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PubblicatoDaniele Martina Modificato 9 anni fa
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Prevenzione generica e specifica nella postura e nel movimento
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Igiene posturale e motoria nel nursing
Le rachialgie affliggono oltre il 50% dell’umanità adulta. I soggetti a rischio sono quelli le cui attività lavorative comportano sedentarietà o, al contrario, sforzi particolarmente intensi e/o prolungati, in relazione alla necessità di sollevare o spostare pesi di una certa entità. Il lavoro del Ft. rientra nel secondo caso
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Igiene postuale e motoria nel nursing
Ne deriva un’elevata frequenza di disturbi dolorosi nel rachide che compromette la salute e di conseguenza la capacità lavorativa. I meccanismi che più spesso portano a risvegliare i disturbi dolorosi della colonna vertebrale sono costituiti da aumenti eccessivi delle pressioni intradiscali e/o da tensioni della muscolatura paravertebrale particolarmente intense o brusche o prolungate.
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Considerazioni fisiopatologiche del “mal di schiena”
Le funzioni della colonna sono: Dare sostegno al tronco, alla gabbia toracica, al capo, agli arti superiori. Consentire movimenti ampi ed in diverse direzioni, da parte del tronco per la migliore utilizzazione degli arti superiori da parte del collo per l’orientamento del capo.
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Considerazioni fisiopatologiche del “mal di schiena”
Queste richieste di offrire un sostegno stabile, solido, sicuro e nel contempo realizzare una struttura ampiamente e variamente mobile, vengono soddisfatte da un complesso funzionale poliarticolato, irrobustito da muscoli e legamenti ed alla presenza di curvature che normalmente si presentano all’osservazione laterale. Queste curve sono concave posteriormente (lordosi) nei tratti cervicale e lombare, mentre a livello dorsale (cifosi) la concavità è verso l’avanti.
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Considerazioni fisiopatologiche del “mal di schiena”
L’entità delle curve, la loro maggiore o minore evidenza sono in rapporto con fattori diversi: Lunghezza della colonna vertebrale L’entità del carico che grava sui diversi segmenti Lo stato di tensione dei muscoli e del complesso dei legamenti.
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Le cause di iperlordosi cervicale
Possono coesistere e potenziarsi vicendevolmente: contrazione, o comunque tensione a livello della muscolatura del collo e delle spalle, spesso legata alla situazione dolorosa acuta o cronica in atto; Iperlordosi lombare che condiziona un’accentuazione delle curve della colonna soprastante, per cui aumentano la cifosi dorsale e la lordosi cervicale; Adattamento dei meccanismi neurologici che controllano il mantenimento delle posizioni corporee per cui l’iperlordosi viene “sentita come normale”.
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Le cause di iperlordosi lombare
Possono coesistere potenziandosi reciprocamente e sono: Alterato equilibrio del bacino che può essere ruotato in avanti e in basso a causa della retrazione dei flessori dell’anca: in questo caso l’iperlordosi è legata alla necessità di recuperare la verticalità del tronco malgrado l’inclinazione in avanti della sua base (piano sacrale) Contrazione o comunque tensione, a livello della muscolatura lombare, legata alla situazione dolorosa, acuta o cronica ed alla progressiva retrazione delle masse muscolari che si adeguano ad una lunghezza ridotta. Adattamento dei meccanismi neurologici che controllano il mantenimento delle posizioni corporee; Debolezza muscolare dei mm. addominali e mm. posteriori dell’anca che raddrizzano il bacino.
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Conseguenze Le conseguenze negative dell’alterato allineamento dei segmenti vertebrali sia a livello cervicale che lombare si riflettono sul tessuto osseo delle vertebre a causa della modificata distribuzione dei carichi e si ripercuotono anche sulle articolazioni vertebrali che vanno così più rapidamente incontro a fenomeni degenerativi.
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Conseguenze La muscolatura addominale e glutea viene messa a relativo riposo per quanto concerne il controllo dell’allineamento lombare; mentre la muscolatura propriamente spinale il m. psoas per il livello lombare e i mm. trapezio sup., sternocleidomastoideo e grande pettorale per il livello cervico-dorsale, si trovano in condizione accorciata che ne favorisce l’irrigidimento e la perdita di elasticità.
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Conseguenze dischi Iperlordosi legamenti dolore articolazioni
Contrattura muscolare
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Prevenzione Generica: attività fisiche e fisicosportive inserite nelle abitudini di vita (piscina, attività i bicicletta, partita a tennis) settimanale o bisettimanale Specifica: esecuzione di esercizi adeguati alle capacità ed alle possibilità del singolo con la sufficiente conoscenza di anatomia e fisiologia del rachide oltre che dei meccanismi che portano all’instaurarsi della sintomatologia e dei criteri di ergonomia.
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Prevenzione in funzione allo scopo cui mirano gli esercizi
Gli esercizi possono essere raggruppati sotto i termini: di rilasciamento: modalità di autocontrollo e di comportamento con l’associazione della respirazione; di rinforzo: diretti a migliorare, per i problemi del rachide, la funzionalità dei mm. estensori del ginocchio e dei mm. addominali.
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Prevenzione in funzione allo scopo cui mirano gli esercizi
di allungamento: mirati a stirare progressivamente quei mm. la cui retrazione influisce sull’equilibrio statico e dinamico della colonna vertebrale (mm. posteriori della colonna lombare e cervicale, ileopsoas, ischiocrurali, sternocleidomastoideo, trapezio superiore, grande pettorale). Gli esercizi mirano a contrastare l’iperlordosi lombare e l’atteggiamento con spalle elevate e protratte facilitando la risoluzione di croniche contratture che favoriscono l’insorgere di episodi dolorosi. Gli esercizi devono essere eseguiti regolarmente, in modo progressivo, senza brusche sollecitazioni a carico delle formazioni stirate: la posizione di allungamento deve essere mantenuta per secondi ripetendo la prova per 3 o 4 volte al giorno. Il mantenersi in forma comporta, oltre al regolare esercizio, anche il controllo del peso corporeo perché non superi i valori normali.
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Ergonomia applicata al nursing
Spostamento di pazienti: luoghi e tempi - Evitare di flettere il tronco e di compiere movimenti concomitanti di flessione o estensione con quelli di torsione della colonna. - Alcuni suggerimenti, se osservati, possono realmente limitare le probabilità di soffrire di disturbi acuti o cronici alla schiena.
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Suggerimenti 1) Nel chinarsi a raccogliere un oggetto è meglio flettere gli arti inferiori e non la schiena. 2) Evitare o limitare sia l’ampiezza che la velocità dei movimenti di torsione del busto specie se questo è già flesso in avanti o di lato. 3) Non sollevare pesi con i muscoli della schiena, ma utilizzare i mm. degli arti inferiori 4) Sfruttare il proprio peso, oltre che i propri muscoli, allo scopo di favorire lo spostamento di persone o oggetti
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Suggerimenti 5) Non ricorrere mai a movimenti bruschi e violenti, di strappo, allo scopo di vincere resistenze elevate. 6) Non portare pesi eccessivi, specialmente lontano dal tronco, in avanti o di lato: eventualmente è meglio sistemare il carico sulle spalle. 7) Non portare pesi eccessivi in modo asimmetrico, ma cercare di distribuirli sui due lati. 8) Chiedere l’aiuto altrui.
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