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INNOVAZIONI TECNOLOGICHE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
Calzavara Alessandro Spurio Giuseppe Sacchetto Riccardo Seconda A
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ARTIGLIERIA L' innovazione maggiore fu l' uso dei cannoni ferroviari a lungo raggio come il Parisgeshṻtz progettato e costruito dalla famiglia Krupp per il Kaiser Wilhelm. Importante fu anche l' introduzione dei carri armati, usati per la prima volta durante la battaglia delle Somme il 15 settembre 1916 dai britannici. Contrariamente alle aspettative, la metà dei mezzi cingolati fu distrutta dopo pochi metri dalle basi di partena e quelli che arrivarono alle trincee tedesche non ottennero risultati decisivi.
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Durante questo periodo nacque lo antenato dei mortai da fanteria del XX secolo, al cui sviluppo si dedicò nel 1915 Sir Wilfred Stokes. Dopo i suoi vari progetti e conseguenti errori, la più importante innovazione fu l'utilizzare un proiettile cilindrico con punta ogivale, in fondo al quale aveva inserito una cartuccia da fucile col fondello rivolto in basso, mentre all'interno della canna, sul fondo, era presente un percussore fisso: inserendo il proiettile con l'ogiva in alto dalla bocca della canna, questo cadeva lungo l'anima della stessa per gravità e percorsa la sua lunghezza, la capsula d'innesco presente nella cartuccia colpiva il percussore fissato sul fondo della canna, innescando la carica di lancio presente nel bossolo che era sufficiente a far partire la bomba.
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ARMI AUTOMATICHE Questo tipo di armi fu presentato per la prima volta nel 1900 da Rigotti, questi strumenti sfruttano parte dell'energia prodotta dall'esplosione della carica di lancio per effettuare automaticamente l'espulsione del bossolo e l'incameramento di una nuova cartuccia. Questa energia può essere ricavata dal movimento che il bossolo stesso imprime all'otturatore in fase di esplosione della polvere e conseguente aumento della pressione nella canna ed in questo caso si parlerà di "automatismo" a chiusura labile. Le armi completamente automatiche alla pressione del grilletto sparano una raffica continua utilizzando uno di questi automatismi per l'espulsione del bossolo vuoto, l'inserimento di un nuovo proiettile e il movimento del percussore per ripetere indefinitamente ed automaticamente l'operazione di fuoco sparando a raffica, finché il caricatore non esaurisce le munizioni o finché non si toglie pressione al grilletto, che tramite il "disconettore" interrompe il ciclo di sparo.
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IL RINCULO NELLE ARMI AUTOMATICHE
Esso è diretta conseguenza del terzo principio della dinamica secondo il quale ad ogni azione ne corrisponde una uguale e contraria. Nel caso specifico dell'arma la pressione dei gas spinge il proiettile verso la volata. Il risultato dell'azione di spingere una massa è una spinta eguale e contraria sulla culatta dell'arma, che si scarica quindi sull'affusto e su un contrasto appositamente disposto. Da notare il fatto che per la legge di conservazione della quantità di moto l'energia del proiettile alla bocca è molto maggiore dell'energia totale del rinculo. Infatti l'energia cinetica è in rapporto diretto alla massa e al quadrato della velocità. Quindi mentre il proiettile possiede una massa relativamente modesta e acquista una velocità e un'energia considerevoli, l'arma, che ha una massa nell'ordine delle decine o centinaia di volte superiore ad esso, acquista una velocità ridotta, e un'energia che è tanto minore di quella del proiettile quanto maggiore è la sua massa.
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LANCIAFIAMME La prima guerra mondiale fu il primo conflitto in cui venne impiegato il lanciafiamme, a Malancourt, un villaggio a nord di Verdun nel febbraio Durante un attacco con obiettivi limitati l'esercito tedesco impiegò per la prima volta un corpo speciale di genieri il Flammenwerfer Abteilung dotati di due tipi di lanciafiamme, sviluppati dall'ingegnere tedesco Richard Fiedler, uno, denominato "Grof" in grado di colpire un obiettivo fino a 40 m di distanza con un getto della durata di un minuto, che però richiedeva una squadra per la sua movimentazione e un altro, di maggior successo anche se con una gittata di soli 20 m, denominato "Kleif" che veniva utilizzato da due uomini, uno trasportava a zaino la bombola contenente il liquido infiammabile ed il gas pressurizzato che fungeva da propellente, mentre l'altro azionava la lancia collegata con un tubo alla bombola. L'attacco fu un successo, causato soprattutto dall'effetto psicologico delle fiamme che si insinuavano nelle trincee e nei ridotti generando il panico nei difensori. L'esercito italiano iniziò ad utilizzare i lanciafiamme dal 4 settembre 1917, nell'attacco al Monte San Gabriele, all'inizio modelli francesi importati, per poi affidarsi a modelli costruiti in Italia.
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