- NUOVO RAPPORTO UNEP RILANCIA ALLARME GIA PRESENTATA

10 Interconnessione culturale
Fin dalla metà del ‘900 ( e anche prima con la radio) diffusione di prodotti culturali di massa (cinema , serie Tv, musica) di prevalente origine nord-americana accelerata dalla Rete Scambi commerciali attivati dal WTO → uniformazione modelli di consumo

11 L’ideologia neo-liberista o neo-conservatrice secondo Gallino
Maturata tra la fine degli anni ’30 e i ’50 per contrastare gli interventi keinesiani considerati in contrasto con un libero sviluppo del mercato- si contrappone anche ai sindacati e allo stato sociale È una dottrina politica rivestita dai panni di una teoria economica Di scarso peso fino agli anni ’70, ha ripreso vigore come teoria del tutto Giudizio più caustico di Gallino

12 Differenze in sintesi (Gallino) tra liberismo ↓(1600) e neoliberismo ↓
La società tende spontaneamente a un ordine naturale↓ Contrasta il potere monocratico del sovrano Calcolo dei costi-benefici di ogni azione umana ↓ tende ad affossare la democrazia Da 4o5SistOrg 2013

13 Assiomi del neoliberismo
Necessità della crescita (Pil +2-3%) per mantenere benessere nelle società ricche, anche se va contro obiettivi ambientali Il capitale è capace di autoregolarsi Affluisce dov’è necessario Rischi d’insolvenza o caduta dei prezzi sono calcolabili Le smentite sono presentate come effetto di politiche inefficienti

14 Le politiche proposte dal neoliberismo (Gallino)
Politiche attive del lavoro: diventare imprenditori di se stessi per contrastare la scarsa voglia di lavorare Teoria inversa dei beni comuni: qualsiasi bene è meglio produrlo con mezzi privati↓ Vocazione totalitaria di tali teorie speculare a quella marxista

15 Una crisi di civiltà Altaver: Sulle piaghe capitalistiche. Crisi energetica e collasso climatico, fame e caos finanziario, 2009 Squilibrio tra potenzialità tecnologiche ed economiche e condizioni di vita→1,5 mld di ricchi e il resto della popolazione Tipo di esistenza umana, personalità e carat-tere→Sennet: corrosione del carattere a causa del capitalismo flessibile- Harendt, Vita activa 1958, dramma di chi è senza lavoro quando l’identità è fondata su di esso Lo sviluppo senza fine è insostenibile →impronta ecologica = 1,3 mondi – 60 mesi al collasso dell’ecosiste-ma (New economic foundation, 2009) → lo scongelamen-to dell’Artico fa temere che questi calcoli siano ottimisti! GIA PRESENTATA

16 Le politiche proposte dal neoliberismo (Gallino)
Politiche attive del lavoro: diventare imprenditori di se stessi per contrastare la scarsa voglia di lavorare Teoria inversa dei beni comuni: qualsiasi bene è meglio produrlo con mezzi privati↓ Vocazione totalitaria di tali teorie speculare a quella marxista

17 Origini trentennali crisi finanziaria
1987 crollo delle borse Usa, G.B., Hong Kong 1997/8 bolla finanziaria Asia orientale, America Latina, Russia 2002/3 crollo borse Usa Causa a breve scatenante debito pubblico e privato finanziarizzato Cause di fondo la forma della civiltà mondo in cui predomina l’economia e la progressiva deregolamentazione

18 Economia e politica: gli sconfinamenti reciproci
dopo la crisi del 1929 sistema finanziario posto sotto controllo con interventi Keynesiani di F.D. Roosevelt ↘stato sociale, politiche antirecessive e di controllo del mercato Oggi sembra che la politica sia stata sopraffatta dall’economia anche in conse-guenza delle tecnologie (spostamento di enormi capitali con un click), ma di fatto è stata scelta una politica di liberalizzazioni↓

19 La politica: cosa doveva fare Che cosa ha fatto
Adattare l’economia ai bisogni della società Proteggere dall’insicurezza socio-economica Difendere e creare beni comuni Ha fatto il contrario Al più soccorre le persone in ultima istanza Privatizza beni comuni

20 Le porte girevoli tra politica ed economia
A partire dalla liberalizzazione dei capitali negli anni ’80 negli Usa e in Ue, ci sono: Sconfinamenti di interventi e responsabilità, anche con organizzazioni internazionali Ripetuti scambi di personale (revolving doors) e conseguenti conflitti d’interesse tra controllori, controllati e mediatori o quanto meno comunanza di linguaggio e schemi interpretativi

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22 Crisi e neoliberismo Il neoliberismo è un insieme di filoni accomunati dall’idea che il mercato sia il mezzo migliore per appagare i desideri umani, preferibile agli stati e alla politica La crisi 2007 è un palese fallimento del mercato: come mai non ha messo in crisi le idee neoliberiste ancora dominanti in politica ed economia?

23 Crisi finanziaria e banche
Le banche, impegnate a massimizzare i loro profitti, operano nel più puro dei mercati: perché non contribuiscono sempre e comunque ad accrescere il benessere complessivo dell'uomo? Perché gli odierni mercati finanziari – forse la forma più sofisticata di mercato della storia umana – sono incappati in una crisi che dura da 6 anni? Perché non si sono corretti da sé, come aveva dimostrato la teoria economica più avanzata?

24 Banche e governi Perché le banche si sono rivolte ai governi chiedendo di salvarle con somme di denaro ingenti? Non è un paradosso se gli stessi governi asseriscono di essere molto meno efficienti delle imprese sul mercato, e di dover ridurre al minimo i propri interventi sul mercato? Le banche “troppo grandi per fallire” che si fanno aiutare dai contribuenti, indicano una debolezza del neoliberismo

25 Come risolvere questo giallo?
Accanto a stato e mercato, c’è un terzo protagonista Il neoliberismo di fatto non favorisce la libertà dei mercati, ma favorisce le imprese transnazionali (tnc) Potere politico delle imprese giganti emerge con le attività di lobbies presso i governi e con la capacità di scegliere su scala mondiale i paesi con il regime giuridico più favorevole (regime shopping) per localizzarvi i propri investimenti.

26 Sapete la differenza tra imprese transnazionali e imprese multinazionali?
La Nike e la CocaCola come le considerate?

27 Ulteriori fattori rafforzano le tnc.
Intreccio governi tnc Ulteriori fattori rafforzano le tnc. Tendenza crescente dei governi a subappal-tare molte delle loro attività a imprese private, che si trovano così coinvolte nella definizione di politiche pubbliche. La"responsabilità sociale dell'impresa“ è un processo in base al quale le aziende si assumono compiti al di là della loro pura attività economica, trovandosi, ancora una volta, a fare politiche pubbliche. I giganti finanziari non hanno perso potere con la crisi, pur avendola provocata

28 Le vittime delle Tnc: la democrazia e il mercato
La partecipazione alle decisioni politi-che delle Tnc “dall’interno” contribuisce a svuotare la democrazia Il mercato, nel senso di libera concorrenza, diventa residuale. Mentre si parla di conflitto tra stato e Mercato, di fatto vi è un “confortevole adattamento” tra Tnc, stato, mercato

29 La capacità di riclassificare la crisi come crisi della spesa pubblica
Le banche hanno provocato la crisi, sono state salvate dagli stati,ma dopo 3-4 anni sono riuscite a convincerci che la causa della crisi sia l’eccesso di spesa pubblica! I dipendenti pubblici perdono il lavoro, mentre le retribuzioni dei banchieri tornano a livelli pre-crisi

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31 Il ruolo della società civile
E’ utopistico per Crouch pensare di liberarsi della grande impresa come hanno tentato i marxisti e il liberalismo di Jefferson Ma la società civile può portare alla luce i misfatti della confortevole triangolazione: Stato, mercato, Tnc E cercare di modificarli

32 Il liberismo: le origini
Significato mutevole di liberismo nel tempo e nello spazio Nel ‘600 i liberali erano rivoluzionari che si opponevano alla monarchia e alle gerarchie ecclesiastiche e cercavano di ottenere libertà di pensiero – e poi di commercio col crescere della borghesia commerciale e industriale → separazione tra stato, economia e Chiesa e politica → separazione tra stile di vita individuale e giudizio morale

33 Il liberismo nel ‘700 e nell’ ‘800
Nel ‘700 libertà è con uguaglianza e fraternità tra le parole della rivoluzione francese (contro la nobiltà e l’assolutismo monarchico e per la separazione dei poteri nello stato) A fine ‘800 negli stati nazione i diritti borghesi erano diventati fonte di dominio e potere Molti osservatori sociali lamentavano il primato del mercato e del denaro su ogni altro aspetto della vita Nascono 2 correnti di pensiero liberale contrapposte↓

34 Divaricazione tra liberali a inizio ‘900
Attenzione ai diritti individuali incluso quello delle masse lavoratrici ad uscire dalla povertà ↓ Affidamento sempre più sullo stato (vecchio nemico dei liberali) In scomoda compagnia coi socialisti che volevano abolire la proprietà privata attenzione alla libertà di proprietà e di mercato In sintonia con gli antichi avversari conservatori

35 Dopo la I guerra mondiale si affermano approcci politici che prevedono l’intervento dello stato
Comunismo in URSS Fascismo in Italia e Spagna e nazional socialismo in Germania Socialdemocrazie nei paesi scandinavi e dopo la crisi del 1929 politiche keynesiane di gestione della domanda contro la disoccupzione e welfare state anche negli Usa

36 Dopo la II guerra mondiale l’intervento dello stato si rafforza
Il liberalismo sopravvisse solo come rivendicazione di diritti e libertà individuali Quando con la guerra fredda si affermò il Mc Cartysmo negli Usa (persecuzione di anarchici, socialisti e comunisti), i “liberals” si opposero In Germania poiché Hitler era stato appoggiato da imprese gigantesche si guardò con favore alla legislazione antitrust (ordoliberalismus, che negli anni ’80 diventa = stato sociale interventista)

37 Ordo liberalismus o economia sociale di mercato
In Austria, Olanda e Germania, al compromesso sociale tra lavoratori e classi dirigenti delle socialdemocrazie, si aggiunse quello tra imprese e lavoratori: le imprese accettano la libertà di organizzazione dei lavoratori e ne permettono una limitata partecipazione all’organizzazione e i sindacati attenti anche a un funzionamento efficiente dei mercati.

38 La seconda occasione del neo liberismo
Senza relazioni neo-corporative tra sindacati e imprese alla lunga le politiche Keynesiane producevano inflazione → nascono idee monetariste ≈ richieste allo stato di contenere la massa monetaria (Friedman, premio Nobel nel applica le sue teorie al Cile dopo il golpe militare contro Allende) → economia sociale di mercato (Von Hayek, premio Nobel nel 1974)

39 I nuovi convertiti al neo-liberismo
Ocse (Org. per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico dei paesi sviluppati), che fino a metà anni ’70 aveva raccomandato interventi Keynesiani Anni ’80 Thacher e Reagan, che paradossalmente eliminò l’anti-trust, favorendo la supremazia dei giganti a danno dei consumatori, dicendo di voler proteggere il benessere dei consumatori (idea paternalista) e dei lavoratori (ma smantellando la legislazione protettiva) Inizio XXI sec UE ripudia il modello sociale europeo ≈ bilanciamento tra diritti sociali ed esigenze di competitività, proprio mentre l’Ocse riconsiderava l’importanza della tutela del lavoro

40 non sono dell’Onu, ma nascono da accordi tra i paesi più ricchi. Sono:
Una parentesi sul ruolo delle istituzioni volte a regolamentare l’economia internazionale non sono dell’Onu, ma nascono da accordi tra i paesi più ricchi. Sono: FMI Banca Mondiale Wto

41 Fondo Monetario internazionale istituito nel 1944 insieme alla Banca Mondiale
A Bretton Woods 45 governi si accordarono per una cooperazione economica internazionale. 2 visioni diverse sul ruolo del FMI : Keynes immaginava un fondo di cooperazione al quale gli stati potevano accedere per risolvere i problemi di occupazione durante le crisi periodiche. Il delegato americano White propose un FMI che agisse più come una banca, che presta agli stati che restituiranno il loro debito nel tempo e il punto di vista degli Usa prevalse perché: Il Regno Unito era indebitato e gli Stati Uniti invece avevano molti crediti e gran parte delle riserve auree.

42 Le istituzioni di Bretton Woods
pensate per evitare il ripetersi della crisi del Oltre al Fondo monetario la Banca Mondiale di ricostruzione e sviluppo, che teoricamente ha l’obiettivo di contrastare la povertà. Il FMI si basava su rapporti di cambio fissi tra le valute, agganciate al dollaro il quale a sua volta era agganciato all'oro. Nel 1971 la convertibilità del dollaro in oro) fu sospesa da parte di Richard Nixon e poi eliminata con la crisi petrolifera

43 Reagan completa l’opera di Nixon di demolizione del Fmi come organo internazionale di regolamentazione Negli anni ’80 la battaglia ideologica in campo economico ha visto una netta vittoria e supremazia della politica neoliberista nella storia, poiché l'alternativa ideologica, di carattere comunista e statalista, è risultata inefficace. Il Fmi anziché aiutare gli stati impone la svalutazione della moneta nazionale, la riduzione del deficit di bilancio da conseguire con forti tagli alle spese pubbliche e aumento delle imposte (e quindi privatizzazioni massicce), l'eliminazione di qualsiasi forma di controllo dei prezzi Ciò che prima era imposto ai Pvs riguarda anche i paesi UE dopo il 2007

44 I neo-liberisti contro le imprese pubbliche
L’attacco è contro quelle presenti in situazioni di monopolio naturale (elettricità e acqua) La privatizzazione non sempre favorisce l’efficienza dei servizi pubblici Applicazione in toto del neo liberismo solo in situazioni non democratiche ↓ Cile di Pinochet e Singapore

45 Il neo-liberismo: oggi
Negli stati ex socialisti è di destra ≈ applicazione rigorosa dei principi di mercato che comporta smantellamento stato sociale Negli Usa i “liberals” sono contrari alle posizioni fondamentaliste delle religioni (ad es. movimenti per la vita) e persino fautori dell’intervento statale in economia

46 La vittoria del neo liberismo sul modello keynesiano:
Dipende anche da trasformazioni sociali Il modello keinesiano era orientato soprattutto agli interessi dei lavoratori manuali Una classe sociale storicamente in declino in Occidente Nuova su Crouch

47 Il mercato e i suoi limiti
L’immagine di imprese efficienti e orientate al cliente versus servizi pubblici incompetenti ed arroganti non tiene conto dei limiti del mercato↓ Sistema privato non omogeneo Società è qualcosa di più della somma di individui Esclusione scelte etiche “ + mercato possibile e tutto lo stato che occorre” dei Socialdemocratici si è trasformato nell’usare l’intervento statale solo per migliorare il mercato ↓ Non si elimina il fallimento più rischioso del mercato: le grandi concentrazioni che indeboliscono la democrazia e lo stesso mercato

48 Riprendiamo quanto già detto
Accanto a stato e mercato, c’è un terzo protagonista Il neoliberismo di fatto non favorisce la libertà dei mercati, ma favorisce le imprese transnazionali (tnc) Potere politico delle imprese giganti emerge con le attività di lobbies presso i governi e con la capacità di scegliere su scala mondiale i paesi con il regime giuridico più favorevole (regime shopping) per localizzarvi i propri investimenti.

49 Il ruolo della società civile
E’ utopistico per Crouch pensare di liberarsi della grande impresa come hanno tentato i marxisti e il liberalismo di Jefferson Ma la società civile può portare alla luce i misfatti della confortevole triangolazione: Stato, mercato, Tnc E cercare di modificarli

50 Aspetti comuni a Gallino e Crouch
Attenzione al neo-liberismo La attuale globalizzazione è poco democratica Bisogna guardare aldilà dello stato nazione Vanno smascherati gli intrecci tra politica ed economia

51 Differenze tra Gallino Crouch
La crisi mette in risalto l’afferma-zione di un nuovo capitalismo L’attenzione va anche alle relazioni tra Nord e Sud del mondo La crisi è conseguenza di una globalizzazione in cui le Tnc hanno sempre più potere L’attenzione è più orientata all’Occidente

52 Che fare? Gallino Crouch
Servono nuove regole per la finanza, sia a livello nazionale, che europeo e mondiale Bisogna difendere e creare beni comuni Lo stato nazione non ha la forza di contrapporsi alle Tnc I mass-media sono asserviti Rimane la società civile

53 Crisi:piramide schemi esplicativi
Causa a breve: eccessiva concessione di mutui per la prima casa in Usa→crisi banche→derivati e crisi finanza (anche Stiglitz) Anni ’90: dimensioni eccessive finanza mondiale e sistema fin. ombra non sorvegliato Anni ’80: carente regolamentazione dei mercati finanziari: non si tiene conto della diffusione Ict Fragilità sistemica del finanzcapitalismo dopo le vittorie di Reagan sui liberal e di Tatcher sulla socialdemocrazia europea


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