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“Fare educazione” in ottica di genere: questioni e strumenti

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Presentazione sul tema: "“Fare educazione” in ottica di genere: questioni e strumenti"— Transcript della presentazione:

1 “Fare educazione” in ottica di genere: questioni e strumenti
Giulia Selmi Centro di Studi Interdisciplinari di Genere - Università di Trento

2 TRE LIVELLI LA RELAZIONE EDUCATIVA LA PROGETTAZIONE DELLE ATTIVITA’
LA VALUTAZIONE DEI RISULTATI ESPLORAZIONE DI BUONE PRASSI PROGETTAZIONE :)

3 La relazione educativa
È una relazione sessuata ovvero non siamo genericamente individui, ma uomini e donne che si relazionano con ragazze e ragazzi; L’identità di genere di entrambi è in gioco nella relazione. È UN ATTITUDINE, UNA MODALITA’ DI RIFLESSIONE CHE VA SPERIMENTATA NEL TEMPO E CHE HA A CHE FARE MOLTO ANCHE CON IL PIANO EMOTIVO/ESPERIENZIALE NON è UNA RELAZIONE SESSUATA SOLO QUELLA DELLE OPERATRICI O SOLO DELLE RAGAZZE, TUTTI SIAMO PORTATORI E PORTATRICI DI UN PERCORSO DI GENERE E PER QUESTO RIGUARDA TUTTI/E.

4 IL RISCHIO DELLA NEUTRALITA’
Rendere inconsapevolmente secondari i “bisogni di genere” sollevati da ragazze/i ; bloccare i tentativ di comunicazione sulle difficoltà della propria formazione di genere; trasmettere messaggi educativi che rispecchiano valori tradizionali prodotti dall’ordine di genere; non farsi carico delle trasformazioni e delle complessità delle identità singole e collettive del nostro tempo. Un esempio banale, ma per nulla scontato è la questione del linguaggio: imparare a rivolgersi a ragazze e ragazzi nominando il maschile e il femminile nella conversazione è una pratica di riconoscimento della relazione molto forte. Quante volte capita di chiamare “ragazzi” un gruppo anche a minoritaria presenza maschile o di nominare professioni sempre al maschile. Il linguaggio è uno spazio di esistenza e in quanto tale garantisce spazio di esistenza.

5 LA PROGETTAZIONE Progettare in ottica di gender mainstreaming ovvero l’inserimento trasversale della considerazione dei bisogni/esperienze di ragazze e ragazzi all’interno delle attività per promuovere una concreta equità e la valorizzazione delle differenze. Quindi due livelli - progetti ad hoc che tematizzano le questioni di genere, ma anche un’attenzione trasversale alla dimensione di genere in tutte le altre attività e nella relazione quotidiana con ragazze e ragazzi. Il rischio, se no, è quello di “relegare” la questione di genere in un piccolo spazio, ma di non

6 LA PROGETTAZIONE 1 fase Valutare il fabbisogno educativo in ottica di genere; Identificare gli ambiti, le problematiche o gli snodi relazionali significativi all’interno del gruppo; Promuovere la partecipazione diretta degli/lle interessati/e nella progettazione.

7 LA PROGETTAZIONE 2 fase Identificare l’ambito di intervento;
Identificare in maniera chiara gli obiettivi; Collegare ogni obiettivo ad una o più azioni; Prendere in considerazione i possibili “effetti perversi”; Prestare particolare attenzione alle metodologie educative: il come ha una valenza equivalente al cosa

8 LA METODOLOGIA 1) IL PIANO DEL SAPERE: per esempio in progetti che riguardano la sessualità fornire informazioni e strumenti concreti di conoscenza. 2) IL PIANO DEL SAPERE FARE: per esempio saper sviluppare competenze comunicative e relazionali 3) IL PIANO DELL’ ESSERE: indirizzato ad una maggiore conoscenza del sé, dei propri valori, dei condizionamenti culturali, dei propri vissuti e delle proprie aspettative.

9 LA METODOLOGIA Non aver paura di osare e di sperimentare modalità educative non tradizionali; “agganciare” le attività ai saperi, agli strumenti e ai linguaggi che sono più familiari per ragazze e ragazzi; Il video, la comunicazione on line, l’utilizzo del cellulare, eccetera.

10 LA VALUTAZIONE Utilizzare il concetto di gender budgeting in ambito educativo ovvero saper valutare l’impatto delle proprie attività in ottica di genere differenziando l’impatto, i benefici e gli aspetti negativi sull’asse maschile/femminile.

11 VALUTAZIONE ESTERNA Valutazione esterna ovvero rivolta a valutare l’attività dal punto di vista dei/le partecipanti. In che modo l’attività ha inciso sui/le partecipanti, se e quali differenze si possono registrare, se ha raggiunto o meno gli obiettivi prefissati, se e quali debolezze ha mostrato.

12 MODALITA’ DI VALUTAZIONE ESTERNA
Questionari di valutazione a conclusione dell’iniziativa; Riunioni/verifiche intermedie dello svolgimento dell’attività; Includere nell’attività stessa un momento di riflessione/valutazione sul lavoro svolto (es: un prodotto conclusivo); Nuove modalità di valutazione: il confessionale ;)

13 VALUTAZIONE INTERNA La valutazione interna è rivolta al team educativo, è una valutazione di processo e ha l’obiettivo di comprendere come si è vissuta l’esperienza realizzata, quali i punti di forza/debolezza, quali le differenze di genere emerse all’interno del team educativo. FORMA DI VALUTAZIONE FONDAMENTALE Valutazione di processo e non di prodotto Fondamentale per migliorare l’offerta educativa e farla diventare patrimonio del Centro e non evento estemporaneo

14 MODALITA’ DI VALUTAZIONE INTERNA
Riunioni di team ad hoc sul tema/progetto; Ricorso alla supervisione; Sperimentare modalità differenti: il cambio di identità - cambio di prospettiva.

15 BUONE PRASSI 1# LE PAROLE DEL GENERE
Target: 14 ragazze e 2 ragazzi dai 15 ai 17 anni, frequentanti scuola superiore; Obiettivo: creare uno spazio di riflessione sull’identità per contrastare comportamenti violenti e irrispettosi rispetto a genere e orientamento sessuale. Azione: un laboratorio finalizzato alla realizzazione di un video “pop” sulle differenze di genere che i/le ragazzi/e potessero utilizzare come strumento di peer-education

16 BUONE PRASSI 2# GIORNALISTI/E IN ERBA
Target: ragazze e ragazzi di tre scuole superiori di anni; Obiettivo: offrire ai/le ragazzi degli strumenti per comprendere/difendersi dal fenomeno della violenza di genere Azione: apertura di un giornale on line (blog) dove i/le ragazzi/e, guidate dalle/gli educatori/trici si sperimentassero con diverse forme di ricerca/inchiesta sul territorio locale, con forme di comunicazione tecnologica e con il confronto con il gruppo dei pari.

17 BUONE PRASSI 3# CORPO A CORPO
Target: ragazze italiane e straniere dai 16 ai 19 anni; Obiettivo: promuovere il dialogo interculturale e lo scambio tra ragazze provenienti da luoghi diversi; Azione: laboratorio sulle diverse modalità di rappresentazione del corpo femminile - realizzazione di campagne pubblicitarie rispettose dei corpi femminili e delle diverse modalità di “mostrarlo” Pubblicità di veli Modi diversi di rappresentare il corpo nella stampa araba e occidentale Universo di mediazione tra diversi mondi/vocabolari

18 CORPO FEMMINILE E CREATIVITA’
Target: ragazze adolescenti anni; Obiettivo: offrire alle ragazze modelli plurali di femminilità e di bellezza oltre lo stereotipo della velina; Azione: laboratori creativi con artiste visuali (video, performance, fumetto) per creare nuove immagini femminili che rispecchino i desideri e le esperienze delle ragazze.


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