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HAG SHAVU’OT Festa delle settimane
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LA FESTA DI SHAVU’OT O PENTECOSTE EBRAICA
Il calendario ebraico comprende le tre principali feste di origine biblica dette “del pellegrinaggio” o “feste del raccolto”: (Pesach=Pasqua; Shavuot=Pentecoste e Sukkot=Capanne) legate alle stagioni e ad antiche tradizioni agricolo-pastorali. Shavu’ot è una festa agricola che si celebra nel periodo della mietitura, cinquanta giorni dopo la Pasqua. Di qui il nome, in greco, di Pentecoste. Nella Bibbia è chiamata anche “festa della mietitura” Es 23,16; Es 34,22; Is 9,2 o “giorno delle primizie” Nm 28,26
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«IL TERMINE SHAVU’OT» Shavu’ot vuol dire “settimane” e indica che la festa va celebrata per sette settimane,dopo la Pasqua, durante le quali si ringrazia Dio del raccolto e si offrono le primizie. Lv 23,15 “ Conterai sette settimane; da quando si metterà la falce nella messe comincerai a contare sette settimane”; (cfr. Dt 16,9-10) Lo stesso significato ha il termine Pentecoste che, in greco, vuol dire “cinquantesimo” (Tb 2,1; 2Mac 12,32).
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PENTECOSTE (dal greco che significa cinquantesimo )
Dagli Ebrei era chiamata FESTA DELLE SETTIMANE (Hag Shavu’ot) Settimana delle settimane 7x7+1
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<<FESTA DELLE SETTIMANE>>
In origine: concludeva i lavori agricoli per la mietitura: - Da Pasqua s’iniziava la raccolta dell’orzo e poi si passava a quella del grano -La Pentecoste era quindi la festa del granaio pieno che concludeva la mietitura
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PASQUA - Uscita dall’Egitto
In seguito: stette a significare la celebrazione della manifestazione sul Sinai Allora: PASQUA Uscita dall’Egitto PENTECOSTE - Manifestazione di Dio sul Sinai
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<<IL LEGAME CON LA PASQUA>>
La festa di Pentecoste ha un legame costitutivo con la Pasqua che già la Torah richiama e sottolinea in Lv 23, 15-17: <<Dal giorno dopo il sabato, cioè dal giorno che avrete portato il covone da offrire con il rito di agitazione, conterete sette settimane complete. Conterete cinquanta giorni fino all’indomani del settimo sabato e offrirete al Signore una nuova oblazione. Porterete dai luoghi dove abiterete due pani per offerta con rito di agitazione, i quali saranno di due decimi di efa di fior di farina e li farete cuocere lievitati; sono le primizie in onore del Signore>>.
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“ll giorno successivo a Shabat”
A partire dalla seconda sera della festa si commemora appunto l’offerta al santuario di una misura, detta Omer, del nuovo orzo. Ogni sera, al tramonto, si fa, con apposita benedizione, il conteggio (Sefirah) dei giorni trascorsi nel periodo dell’Omer, che si conclude a Shavuot, il 6 sivan (maggio-giugno), festa della mietitura e delle primizie, con l’offerta dei pani fatti con il frumento dell’anno nuovo. Questo conteggio, comandato dalla Torà, è legato al manipolo d’orzo che in questo periodo veniva portato al Santuario di Gerusalemme. Ogni giorno, per quarantanove giorni.
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Che cos’è l’ 'Omer? E’ una unità di misura che, nella toràh e nel talmùd, viene utilizzata per quantità alimentari. Come primo significato indica un manipolo di spighe (originariamente è il covone). Come secondo significato indica una quantità di grano o cereali e, indirettamente, la farina che se ne può derivare. In ogni caso è una misura di volume e non di peso.
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<<IL LEGAME CON LA PASQUA>>
Questo legame è ripreso dalla liturgia con il rito noto come sefirath ha-’omer = conta dell’ 'omer e indica il periodo che va da Pesach a Shavu’ot ; il nesso è nel ciclo naturale ed agricolo, dalle primizie del raccolto alla mietitura. In seguito il legame è basato sulla considerazione che il fondamento dell’esistenza del popolo d’Israele risiede nella Torah e consiste nel pronunciare ogni giorno una benedizione, scalando ogni volta i giorni che si avvicinano alla festa di Pentecoste, cioè al dono della Legge
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<<IL LEGAME CON LA PASQUA>>
Dall'offerta dell' 'omer iniziava un conteggio di sette settimane/ cinquanta giorni, per cui il cinquantesimo giorno ( non conteggiato) era la festa di Shavu'oth; in questa festa veniva offerto al Tempio un doppio pane di grano lievitato, che permetteva la nuova offerta al Tempio dei prodotti del nuovo anno. In questa situazione, il concetto di 'omer acquista una nuova serie di significati : l'offerta dell' 'omer di orzo marca un giorno molto particolare che apre un conteggio di giorni molto particolari, che si chiama conteggio dell' 'omer (sefirat ha-’omer). Con estrema sintesi: attraverso queste specifiche mizvòth, l' 'omer si trasforma da una misura di volume ( e solo virtualmente di peso) ad una misura di tempo; l'intervallo di tempo tra Pesàch e Shavu'ot.
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<<IL LEGAME CON LA PASQUA>>
Contiamo i giorni dell’Omer poiché da sola la liberazione dalla schiavitù ha un valore relativo ed acquisisce veramente senso solamente se sfocia nell’accettazione della Torah, che costituisce il suo scopo reale. Il legame tra Pesach e Shavuot è talmente tanto stretto che la Torah, a differenza delle altre festività, non indica una specifica data per la festa di Shavuot, che cade nel 50° giorno dall’inizio della conta dell’Omer L’uscita dall’Egitto, che viene celebrata attraverso la festa di Pesach, chiamata nella Tefillà (preghiera), zeman cherutenu (tempo della nostra libertà) acquisisce significato solamente in relazione alla ricezione della Torah, che ricordiamo con la festa di Shavuot, zeman matan toratenu (tempo del dono della nostra Torah)
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PASSAGGIO DALLA DIMENSIONE NATURALISTICA ALLA DIMENSIONE STORICA
La festa col tempo si è storicizzata, rivestendosi di un nuovo significato: non solo più celebrazione di Dio come donatore dei frutti della terra bensì di Dio come donatore della Torah e della rivelazione ad Israele
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«IL DONO DELLA TORAH» Festa del matan Torah, dono della Torah, la Pentecoste è la chiave di lettura più importante per capire che cos’è la Torah. Es secondo questi capitoli, nei mesi di maggio-giugno, Dio, per mezzo di Mosè, dal Sinai diede la Torah. I rabbini in ricordo di questo evento, dal II sec. a.c. ricordano il dono della Legge (insieme alla Simchath Torah =gioia della legge che si celebra in ottobre alla fine della festa delle capanne) che trasformò gli schiavi fuggiti dall’Egitto in un vero popolo La festa divenne anche il memoriale dell’ Alleanza di Dio con Israele
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«IL DONO DELLA TORAH» <<Perché si chiedono i maestri, nella Scrittura Israele viene paragonata ad una colomba?>>. A questa domanda un saggio risponde: <<Quando Dio creò la colomba, questa tornò dal suo creatore e si lamentò: Oh Signore dell’universo, c’è un gatto che mi corre sempre indietro e vuole ammazzarmi e io devo correre tutto il giorno con le mie zampe così corte. Allora Dio ebbe pietà della povera colomba e le diede due ali. Ma poco dopo la colomba tornò dal suo creatore e pianse: Oh Signore il gatto continua a corrermi dietro e mi è difficile correre con le ali addosso. Esse sono pesanti e non ce la faccio più con le mie zampe così piccole e deboli. Ma Dio le sorrise dicendo: “Non ti ho dato le ali perché tu le portassi addosso, ma perché le ali portino te”. Così è anche per Israele, conclude il commentatore; quando si lamenta della Torah e dei suoi comandamenti, Dio risponde: “non vi ho dato la Torah perchè sia per voi un peso e perché la portiate, ma perché la Torah porti voi”>>.
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La Torah non priva l’uomo della sua autonomia ma gliela garantisce ed è la sola che la istituisce. Per la tradizione ebraica, la festa di Shavu’ot è celebrazione dell’evento o memoriale verificatosi sul monte Sinai al terzo mese dall’uscita dall’ Egitto (cfr. Es 19, 1-9): da una parte Dio che si rivela ad israele chiedendogli di accogliere liberamente la sua parola e i comandamenti, dall’altra Israele che risponde, nell’assemblea di Sichem, accettando gli ordini ricevuti: <<Quanto il Signore ha detto noi lo faremo>> (Es 24,7)
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Il dono della Torah che Dio consegna sul Sinai ad Israele non è un momento successivo alla liberazione dall’Egitto (Dio prima lo fa uscire e poi gli offre la Torah) ma ne è la ragione interna e la stessa intenzione motivante; Dio lo fa uscire dall’Egitto per fargli dono della Torah. L’Esodo dall’Egitto non è fine in sé ma è voluto per il Sinai. In esso Israele passa dalla dipendenza sotto il Faraone all’obbedienza di fronte a Dio; dal vivere per sé, che è schiavitù, al vivere secondo Dio, che è libertà; in una parola: dalla servitù al servizio.
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SHAVU’OT NELLA LITURGIA
Lettura della parashah (brano della Torah): Es 19-20, al cui interno si trova il decalogo (Es. 20, 1-17); Lettura della haftarah (brano profetico): Ez. 1,3-12 la visione del carro: simbolo dello splendore con cui Dio si è rivelato donando ad Israele la Torah; Il rotolo di Rut: la moabita che, scegliendo il popolo d’Israele come suo popolo, è il modello di chi “rifugia sotto le ali del Signore” (cfr. Rut 2, 12) Il tiqqun: che significa <edificazione>, <riparazione>, <correzione> <miglioramento>. Poiché, per tradizione ebraica, il mondo è stato creato da Dio imperfetto e attende di essere completato, durante la notte di Pentecoste, nelle sinagohe o nelle case, gli ebrei leggono e studiano la Torah per portare a termine la creazione.
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PENTECOSTE EBRAICA E PENTECOSTE CRISTIANA
Nel N.T. il giorno di Shavu’ot coincide con la discesa dello Spirito del Risorto sugli apostoli Atti 2, 1-4: il racconto della discesa dello Spirito è legato al racconto della rivelazione di Dio sul monte Sinai sia a livello di linguaggio e di simboli (il <vento>, il <fuoco> e <le lingue>) che a livello di contenuto e teologia: lo spirito che Gesù dona in forza della sua morte e della sua resurrezione è la potenza dell’Amore con cui Dio ama e chiama ad amare. Nell’evento dello Spirito accade e si riproduce la potenza della voce rivelatasi sul monte Sinai come legge dell’Amore.
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PENTECOSTE EBRAICA E PENTECOSTE CRISTIANA
La Pentecoste cristiana non è il superamento della Pentecoste ebraica ma assunzione e radicalizzazione dei suoi significati
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Analogie (somiglianze) tra i due eventi
Sul Sinai (Es.19,16-19) Si hanno lampi, tuoni, nebbia, terremoto Nel Cenacolo (Att. 2,2ss) Abbiamo forte vento, lingue di fuoco, rumore
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ANALOGIE TRA PENTECOSTE EBRAICA E PENTECOSTE CRISTIANA
Avviene dopo la Pasqua “dono” della Torah 12 tribù ebraiche fuoco, vento, tuono nasce un popolo il popolo ebreo, scelto per l’Antica Alleanza PENTECOSTE CRISTIANA Avviene dopo la Pasqua “dono” dello Spirito Santo 12 apostoli ebrei fuoco, vento, tuono nasce un nuovo popolo il popolo cristiano, scelto per la Nuova Alleanza
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ANALOGIE TRA PENTECOSTE EBRAICA E CRISTIANA
Lv 23,21 In quel medesimo giorno dovrete indire una festa e avrete la santa convocazione Dt 16,11 Gioirai davanti a Jahvè tuo Dio…. nel luogo che il Signore tuo Dio avrà scelto per far stabilirvi il suo nome Gl 3,4ss “chiunque invochi il nome del Signore sarà salvo” PENTECOSTE CRISTIANA At 2,1 “Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo” At 2,4 “Ed essi furono ripieni di Spirito Santo “ gioia messianica per tutti i popoli (lo S. Santo invade l’anima degli apostoli) At 2,2 si riempì tutta la casa (lo Spirito Santo non più sotto i veli del nome) At 2,5 “Si trovavano in Gerusalemme giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo” (salvezza universale)
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