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Jerome Seymour BRUNER.

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Presentazione sul tema: "Jerome Seymour BRUNER."— Transcript della presentazione:

1 Jerome Seymour BRUNER

2 ASPETTI GENERALI Riflessione su ritardo scientifico USA su URSS (Sputnik) primi anni ‘50 Post-attivismo per rispondere esigenze società tecnologica e avanzata Contro comportamentismo (soggetto passivo), inizialmente con Gestalt (strutture attive) Importanza delle componenti psicologiche e culturali

3 ASPETTI COGNITIVI STILI COGNITIVI
Sull’attività umana incidono vari fattori (desideri, aspettative ecc,), non associazione meccanica di stimoli (comportamentismo) Attività cognitiva è un processo attivo e selettivo, interno alla mente: il pensiero categorizza, organizza in base alla cultura di appartenenza (linguaggio, religione, scienza, storia ecc.) Lo stile cognitivo è la strategia del soggetto nel rapporto con la realtà, che utilizza gli strumenti della cultura e costruisce un percorso soggettivo

4 Le fasi dello sviluppo Non stadi, ma sistemi di rappresentazione della realtà: Esecutiva (senso motorio): rappresentazione del mondo con l’azione Iconica: rappresentazione con l’immagine, che si libera progressivamente dei condizionamenti percettivi Simbolico: linguaggio e altri elementi concettuali Queste 3 forme non sono stadiali, coesistono e interagiscono e sono fortemente influenzati dalla cultura

5 Anche se non si può prescindere dalla maturazione, l’apprendimento accelera lo sviluppo:
es. il bambino nella fase iconica, la rigidità percettiva gli impedisce di risolvere il problema della conservazione, si ricorre a spiegazioni e suggerimenti (simbolico): il conflitto rappresentativo accelera lo sviluppo quindi, più stili cognitivi, più linguaggi (anche non strettamente legati all’età), più possibilità di apprendimento Lo sviluppo non condizione per l’apprendimento, ma sua funzione

6 PENSIERO E LINGUAGGIO Aspetto linguistico-culturale prevalente su biologico-naturale: il linguaggio determina lo sviluppo del pensiero (Vygotskij) e non viceversa (Piaget) Superamento dell’egocentrismo infantile di Piaget: l’attitudine comunicativa è originaria, il significato delle cose è frutto di negoziazione tra bambino e adulto, tra individuo e sistema della cultura

7 Il linguaggio diventa decisivo nella formazione della mente, quale strumento di rappresentazione della realtà: “il modo con cui uno parla, diventa il modo con cui rappresenta ciò di cui parla” Queste forme di rappresentazione si definiscono all’interno delle relazioni sociali e culturali Il linguaggio sociale (cultura) diventa interiore e plasma la mente: aspetti socioculturali determinanti per il pensiero Si spiegano così i diversi comportamenti nelle diverse culture

8 STRUMENTALISMO CONCETTUALE
La nostra conoscenza del mondo si basa su: un modello pre-formato, innato (causa-effetto, spazio tempo) alla base delle tecniche di rappresentazione esecutiva, iconica, simbolica Questi modelli si sviluppano in funzione degli usi che se ne fanno, prima in una cultura, poi dai singoli Valori, linguaggio si sviluppano in relazione alle esigenze della cultura nella storia Questo patrimonio permette all’individuo di affrontare la realtà, nei limiti ampi o ristretti consentiti dalla cultura di appartenenza

9 NUOVO MODELLO DI APPRENDIMENTO

10 Apprendimento e ritmo evolutivo: oltre Piaget
“Ci muoviamo, pensiamo in una maniera che dipende da tecniche piuttosto che da collegamenti del nostro sistema nervoso” Anche se il ritmo evolutivo va dall’esecutivo, all’iconico, al simbolico, la realtà sociale tecnologicamente evoluta richiede un’accelerazione di questi passaggi verso il simbolico Lo sviluppo mentale dipende in modo considerevole delle spinte dall’esterno verso l’interno Quindi i sistemi culturali possono accelerare o arrestare il ritmo dello sviluppo

11 La concezione stadiale di Piaget tende a seguire passivamente una successione “naturale” dello sviluppo mentale, comportando implicitamente un rallentamento Bisogna raccordare la struttura logica del soggetto (psicologia) con la struttura logica dell’oggetto (le discipline), tenendo presenti i diversi sistemi di rappresentazione

12 La maggior parte delle materie possono essere presentate in modo da accentuare l’azione, le immagini, la codificazione simbolica “tutto si può insegnare a tutti in qualsiasi età”, se il contenuto è ben tradotto Ponendo problemi non oziosi e difficili, ci si avvia verso la padronanza delle materie e ci si introduce, precocemente nel mondo dell’intelligenza e del sapere

13 Il ruolo dell’esperienza: verso un superamento dell’attivismo
Quando una società diventa più complessa nella tecnologia e nella divisione del lavoro, si verificano due mutamenti: la conoscenza e le abilità esorbitano largamente quelle conseguibili da tutti Inevitabile disgiunzione tra mondo del bambino e mondo adulto, che vive e produce fuori dalla possibile esperienza del bambino Anche il lavoro introdotto a scuola da Dewey per ovviare alla lontananza dei processi produttivi dall’esperienza diretta dei bambini, è discontinuo e artefatto rispetto alla vita reale del fanciullo

14 Si sviluppa quindi la tecnica del parlare delle cose fuori del loro contesto, anziché mostrarle nel contesto Questo può accadere in modo emblematico a scuola, col distacco dalla concretezza in situ, ma anche i genitori “parlano”, più che mostrare Proprio questo distacco dell’apprendimento dall’azione, amplia le possibilità di inserire il soggetto nel mondo del linguaggio e dei simboli Si deve quindi prendere atto che questa è una società dell’informazione sempre più formalizzata, quindi superare al più presto i momenti dell’azione e dell’immaginazione verso l’acquisizione dei sistemi simbolici

15 Oltre Dewey L’armonia tra individuo e società è sostanzialmente sconfessato dalle tragedie del novecento: alienazione e totalitarismi Alla continuità va sostituita il senso delle alternative, dell’esplorazione delle diversità, nuovi campi esperienziali L’insistere di Dewey (e non solo) sulla continuità con società e famiglia, è un sottovalutare l’introduzione di nuove prospettive All’esperienza spontanea e sociale va sostituita l’esperienza predisposta secondo criteri di crescita

16 LA DIDATTICA STRUTTURALISTA
Le conoscenze sociali oggi superano ampiamente le possibilità delle persone L’attenzione va quindi spostata dalle nozioni alle idee fondamentali, alle strutture di fondo delle discipline, alle logiche che sottostanno le singole materie, i modelli di pensiero Queste logiche consentono l’organizzazione conoscitiva del mondo, danno un patrimonio concettuale ad uso della mente per comprendere la realtà

17 L’accento è quindi posto sulle competenze (saper fare) e non sulle conoscenze (sapere)
Il possesso di una struttura permette nuove possibilità intuitive e creative: il transfer, l’applicazione di un sistema di conoscenza ad un altro eterogeneo Quindi bisogna permettere che la logica delle discipline (momento culturale) possa incontrare la logica del soggetto (momento psicologico) Il punto di partenza dell’apprendimento, l’esperienza, va rapidamente superato verso la crescita mentale, in modo adeguato

18 Il metodo di insegnamento va cercato all’interno delle discipline, senza trascurare il mondo psicologico, per andare “oltre” i termini attuali Verso una scuola dell’eccellenza: massima cura nell’individuare le modalità per ottimizzare le possibilità di apprendimento, non “perdere tempo” I linguaggi del sapere da usare a scuola sono quelli verbale (ambito letterario), matematico (scientifico), metaforico (artistico)

19 Il metodo Il soggetto deve essere attivo nel suo processo di apprendimento, quindi: Niente verbosità, lezioni frontali, nozionismi Usare la logica della scoperta: ci si impadronisce della logica della materia utilizzando, scoprendo questi modelli in situazioni problematiche; quindi laboratori, ricerche, problem solving Procedimento a spirale: presentare la disciplina più volte, prima concreta, poi immagini, infine formale Proprio grazie alle possibilità di generalizzazione, di transfer e di scoperta delle discipline, si attiva una curiosità e un interesse che motivano all’apprendimento e all’attività

20 Le strutture metaforiche
Ne “La mente a due dimensioni: saggi sulla mano sinistra” e altri scritti successivi, Bruner mette in rilievo l’importanza dei miti, della creatività e della criticità, elementi che danno valore e senso alla vitalità profonda dell’io, a parziale compensazione della mano destra (la logica e la scienza)


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