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PubblicatoSalvatore Bonfanti Modificato 9 anni fa
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Seminario Campano 9 Febbraio 2015
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TESTIMONIERETE CRISTO !
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Gesù e i bambini Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù però disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli». E dopo avere imposto loro le mani, se ne partì.
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Persone da conoscere e amare
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Alberto, un papà, confida a un amico: «A volte mi sorprendo a guardare mio figlio. Cresce in fretta, molto in fretta. E mi chiedo che cosa pensano davvero questi ragazzi. Di noi, di loro stessi …».
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Cosa pensano questi ragazzi? Per rispondere ci affidiamo all’esperienza: è necessario osservare con simpatia e attenzione – possibilmente senza pregiudizi – i ragazzi che ci sono affidati.
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Non possiamo presumere di sapere già tutto, di conoscere il nostro interlocutore, di sapere come si fa a comunicare la fede.
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Sui giornali e in internet sentiamo descrivere i ragazzi tra i 7 e 12 anni come «nativi digitali». Ci chiediamo che cosa stia dietro queste definizioni, alle quali peraltro non vogliamo legarci in maniera esclusiva.
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I ragazzi di oggi sono detti «nativi digitali, in quanto soggetti cresciuti con le tecnologie digitali e in grado di usare telefonini cellulari, tablet, riproduttori di MP3, telecomandi complessi, videogiochi, computer e di trovarsi a proprio agio nella rete digitale, percependo il mondo legato alla tecnologia come spazio di assoluta normalità.
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Le modalità di apprendimento che questi ragazzi hanno sviluppato sono più percettive e meno simboliche. Tutto ciò alla lunga sta trasformando il modo di apprendere e, di conseguenza, di insegnare. È normale che per queste generazioni, si documentino su internet, prendendo per buona la prima informazione, senza impiegare tempo per una buona ricerca critica.
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I ragazzi sono maggiormente avvezzi a scene violente e una buona percentuale non si sente turbata da scene horror, anzi magari le cerca.
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I ragazzi di oggi … … sono in grado di interagire generalmente in modo positivo con coetanei di altre nazionalità, dopo un periodo di adattamento. Consumatori voraci, i ragazzi acquisiscono merci, molteplici informazioni e stimoli che imparano presto a reagire.
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I ragazzi sono spesso figli unici, quindi con poca esperienza di socializzazione; tendono a dare più importanza ai social network che al ritrovarsi insieme a giocare in cortile.
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Se l’evangelizzazione vuole coinvolgere tutta la persona, fin dalle prime età, deve utilizzare tutti gli strumenti attraverso i quali l’uomo stesso comunica: il gesto, la parola, il suono, l’immagine. Non abbiamo a che fare con bambini / ragazzi per forza distratti, ma con soggetti che desiderano una comunicazione a più ampio spettro.
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Le fatiche emergenti per la formazione cristiana, sono riducibili prevalentemente ad incontri che utilizzano una metodologia ispirata a un modello scolastico antiquato.
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Si richiede una particolare alfabetizzazione alla fede, per cui l’educatore applica e utilizza strumenti adeguati tali da raggiungere obiettivi, finalità e contenuti, tesi a spronare, la crescita del bambino / ragazzo.
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I bambini sono disposti all’esperienza religiosa, ma è bene valorizzare tutti gli elementi presenti, cercando di non ricadere in forme vecchie che frenano la crescita del bambino.
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I ragazzi sono sempre più attivi in rete e sono soggetti esigenti e consapevoli, che chiedono, anche nella trasmissione della fede, coerenza, fascino e incontro con un tu che coinvolga.
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I ragazzi devono esprimere desideri, timori, passioni e gusti. È necessario porre i ragazzi al centro, attraverso una dimensione attenta dell’ascolto e un’elaborazione di contenuti e strategie che tenga presente che Cristo stesso ha collocato i bambini nell’ambito del popolo di Dio.
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I ragazzi non sono solo interlocutori ma membri attivi della comunità, portatori di un’istanza peculiare, testimoni della presenza del Signore nel mondo. I ragazzi, con le loro domande e istanze, aiutano a rimodellare l’esperienza della fede degli adulti; la comunità cristiana con la sua prassi educativa e liturgica dona ai ragazzi Cristo.
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Quale descrizione potreste fare dei ragazzi di «oggi»? Cosa vi colpisce del loro «mondo»? Provate a evidenziare 5 pregi e 5 difetti che li caratterizzano maggiormente.
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Vi suggerisco di scegliere uno dei ragazzi che a volte vi fa arrabbiare per il suo modo di parlare o di stare nel gruppo, e di immaginare di scrivergli una lettera, che potrà iniziare dicendo con molta semplicità che cosa vi indispettisce del suo comportamento. Poi gli spiegherete che, riflettendo, avete scoperto come le cose sono diverse da come sembrano a prima vista. E concluderete dicendo che potrete comunicare tra voi e volervi bene. La lettera non andrà consegnata all’interessato, ma potrete tenerla voi, per rileggerla se dovesse ripresentarsi una situazione analoga. Caro …
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