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L STORIA ECONOMICA - presentazione del corso - slides lezione 24.02.2010 _____.

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Presentazione sul tema: "L STORIA ECONOMICA - presentazione del corso - slides lezione 24.02.2010 _____."— Transcript della presentazione:

1 L STORIA ECONOMICA - presentazione del corso - slides lezione 24.02.2010 _____

2 STORIA ECONOMICA e STORIA DELL’IMPRESA La Storia economica può essere: ● Ricostruzione storica dell’economia ● Ricostruzione storica dell’economia (del mondo, di una nazione, di un (del mondo, di una nazione, di un territorio) attraverso i grandi aggregati territorio) attraverso i grandi aggregati statistici statistici (Storia macroeconomica) (Storia macroeconomica) ● Ricostruzione storica dell’economia ● Ricostruzione storica dell’economia di un settore, o di una impresa… di un settore, o di una impresa…

3 In Italia, la storia d’impresa è stata a a lungo giudicata con diffidenza dagli storici accademici, che la consideravano nulla più che “microstoria”, e quindi di scarsa utilità…

4 E, tuttavia, la STORIA D’IMPRESA, nata negli Stati Uniti, e da lì diffusasi rapidamente in Europa, costituisce un elemento qualitativamente fondamentale per la conoscenza del tessuto economico di un paese.

5 I MOTIVI ? I MOTIVI ?  La storia d’impresa generalmente indaga le grandi imprese, e dal loro studio emerge non solo la vita dell’azienda studiata ma – soprattutto – le problema- tiche del settore di appartenenza.  La storia d’impresa mette a fuoco le problematiche organizzative, e quindi la maggiore o minore “modernità”, nonché le dinamiche imprenditoriali, senza la cui conoscenza lo studio dello sviluppo economico di un paese risulterebbe monco.

6  La storia d’impresa, attraverso lo studio dei casi delle aziende significative di un paese, consente infine di conoscere i suoi percorsi di internazionalizzazione.  In conclusione, la storia d’impresa è uno strumento di straordinaria utilità che completa la storia economica classica, consentendole di arricchire le sue ricostruzioni quantitative con dati qualitativi di rilievo.   IL CASO ITALIANO…

7 La Storia economica in una immagine di Carlo Maria Cipolla, uno dei più rilevanti storici italiani dell’Economia: “Uno spettacolo teatrale normalmente lo si segue dalla platea: e allora (se le cose van bene) son solo luci e sfavillii e il pubblico è tutto assorbito dallo svolgersi della vicenda o dal susseguirsi delle note musicali o da tutte e due le cose insieme. Ma uno spettacolo teatrale può essere seguito anche da dietro le quinte: e allora le cose appaiono ben diversamente.”

8 “La vicenda recitata o musicata non interessa più. Quel che interessa è lo sforzo produttivo ed il modo in cui viene portato avanti. Si vedono cordami, cavi elettrici, riflettori, mac- chinari, attori appena usciti di scena con i segni dello sforzo compiuto e il trucco colante assieme al sudore, altri attori pronti ad entra- re in scena che si danno gli ultimi ritocchi e si preparano l'espressione facciale richiesta dal ruolo, un via vai silenzioso di attori, comparse, amministratori che si sussurrano frasi o si fanno cenni incomprensibili, il tutto in una apparenza di gran confusione.”

9 “L'opera dello storico è normalmente seguita dal pubblico dal punto di vista della platea, e il pubblico è invitato ad immergersi nella vicen- da storica narrata, senza preoccuparsi di tutto quel che c'è dietro le quinte, cioè di tutto ciò che sta dietro la narrazione storica: i materiali che lo storico ha raccolto e come li ha raccolti e come li ha ricomposti nella interpretazione di quel gran puzzle [...] che è la storia…”

10 “La Storia economica è materia eminente- mente interdisciplinare: essa occupa un’area dell'umano sapere piazzata al crocevia di due altre discipline, la Storia e l'Economia politica. La Storia economica non può ignorare né la Storia né l'Economia politica. Se cede su uno solo di questi due fronti si sna- tura e perde la propria identità.”

11 “Il problema è che le due discipline che stan- no per così dire alla sua base appartengono a due culture diverse. La Storia è e rimane la disciplina umanistica per antonomasia. L'Economia politica dai tempi di Ricardo si è venuta invece progressivamente destoriciz- zando e deumanizzando. Pur restando quanto mai debole sul versante della sperimentazione e della previsione, si è andata ostinatamente abbarbicando all'area culturale delle cosiddette scienze esatte mediante l'uso e l'abuso dello strumento logico-matematico come strumento di base della propria analisi. Pur restando quanto mai debole sul versante della sperimentazione e della previsione, si è andata ostinatamente abbarbicando all'area culturale delle cosiddette scienze esatte mediante l'uso e l'abuso dello strumento logico-matematico come strumento di base della propria analisi.”

12 “Di conseguenza la Storia economica è venuta a trovarsi nella difficile posizione di dover mediare tra due culture e due modi di pensare che purtroppo continuano a restare stranieri l'uno all'altro.” da Carlo M. Cipolla Tra due culture. Introduzione alla Storia economica. Di cosa ci parla questa “immagine”? Qualche riflessione, prima di passare alle fonti per la storia dell’impresa nel nostro paese…

13 Le fonti per la storia dell’impresa  Fonti pubbliche. Edite.  Fonti pubbliche. Inedite.  Fonti private: gli archivi aziendali, ma non solo... ma non solo... (le fonti orali, la memorialistica, (le fonti orali, la memorialistica, gli epistolari degli imprenditori...) gli epistolari degli imprenditori...)

14 Le fonti “altre”…  GLI ARCHIVI delle associazioni imprenditoriali delle associazioni imprenditoriali  GLI ARCHIVI delle organizzazioni sindacali delle organizzazioni sindacali*** I problemi del lavoro sugli archivi…

15 TEMI DEL CORSO  La grande impresa quale si è andata determinandosi nel tempo, a partire dalla sua prima tipologia (le compagnie ferroviarie americane). Vedremo tale evoluzione studiando otto casi nazionali Vedremo tale evoluzione studiando otto casi nazionali  L’industrializzazione del Veneto, che è però terra di piccola/piccolissima impresa. è però terra di piccola/piccolissima impresa. I motivi di questa lettura contraddittoria… I motivi di questa lettura contraddittoria…

16 L VENETO ARRETRATO e VENETO INDUSTRIALE una prima approssimazione slides lezione 25.02.2010 _____

17 L’ARRETRATEZZA ECONOMICA DEL VENETO ● Il Veneto al momento dell’annessione ● Il Veneto al momento dell’annessione all’Italia all’Italia ● Agricoltura arretrata e piccola ● Agricoltura arretrata e piccola manifattura… manifattura… ● La grande emigrazione degli anni ‘80 ● La grande emigrazione degli anni ‘80 dell’Ottocento dell’Ottocento*** ● Il Veneto del “boom” degli ultimi due ● Il Veneto del “boom” degli ultimi due decenni del ‘900: il grande miracolo! decenni del ‘900: il grande miracolo!

18 Ma corrisponde al vero questa rappresentazione? Non proprio…   la lunga incubazione protoindustriale   un luogo “storico” dell’industrializzazione italiana ed europea: l’Alto-Vicentino (anni ‘10-’20 dell’800)   l’unione del Veneto all’Italia: trauma ed opportunità…

19 E ancora…   la modernizzazione dell’industria laniera   la formazione di un ceto imprenditoriale, e più complessivamente di un ceto dirigente   sviluppo della piccola manifattura e decollo

20 una antica imprenditoria le cinque imprese ultrabicentenarie   Barovier & Toso vetrerie artistiche riunite, Venezia [1295; 1890-1892]   Colbachini (Fonderia Campane Daciano) & Figli, Saccolongo (Padova) [1745]   Conte (Lanificio G.B.), Schio (Vicenza) [1757] [1757]   Nardini (Bortolo), Bassano (Vicenza) [1779]   Silca, Vittorio Veneto [1770] azienda oggi, però, in mano a una multinazionale americana

21 La lunga incubazione protoindustriale ovvero della “industrializzazione prima della industrializzazione”  Il ruolo della fascia pedemontana, non solo veneta, e a prevalente agricoltura povera, nello sviluppo della c.d. “manifattura casalinga”, ovvero nella produzione di manufatti da parte degli agricoltori.  L’intervento del c.d. mercante-imprenditore, quale fattore di organizzazione del lavoro casalingo, e veicolatore delle merci lì prodotte su mercati vasti.

22  Il lavoro casalingo da semplice integrazione di reddito delle famiglie contadine, a elemento di cambiamento economico e sociale. Parte della famiglia contadina si estrania presto dal lavoro agricolo e si concentra nella sola produzione di manufatti. Da ciò emergono rilevanti mutamenti sociali: - indipendenza dalla famiglia di origine - dipendenza dal mercante-imprenditore.  Il mercante-imprenditore accentra via via tali lavoratori in un sito appositamente dedicato alla produzione. Nasce il “sistema di fabbrica”, con tuttavia un avvio lento, graduale, per fasi…

23   IL RUOLO DELL’ALTO-VICENTINO, dal ‘600 dell’Ottocento attivo nella trasformazione della lana locale.   Al sistema di fabbrica questo territorio veneto si avvia nei medesimi anni (Dieci e Venti dell’Ottocento) nei quali ciò avviene in quella vasta regione sovranazionale costituita dai paesi tedeschi nord-occidentali, dai Paesi Bassi all’epoca comprendenti anche il futuro Belgio, e dalla Francia nord-orientale.   L’Alto-Vicentino come uno dei protagonisti della prima industrializzazione continentale.

24 Ma che significato ha studiare una singola area regionale?   problema della dimensione “regionale”...   spazializzazione dello sviluppo economico: le regioni possono variare nel tempo e nella loro fisicità spaziale   una determinata entità spaziale è tale in quanto sottosistema di un insieme più grande: la regione è cioè un qualche cosa che appartiene ad un tutto, e ad esso è assimilabile, e tuttavia da esso si distingue e si differenzia per un insieme di caratteri relativamente omogenei...

25   il comune retroterra degli antichi domini di terraferma della repubblica veneziana   permeabilità: mobilità di merci, uomini e contaminazione di culture...   permeabilità, unita però a separatezze…   la dicotomia dello sviluppo veneto: aree “forti” (la Pedemontana), aree “deboli” (Belluno e Rovigo)

26 L ancora sul. MERCANTE-IMPRENDITORE slides lezione 26.02.2010 _____

27 ● il ruolo della Repubblica di Venezia ● il ruolo della Repubblica di Venezia nella promozione delle attività nella promozione delle attività manifatturiere di terraferma manifatturiere di terraferma ● il nodo nelle corporazioni cittadine ● il nodo nelle corporazioni cittadine ● il contrasto città/campagna ● il contrasto città/campagna ● il mercante-imprenditore ● il mercante-imprenditore come motore dello sviluppo come motore dello sviluppo

28   la rottura dei vincoli corporativi nelle campagne, dapprima strisciante e illegale, poi giuridicamente sancita dalla Serenissima   natura e caratteristiche delle corporazioni…   le attività più rilevanti sono nella lana e nella seta, mentre la lavorazione dell’oro è tipicamente urbana, e quindi rigidamente regolamentata dalle corporazioni

29   l’anticipata esperienza di “fabbrica” a schio, nell’Alto-Vicentino: il caso di Nicolò Tron   le fasi di accentramento della produzione: dapprima la rifinitura del prodotto, poi la tessitura, infine il ciclo completo   l’importanza per le attività manifatturiere di essere il Veneto territorio di “frontiera”, e quindi di intensi rapporti con i paesi vicini, ma anche più lontani.   rapporti e scambi = trasferimento reciproco di innovazione e tecnologia


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