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Nadia Linciano Ufficio Studi Economici, Consob
Le banche italiane tra crisi, nuove regole e nuovi assetti di vigilanza Nadia Linciano Ufficio Studi Economici, Consob Capua, 24 novembre 2014
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Nadia Linciano Le opinioni espresse sono personali e non impegnano in alcun modo la Consob Capua, 24 novembre 2014
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Outline La crisi subprime e la crisi del debito sovrano
L’evoluzione del quadro normativo in Europa L’evoluzione degli assetti di vigilanza in Europa Le banche italiane nel contesto europeo Capua, 24 novembre 2014
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La crisi subprime e la crisi del debito sovrano
Capua, 24 novembre 2014 4
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Crisi finanziaria: la catena di eventi
Crisi dei mutui subprime Crisi bancaria in USA Interventi pubblici di salvataggio USA Contagio delle banche europee Interventi pubblici di salvataggio in alcuni paesi Ampliamento di squilibri di finanza pubblica Europa Crisi greca e del debito sovrano Crisi bancaria Capua, 24 novembre 2014 5
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Crisi finanziaria: gli interventi di politica economica
Politica monetaria accomodante + credit e quantitative easing Politica fiscale espansiva USA Politica monetaria accomodante + credit easing Politica fiscale restrittiva Europa Capua, 24 novembre 2014 6
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Quali criticità per il sistema bancario dopo la crisi subprime?
Il modello di intermediazione originate-to-distribute (OTD) ha stimolato short-termism ed eccessiva espansione degli attivi rispetto al patrimonio (leverage) Sono proliferati prodotti complessi e opachi, valutati «a modello» e con il forte coinvolgimento delle agenzie di rating Le operazioni di trasferimento dei rischi tramite cartolarizzazione… … hanno ridotto gli incentivi a monitorare i debitori, abbassando gli standard di valutazione della qualità del credito … ha creato incertezza circa la reale distribuzione dei rischi tra gli operatori finanziari Il rischio apparentemente trasferito a terzi mediante la creazione di veicoli fuori bilancio è tornato alle banche attraverso vari canali Il rischio è tornato alle banche sia attraverso la concessione di linee di liquidtà o la prestazione di garanzie alle società veicolo, sia attraverso le esposizioni verso soggetti colpiti dalla crisi (ad esempio, hedge funds), sia attraverso il possesso diretto di titoli strutturati per investimento o trading. Capua, 24 novembre 2014
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Quali criticità per le banche italiane?
Riduzione della garanzia pubblica implicita a favore delle banche e, quindi, del relativo merito di credito per effetto dei forti squilibri di finanza pubblica Elevata esposizione "diretta" al rischio sovrano a causa dell'elevata quantità di titoli pubblici in portafoglio Bassa redditività, dovuta a un modello di business tradizionale fortemente esposto all'andamento dei tassi di interesse Patrimonializzazione relativamente bassa rispetto ai competitors europei Questi fattori di debolezza hanno determinato l’insorgere di un sentiment negativo da parte degli operatori e, per un certo periodo, un disallineamento delle quotazioni di mercato dai fondamentali Capua, 24 novembre 2014
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L'evoluzione del quadro normativo europeo
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Principali innovazioni regolamentari nel settore bancario europeo
In risposta alla crisi è stata avviata una riforma delle regole che coniuga aspetti micro e macro prudenziali La riforma ha interessato in modo molto incisivo il settore bancario, già sottoposto a una regolamentazione prudenziale più stringente rispetto ad altri settori In Europa le principali innovazioni regolamentari attuate o ancora in fase di elaborazione sono numerose La disciplina prudenziale di Basilea III La disciplina sugli istituti di rilevanza sistemica (G-SIFIs) Le norme in tema di governance e remunerazioni Il progetto di riforma strutturale del settore bancario Capua, 24 novembre 2014 10
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Il quadro normativo – Basilea III L'impianto generale
La Direttiva 2013/36/UE e il Regolamento 575/2013 (cosiddetto ‘pacchetto CRD IV’) recepiscono la nuova disciplina prudenziale per le banche (Basilea III) a livello europeo Le nuove regole riguardano principalmente le seguenti aree: adeguatezza patrimoniale. Innalzamento della qualità e della quantità di patrimonio di vigilanza necessario a fini prudenziali leva finanziaria. Introduzione graduale di obblighi di disclosure e di limiti massimi al leverage ratio liquidità. Introduzione graduale di specifici limiti quantitativi tra flussi di cassa in uscita e attività liquide, calcolati su un orizzonte temporale di 30 giorni e di un anno Capua, 24 novembre 2014 11
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Il quadro normativo – Basilea III Adeguatezza patrimoniale
Qualità del patrimonio concetto armonizzato di capitale di primaria qualità (common equity tier 1 o CET1) nuovo trattamento prudenziale dei rischi associati alle esposizioni in cartolarizzazioni e del rischio di controparte connesso con l’operatività in strumenti derivati metodo di calcolo dei requisiti patrimoniali per i rischi di mercato più stringente Quantità di patrimonio requisito patrimoniale complessivo (Total Capital Ratio) invariato all’8% delle attività ponderate per il rischio o RWA) requisito CET1 esplicitato e innalzato al 4,5% (implicitamente al 2% in Basilea II) riserve di capitale aggiuntive Capital Conservation Buffer, pari al 2,5% dell’RWA Countercyclical Capital Buffer, riserve anticicliche a discrezione delle Autorità nazionali e fino a un massimo del 2,5% dell’RWA concetto armonizzato di capitale bancario di primaria qualità, il common equity tier 1 (CET1), corrispondente di fatto alle azioni ordinarie e alle riserve di utili; sono stati inoltre previsti criteri più rigorosi per dedurre dal capitale le attività immateriali e le partecipazioni finanziarie e assicurative e alcune voci legate al regime fiscale applicato; è stato inoltre rivisto il trattamento prudenziale dei rischi associati alle esposizioni in cartolarizzazioni e del rischio di controparte connesso con l’operatività in strumenti derivati; è stato reso più severo il metodo di calcolo dei requisiti patrimoniali a fronte dei rischi di mercato. quantità di patrimonio: il requisito patrimoniale complessivo (Total Capital Ratio) è rimasto invariato (all’8%) rispetto a quanto previsto da Basilea 2, mentre il requisito relativo al CT1, fissato implicitamente al 2% delle attività ponderate per il rischio (RWA) in Basilea 2, è stato esplicitato nel nuovo impianto regolamentare e innalzato al 4,5%. Basilea 3 prevede inoltre la costituzione di riserve di capitale aggiuntivo pari al 2,5% dell’RWA (Capital Conservation Buffer) e di riserve da accumulare in maniera anticiclica (Countercyclical Capital Buffer) di ammontare variabile, a discrezione delle Autorità nazionali, fino ad un massimo del 2,5% dell’RWA. Capua, 24 novembre 2014 12
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Il quadro normativo – Basilea III Leva finanziaria
Leverage ratio: rapporto tra patrimonio di base e totale attivo (in bilancio e fuori bilancio) non ponderato per il rischio. A partire dal 2018, non potrà superare il 3% Al fine di evitare un'eccessiva espansione degli attivi bancari non supportata da risorse patrimoniali, il totale attivo può essere al massimo pari a circa 33 volte il patrimonio di base Ha la funzione di supplire a eventuali carenze nei modelli interni adottati dalle banche per la determinazione dell’esposizione al rischio, specie per gli istituti con modelli di business complessi Capua, 24 novembre 2014 13
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Il quadro normativo – Basilea III Liquidità
A presidio del rischio di liquidità, è previsto il rispetto di due requisiti minimi sulla trasformazione delle scadenze Liquidity coverage ratio: le banche devono detenere un ammontare di attività liquide di elevata qualità che consenta loro di resistere a situazioni di stress sul mercato della raccolta per un orizzonte temporale di 30 giorni Net stable funding ratio: teso a incentivare il ricorso a fonti di finanziamento stabili tali da garantire un equilibrio strutturale del bilancio Attualmente solo obblighi di segnalazione, su base individuale e consolidata, degli elementi che concorrono al calcolo dei requisiti di liquidità L’entrata in vigore di minimi vincolanti avverrà gradualmente dal 2015 al 2018, dopo un periodo di monitoraggio Capua, 24 novembre 2014 14
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Il quadro normativo La disciplina per gli istituti di rilevanza sistemica
Il 'pacchetto CRD-IV' contiene regole specifiche per le istituzioni rilevanti su scala globale (G-SIFIs) La rilevanza sistemica è valutata in base a diversi indicatori che dell'impatto di una situazione di difficoltà dell’istituto sul mercato finanziario globale Dimensione, interconnessione con il sistema finanziario, sostituibilità dei servizi o infrastrutture fornite, complessità, operatività transfrontaliera È prevista una dotazione di capitale più elevata (tra l’1 e il 2,5% dell'RWA, in funzione del grado di “rilevanza sistemica”) L'entrata in vigore di questo pacchetto di regole avverrà gradualmente, a partire dal 2016; il nuovo regime sarà pienamente operativo dal 2019 Capua, 24 novembre 2014 15
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Il quadro normativo Governance e politiche di remunerazione
Il pacchetto CRD IV è intervenuto su governance e politiche di remunerazione degli intermediari finanziari Governance maggiori obblighi di supervisione dei rischi assunti dalla banca da parte degli amministratori indicazioni specifiche su composizione e funzionamenti degli organi amministrativi Remunerazione limite massimo al rapporto tra componenti variabile e fissa potenziamento dei meccanismi di aggiustamento tesi a mitigare possibili conflitti di interessi, eccessiva assunzione di rischi e short termism Il pacchetto CRD IV è intervenuto sulla governance degli intermediari finanziari (anche diversi dalle banche) e alle politiche di remunerazione. Capua, 24 novembre 2014 16
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Il quadro normativo Riforma strutturale del sistema bancario
Superamento del modello di banca universale, ossia separazione dell’attività di intermediazione creditizia tradizionale da quella di trading proprietario In fase di attuazione negli Usa e di studio in Europa (proposta di Regolamento della Commissione europea di inizio anno, basata sul Rapporto Liikanen del 2012) Obiettivi Salvaguardare l’attività di banca commerciale e i depositi della clientela Mitigare il reciproco contagio tra mercato dei capitali e sistema bancario Indebolire il legame tra rischio bancario e rischio sovrano Gli interventi di riforma strutturale del settore bancario, già in fase di attuazione negli Usa e ancora allo studio in Europa, prevedono, pur con modalità differenti, una separazione dell’attività di intermediazione creditizia tradizionale da quella di trading proprietario, attualmente svolte all’interno di molti istituti di credito secondo il modello di banca universale. Tali misure hanno l’obiettivo di impedire o contenere le ripercussioni che le perdite derivanti dall’attività di trading possono avere sull’attività di banca commerciale, compromettendone la solidità e mettendo a rischio i depositi della clientela. Una separazione tra le attività di banca commerciale e quelle di trading mitigherebbe, inoltre, il reciproco contagio tra mercato dei capitali e sistema bancario e indebolirebbe il legame tra rischio bancario e rischio sovrano, riducendo l’incentivo al salvataggio pubblico degli istituti in crisi. Negli Usa la norma che introduce la separazione delle attività delle banche è entrata in vigore nel 2014, mentre in Europa è ancora in fase di discussione la proposta di Regolamento elaborata dalla Commissione europea a inizio anno e basata sui risultati del Rapporto Liikanen, pubblicato nel 2012. Capua, 24 novembre 2014 17
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L'evoluzione degli assetti di vigilanza in Europa
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Banking Union Struttura e tempistica
La Banking Union è fondata su tre elementi sistema di supervisione unico (Single Supervisory Mechanism, SSM) sistema unico di risoluzione delle crisi (Single Resolution Mechanism, SRM) sistema integrato di assicurazione dei depositi Le fasi di attuazione Il 4 novembre ha preso avvio l'SSM nell’area euro affidato alla BCE Nel 2015 si insedierà a Bruxelles il Comitato direttivo dell'SRM e verranno costituite le corrispondenti Autorità nazionali Nel 2015 sarà recepita nei Paesi dell’area euro la direttiva sui sistemi di garanzia dei depositanti, volta rafforzare la capacità di intervento dei fondi di garanzia nazionali e la tutela dei risparmiatori Capua, 24 novembre 2014 19
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Il Single Supervisory Mechanism e il Comprehensive Assessment
Nell’ambito dell'SSM la BCE, in collaborazione con le autorità nazionali, si occuperà in via diretta della vigilanza delle banche di maggiore rilevanza (per dimensioni e operatività cross-border) Ai 120 gruppi (di cui 13 italiani) nel perimetro SSM sono riconducibili oltre l’85% degli attivi del sistema, sebbene siano solo il 3% del totale delle banche dell’Eurozona Sulle banche di minori dimensioni la vigilanza rimane alle autorità nazionali nell’ambito di linee guida stabilite dalla BCE, che all’occorrenza potrà avocare a sé la supervisione Prima dell'avvio dell'SSM la BCE, in collaborazione con le autorità nazionali e con l'EBA, ha condotto una “valutazione approfondita” (Comprehensive Assessment) delle maggiori 130 banche europee (di cui 15 italiane) Capua, 24 novembre 2014 20
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Comprehensive Assessment Fasi e obiettivi
Il Comprehensive Assessment (CA) si è svolto in due fasi Asset quality review (AQR), ossia revisione della qualità degli attivi bancari, per verificare se il capitale "di migliore qualità" (CET1) fosse adeguato al livello di rischiosità rilevato a fine 2013 Due prove di resistenza (stress tests), ossia simulazioni relative a scenari ipotetici (di cui uno basato su un quadro congiunturale particolarmente negativo) per il triennio , per quantificare il capitale aggiuntivo che sarebbe necessario per preservare un adeguato grado di patrimonializzazione a seguito di un drastico peggioramento dello scenario macroeconomico e finanziario nazionale e internazionale Nello scenario di base l’adeguatezza del capitale delle banche è valutata rispetto a un requisito minimo dell’8%, mentre in quello negativo il requisito è del 5,5% Capua, 24 novembre 2014 21
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Comprehensive Assessment Esiti
Nove banche italiane presentavano a fine 2013 potenziali carenze di capitale, per complessivi 9,7 miliardi di euro Tenendo conto degli aumenti di capitale perfezionati tra gennaio e settembre 2014, le potenziali esigenze di capitale interessano 4 banche, per 3,3 miliardi Tenendo conto di ulteriori misure di rafforzamento patrimoniale già attuate e non incluse nel CA, le potenziali carenze si riducono a 2,9 miliardi e interessano solo 2 banche Il totale delle eccedenze di capitale dei gruppi bancari in surplus rispetto alla soglie prefissate nel CA risulta pari a 25,5 miliardi Capua, 24 novembre 2014 22
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Le banche italiane nel contesto europeo
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Le dimensioni del sistema bancario sono significative in alcuni paesi europei
Evoluzione del totale attivo bancario e incidenza sul Pil a fine 2012 nei principali paesi europei (dati di fine periodo; consistenze in miliardi di euro) Fonte: elaborazioni su dati BCE ed Eurostat. L’incidenza degli attivi bancari sul Pil risulta molto elevata in alcuni paesi europei. Nel Regno Unito, il totale attivo delle banche nel 2012 risultava pari a 5 volte il Pil. In Italia, nonostante la centralità del sistema bancario nel finanziamento dell’economia, gli attivi riferibili ad istituti di credito domestici rappresentavano meno del 3% del Pil Capua, 24 novembre 2014
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La redditività delle banche italiane è bassa nel confronto europeo ma l'adeguatezza patrimoniale risulta soddisfacente … Nel 2013 le banche italiane hanno sperimentato un forte calo della redditività, in gran parte connesso alla "pulizia" dei bilanci in vista dell'AQR L'incremento della redditività osservato nella prima metà del è in buona parte ascrivibile alla contrazione dell'RWA I coefficienti patrimoniali al 30 giugno 2014 sono cresciuti per l'Italia Non sono pienamente comparabili ai precedenti per effetto dell’entrata in vigore del pacchetto CRD IV- CRR Redditività delle principali banche quotate europee (utile ante imposte / RWA) Adeguatezza patrimoniale e leverage delle principali banche quotate europee Fonte: Bilanci e resoconti di gestione consolidati. Capua, 24 novembre 2014
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... anche grazie alle ricapitalizzazioni effettuate negli ultimi anni
Aumenti di capitale, valore di mercato e multipli delle banche dei maggiori paesi dell'area euro Fonte: Elaborazioni su dati BCE, Thomson Reuters e MBRES. Il dato sugli aumenti di capitale si riferisce ad agosto (ultimo dato disponibile). Il supporto pubblico si riferisce solo agli strumenti di patrimonializzazione. Dal 2011 le banche europee hanno incrementato la propria base patrimoniale con aumenti di capitale sul mercato per circa 70 miliardi di euro. Nel 2014 le banche italiane hanno effettuato l'ammontare più elevato di aumenti di capitale (circa 9 miliardi fino ad agosto) in vista dell'AQR e dello stress test Per le banche quotate, il miglioramento della patrimonializzazione si è riflesso nell’andamento dei prezzi azionari e dei multipli di mercato, significativamente migliorati rispetto al 2011 Capua, 24 novembre 2014
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L’esposizione verso il debito sovrano continua a essere elevata
Esposizione delle banche dei principali paesi europei verso il settore pubblico domestico e di alcuni paesi europei Fonte: Banca dei Regolamenti Internazionali; Bruegel data base on sovereign bond holdings. L’esposizione verso il debito sovrano domestico delle banche italiane e spagnole ha registrato un notevole incremento dal 2010, portandosi, alla fine del primo trimestre 2014, rispettivamente, al 10% (7% nel 2010) e all11% (5% nel 2010) circa del totale attivo Capua, 24 novembre 2014
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Le banche italiane si caratterizzano per un business più tradizionale
Attività finanziarie e derivati delle principali banche quotate europee Fonte: Bilanci e resoconti di gestione consolidati. Le banche italiane e spagnole si caratterizzano per un minor investimento in attività finanziarie e per una più bassa operatività in derivati, rispetto agli istituti di credito degli altri maggiori paesi europei Le differenze nella composizione dell’attivo si riflettono nel significativo divario nel livello di attivi ponderati per il rischio rispetto a quelli non ponderati. Per le banche italiane e spagnole, infatti, il rapporto tra RWA e totale attivo è pari a circa il 45% a fronte di valori del 25% circa delle maggiori banche francesi e tedesche Capua, 24 novembre 2014
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Il deterioramento della qualità del credito è stato significativo in Italia e Spagna
Qualità del credito delle principali banche quotate europee Fonte: Bilanci e resoconti di gestione consolidati. In Italia e Spagna si è assistito a un significativo deterioramento della qualità del credito a partire dal Nel 2014 tale dinamica ha visto un progressivo rallentamento. Resta elevata, tuttavia, l’incidenza delle sofferenze sul totale dei crediti. La mancanza di omogeneità sia nel trattamento dei crediti deteriorati sia nella loro rappresentazione in bilancio rende, tuttavia, estremamente complessa una comparazione internazionale. Capua, 24 novembre 2014
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Il credito bancario alle imprese si è notevolmente ridotto anche per fattori legati alla domanda
L’offerta e la domanda di credito da parte delle imprese In Italia e Spagna la dinamica degli impieghi resta debole, con tassi di crescita dei crediti erogati alle imprese non finanziarie che continua registrare valori negativi (pari, rispettivamente al 4% e al 10% circa). Tale dinamica riflette anche la debolezza della domanda di credito in un contesto in cui persistono aspettative sfavorevoli circa una rapida inversione ciclica, come emerge dalla dinamica degli indici di fiducia delle imprese, che continuano a essere negativi nei principali paesi europei Fonte: elaborazioni su dati BCE e Thomson Reuters. Capua, 24 novembre 2014
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Il ruolo della politica monetaria
Le misure non convenzionali (1/2) LTRO: hanno determinato una riduzione dei rendimenti all’emissione dei titoli di Stato italiani sulle scadenze a breve e a lungo termine. La liquidità immessa nel sistema bancario non si è tuttavia tradotta in un incremento del credito al settore privato, quanto nell'acquisto di titoli pubblici Il meccanismo di trasmissione della politica monetaria all’economia reale è risultato compromesso e la frammentazione finanziaria è cresciuta Capua, 24 novembre 2014 31
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Emergono segnali di riduzione della frammentazione finanziaria nell'area euro
Esposizione cross-border di alcune banche europee Nel primo trimestre del 2014, le esposizioni cross-border tra istituti di credito sono rimaste stabili ovvero sono aumentate, segnando un’inversione di tendenza rispetto alla contrazione sperimentata a partire dal Tale fenomeno è stato osservato anche rispetto all’esposizione delle banche rispetto ai settori non finanziari stranieri. Le imprese non finanziarie dei paesi periferici (Italia e Spagna) continuano a pagare tassi di interesse sul debito bancario maggiori dei competitors dei Paesi core (Francia e Germania) Tassi di interesse sui prestiti bancari alla imprese non finanziarie in alcuni paesi europei Capua, 24 novembre 2014
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Il ruolo della politica monetaria
Le misure non convenzionali (2/2) Le nuove misure non convenzionali (TLTRO, acquisti di ABS e covered bonds) mirano a incentivare l’erogazione del credito TLTRO: si terranno su base trimestrale fino a giugno 2016; la prima si è tenuta lo scorso settembre. Le banche potranno prendere in prestito fino al 7% degli impieghi verso il settore non finanziario (sono esclusi i mutui) al 30 aprile 2014 Gli ABS devono avere come sottostante prestiti al settore non finanziario Elementi di incertezza L’ammontare dei fondi a cui si può accedere è definito sulla base del total lending e quindi favorisce i paesi che hanno sperimentato una contrazione minore del credito Le regole previste per la definizione delle condizioni di accesso alle prossime TLTRO potrebbero non essere efficaci nello stimolare l’erogazione di credito Le istituzioni finanziarie nell’area euro non sembrano razionate sul fronte della liquidità, come emerge dal minore ricorso all’Eurosistema e dagli esiti della prima TLTRO, quando sono stati erogati fondi per 82 miliardi di euro (a fronte dei 400 disponibili) Capua, 24 novembre 2014 33
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Le banche italiane tra crisi, nuove regole e nuovi assetti di vigilanza
Grazie Nadia Linciano Capua, 24 novembre 2014 34
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