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PubblicatoCinzia Aiello Modificato 9 anni fa
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Corso di Laurea in INFERMIERISTICA C.I Scienze Medico Chirurgiche
Insegnamento: FARMACOLOGIA-BIO/14, (n.1 CFU) I anno, II semestre Docente: Letteria Minutoli (1 e 2 canale) A.A. 2009/10 Programma Farmacocinetica Principi di diffusione dei farmaci attraverso le cellule Assorbimento, biodisponibilità e vie di somministrazione dei farmaci Distribuzione dei farmaci nell’organismo Metabolismo dei farmaci, il sistema del citocromo P450 Eliminazione dei farmaci. Circolo enteroepatico Farmacodinamica Teoria recettoriale e bersagli d’azione dei farmaci Agonisti e tipo di antagonismo Meccanismi di trasduzione del segnale Farmaci antinfiammatori Farmaci chemioterapici Antibatterici: betalattamine, macrolidi, chinoloni, tetracicline, sulfamidici Farmaci del sistema endocrino Antidiabetici TESTO CONSIGLIATO Rang, Dale, Ritter. Farmacologia. Casa editrice Ambrosiana
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FARMACODINAMICA La farmacodinamica studia gli effetti biochimici e il meccanismo d’azione dei farmaci.
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FARMACO: qualunque sostanza di sintesi o naturale capace di indurre cambiamenti in un sistema fisiologico
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FARMACODINAMICA Gli effetti terapeutici e tossici dei farmaci traggono origine dalle loro interazioni con molecole presenti nell’organismo. Per lo più i farmaci agiscono combinandosi con macromolecole specifiche in modo tale da alterarne le proprietà biochimiche e biofisiche. Si definisce RECETTORE il componente di una cellula che interagisce con un farmaco dando inizio alla catena di eventi biochimici che portano agli effetti farmacologici osservati.
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Le molecole segnale possono essere:
Idrosolubili: tutti i neurotrasmettitori, la maggior parte degli ormoni e dei mediatori chimici locali. Sono idrofilici per cui non possono attraversare la membrana plasmatica e interagiscono quindi con le cellule rimanendo all’esterno. Liposolubili: gli ormoni steroidei e tiroidei. Sono idrofobici ed attraversano il doppio strato lipidico.
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AGONISTI ED ANTAGONISTI
AGONISTI: Farmaci che si legano ai recettori e danno inizio a risposte biologiche. Agonisti completi Agonisti parziali: attiva il recettore e produce una risposta massimale inferiore rispetto ad un agonista completo. ANTAGONISTI: Farmaci che si legano ai recettori senza iniziare tali risposte. Antagonismo competitivo reversibile: la dissociazione dell’antagonista dal recettore e’ alta. Antagonismo competitivo irreversibile: antagonista si dissocia dal recettore molto lentamente o affatto. Antagonismo non compepitivo: previene il legame dell’agonista al recettore o l’attivazione (verapamil previene l’influsso di ioni calcio e blocca contrazione del muscolo liscio indotta da altri farmaci). Affinità (capacità di legare il recettore). Attività (capacità di indurre una risposta biologica)
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Antagonisti non competitivi
Gli antagonisti non competitivi competono con l’agonista per lo stesso recettore ma non per lo stesso sito. Antagonisti competitivi L’antagonismo competitivo avviene quando l’agonista e l’antagonista competono per lo stesso sito di legame sul recettore.
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Antagonismo farmacocinetico: antagonista riduce la concentrazione del farmaco attivo (fenobarbitale aumenta il metabolismo epatico del warfarin). Antagonismo fisiologico: due farmaci che producono effetti opposti (omeprazolo ed istamina sulla secrezione gastrica). Antagonismo chimico: un farmaco si combina in soluzione con un farmaco attivo annullandone l’effetto (inattivazione di metalli pesanti, tossicita’ ridotta da agenti chelanti; dimercaprolo).
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Principali tipi recettoriali
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Elenco dei principali recettori-canale e delle loro subunità
recettore trasmettitore Subunità clonate Nicotinico Acetilcolina α1-9, β1-4, γ, δ, ε AMPA Glutammato GluR1-7 Kainato KA1-2 NMDA NR1 , NR2A-D 5-HT3 Serotonina GABA-A GABA α, β, γ, δ 15
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Recettore nicotinico dell’Ach
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Recettore GABAA
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Struttura molecolare del complesso glicoproteico del recettore GABAA che si assembla a formare un canale permeabile allo ione cloro
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Recettore per la glicina
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Recettori ionotropici del glutammato
NMDA AMPA KAINATO
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Recettori metabotropi
Il recettore metabotropo non è un canale. E’ una proteina con 7 a-eliche transmembranali, attiva una proteina G che a sua volta attiva altri effettori (canali e/o secondi messaggeri) Sono recettori metabotropi: mAChR, GABAB, - e - adrenergici, glutammato, neuropeptidi, dopamina (D1-D5), … Azione lenta (100 ms-100 s) La proteina G, attivata dal recettore, attiva (o chiude) direttamente i canali ionici. La proteina G, attivata dal recettore, attiva (o inibisce) enzimi che producono secondi messaggeri che, a loro volta attivano o chiudono canali ionici. Sinapsi_4
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Un recettore tipo a 7 domini transmembrana associato alle proteine G:
non ha proprietà enzimatiche, si modifica in risposta al ligando, attivando le proteine G eterotrimeriche.
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Le proteine G eterotrimeriche: 3 subunità , e
Le proteine G eterotrimeriche: 3 subunità , e . La subunità è dotata di attività GTPasica. Quando sono legate al GDP sono inattive. Il legame della molecola segnale con il recettore attiva la proteina G, la subunità a si lega al GTP ed attiva enzimi a valle
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Una delle vie attivate è l’attivazione dell’adenilato ciclasi e la produzione di AMP ciclico. L’idrolisi del GTP a GDP ripristina lo stato inattivo della proteina G e spegne il segnale L’ AMP ciclico
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L’attivazione dell’adenilato ciclasi e la produzione di AMP ciclico porta all’attivazione della PROTEINA CHINASI A. L’attivazione della fosfolipasi e la produzione di diacil glicerolo, inositol-tri-fosfato e rilascio di ioni Ca2+ porta all’attivazione della PROTEINA CHINASI C AMP ciclico, ioni Ca2+ sono definiti messaggeri secondari
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L’AMP ciclico attiva la proteina chinasi A
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Le proteine G e gli ioni Ca2+ come secondi messaggeri.
La fosfolipasi C taglia il IP3 a DAG ed inositolo trifosfato, che a sua volta rilascia ioni Ca2+ dai depositi intracellulari: attivazione della proteina chinasi C.
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Meccanismi di trasduzione del segnale
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Recettori ad attività enzimatica intrinseca
Sono proteine di membrana che posseggono un dominio catalitico, in particolare sono delle tirosin- chinasi, cioè in grado di fosforilare l’aminoacido tirosina. Sono recettori per fattori di crescita, mitogeni ed ormoni quali: PDGF (platelet-derived growth factor) fattore di crescita Insulina: rimozione del glucosio dal sangue
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I recettori tirosin chinasi
Caratteristiche strutturali di alcuni fattori di crescita
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Recettore del fattore di crescita epidermico (EGF)
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Vie di trasduzione associate a recettori per i fattori di crescita
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(fattore di crescita piastrinica)
Il recettore del PDGF (fattore di crescita piastrinica) in risposta al ligando: Due recettori si associano (dimerizzazione) ed avviene la transfosforilazione, cioè ogni recettore fosforila le tirosine presenti sul recettore associato
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Il recettore del PDGF: Il recettore fosforila se stesso e altre proteine citoplasmatiche , che sono suoi substrati. Le tirosine fosforilate servono da punti di attacco per domini particolari, chiamati SH2 (da Src homology 2).
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La via delle chinasi MAP e l’attivazione dei fattori trascrizionali.
Le MAP chinasi sono una famiglia di enzimi che si fosforilano e si attivano in cascata in risposta a proteine G/PKC o alla via di Ras, tipica dei recettori ad attività enzimatica intrinseca. L’ultimo elemento della catena, dopo fosforilazione, entra nel nucleo, e fosforila fattori trascrizionali, attivandoli, cioè rendendoli capaci di legare il DNA e di montare l’apparato di trascrizione.
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Recettori intracellulari
I recettori intracellulari rappresentano il bersaglio molecolare degli effetti degli ormoni steroidei e tiroidei, dei retinoidi e delle vitamine D ed A. Questi recettori sono proteine citoplasmatiche o nucleari che in seguito all’interazione con i rispettivi ligandi sono in grado di controllare l’espressione genica. I recettori intracellulari degli ormoni steroidei: legano l’ormone nel citoplasma, subiscono una transizione allosterica e si spostano nel nucleo dove mediano la trascrizione genica.
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I recettori intracellulari degli ormoni steroidei attivano risposte primarie e risposte secondarie: ad una prima ondata di trascrizione segue una risposta più tardiva, indotta dai prodotti della prima risposta.
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Meccanismo di attivazione dei recettori intracellulari
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TOLLERANZA Stato di diminuita reattività ad un dato effetto farmacologico che risulta da una previa esposizione dell’organismo al farmaco. Caratteri: Si manifesta solo per alcuni farmaci Nell’ambito di uno stesso farmaco non tutti gli effetti vanno necessariamente incontro a tolleranza Può essere crociata Può insorgere gradualmente (tolleranza cronica) o rapidamente (tachifilassi)
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DESENSIBILIZZAZIONE O TACHIFILASSI TOLLERANZA RESISTENZA AI FARMACI
Alterazioni a carico dei recettori: la fosforilazione del recettore (beta-adrenergico dopo isoprotenerolo) lo rende incapace ad attivare l’adenilato ciclasi Perdita di recettori: esposizione prolungata ad agonisti (agonista dell’ormone rilasciante la gonadotropina). Esaurimento dei mediatori: deplezione di un prodotto intermedio (amfetamina provoca tachifilassi; deplezione della noradrenalina dai depositi presinaptici). Aumento della degradazione metabolica: tolleranza per riduzione della concentrazione plasmatica, per aumentata degradazione del farmaco (barbiturici ed etanolo). Adattamento fisiologico: riduzione effetto (diuretici tiazidici) determinata da risposta omeostatica per controbilanciare o cambiare gli effetti del farmaco.
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RESISTENZA Il termine si applica quasi esclusivamente al settore della Chemioterapia e si riferisce al mancato effetto della terapia contro un agente infettante, infestante o tumorale. Una resistenza innata denota insensibilità dell’agente patogeno al farmaco, cioè mancanza o scarsa rilevanza dei meccanismi di azione del farmaco per la biochimica del patogeno. La resistenza acquisita si ha quando il patogeno in origine sensibile alla terapia effettua una mutazione genetica e ha la possibilità di dare origine a ulteriori ceppi resistenti.
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