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PROTEINE RICOMBINANTI:
ASSORBIMENTO Via di somministrazione preferenziale è generalmente parenterale (i.v., i.m., i.p., s.c.) La diversa via parenterale può variare l’attività terapeutica (irrorazione sanguigna, passaggio nel sistema linfatico, ecc.)
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PROTEINE RICOMBINANTI:
ASSORBIMENTO Via di somministrazione orale non valida se richiesta una elevata biodisponibilità (degradazione e scarsa permeabilità nel tratto G.I.) Via “accessibile” per vaccini orali (placche del Payer)
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PROTEINE RICOMBINANTI:
ASSORBIMENTO Vie alternative di somministrazione: naso, polmoni, retto, cavità orale, pelle Problema scarsa biodisponibilità a cui si tenta di ovviare aumentando l’assorbimento senza dare tossicità
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PROTEINE RICOMBINANTI:
ASSORBIMENTO Aumento permeabilità barriere: acidi grassi, sali biliari, saponine; liposomi. Riduzione attività peptidasica: inibitori delle proteasi, modificazione struttura. Aumento tempo di esposizione: nanoparticelle (PEG, liposomi).
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Molecola AA Biodisponibilità %
Effetto del glicocolato su biodisponibilità: somministrazione nasale Molecola AA Biodisponibilità % senza con 29 < Glucagone calcitonina insulina 32 < 51 <
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PROTEINE RICOMBINANTI:
BIODISPONIBILITA’ Targeting specifico: particolato colloidale (liposomi, microsfere di albumina, LDL ecc.). Liposomi sono i più usati per bassa tossicità, flessibilità, ampio “core” acquoso)
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PROTEINE RICOMBINANTI:
BIODISPONIBILITA’ Targeting “passivo”: fegato e milza Targeting “attivo”: veicolazione con ab specifici Prolungamento emivita: pegilazione (< att. biologica)
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PROTEINE RICOMBINANTI:
DISTRIBUZIONE Il volume di distribuzione è generalmente modesto (scarsa penetrazione nel tessuto o specificità di distribuzione tissutale) > è la permanenza nell’organismo, > è la distribuzione, ma non sempre (es. IL2-PEG)
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PROTEINE RICOMBINANTI:
LEGAME A PROTEINE Provato per IGF-I, t-PA, hGH, Dnasi Per le molecole tradizionali solo il farmaco libero svolge attività farmacologica Per proteine ricombinanti, il legame a proteine plasmatiche può favorire l’attività (es IGF-I)
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PROTEINE RICOMBINANTI: METABOLISMO-ELIMINAZIONE
Metabolismo non presenta rischio di tossicità Principali organi di eliminazione: rene (via principale per proteine di piccole dimensioni) fegato (endopeptidasi, esopeptidasi) altri
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PROTEINE RICOMBINANTI: VARIAZIONI FARMACOCINETICHE
-modificazioni della sequenza aminoacidica -pegilazione (ridotta vel. di eliminazione) -variazioni nella glicosilazione (variano interazioni recettoriali o attacchi enzimatici)
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PROTEINE RICOMBINANTI:
IMMUNOGENICITA’ Produzione di anticorpi più frequente per proteine estranee all’ospite Dimostrata per varie prot. ricombinanti (insulina, interferoni, ab monocl., EPO, hGH ecc.).
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PROTEINE RICOMBINANTI: IMMUNOGENICITA’ - CAUSE
Fattori associati al prodotto: presenza di impurezze/contaminanti, via di somministrazione, conservazione, variazioni di seq. aacidica/glicosilazione Fattori genetici associati al paziente: delezioni o mutazioni della proteina endogena aplotipo del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC)
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PROTEINE RICOMBINANTI:
IMMUNOGENICITA’ Le conseguenze di una prod. anticorpale sono diverse a seconda della regione della proteina a cui si legano: - nessun effetto (hGH) - variazione di parametri farmacocinetici (insulina) - neutralizzazione (NAB) dell’attività biologica (IFNa)
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PROTEINE RICOMBINANTI:
IMMUNOGENICITA’ CASO ERITROPOIETINA (EPREX): - fino al 1998 rari casi di prod. NAB (conseguenza aplasia eritrocitaria) circa 200 casi dal 1998 al 2003 Dal 1998 HSA sostituita da polisorbato 80, venduta in siringhe pre-riempite (rilascio di sostanze dalla siringa?). Modifiche dei materiali della siringa e di conservazione (riduzione dei casi di NAB)
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PROTEINE RICOMBINANTI: “INFUSIONAL REACTION”
Definibile come reazione “anafilattoide”, mima una reazione anafilattica (IgE mediata) ma non ha coinvolg. anticorpale Manifest. frequenti: brividi, instabilità emodinamica, dispnea Si osserva durante la prima infusione o poche ore dopo, rara alle infusioni successive Fattore importante: velocità di infusione
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CITOCHINE - FATTORI DI CRESCITA EMATOPOIETICI
Regolano ematopoiesi (proliferazione, differenziazione, maturazione) e attività funzionale di cellule mature sono glicoproteine con ponti disolfuro tra gruppi cisteinici spesso essenziali per l’attività biologica
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CITOCHINE - FATTORI DI CRESCITA EMATOPOIETICI
Colony-stimulating factors per granulociti (G-CSF), granulociti-macrofagi (GM-CSF), macrofagi (M-CSF), eritropioetina (EPO), IL-3, ecc. G-CSF e GM-CSF sono prodotti in forma sia glicosilata (CHO) sia non glicosilata (E. coli), EPO in CHO
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CITOCHINE - FATTORI DI CRESCITA EMATOPOIETICI
Impieghi clinici: G-CSF neutropenie, trapianto di midollo, pazienti con HIV in terapia con mielosoppressori GM-CSF neutropenia, trapianto di midollo, pazienti con HIV in terapia con antivirali EPO anemia associata a insufficienza renale cronica o chemioterapia
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CITOCHINE - FATTORI DI CRESCITA EMATOPOIETICI
Tossicità: G-CSF, GM-CSF perdita di appetito, febbre, mal di testa GM-CSF effetto indesiderato più grave è la capillary-leak syndrome con elevati dosaggi, reazione di prima dose (tachicardia, ipotensione, vomito ecc), prod. di anticorpi EPO ipertensione/trombosi in soggetti predisposti, aplasia eritrocitaria da NAB
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INTERLEUCHINE-INTERFERONI
CITOCHINE INTERLEUCHINE-INTERFERONI Sono glicoproteine che svolgono un ruolo di comunicazione tra cellule dei sistemi immunologico, ematologico, neurologico. Interleuchine deriva da inter-leucociti interferone dall’abilità di interferire con infezioni virali
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CITOCHINE INTERLEUCHINE (IL)
IL-1 mediatore della risposta a infezioni, infiammazione IL-2 prodotta da cellule TH1 stimola crescita, differenziazione, attivazione di cellule T, B, NK IL-3 fattore di crescita ematopoietico IL-4 …………..IL-17
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CITOCHINE INTERLEUCHINA -2
La proteina ricombinante è disponibile commercialmente come Proleukin, è prodotta in E. coli ed ha due modificazioni aminoacidiche rispetto alla proteina naturale indicazione terapeutica: cancro renale metastatico, melanoma
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CITOCHINE INTERLEUCHINA -2 Tossicologia:
la terapia approvata dalla FDA è ad alte dosi; somm. i.v.: tox frequente, spesso seria, a volte fatale; capillary-leak syndrome che causa ipotensione con ridotta perfusione degli organi; effetti cardiaci e cardiovascolari quali aritmia, ischemia (s.c. effetti meno gravi)
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CITOCHINE INTERFERONI (IFN)
Identificate tre classi a, b, g prodotte da vari tipi cellulari (rispettivamente leucociti, fibroblasti, T linfociti) Gli effetti antivirali degli interferoni sono causati da più meccanismi vengono prodotte forme ricombinanti di tutte e tre le classi
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CITOCHINE IFN a Identificati 14 sottotipi
prodotti singoli sottotipi ricombinanti in E. coli: IFNa-2a (Roferon-A), IFNa-2b (Intron A) anche pegilati; disponibili miscele purificate da leucociti umani: IFNa-n3 (Alfero-N), IFNa-ni (Wellferon). Indicazioni terapeutiche: tumori (linfoma non Hodgkin, ter. aggiuntiva cancro rettale, etc.), epatite B e C, infezioni da Papilloma virus
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CITOCHINE IFN a Tossicità: sindrome influenza-simile iniziale,
alterazioni della visione, diarrea, vomito, affaticamento anemia, cardiotossicità (aritmia atriale) leucopenia, trombocitopenia prod. di anticorpi neutralizzanti per i non glicosilati
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CITOCHINE IFN b Tre prodotti sul mercato:
IFN b-1b (Betaseron/Betaferon s.c.) prodotto in E. coli con modificazione aminoacidica IFN b-1a (Avonex i.m. e Rebif s.c.) prodotti nelle CHO indicazioni terapeutiche: sclerosi multipla recidivante-intermittente
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CITOCHINE IFN b Tossicità: -sindrome influenza-simile
-reazioni in sede di iniezione -confusione, depressione, ansia -anticorpi neutralizzanti con tutti i composti (in particolare con Betaseron)
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CITOCHINE IFN g Presenti due forme con la stessa sequenza aminoacidica, ma diversa glicosilazione Prodotto ricombinante: IFN g -1b (Actimmune, i.m. e s.c.) in E. coli indicazione terapeutica: granulomatosi cronica
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CITOCHINE IFN g Tossicità: - sindrome influenza-simile
- leucopenia, ipotensione, neurotossicità, trombocitopenia - nessuna rilevazione di anticorpi neutralizzanti
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ANTICORPI MONOCLONALI
terapia con immunoglobuline nota da due secoli produzione anticorpi monoclonali dal ‘75 1986: OKT3 approvato per prevenire rigetto dopo trapianto vari anticorpi oggi in uso per terapia o diagnostica
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ANTICORPI MONOCLONALI
Problema dell’uso di anticorpi monoclonali murini: immunogenicità sviluppo di anticorpi ricombinanti con regioni variabili murine e costanti umane - chimerici (-xi-) sviluppo di anticorpi umanizzati (-zu-)
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EVOLUTION OF ANTIBODY TECHNOLOGY
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ANTICORPI MONOCLONALI
OKT3 Muromonab CD-3 Ab monoclonale murino specifico per CD3 umano su cellule T è un potente immunosoppressore uso per prevenzione di rigetto dopo trapianto di rene, cuore, fegato unica terapia efficace in casi di rigetto steroidi resistenti
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ANTICORPI MONOCLONALI
OKT3 Muromonab CD-3 Effetti indesiderati: immunogenicità (prod. di “versioni” umanizzate, es HuOKT3 g1(Ala-Ala)) aumento incidenza infezioni sindrome da rilascio di citochine
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ANTICORPI MONOCLONALI
Abciximab (REOPRO) Anti-integrine (molecole di adesione) Antiglicoproteina IIb/IIIa - Monoclonale chimerico per la prevenzione della riocclusione coronarica dopo angioplastica Rituximab monoclonale chimerico che lega l’antigene CD20 su linfociti normali e maligni, Linfoma NH
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ANTICORPO CHIMERICO (anti CD-20)
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ANTICORPI MONOCLONALI
Trastuzumab (Herceptin, Genentech) anticorpo umanizzato anti HER2 (epidermal growth factor receptor 2) approvato per cancro metastatico alla mammella con sovraespressione di HER2
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ANTICORPI MONOCLONALI
Trastuzumab (Herceptin, Genentech) effetti indesiderati: flu-like syndrome, nausea, vomito, insonnia, suscettibilità ad infezioni; in combinazione con chemioterapici può dare cardiotossicità, leucopenia, anemie
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SINDROME DA CITOCHINE CYTOKINE SYNDROME Sindrome acuta a carattere febbrile, che si verifica dopo una o poche somministrazioni di citochine impiegate nella terapia di varie patologie
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CYTOKINE SYNDROME - MECCANISMO E MANIFESTAZIONI CLINICHE I
Le citochine agiscono da “superantigene” attivando una frazione elevata di cellule T periferiche Ondate successive di citochine sono prodotte, con un ruolo centrale per TNF Sintomi lievi: a carattere influenzale con leggera febbre nelle prime 2-3 ore dalla somministrazione Di media severità: Lieve broncospasmo e/o ipotensione con liberazione periferica di citochine (misurabili)
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CYTOKINE SYNDROME - MECCANISMO E MANIFESTAZIONI CLINICHE II
Sintomi di elevata gravità Grave febbre, broncospasmo, collasso Manifestazioni biochimiche aumento di creatinina, azotemia e bilirubina, TNF, IL6 e recettori solubili IL-2, CD25, LPB; Aumento periferico di cellule NK e linfocitosi Nel caso di trattamenti anti-CD3 (muromonab) produzione di anticorpi anti-murini
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Espressione da parte di mononucleati
SINDROME DA CITOCHINE: ESPRESSIONE DIPENDENTE DA T LINFOCITI Espressione da parte di mononucleati Tipo 1 (Th1): aumento di IL-2, TNFa-b, IFN-g, immunità cellulo-mediata ed effetti protettivi fagocito-dipendenti Tipo 2 (Th2): aumento IL-4,-5,-10,-13: produzione di anticorpi, attivazione di eosinofili, inibizione di attività macrofagica (effetti fagocito-indipendenti)
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Sindrome da citochine - I meccanismi
Meccanismo molecolare Attivazione da parte di IFN + TNFa della iNOsintasi (iNOs) Potenziamento di stress ossidativi endocellulari, inibizione del metabolismo energetico, citotossicità. In vitro a livello cardiaco iNOs aumenta liberazione di CPK (creatinfosfochinasi) Aggiunta di L-NMMA al medium di cultura blocca iNOS e riduce la tossicità da TNF +IFN
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ESPERIENZA CLINICA DI TOSSICITA’ DI CITOCHINA -I
OKT3 umanizzato (hOKT34) (Richards et al, Cancer Res 59: 2096, 1999) Umanizzazione di muromonab-CD3 impiegato nel rigetto di trapianto (limiti per la formazione di anticorpi) OKT34 è modificato per Ig4HC e Ig light chain per sede antigenica simile ad OKT3 murino
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ESPERIENZA CLINICA DI TOSSICITA’ DI CITOCHINA -II
Fase I: infusione i.v. 10 min ogni 2 settimane da 50 a 1600 g per iniezione, 6 per gruppo Aumento progressivo di febbre, max g Aumento di recettori solubili IL2 (max 1600) e concentrazioni di IL6 (max 1600)
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CYTOKINE SYNDROME -FEVER AFTER hOKT34
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CYTOKINE SYNDROME - Increased soluble IL-2 R after hOKT34
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Increased IL-6 after hOKT34
CYTOKINE SYNDROME Increased IL-6 after hOKT34
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CYTOKINE SYNDROME - hOKT3 massima dose tollerata 800 g
100 g - leggera febbre e cefalea in un paziente; nessuna tossicità g - febbre, cefalea, nausea e rigidità 800 g - tutti febbre e nausea variabile; 3 rigidità ; 1 dispnea con richiesta di O2 1600 g (5 pazienti) - 2 gravi episodi di dispnea, 1 con rigidità e grave cefalea massima dose tollerata 800 g
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POSSIBILITA’ DI TRATTAMENTO
CYTOKINE SYNDROME POSSIBILITA’ DI TRATTAMENTO Sintomatica: Difenidramina e/o paracetamolo Mannitolo, antiossidante Pentoxifillina: teofillinico ad azione vasodilatatrice ed antagonista delle citochine, sopprime trascrizione di TNF
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SINDROME DA CITOCHINE DA PERFUSIONE CON rTNFa E MELFALAN
Perfusione di arto con rhTNF-a e melfalan: trattamento di sarcomi Nel 12-29% dei casi sindrome da citochine con ipotensione e aumento circolante di IL-1, IL-6 e lipopolysaccharide binding protein (LPB) Protocollo di trattamento contemporaneo con pentossifillina 7.5 mg/kg/h Ohemberg et al, Ann Surg Oncol 10, 562, 2003
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TRATTAMENTO DI S. DA CITOCHINE CON PENTOSSIFILLINA
Ohemberg et al, Ann Surg Oncol 10, 562, 2003
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TRATTAMENTO DI S. DA CITOCHINE CON PENTOSSIFILLINA
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TRATTAMENTO DI S. DA CITOCHINE CON PENTOSSIFILLINA
Ohemberg et al, Ann Surg Oncol 10, 562, 2003
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