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Politiche Locali (nazionali e internazionali) per la sicurezza urbana Lezione 10a Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, 22 aprile 2008.

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Presentazione sul tema: "Politiche Locali (nazionali e internazionali) per la sicurezza urbana Lezione 10a Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, 22 aprile 2008."— Transcript della presentazione:

1 Politiche Locali (nazionali e internazionali) per la sicurezza urbana Lezione 10a Corso di Formazione in Sicurezza Urbana Milano, 22 aprile 2008

2 Concertazione interistituzionale in FRA: evoluzione delle forme negoziali  Piano Bonnemaison (prima metà anni ’80): contro l’esplosione del sentimento d’insicurezza, rafforzare il ruolo degli enti locali (municipali) nelle politiche di sicurezza urbana CCPD (Conseils Communaux de Prévention de la Délinquance)  Scopo: riunire i differenti attori competenti in materia di sicurezza sul piano locale – predisporre analisi sulle problematiche – impostare azioni sul territorio.  Modalità: organo consultivo di concertazione fra il livello nazionale (prefetto + ffdo) e quello locale (sindaci + terzo settore)

3 Concertazione interistituzionale in FRA: evoluzione delle forme negoziali  Contrats d’Action et Prévention (CAP): forme pattizie di collaborazione interistituzionale in cui i firmatari (prefetto + sindaco) concordano e sviluppano azioni sul territorio, in applicazione delle linee di intervento concordate all’interno del CCPD.  Criticità: atti ed enunciati attuativi di valore più simbolico che pratico, privi di adeguati strumenti di analisi, senza il coinvolgimento di importanti attori sul territorio (es.: magistratura, attori economici, ecc.) e privi di realistiche forme di valutazione

4 Concertazione interistituzionale in FRA: evoluzione delle forme negoziali  CLS (Contrats Locaux de Sécurité): nuova forma pattizia di collaborazione interistituzionale sviluppata sotto il governo Jospin (1997), che non sostituisce ma si affianca ai CAP e viene inserito all’interno del “contrat de ville” come strumento di elaborazione ed impulso delle azioni pubbliche in materia di sicurezza urbana e prevenzione della criminalità.  Scopo: costituire la “pietra angolare” delle politiche di pubblica sicurezza su scala locale – definire un ambito territoriale il più possibile omogeneo dal pdv delle problematiche di sicurezza – elaborare diagnosi più elaborate delle condizioni di sicurezza locali – allargare il numero di attori coinvolti nelle azioni di sicurezza sul territorio – concertare azioni coerenti e valutabili

5 Concertazione interistituzionale in FRA: evoluzione delle forme negoziali  Le fasi del CLS: § delimitazione del territorio d’azione; § elaborazione di un’analisi dello stato della sicurezza (diagnostic local de sécurité): analisi statistica di criminalità, inciviltà e disagio sociale; rassegna delle strategie già implementate e della loro efficacia; coinvolgimento dei differenti attori del territorio (cittadini, attori economici, 3° settore, forze di polizia, attori istituz.) § elaborazione di un piano d’azione: obiettivi e priorità d’intervento; calendario di esecuzione delle azioni; strumenti e criteri per la valutazione § costituzione di una “cabina di regia” (comité de pilotage) per l’impulso, il controllo e la valutazione del CLS

6 Concertazione interistituzionale in FRA: evoluzione delle forme negoziali  Punti di forza: § allargamento del numero di partners (magistratura – sindacati – scuola – bailleurs sociaux) § maggiore effettività e concretezza nell’elaborazione delle azioni da condurre sul territorio  Punti di debolezza: § iniziativa presa e condotta dall’attore nazionale § difficoltà di coordinamento (e concorrenza) con il CCPD § standardizzazione delle analisi e delle risposte elaborate § difficoltà nell’ottenimento di informazioni “riservate” § difficoltà nell’ottenimento di risorse adeguate ai progetti § parte “sanzionatoria” pressoché inesistente

7 Concertazione interistituzionale in FRA: evoluzione delle forme negoziali  CLSPD (Conseils Locaux de Sécurité et de Prévention de la Délinquance): nuova istanza locale di collaborazione interistituzionale sviluppata sotto il governo De Villepin (2002), che sostituisce i precedenti CCPD e cerca di rendere più armonica e coerente l’azione locale in materia di sicurezza.  Scopo: superare le criticità evidenziate nel precedente sistema binario CCPD-CLS, conferendo centralità all’ambito locale – permettere una maggiore integrazione fra la fase di analisi delle problematiche e quella di elaborazione delle strategie d’azione  Modalità: organo consultivo di concertazione fra il livello nazionale (prefetto + ffdo + magistratura) e quello locale (sindaci + terzo settore + attori economici + BS + cittadini)

8 Concertazione interistituzionale in FRA: evoluzione delle forme negoziali  CLSPD: una prima valutazione critica § maggiore coerenza d’azione fra CLSPD e CLS; § crescita nell’estensione e nell’effettività della partnership in materia di sicurezza; § miglioramento della capacità di analisi e nell’ottenimento di informazioni; § difficoltà nell’ottenimento di risorse adeguate; § ulteriore standardizzazione delle risposte (prevenzione situazionale) § debolezza nella parte di valutazione-sanzione dei partners

9 Per ogni ulteriore domanda o suggerimento relativamente alla lezione: fabrizio_cristalli@regione.lombardia.it cristian.poletti@unimib.it


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