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L’analisi di regressione lineare ed i passaggi logici
Si ipotizza e verifica tramite ispezione grafica una relazione funzionale lineare tra una variabile dipendente ed una o più variabili esplicative (indipendenti) Si stimano i parametri di tale relazione funzionale sulla base dei dati disponibili L’analisi viene statisticamente verificata ricorrendo a diversi strumenti quali: i test statistici di significatività; costruendo intervalli di confidenza; ricorrendo al p-value (probabilità di commettere un errore di I specie). Nel contempo si verifica che le ipotesi di base per l’utilizzo degli stimatori OLS siano rispettate. Infine si considera se il modello è anche economicamente significativo
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La scelta del legame funzionale
Il concetto di regressione è indipendente dalla linearità del modello utilizzato Viene utilizzato il modello lineare perché è più facile da interpretare Quando i dati disponibili, dovessero seguire un andamento diverso rispetto a quello lineare – laddove possibile – si interviene sulle variabili per “linearizzarle” (anamorfosi lineare) Nella regressione semplice il primo strumento per fare un’analisi preventiva della linearità è il diagramma a dispersione
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La regressione e la natura dei dati
I dati che possono essere utilizzati nella regressione possono essere quantitativi e qualitativi; I dati qualitativi, se riguardanti variabili indipendenti, possono essere utilizzati attraverso l’uso delle dummy (ad.esempio maschio =1 e femmina = 0; si veda come esempio la matrice dei dati in Verbeek bwages) Se invece l’utilizzo delle variabili dummy riguarda le variabili dipendenti, noi ci troviamo innanzi ai modelli: A) LPM (Linear Probability Model); B) LOGIT model; C) PROBIT model;
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….e i dati di conteggio Occorre anche fare attenzione che la variabile dipendente non utilizzi dati di conteggio (ad esempio il numero di brevetti). Ed infatti in questo caso, nonostante le risposte siano discrete ed ordinate è possibile evidenziare due differenze importanti rispetto al caso di risposte discrete ed ordinate: - il valore osservato può avere un significato cardinale e non semplicemente ordinale; - Non esiste un limite superiore naturale per il risultato La classe dei modelli in questo caso sono i modelli di Poisson e la binomiale negativa
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La regressione lineare semplice
Su n unità statistiche sono stati osservati i valori relativi a due distinte variabili: Y variabile dipendente o variabile risposta X variabile indipendente o variabile esplicativa Sulla base dei dati osservati, effettuata una rappresentazione grafica delle osservazioni, può essere formulata la seguente relazione lineare
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I parametri della retta di regressione
Dove: - α e β sono i parametri del modello di regressione - α è chiamata intercetta; β coefficiente di regressione Occorre inoltre ricordare che mentre il termine di errore è una variabile casuale, la xi è “solitamente” considerata una variabile matematica.
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Il modello matematico e il modello statistico
Il termine ui, indica il passaggio da una relazione certa ad una incerta. Nel modello matematico la 1] viene riscritta senza il termine di errore; ad ogni valore di xi corrisponde un valore esatto di yi Nel modello statistico la relazione non è certa perché esiste il termine di errore. Per poter sviluppare una teoria econometrica è però importante fare delle ipotesi sugli errori.
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…..cosa troviamo nell’errore
- Nell’errore troviamo tutte le variabili non esplicitate nel modello - Nell’errore troviamo anche gli errori di misurazione; Analizzare il comportamento dell’errore (le ipotesi) è importante per comprendere lo stesso significato della regressione
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Ma cosa rappresenta una regressione?
Regredire una variabile sull’altra, significa spiegare il comportamento di una variabile mediante il comportamento di un’altra La retta di regressione esprime una tendenza; questo vuol dire che mediamente al variare della xi la yi assumerà certi valori (ricorda che c’è sempre un termine di errore!) Possiamo fare una considerazione di ordine generale: -la regressione rappresenta lo stesso concetto studiato con la media aritmetica; -l’errore standard (media dei quadrati degli errori) della retta di regressione equivale allo scarto quadratico medio. Il modello di regressione quindi esprime una misura di tendenza, alla quale viene associata una misura della variabilità (errore standard della regressione)
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…quale ipotesi sugli errori
1] La media degli errori deve essere uguale a zero: E(u) = 0 2] La varianza degli errori deve essere costante (omoschedasticità): E(u2) = σ2u 3] Gli errori devono essere tra loro incorrelati: Cov(ui,uj) = 0 Dalla 1 e 2 segue – importante per fare inferenza statistica su parametri della retta di regressione: 4] Gli errori devono distribuirsi normalmente.
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…ancora sulle ipotesi di regressione
Tra la 1 e la 2 è possibile inserire un’ ulteriore ipotesi che in molti casi viene implicitamente contenuta nella 1 e 2, ovvero: 2a) Gli errori sono indipendenti da Xi. Le condizioni appena elencate possono essere così riassunte: I termini di errore ui sono estrazioni indipendenti da una distribuzione normale (n.i.d) di media nulla e varianza costante
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Sul metodo di stima Il metodo di stima utilizzato per la specificazione dei parametri nel modello di regressione lineare è il metodo dei minimi quadrati; Esso impone che la distanza tra i valori osservati ed i valori teorici al quadrato sia un minimo considerando che l’errore o residuo è 5]:
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….dalla popolazione alla retta di regressione campionaria e viceversa
Il termine errore utilizzato nella vera retta di regressione della popolazione, diventa il residuo nella retta di regressione campionaria I coefficienti a e b, rappresentati nella 5] sono degli stimatori di α e β Cosa permette di utilizzare a e b come stimatori di α e β ? Il rispetto delle ipotesi 1] e 3], ci permette di affermare che lo stimatore OLS b, è il migliore stimatore corretto e lineare di β. Si dice così che b è lo stimatore BLUE (Best Linear Unbiased Estimator)
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…ancora sulla stima dei parametri
Applicando il metodo dei minimi quadrati, a e b, sono scelti in modo da minimizzare la somma dei quadrati dei residui campionari 6]:
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….e sul procedimento matematico
Le condizioni necessarie per un punto stazionario sono date da 7]: applicando queste condizioni, si ottiene il seguente sistema di equazioni nelle incognite a e b, da cui si ricava: 8]:
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….ancora sul procedimento matematico
Da cui si ottengono le seguenti 8] e 9] stime dei parametri considerando xi e yi come scarti dalla media:
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Ancora qualche riflessione
Ricorda che: - I dati campionari sono solo una delle possibili determinazioni, ovvero quella che è stata “estratta” - Che yi e ui, sono variabili casuali - Al variare del campione e, quindi, dei dati disponibili, si modificherà anche la retta di regressione stimata; ci muoviamo nell’ambito del campionamento casuale; la distribuzione dei campioni, come ricorderai ha, sotto specifiche ipotesi, un andamento normale; Questo vuol dire che la possibilità di avere “cattivi campioni” è minore rispetto a quella di avere “buoni” campioni; Gli stimatori hanno anch’essi una distribuzione normale, e, quindi, la possibilità di commettere grandi errori è bassa.
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….è importante ricordare
Lo stimatore b ha anch’esso una distribuzione normale, esso inoltre è corretto, ovvero mediamente è pari al vero valore β della popolazione Per la correttezza dello stimatore OLS è sufficiente che i termini di errore abbiano media nulla e siano indipendenti da tutte le variabili esplicative, anche in presenza di autocorrelazione e eteroschedasticità. In presenza di autocorrelazione ed eteroschedasticità lo stimatore OLS può essere comunque corretto e consistente, ma solo relativamente efficiente (non è più BLUES)
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…come intervenire In questi casi lo stimatore OLS, sebbene corretto, non è il migliore A questo punto si aprono due possibilità: 1] Si può derivare un nuovo stimatore (GLS o minimi quadrati ponderati) che è BLUE 2] Si può continuare ad utilizzare lo stimatore OLS, correggendo gli standard error per ammettere la possibilità di eteroschedasticità e/o autocorrelazione
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….esiste però una terza possibilità
Si ricordi infine che in molti casi la presenza di eteroschedasticità e/o autocorrelazione, indica una non corretta specificazione del modello. Si può quindi intervenire in un altro modo, ovvero riconsiderare il modello.
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La regressione lineare multipla
Il modello statistico di riferimento può essere così stilizzato: Quanto detto per la regressione semplice sulle iotesi di base, può essere riproposto per la regressione multipla
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…la multicollinearità come ipotesi aggiuntiva
Consiste nella dipendenza lineare o quasi dipendenza lineare (un legame molto intenso anche se non perfetto) di due o più variabili esplicative, sebbene in letteratura non sia stata individuata una precisa “soglia” In presenza di una forte combinazione lineare delle variabili esplicative, si ha una perdita di efficienza degli stimatori; Si registra infatti un aumento della variabilità delle stime che quindi diventano meno precise Da un punto di vista concettuale, se una variabile è “collineare” con un’altra, vuol dire che è “ridondante” per spiegare la variabile dipendente (principio della parsimonia)
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….può essere misurata? Può anche essere computato il VIF (Variance Inflation Factor), basato sul coefficiente di determinazione multiplo R2j relativo alla regressione della j-sima variabile esplicativa Valori superiori a 4-5 possono iniziare ad essere considerati sospetti L’inverso del VIF è il TOL = (1-R2) TOL= 0 perfetta collinearità tra i regressori; TOL = 1 non c’è collinearità tra i regresssori
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…i rimedi possibili I rimedi possono essere diversi:
A) eliminare la variabile collineare; B) trasformare le variabili iniziali, ad esempio inserendo una nuova variabile combinazione di quelle correlate. Se i dati sono in serie storica, può essere utile una trasformazione logaritmica, oppure una differenziazione
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Il modello si adatta bene ai dati?..L’R2
Il coefficiente di determinazione “R2”, misura la quota di variabilità della Y spiegata dal modello, utilizzando quelle variabili. La devianza totale può essere scomposta nella devianza di regressione (devianza spiegata) e nella devianza residua (devianza non spiegata).
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ancora sulla valutazione del modello
Il coefficiente di determinazione R2=Devianza di regressione/Devianza Totale e varia tra 0 (indica che il modello non si adatta per niente ai dati) e 1 (il modello si adatta perfettamente ai dati). Può anche essere espresso come il complemento a 1 del rapporto tra la Devianza Residua/Devianza Totale Per valutare la bontà di una regressione è importante però guardare sempre gli errori standard Inoltre se si vuole confrontare l’R2 di due regressioni diverse sarà bene considerare la numerosità delle osservazioni e il numero delle variabili esplicative inserite nel modello Si perviene così all’R2 corretto
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…continua Si perviene così all’R2 corretto
Se l’R2 è alto, ma le t hanno un basso livello di significatività statistica, questo è un segnale di multicollinearità Anche la matrice di correlazione è uno strumento diagnostico utile.
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Significatività statistica dei parametri nel loro complesso
Si può analizzare la significatività statistica dei parametri nel loro complesso La statistica F della tavola ANOVA può essere impiegata per effettuare un test di significatività per l’intero modello utilizzando come ipotesi nulla e alternativa: H0: β2 = β3 = … = βk = 0 H1: almeno un βj ≠ 0 j=2, …, k Ipotesi nulla (H0): le variabili esplicative non influiscono su Y Ipotesi alternativa (H1):almeno una delle variabili esplicative influisce su Y
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Il Test F Sotto H0 il rapporto delle due quantità ESS (devianza spiegata) e RSS (devianza residua) - divise per i rispettivi gradi di libertà - si distribuisce come una variabile F di Fisher con (k-1) e (n-k) gradi di libertà Per sottoporre a verifica l’ipotesi nulla si procede come precedentemente fatto per la t; Si confronta - ad un determinato livello di significatività α - il valore F calcolato con il corrispondente valore della distribuzione F di Fisher teorico
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…ancora sulla F Se vale la seguente relazione (così come accadeva per la t), si rifiuta l’ipotesi nulla e quindi la regressione è nel complesso statisticamente significativa Ricorda infine che tra la statistica T e la F esiste una precisa relazione Si può utilizzare anche il p-value che per rifiutare l’ipotesi nulla dovrà essere inferiore al livello di significatività prescelto
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L’analisi dei residui Sia nella regressione lineare semplice, sia in quella multipla, l’analisi dei residui consente di diagnosticare il rispetto delle condizioni di base. Si ricordi che la violazione delle ipotesi di base, produce stime non efficienti e, comunque, possono portare a risultati fuorvianti. L’analisi dei residui è quindi determinante e può essere condotta mediante ispezione grafica; utilizzo di test statistici;
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L’Ispezione Grafica Il grafico utilizzato è il diagramma a dispersione che riporta i residui eis in ordinata mentre, in ascissa è possibile riportare: - i valori stimati della variabile dipendente Ŷi (si evince la linearità del modello) - i valori osservati di una delle variabili indipendenti Xj (questo è il diagramma più corretto per evidenziare l’eteroschedasticità) Se le assunzioni sono verificate, i residui danno luogo ad una nuvola di punti, e quindi non esiste una particolare struttura (andamento) I punti del diagramma tendono a disporsi casualmente intorno allo 0
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…il grafico a dispersione….se le cose vanno bene
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Il ricorso ai test.. A) Esiste il Test di Linearità (Test Reset_Regression Equation specification Error Test) B) Esiste il Test per la verifica della Normalità degli errori/residui C) Esiste il Test per la verifica dell’Eteroschedasticità degli errori/residui D) Esiste il Test per la verifica dell’Autocorrelazione dei errori/residui
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Violazione dell’ipotesi di linearità
Si può diagnosticare principalmente in due modi: osservando una certa struttura nei residui mediante ispezione grafica Ricorrendo al Test Reset
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Come intervenire… Laviolazione delle ipotesi possono essere risolte trasformando le variabili: 1) Per la normalizzazione dei Residui 2) Per stabilizzare la Varianza errori 3-4) Per linearizzare le relazione
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Ancora ispezione grafica
Per avvalorare l’ipotesi che la relazione stimata sia lineare nella trasformata, si esaminano i residui della nuova regressione e si verifica che non ci sia nessuna particolare struttura
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Violazione dell’ipotesi di omoschedasticità
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…ancora sull’omoschedasticità
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I test dell’eteroschedasticità…
Sono diversi ma noi considereremo solamente il Test di Breusch-Pagan (BP) e il test di White Il metodo di White è estremamente generale e la potenza del test è estremamente bassa se il numero di osservazioni è modesto Il test di (BP) è, spesso, anche per la facilità di calcolo il più utilizzato. Si ricorre ad una regressione ausiliara degli errori rispetto alle variabili esplicative, testando l’ipotesi nulla Eteroschedasticità non presente
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…la soluzione per l’eteroschedasticità
Le soluzione consiste, come precedentemente illustrato: A) Nel trasformare le variabili in logaritmi; B) Oppure, applicare stimatori diversi agli OLS, ad esempio il metodo GLS come il metodo dei minimi quadrati ponderati (WLS) Gretl esempio Price-Sqrm
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La regressione in serie storica
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…le ipotesi di base sono sempre valide
Queste ipotesi però vanno rispettate tenuto conto che esse si manifestano in serie storica. Formalmente le ipotesi di base così come formulate nella regressione cross-section, sostituisconi a i, t Lo stesso avviene per la stilizzazione della regressione lineare semplice 1] ytα0+β1xt+εt (vedremo che il modello presenta alcune particolarità) esempio: inflazione = α0 + β1 disoccupazionet+ εt (vedremo che il modello presenta delle particolarità)
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…però ci sono anche i modelli dinamici
I modelli 1] sono anche definiti modelli statistici; mentre 2] ytα0+β0xt+ β2xt-1+εt Sono detti anche modelli dinamici e pur non mutando il significato del coefficiente di regressione essi presentano alcune particolarità Ad esempio nei modelli dinamici, come la 2] la somma dei coefficienti descrive l’effetto cumulato sulla y (long-run propensity)
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…cross-sectional e time series…
Dal punto di vista metodologico il Pil nei diversi anni, il valore in ciascun anno rappresenta una variabile casuale, come particolare realizzazione; La distinzione tra processo stocastico e la sua realizzazione è la stessa distinzione che abbiamo fatto tra la popolazione ed il campione nei dati crss-sectional. Così come accadeva nel ragionamento cross-sectional, che utilizzavamo i dati campionari per fare inferenza sulla popolazione, nelle serie storiche noi utilizziamo i dati per fare inferenza sul processo stocastico sottostante che li ha generati.
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…anche nella regressione in serie storica
Valgono le ipotesi di base che abbiamo già visto per l’utilizzo degli stimatori OLS nella regressione cros-section (teorema Gauss-Markov) Si ricordi che però l’ipotesi di errori non correlati, acquista maggiore rilevanza Le considerazioni fatte in merito alla forma funzionale, valgono anche nella regressione in time-series. Spesso nei lavori applicati, viene utilizzata la trasformazione logaritmica delle variabili;
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…variabili e “tempo” Spesso le variabili dummy possono essere utilizzate per isolare certi periodi che possono essere sistematicamente differenti da altri periodi. Molte serie storiche hanno una tendenza comune a crescere nel tempo e questo è il principale problema. Se le serie storiche contengono un trend nella stessa/opposta direzione, possiamo concludere in maniera sbagliata che un cambiamento in una delle variabili, causa un cambiamento nell’altra. Questo fenomeno è noto come regressione spuria
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…la stazionarietà…ovvero non c’è l’influenza del tempo
Un particolare processo stocastico utilizzato nelle analisi di serie storiche è il processo stocastico stazionario; Un processo stocastico è un insieme di variabili ordinate rispetto al tempo; La stazionarietà di un processo si ha quando la sua media e la sua varianza sono costanti nel tempo e la sua covarianza dipende solamente dalla distanza legata ai due periodi
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…in sintesi si ha γk =E[(Yt-μ)(Yt+K-μ) Per la media E(Yt) = μ
Per la varianza Var (Yt) = E(Yt-μ)2=σ2 Per la Covarianza γk =E[(Yt-μ)(Yt+K-μ) Sono quindi invariati rispetto al tempo
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…un particolare tipo di processo stazionario
Se il processo stocastico ha media 0, varianza costante ed è serialmente incorrelato allora siamo davanti ad un processo white noise Molte serie storiche economiche non sono stazionarie, il più chiaro esempio è il modello random walk 1] yt= yt-1+μt Si può dimostrare che Var(yt) = tσ2
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…la radice unitaria e i trend stocastici
1] yt= ρyt-1+μt Se nella 1, ρ=1 siamo in presenza di una radice unitaria che indica una non stazionarietà del processo; Il termine non stazionarietà, passeggiata aleatoria (random walk), radice unitaria, trend stocastico possono essere utilizzati con lo stesso significato
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…ma le differenze prime sono stazionarie
Ma è interessante notare che : (Yt-Yt-1) = ΔYt= ut Quindi se Yt non è stazionario, la sua differenza prima è invece stazionaria Se dalla 1 passiamo alla 2 si ha: 2] yt=α+yt-1+μt Si ottiene un random walk with drift Il modello random walk è un esempio di quello che chiamiamo un processo a radice unitaria
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…il trend deterministico ed il trend stocastico
Se il trend di una serie storica è una funzione deterministica del tempo, lineare quadrata, ecc.. Si dice che il trend è deterministico Il trend detrministico è quindi prevedibile infatti la 3] 3] yt= β1+ β2t+μt È chiamata anche trend stazionario. Questo vuol dire che mentre la media di yt è β1+ β2t, e quindi non è costante, lo è la sua varianza.
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… in una serie storica possono coesistere trend deterministici e trend stocastici
4] yt= β1+β2 t+ β3yt-1+ μt Se β1e β2 sono diversi da 0, ma β3<1 Indica un trend stazionario intorno ad un trend deterministico Si ricordi che un processo è integrato di ordine p, I(d),se viene differenziato d volte Se viene utilizzata la differenza prima diciamo che la serie è differenziata di ordine 1, I(1) La serie differenziata è uno strumento che può rendere la serie stazionaria, eliminando il problema relativo al trend stocastico o radice unitaria
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…per evidenziare la stazionarietà..
Abbiamo l’ispezione grafica dei dati originari. Il correlogramma I test di stazionarietà (Dickey-Fuller test)
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