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PubblicatoAugostino Borrelli Modificato 9 anni fa
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L’inclusione dell’economia illegale nei conti nazionali: fonti informative, risultati, prospettive Antonella Baldassarini 26 gennaio 2015 Aula Magna, Istat Via Cesare Balbo, 16 – Roma Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali dati per le politiche
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Nei conti nazionali misurare in modo esaustivo i processi di produzione è fondamentale per disporre di stime del Pil e dei suoi aggregati comparabili a livello internazionale I confini della produzione sono stabiliti dai regolamenti internazionali (Sec 2010 e SNA 2008) e comprendono sia ciò che è osservato sia quello che non è osservato. Con il termine economia non osservata si fa riferimento a quelle attività economiche che non sono registrate nelle indagini statistiche presso le imprese, o nei dati fiscali e amministrativi utilizzati ai fini del calcolo delle stime dei conti economici nazionali, in quanto non osservabili in modo diretto. L’economia illegale è una delle componenti dell’economia non osservata Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Introduzione 2
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Sono definite illegali: - le attività di produzione di beni e servizi la cui vendita, distribuzione o possesso sono proibite dalla legge - le attività che, pur essendo legali, sono svolte da operatori non autorizzati Sono incluse nei conti soltanto le attività illegali che presentano la caratteristica di scambio volontario tra soggetti: per queste si presuppone l’esistenza di un mutuo accordo tra i diversi soggetti che operano sul mercato Verificato il criterio del mutuo consenso, devono essere registrate tutte le diverse operazioni che da queste attività traggono origine (produzione, consumo, scambi con l’estero, distribuzione del reddito) Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Le attività illegali secondo il Sec 3
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Il Comitato GNI, organo che ha il compito di esaminare a livello Ue la comparabilità e l’affidabilità delle stime del reddito nazionale, ha ritenuto che le attività illegali da inserire nel Pil potessero essere limitate alle seguenti tipologie: produzione e commercio di droga attività di prostituzione contrabbando di alcol e sigarette Entro settembre del 2014 tutti i paesi europei dovevano inserire le stime relative a queste attività nei conti nazionali. I risultati ad oggi disponibili indicano l’impatto delle attività illegali sul PIL inferiore all’1% per diversi paesi europei Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Cosa è inserito nei conti 4
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La registrazione dei flussi illegali di produzione nell’ambito dei conti nazionali non pone particolari problemi in termini concettuali I problemi connessi all’inserimento nei conti nazionali delle attività illegali sono i seguenti : disponibilità di fonti e problemi di misura definizione dei metodi e verifica dell’affidabilità delle stime rischio di duplicazioni Eurostat ha fornito linee guida sulle metodologie poiché i risultati delle stime sono molto influenzati dagli approcci utilizzati e dalle assunzioni adottate. Le indicazioni suggeriscono l’uso di criteri di prudenza e di assunzioni semplificatrici il più possibile comuni tra i vari stati membri Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Misurare le attività illegali nei conti nazionali 5
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I metodi di stima sono differenziati in base al tipo di attività illegale: metodi che partono dalla stima della domanda, considerano prevalentemente informazioni relative agli utilizzatori finali del bene e servizio illegale, nonchè i loro comportamenti di consumo. Tale approccio è quello usato per la stima del consumo di sostanze stupefacenti metodi di stima dal lato dell’offerta, utilizzano indicatori che consentono di stimare il valore della produzione a partire dalle informazioni sulle merci sequestrate o sulle unità produttive coinvolte Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» I metodi di stima 6
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Si definiscono le diverse tipologie di consumatori di droga (distinguendoli in problematici, regolari e occasionali) per ciascuna tipologia di sostanza stupefacente. La disponibilità di indicatori sull’uso delle sostanze presso la popolazione, sui comportamenti di consumo e sui prezzi al dettaglio consentono si stimare la corrispondente spesa per tipologia di sostanza: dove HFC è il valore del consumo finale per la tipologia di sostanza j, Nj è il numero di individui coinvolti nel consumo di droga, Q HFC j le quantità consumate e P HFC j sono i prezzi al dettaglio. Il consumo finale HFC è la risultante della somma dei consumi per le diverse sostanze Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Stima del consumo di droga dal lato della domanda 7
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Esiste un variegato insieme di informazioni, dirette e indirette, di enti pubblici, organizzazioni internazionali, associazioni private e di ricerca Soggetti istituzionali nazionali e sovranazionali: Direzione Centrale per i servizi antidroga (Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Ministero dell’Interno) Ministero della Salute (Direzione Statistica) Dipartimento Nazionale per le Politiche Antidroga (Presidenza del Consiglio) Comando Generale della Guardia di Finanza (III Reparto Operazioni – Ufficio Tutela delle Entrate) Consiglio Italiano per le Scienze Sociali (CSS) European Monitoring Centre on Drugs and Drugs Addicts (EMCDDA) United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC) Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Le fonti di informazione (1/2) 8
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Stima dei consumatori di sostanze stupefacenti si avvale dei risultati delle seguenti indagini: Indagine IPSAD (Italian Population Survey on Alcohol and Other Drugs) condotta dal CNR – Istituto di Fisiologia Clinica Indagine Campionaria Nazionale GPS 2012 (General Population Survey) promossa e diretta fino al 2013 dal Dipartimento per le Politiche Antidroga rivolta alla popolazione 18-64 anni Indagine sul consumo di sostanze psicotrope negli studenti delle scuole secondarie di secondo grado SPS, rivolta alla popolazione 15-17 anni, promossa dal Dipartimento per le Politiche Antidroga e condotta dall’Università di Roma Tor Vergata Indicatori forniti da studi che integrano fonti di informazione e stime sia dal lato dell’offerta sia dal lato della domanda (Carla Rossi «Monitoring the Size and Protagonists of the Drug Market: Combining Supply and Demand Data Sources and Estimates», Current Drug Abuse Reviews, 2013) Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Le fonti di informazione (2/2) 9
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Una volta stimate le quantità di sostanze stupefacente utilizzate, si procede alla stima degli altri flussi economici originati dal mercato della droga sia di interscambio con l’estero (importazioni ed esportazioni) sia di scambi interni. In quest’ultimo caso, il valore finale della merce scambiata si basa su un modello che distingue tre tipologie di operatori: Commercianti che operano sul mercato internazionale all’ingrosso Commercianti che operano sul mercato nazionale all’ingrosso Commercianti al dettaglio Ad ogni livello di scambio, le stime sono effettuate separatamente per tipologia di sostanza stupefacente tenendo conto dei differenziali di prezzo, di purezza e dei diversi tipi di beni e servizi utilizzati nel processo di produzione Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Operatori economici e stima dei relativi flussi 10
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NUMERO DI CONSUMATORI ABITUDINI DI CONSUMO QUANTITA’ UTILIZZATA CONSUMO FINALE IMPORTAZIONI ESPORTAZIONI INGROSSO INTERNO INGROSSO INTERNAZIONALE COMMERCIO AL DETTAGLIO Margini commerciali Costi intermedi Valore aggiunto Margini commerciali Costi intermedi Valore aggiunto Margini commerciali Costi intermedi Valore aggiunto PRODUZIONE COSTI INTERMEDI VALORE AGGIUNTO La procedura di stima del circuito della droga Convegno su “Il passaggio al SEC 2010 e la revisione generale dei conti nazionali” 11
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Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Risultati (1/2) PRINCIPALI AGGREGATI ECONOMICI PER TIPOLOGIA DI ATTIVITÀ ILLEGALE Anno 2011, miliardi di euro 12
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Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Risultati (2/2) VALORE AGGIUNTO DELLE ATTIVITA’ ILLEGALI IN ALCUNI PAESI EUROPEI Anni vari, in % del Pil 13
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Le soluzioni adottate nella stima si basano su ipotesi semplificate Approccio pragmatico e flessibile coerente con le linee guida di Eurostat I dati di base utilizzati sono di natura pubblica ma non provengono da rilevazioni della statistica ufficiale Non tutti i dati sono disponibili annualmente. Si ritiene, tuttavia, accettabile estrapolare le stime agli anni più recenti data la stabilità dei comportamenti di consumo nel tempo I metodi utilizzati non consentono di misurare il volume d’affari delle organizzazioni criminali o l’insieme di operazioni economiche (legali o illegali) riconducibili a questo tipo di operatori Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Conclusioni 14
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Incoraggiare il collegamento tra la ricerca sul fenomeno droga e le stime sulla dimensione economica di sostanze stupefacenti attraverso condivisione delle fonti e trasparenza nei processi Migliorare la qualità delle indagini sul consumo di droga, in particolare di quelle rivolte alla popolazione adulta Investire sugli approcci che utilizzano ed integrano fonti amministrative e metodi statistici finalizzati alla stima del mercato (trafficanti) Sviluppare il sistema di monitoraggio delle nuove droghe che consenta di catturare in modo tempestivo i comportamenti di consumo Promuovere la costruzione di un conto satellite delle attività illegali che evidenzi aspetti del fenomeno altrimenti non visibili (operatori coinvolti, legami con l’economia legale, interrelazioni tra attività illegali, altri flussi) Seminario «Migliorare la comprensione del fenomeno droga: quali fonti per le politiche» Sviluppi e prospettive 15
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