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Prof. Daniele Bruzzone (Università Cattolica)
QUELLO CHE LE PAROLE NON DICONO Rappresentazioni, stereotipi e condizionamenti nella costruzione dell’identità di genere Prof. Daniele Bruzzone (Università Cattolica)
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Riepilogando: Sesso e Genere
La differenza sessuale è fisiologica e anatomica. La differenza di genere è psicologica e sociale. La differenza sessuale si basa sul corredo ereditario ed è quindi innata. La differenza di genere si basa sull’interazione sociale ed è quindi appresa. Maschi e femmine si nasce Uomini e donne si diventa (cfr. Simone de Beauvoir, Il secondo sesso)
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(cfr. E. Badinter, XY. L’identità maschile, 1992)
Il paradosso Geneticamente, il sesso “forte” è femminile La differenziazione della coppia cromosomica XY è successiva alla dotazione di base XX Storicamente, il sesso “forte” è maschile La supremazia dell’uomo ha relegato per secoli le donne in uno stato di inferiorità e di subalternità (cfr. E. Badinter, XY. L’identità maschile, 1992)
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L’esistenza è sempre “sessuata”
L’identità di genere non coincide semplicemente con l’identità sessuale e non corrisponde in modo univoco ad un orientamento sessuale. Accanto al dato naturale di carattere biologico, l’identità si costruisce mediante un processo socio-culturale di carattere biografico . Storicamente, a uomini e donne sono stati attribuiti ruoli differenti e complementari, spesso gerarchicamente ordinati. Le società definiscono e trasmettono i ruoli tradizionali fin dall’infanzia, mediante l’educazione (prerogative e censure).
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Natura o cultura:? la diversità arbitraria
Margaret Mead, Sesso e temperamento (1933) Pierre Bourdieu, Il dominio maschile (1998)
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Nella misura in cui i ruoli sono concepiti come rigidi e impersonali, diventano inautentici.
Le definizioni convenzionali delle appartenenze di genere permeano il linguaggio corrente e condizionano le relazioni alimentando talvolta pregiudizi e discriminazioni. Le trasformazioni nella coscienza di genere (es. emancipazione femminile) hanno rimesso in discussione le categorie con cui uomini e donne si pensano e si rapportano. Gli stereotipi di genere sono tuttavia presenti nel senso comune e popolano l’immaginario collettivo, amplificato dai media.
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Il “maschile” Il “femminile”
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Il corpo delle donne
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Il corpo degli uomini
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Le “competenze” degli uomini
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Le “competenze” delle donne
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Emancipazione e sensi di colpa
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I “contro-stereotipi”
“Yentl” (USA, 1983) “Mrs Doubtfire” (USA, 1993)
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“Il diavolo veste Prada” (USA, 2006)
Appropriazioni… “Il diavolo veste Prada” (USA, 2006)
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…e ri-appropriazioni
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L’IDENTITÀ È COMPOSITA “…quegli io di cui noi siamo composti e che sono sovrapposti gli uni agli altri come una pila di piatti in mano a un cameriere…” (V. Woolf, Orlando, 1928)
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L’altro è DENTRO di noi “Dato che l’Anima è un archetipo che si riscontra nell’uomo, è da presumere che nella donna sia presente un fattore equivalente; giacché come l’uomo è compensato dall’elemento femminile, così lo è la donna da quello maschile. La donna è compensata dall’elemento maschile, perciò il suo inconscio è accordato, per così dire, in chiave maschile… Come l’Anima corrisponde all’Eros materno, così l’Animus corrisponde al Logos paterno… E come l’Anima presta alla coscienza maschile relazione e connessione, così Animus presta alla coscienza femminile riflessività, ponderatezza e conoscenza di sé.” (C.G. Jung, La struttura della psiche, 1951)
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Gustavo Pietropolli Charmet
I codici affettivi Materno Paterno Franco Fornari Gustavo Pietropolli Charmet
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Francia, 2011 LAVORI IN CORSO Belgio, Francia, 1997
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1. Quali MESSAGGI EDUCATIVI ho ricevuto da bambino/a rispetto alla mia identità di genere? Quali vincoli, quali censure, quali condizionamenti?
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2. Mi è capitato, allora o in seguito, di sentirmi "imbrigliato" in uno STEREOTIPO DI GENERE? Quando, ad esempio, ho sentito che le aspettative degli altri mi andavano strette?
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3. Ho incontrato nella mia storia formativa ESEMPI DI PERSONE che interpretavano la propria appartenenza di genere in modo meno stereotipato, più autonomo e più creativo?
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4. Riconosco in me un LATO ”FEMMINILE” (se sono un uomo) o un LATO ”MASCHILE” (se sono una donna)? In che cosa consiste?
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5. In quali situazioni questa "alterità" in me tende a manifestarsi? Penso che sia una RISORSA o un OSTACOLO nel rapporto con gli altri del mio stesso sesso o di sesso diverso?
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LA NOSTALGIA DELL’ALTRO Il “dialogo” incomincia da se stessi
“Anticamente la nostra natura non era quella di oggi. I generi non erano tre o due, come ora, maschio e femmina, ma ce n’era uno che partecipava di entrambi… un androgino… la forma di questo essere era sferica, e aveva quattro mani e quattro gambe… Giove decise di tagliarlo a metà… da tempo perciò è connaturato agli esseri umani l’amore reciproco, per questo ognuno è sempre alla ricerca della propria metà, sia essa uomo o donna, indipendentemente dal proprio sesso, per ricostituire l’intero iniziale… Per questo diciamo che ognuno cerca la propria metà… La causa della nostra ricerca è che un tempo eravamo interi, e al desiderio e al perseguimento dell’intero noi diamo nome amore.” (Platone, Il Simposio)
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